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Autore: Kumiko_Walker    30/08/2011    5 recensioni
Tyki ed Allen, a causa di una Innocence, si ritrovano nel mondo Reale.
Ad ospitarli sarà una quindicenne italo-giapponese, amante di D.Gray-Man e della coppia Poker.
Riusciranno i due a tornare nel loro mondo ancora sani di mente?
[Ci saranno molti nuovi personaggi] [Probabili Spoiler!]
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Nuovo personaggio, Tyki Mikk
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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In The Real World
Capitolo 1: L’Inizio di una Strana Convivenza
 
L’aria era pungente, e l’odore del sangue era sparso nell’aria.
Un urlo di carica squarciò il cielo azzurro senza nuvole.
La lunga spada di Allen Walker colpì il braccio nero, messo davanti alla testa per proteggersi, di Tyki Mikk, il Noah del Piacere, che sfoggiava un sorriso divertito.
Ancora l’albino non si capacitava di come fosse finito in quella situazione.
Lui, Lavi e Miranda erano stati mandati da Komui per trovare un pezzo di Innocence in Germania, più precisamente a Berlino. Improvvisamente due Akuma di Livello Tre gli avevano attaccati, e, dopo averne ucciso uno, dietro ad Allen era comparsa l’ombra del moro, contro cui, proprio ora, stava combattendo.
- Ehi, piccolo, qualche problema? - chiese il Noah, parando l’ennesimo fendente dell’albino. L’esorcista aveva i fiatone, invece Tyki continuava a sorridere, senza una ferita sul corpo, apparentemente senza nessuna difficoltà nel combattimento.
Ad Allen non piacque affatto di come il Noah avesse pronunciato il suo soprannome. Nel tono aveva notato anche una punta di lussuria e di divertimento. Quanto odiava il moro.
Ad un certo punto della loro battaglia, un bagliore invase i due, creando un cerchio verde intorno ad Allen ed a Tyki, che si guardavano in cagnesco, pronti ad ammazzarsi a vicenda.
- Ma che diavolo?! - urlò il moro, guardandosi intorno.
- L’Innocence! - realizzò l’albino, dopo un momento di smarrimento.
La luce verde li invase, ed entrambi non riuscirono più a vedere nulla, sentirono che sotto di loro si formò un buco, dove i due caddero, cacciando un urlo.
 
Una ragazza stava comodamente leggendo una Doujinshi (ovviamente Hard) sul computer, mentre mangiava delle patatine, con la bava alla bocca per le scene.
Sentì un tonfo improvviso e si girò di scatto.
Tyki ed Allen, seduti uno sopra l’altro, erano finiti contro il bianco pavimento della stanza della ragazza.
- E TOGLITI! - urlò l’albino, scacciato dal peso del Noah.
Il moro si alzò di scatto e si guardò intorno.
- Ma dove diavolo siamo finiti?! - chiese, per poi notare la presenza di una terza persona, che era ammutolita e li guardava con stupore.
Aveva i capelli neri corti fino alle spalle e lisci, la frangia era appena sotto le sopracciglia, gli occhi leggermente a mandorla, il naso piccolo, le labbra sottili e rosee, la carnagione era pallida, i lineamenti era dolci e morbidi, piuttosto alta e magra, indossava un top nero e dei pantaloncini di jeans blu, aveva delle calze bianche molto corte, intravide una cicatrice sulla mano destra. Probabilmente metà giapponese.
Tyki pensò subito che quella ragazza si sarebbe messa a gridare come una forsennata. Bè, allora non conosceva la proprio, visto che Hanabi Tsukishima, questo era il suo nome, era una persona decisamente fuori dal comune.
- Mazza che fighi! - urlò andando incontro ai due, e si avvicinò come se nulla fosse e si mise a guardarli per bene, con gli occhi a forma di cuore.
- Mi chiamo Hanabi Tsukishima, piacere! - disse la mora sorridendo. Come se qualcuno glielo avesse chiesto, pensò Tyki, che aveva una faccia buffissima: la bocca era aperta per lo stupore e gli occhi erano allargati.
- Scusa ma dove siamo? - chiese Allen, che si era ripreso dallo shock iniziale, guardandosi intorno: il pavimento era in tegole bianche e le pareti erano colorate di rosa, dietro alla ragazza c’erano due strane “scatole” in plastica, una era accesa ed aveva una tastiera, c’erano due armadi di legno al loro fianco, dietro di loro vi era anche un divano verde, di fianco alla finestra c’era anche un letto, vi era anche uno scaffale pieno di libri.
- Siete a Santa Maria, in Lombardia, in Italia, ma piuttosto, voi chi siete? Avete un’aria vagamente familiare, però… - chiese Hanabi, squadrando l’albino. La ragazza era leggermente più alta di Allen.
- Mi chiamo Allen Walker e questo qui è Tyki Mikk, un’idiota - rispose l’albino con un sorriso, indicando il moro.
- EHI! - il diretto interessato si arrabbiò subito appena sentì la parola “idiota”.
Hanabi sussultò, e superò i due, andando a prendere un manga da uno scaffale che Allen non aveva notato.
Poi guardò la copertina ed osservò prima il moro e poi l’albino.
- NON CI POSSO CREDERE! - urlò, guardando i due, sempre con gli occhi a forma di cuore.
Allen la guardò interrogativo.
Hanabi mostrò la copertina ai due, che sgranarono gli occhi: erano ritratti loro due insieme a Road!
- Un momento… cosa?! - l’albino prese tra le mani il manga, ed insieme a Tyki lo studiò, poi lo aprì e notò che vi erano descritte tutte le loro missioni, più una parte che ancora non conoscevano.
- COSA SIGNIFICA?! - urlò il moro, scuotendo Hanabi per le spalle.
- Voi non siete reali, appartenete al manga “D.Gray-Man”, il mio preferito! Ma che ci fate a casa mia? - chiese, prendendo una mano di Tyki e studiando il suo braccio, poi provò a cancellare le cicatrici che vi erano sopra, visto che ancora non ci credeva che erano veri, anche se erano arrivati nella sua stanza misteriosamente.
- Un momento… le cicatrici non si tolgono, quindi significa che sono vere! - urlò, per poi prestare la sua attenzione sull’albino.
- Prima però voglio vedere i vostri poteri, così sarò sicura che siete voi gli originali! - disse Hanabi.
- E cosa dovremo fare? - chiese Tyki, leggermente nervoso. Quella situazione cominciava a non piacergli.
- Tu potresti camminare nell’aria, mentre Allen potrebbe invocare l’Innocence - la ragazza sorrise.
- Nulla di più facile - il moro era stato colpito nell’orgoglio. Come osava un’umana dire che lui era un falso?! Ma gliela avrebbe fatta pagare! Dopo pochi passi andò in aria e sorrise ad Hanabi. Lei sgranò gli occhi, ma non disse nulla. Poi toccò all’albino, che invocò l’Innocence, ma subito dopo lo ritrasformò in un braccio.
- Ok, mi avete convinto - sussurrò lei, un po’ scioccata ed emozionata.
- Quindi noi facciamo parte di un manga?! - chiese Allen. Hanabi annuì, sedendosi sul divano.
- Però come avete fatto ad arrivare qui? - la mora, sotto ogni aspettativa, l’aveva presa piuttosto bene, e non aveva urlato, anzi era calmissima.
- A causa di una Innocence - sussurrò Tyki. Ok, sicuramente il Noah non avrebbe mai risposto ad una domanda fatta da una persona appena conosciuta se fosse stato nel suo mondo, ma siccome quella ragazza sembrava disposta ad aiutarli, non era certo una cattiva idea rispondere a qualche quesito.
- Ok, che ne dite di restare da me, fin quando non riuscirete a tornare nel vostro mondo? - chiese Hanabi, rompendo quel silenzio imbarazzante che si era creato.
- Ma se ti abbiamo appena cono- - Allen si bloccò di colpo. Poi pensò alla proposta: vitto ed alloggio gratis. Guardò Tyki. Anche lui aveva pensato la stessa cosa.
- E cosa vuoi in cambio? - chiese il moro, osservando la ragazza.
- Ma ovviamente la vostra compagnia! Cioè, ma quando mai capita che due dei tuoi personaggi preferiti si vengono a stabilire a casa tua?! - Hanabi sentì suonare il cellulare, si alzò dal divano e prese il suo Touch rosa, guardò chi era che rompeva.
- Che vuoi Ichigo?! - chiese, arrabbiata nera, mentre si sedeva sulla sedia gialla davanti al computer, trascurando i due nuovi coinquilini, che la guardavano straniti. Bè, più che lei, osservavano lo strano aggeggio che aveva suonato.
- Assolutamente, ciao! - riagganciò, spegnendo il cellulare, per evitare che qualcun altro venisse a rompere, mentre parlava con Tyki ed Allen.
- Cos’è quello? - chiese l’albino, indicando il Touch rosa, e poi il computer.
- Come dire… diciamo una specie di golem in versione portatile - cercò di spiegare Hanabi, poi si spostò e mostrò il computer nero.
- Questo è un computer, puoi navigare su internet e cercare immagini, video e Doujinshi - disse lei sorridendo. Tyki si avvicinò alla mora.
- Doujinshi? - chiese, alzando un sopracciglio.
- Una storia di un Manga che di solito tratta di una coppia, ci sono anche Doujinshi su D.Gray-Man, e che Doujinshi! - Hanabi cominciò a sbavare, mostrando a Tyki una Hard, con lui ed il piccolo come protagonisti, dove il moro stava facendo ad Allen… vabbè, si è capito, no?
Inutile dire che quando l’albino si avvicinò, curioso, svenne per le scene troppo perverse ed Hard per i suoi occhi casti e puri.
- Non ci posso credere che la gente fa queste cose… - disse il moro, ma in realtà era molto interessato alla Doujinshi, visto che non gli staccava gli occhi di dosso.
Hanabi chiuse il computer (era un portatile).
- Ma io stavo ancora guardando! - protestò Tyki, sbuffando.
- Fai rinvenire Allen, che vi spiegherò le regole per stare in questo mondo! - ordinò Hanabi, con un tono di chi non ammetteva repliche.
- Ci sono anche delle regole?! - chiese il moro, scuotendo l’albino, che, dopo qualche minuto, rinvenne.
Hanabi lo ignorò, ed alzò l’indice.
- Ascoltate bene, perché non voglio ripetermi: uno, siccome siete finiti insieme in questo mondo, non dovete combattervi, sarete in una tregua temporanea - alzò il medio - due: non dovete usare i vostri poteri, qui in questo mondo non esistono Akuma, Noah o Esorcisti, usateli solo se è estremamente necessario! - alzò l’anulare - tre, è vietato uccidere le persone - alzò il mignolo - siccome, per evitare che le persone sospettino di voi, Allen sarai il mio ragazzo, mentre tu, Tyki, sarai il suo fratello maggiore, quindi, quattro, reggete la recita - poi si tappò le orecchie.
- PERCHE’ DOVREI ESSERE IO IL TUO RAGAZZO?! NON LO PUO’ FARE TYKI?! - gridò Allen, isterico.
- O, dai, non è poi così male! - disse Tyki, buttandosi sul letto, trasformandosi nella sua forma “Bianca”.
Hanabi, grazie ai pochi riflessi che aveva, tappò la bocca all’albino appena in tempo, prima che potesse urlare al moro un’infinità di insulti.
- Perché così posso tenervi in casa mia, userò la scusa che i vostri genitori sono partiti, ed voi mi avete chiesto aiuto, e poi non dovremmo fare niente, dovete solo stare al gioco, come ho già detto - la ragazza rispose alla domanda di Allen con indifferenza - e poi Tyki è troppo vecchio per essere il mio ragazzo -.
Il Noah venne, per l’ennesima volta, colpito nell’orgoglio, si mise per terra a fare dei cerchi immaginari, in preda alla depressione, sussurrando “troppo vecchio”.
- Tyki-pon, non essere giù, tu hai ventisei anni io quattordici, bè, tra dieci giorni quindici, comunque sei troppo maturo per me, i miei non lo accetterebbero - disse Hanabi, cercando di rimediare.
Tyki alzò la testa, ancora un po’ depresso, ma abbozzò un sorriso.
- Comunque, quando hai usato quella specie di Golem, con chi stavi parlando? - chiese, curioso, Allen, per poi posare la sua attenzione sulle patatine che Hanabi stava mangiando.
- Se vuoi le puoi anche mangiare - disse la ragazza, notando lo sguardo e la bava alla bocca che aveva l’albino. L’esorcista non se lo fece ripetere due volte, e cominciò ad ingozzarsi.
- Stavo parlando con mio fratello maggiore Ichigo - rispose lei, facendo una pausa - mi ha chiesto di registrargli un film horror che trasmettono adesso - Hanabi realizzò che doveva sbrigarsi a registrare, altrimenti il fratello non l’avrebbe perdonata per non avergli registrato il film dall’inizio. Quindi, si mise a correre per lo stretto corridoio, seguita a ruota dai due, incuriositi da questo “registrare”.
Entrarono in una camera poco più piccola di quella di Hanabi, con il pavimento marrone chiaro, il muro verde mela, c’era un letto matrimoniale bianco, con una televisione sopra ad un comodino nero, e sotto ad essa c’era un video-registratore grigio, la parte sinistra della stanza era piena di scarpe e c’erano tre armadi giganti color pece, che arrivavano fino al soffitto.
La ragazza prese una videocassetta, trovata in mezzo a quel casino, e la inserì dentro al videoregistratore, impostò il canale e l’ora poi si alzò da terra, e guardò i due, con un sorriso inquietante in viso.
- Vi piacerebbe vedere un Horror? - chiese, guardando l‘orologio: erano quasi le otto di sera, e faceva un caldo infernale da cinque del pomeriggio. Hanabi, ovviamente, aveva doppi fini: era molto emozionata nel vedere che due dei suoi personaggi preferiti erano finiti a casa tua, di poterli toccare e fare tutto quello che voleva, ma la sua coppia preferita era quella Poker, quindi qual è la cosa migliore per far urlare di paura il povero piccolo Allen? Ovviamente guardarsi un Horror al buio, di notte e da soli in casa!
- Che cos’è? - chiese Tyki, che si era ripreso dalla sua depressione.
- E’ un film che ti fa prendere una paura matta, io adoro questo genere, ma prima che lo guardiamo… - la ragazza annusò i due, e poi si mise una mano sul naso - andatevi a fare una doccia, per l’amor del cielo! Puzzate! - i due ragazzi si imbarazzarono.
- Vi faccio vedere il bagno - disse, trascinandoli fuori dalla stanza.
Dopo ave fatto neanche un metro, si trovarono in un bagno molto piccolo, con una lavatrice ed una asciugatrice, un lavandino, un bidé, una Toilette, ed una vasca, con attaccata sopra una doccia, il pavimento era marrone chiaro, mentre il muro era di un bianco candido, senza neanche una ragnatela o dello sporco.
- Io vado a prendervi degli asciugamani, non toccate nulla! - disse, uscendo.
I due si ritrovarono da soli.
Allen sospirò.
- Ancora non ci credo che abbiamo deciso di rimanere qui, con una persona che a malapena conosciamo! - all’inizio non voleva restare, ma quella ragazza era stata così gentile ad ospitarli, senza neanche conoscerli, che non se l’era proprio sentito di rifiutare!
Tyki, invece, stava ancora pensando a quella Doujinshi che Hanabi gli aveva fatto leggere. Chissà se l’albino si sarebbe lamentato così anche nella realtà. Quei pensieri gli facevano scendere il sangue dal naso, ma si trattenne, alzando la testa, per evitare di mostrare ad Allen il liquido rosso che usciva dalle sue cavità nasali.
Ma una cosa era certa: avrebbe potuto vedere l’esorcista nudo, chissà se il suo corpo era come se lo era immaginato…
Si schiaffeggiò mentalmente. Ma che cavolo di pensieri gli venivano in mente?! Lui andava solo con le donne!
- Eccomi ritornata! - Hanabi entrò nel bagno, posando un bel po’ di asciugamani sulla asciugatrice.
- Ora potete fare la doccia insieme - sorrise, andando sull’uscio della porta.
- INSIEME?! - urlò Allen, scandalizzato. Lui a fare il bagno insieme ad un Noah?! Neanche fra diecimila anni!
- Guarda che l’acqua costa, e la pagano i miei (figuriamoci se sborso qualcosa!)! Poi se avete i tempi di mio fratello, dovremo fare un mutuo per pagare le bollette dell’acqua! E poi siete tra uomini, no? Che male c’è a farsi la doccia insieme?! Anche io la faccio con la mia migliore amica, quando vado da lei! - diede all’albino due bottigliette che aveva preso da un comodino sopra al lavandino - questo è per il corpo e questo è per i capelli - poi guardò Tyki e rise - lo so che Allen ti incita alla violenza ed ad altro, ma evita di mangiartelo con gli occhi! - detto questo lasciò i due, chiudendo la porta, con un bel sorriso sulle labbra.
- Bene, mentre si fanno la doccia, vado a prendere dei vestiti nuovi, rubandoli da quelli che mio fratello non usa più - recitò il suo promemoria mentale, grattandosi la testa. Le veniva da ridere, non riusciva proprio a crederci che Allen Walker e Tyki Mikk si erano ritrovati a casa sua per colpa di una Innocence. Ora sperava solo che sua madre glieli avrebbe lasciati tenere a casa, credendo alla farsa del fidanzato! Suo fratello non avrebbe detto nulla, visto che c’era solo per dormire e la mattina, invece suo padre c’era solo per la notte, e lei non lo vedeva quasi mai, ma era molto permissivo, quindi per quei due non c’erano problemi!
Canticchiando Bring me to Life degli Evanescense, andò verso la stanza di Ichigo, per cercare qualcosa di decente da far indossare ai due!
Ma torniamo da Tyki ed Allen, che avevamo lasciato in bagno…
Il Noah si stava togliendo la divisa, quanto mai il Lord aveva fatto delle uniformi così difficili da togliere!
Ma poi realizzò che poteva usare il suo potere, e si diede mentalmente del deficiente per non averci pensato prima!
Dopo due secondi era nudo, ed aveva cominciato ad armeggiare con il rubinetto dell’acqua calda, tutto sotto gli occhi dell’albino, che si era tolto la maglietta, mostrando la sua cicatrice.
Allen vide le cicatrici che aveva inferto lui a Tyki. Era brutto vederlo in quello stato… ora basta! Lui era il nemico, punto e fine!
Quando il Noah riuscì finalmente ad aprire l’acqua calda, fece cenno all’albino di avvicinarsi, e l’altro lo guardò scandalizzato, mentre si copriva le parti intime con un asciugamano, non avrebbe permesso ad un Noah di vedere tutto il suo corpo!
- Ma non penserai sul serio che io mi faccia la doccia insieme a te, vero? - chiese l’albino, alzando un sopracciglio.
- RAGAZZI! OVVIAMENTE STAVO SCHERZANDO QUANDO HO DETTO DI FARVI LA DOCCIA INSIEME! - la voce di Hanabi era divertita, e stava per buttarsi a terra dal ridere. Non ci poteva credere che i due avessero preso la cosa così seriamente!
Allen e Tyki la maledirono in tutte le lingue ed in tutti i modi che si ricordarono.
- Inizio io - il Noah si precipitò nella doccia, e tirò la tenda blu. Ovviamente l’Esorcista era rosso come un pomodoro per lo scherzo di pessimo gusto che gli aveva tirato la ragazza, ma non aveva visto il corpo di Tyki, sotto al ventre.
Allen prese uno sgabello bianco e si sedette, con ancora l’asciugamano intorno alla vita.
- Siamo qui da appena un’ora e già rimpiango il mondo da dove veniamo - si lamentò l’albino, guardando la tenda blu ed ascoltando l’acqua della doccia.
- Per una volta di do ragione - rispose Tyki, massaggiandosi i capelli.
Poi tutto finì in silenzio tombale. Passarono venti minuti, ed Allen cominciò ad innervosirsi.
- Ma insomma, quanto ci metti?! - chiese, alzandosi di scatto dal suo sgabello.
- Un attimo, ho quasi finito! - il Noah si stava divertendo, ma non lo avrebbe detto - passami un asciugamano, piccolo! - Tyki spense l’acqua, mettendo una mano fuori dalla tenda.
Allen tirò, con rabbia, un asciugamano rosa al moro, che riuscì a prenderlo per miracolo.
- Ehi, calmati, piccolo! - si lamentò lui, asciugandosi i capelli, per poi mettersi l’asciugamano sulla vita, altrimenti l’albino lo avrebbe ammazzato, avrebbero creato un putiferio, e poi, da quello che aveva capito su Hanabi, la ragazza gli avrebbe ammazzati entrambi.
Uscì dalla doccia, osservando il corpo ben proporzionato del sedicenne. Non era male dopotutto.
Allen aspettò che il Noah era uscito del tutto, prima di buttarsi nella doccia.
- E non guardare! - urlò l’albino, aprendo l’acqua e tirando la tenda.
- E chi ti guarda?! - rispose l’altro, asciugandosi i capelli neri, seduto sullo sgabello.
Dopo qualche minuto che l’esorcista era entrato nella doccia, i due sentirono bussare alla porta del bagno.
- Sono io, vi ho portato dei nuovi vestiti! - Hanabi aprì la porta e vide un Tyki mezzo nudo seduto su uno sgabello, ancora leggermente bagnato, che si stava asciugando bene i capelli. Inutile dire che la ragazza quasi svenne nel vedere quella visione celestiale.
- Ma non possiamo usare i nostri? - chiese il Noah, indicando i vestiti a terra.
La mora si riprese e si asciugò la bava alla bocca, ma aveva le guance rossissime.
- Assolutamente no! Puzzano e non potete usarli in questo mondo! - gli mise davanti un po’ di magliette, pantaloni, eccetera - quelli più piccoli sono di Allen, mentre i più grandi sono tuoi, ora vi lascio cambiare in pace… - anche se vorrei restare pensò Hanabi, uscendo velocemente dalla stanza, chiudendo la porta di scatto, creando un forte botto, che fece sobbalzare i due ragazzi.
Allen uscì dalla doccia, e si mise i vestiti che la mora gli aveva dato, come fece Tyki.
Uscirono dal bagno ed andarono in camera di Hanabi, dove questa li stava aspettando.
I ragazzi si guardarono i vestiti: Allen aveva una maglietta a maniche corte rossa, con dei jeans corti fino alle ginocchia, con delle calze bianche, Tyki, invece, aveva una maglietta aderente blu, con dei pantaloni color marrone e delle calze bianche.
- Ma sei sicura che questi vestiti vanno bene? - chiese il Noah, osservandosi. Non era molto convinto…
- Vi stanno benissimo! - rispose Hanabi, con un sorriso, poi tirò fuori una cassetta.
- Cos’è quello? - chiese Allen, mettendosi una ciocca bianca dietro all’orecchio.
- E’ un fantastico film Horror, è leggero, si chiama Nightmare (e questo sarebbe leggero?!), ma adesso aiutatemi a spostare il letto! - dopo averci messo dieci minuti per spostare il letto ed usarlo come divano, la mora mise il film dentro al suo personale registratore, poi spense tutte le luci. Erano le nove di sera, ed il cielo aveva cominciato ad avere delle sfumature scure, segno che la notte si stava avvicinando.
La serata andò più o meno così: Allen urlò per tutto il film, aggrappandosi a Tyki, mentre quest’ultimo era molto interessato e sorrideva ad ogni scena di morte, Hanabi, ogni tanto, guardava i due e sbuffava ogni volta. Forse il film Horror non era stata una buona idea, dopotutto.
Alla fine Allen era appiccicato a Tyki, e non lo voleva mollare per nessun motivo! Aveva gli occhi fuori dalle orbite, un po’ di saliva che gli colava dalla bocca, da quanto aveva urlato, e le braccia erano artigliate alla maglietta aderente blu del Noah. Nightmare lo aveva proprio terrorizzato.
- Lo riguardiamo? - chiese Tyki, sorridendo, mentre Hanabi accese le luci.
- NO! - l’albino finalmente parlò e, con il dorso delle mano sinistra, si polì la saliva che gli pendeva dalla bocca.
- Allora, domani vi presento a mia madre (perché mio padre non c’è), cercate di sembrare dei bravi ragazzi! - Hanabi fissò il Noah, e il suo sguardo diceva “se fai qualche cazzata, ti butto fuori di casa!”.
- Non preoccuparti, andrà bene - la rassicurò lui, con un sorriso, ma la ragazza non ci credeva molto.
- Allora Allen, passiamo a te! - la mora lo guardò, con uno strano sorriso sulle labbra - il tuo braccio sinistro ed il tuo pentacolo sull’occhio sono tatuaggi, mentre i tuoi capelli bianchi sono tinti - l’albino annuì, annoiato.
- La vostra storia è più o meno questa: siete stati entrambi adottati e siete fratellastri, i vostri genitori sono andati in vacanza per qualche mese e tu - Hanabi indicò Allen - mi hai chiesto se potevi venire, insieme a tuo fratello, a stare a casa mia, ok? - entrambi annuirono.
- Normalmente non prendo ordini da una che ho appena conosciuto, anzi le strappo il cuore direttamente (o lo faccio fare a Tease), ma siccome sono finito in un mondo, di cui non conosco nulla, ti ascolterò - disse Tyki, giocando con una ciocca nera, che spuntava dalla coda morbida che si era fatto dopo la doccia.
- Allora devo ritenermi fortunata - sorrise Hanabi - aspettatemi qui - uscì dalla stanza in un batter d’occhio, ricevendo sguardi preoccupati dei due.
Dopo neanche un minuto, la ragazza tornò, con due magliette bianche, molto larghe, in mano.
- E quelle magliette? - chiese Tyki, alzando un sopracciglio.
- Ma ovviamente sono i vostri pigiami! - la mora sorrise e li diede ai due - io, intanto, preparo i letti! -.
Hanabi aprì il divano, mostrando che dentro vi era un letto, con tanto di coperte, poi prese un materasso e lo mise al centro della camera, e ci mise sopra un cuscino e due lenzuola azzurre.
Tyki ed Allen si erano messi quelle magliette e si guardavano con disgusto.
- Davvero dobbiamo tenerci questa roba? - chiese l’albino, vedendo che quella specie di pigiama gli arrivava a malapena a coprire l’intimo ed il Noah non era messo meglio.
- Mi ringrazierete, fa un caldo quando si va a dormire - rispose Hanabi, mentre si toglieva il top.
- Ma che fai?! - urlò Allen, tutto rosso in viso.
- O dai, nessuno crede alla tua innocenza! - la ragazza gli fece una linguaccia, cambiandosi a tempo record, e mettendosi una vestaglia rossa, che le arrivava alle ginocchia.
- Chi prende il divano letto e chi va per terra? - chiese Hanabi, sedendosi sopra al suo letto.
Tyki ed Allen si guardarono, e l’albino mise una mano sul suo braccio sinistro, mentre il moro evocò una Tease, per poter avere la padronanza del divano letto.
- Ah, no! Non vi ricordate la prima regola?! - chiese la ragazza, frapponendosi fra i due.
Entrambi sbuffarono, e riposero le loro armi.
- Giocate a sasso, carta e forbici - Hanabi sorrise - ci sapete giocare? -.
- Veniamo da un altro mondo, ma non siamo così deficienti - disse Allen - ma non possiamo giocare a poker? -.
- No, perché entrambi barate - la mora sorrise.
Dopo tre giri di parità, alla fine vinse l’albino, che esultò per dieci minuti buoni.
- Forza, dormite - Hanabi chiuse la porta a chiave, per evitare che qualcuno (la sua famiglia) scoprisse i due nuovi scrocconi/coinquilini, poi accese la sua lucina rosa e spense la luce grande.
- Ma come faremo per i vestiti domani? - chiese Tyki, assolutamente disinteressato.
La mora sorrise, e si girò verso al muro.
- Non ti preoccupare, ho un piano - Hanabi avrebbe chiamato lui. Detto questo i tre si addormentarono.
 
 
Angolo demenziale
Kumiko: finito anche questo capitolo! E anche in questa storia ci sarà il nostro caro angolo demenziale!
Tyki: non posso crederci che ci hai convinto a fare una cosa del genere!
Allen: ma come ti è venuta in mente ‘sta storia?!
Kumiko: era stufa di leggere storie su cui una persona andava dentro al mondo di un manga, così ho deciso di cambiare un po’^^ facendo entrare le mie due vittime nel mondo reale^^
Allen: -.-’’
Tyki: o.O grazie…?
Kumiko: * li ignora completamente * con il passare della storia ci saranno nuovi personaggi e Tyki ed Allen faranno la conoscenza degli amici di Hanabi!
Tyki: Sarà una storia lunga…
Allen: già…
Kumiko: ringrazio che ha letto fin qui, se mi lasciate una recensione sarà felicissima di accettarla! Bye!
   
 
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