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Autore: Red S i n n e r    30/08/2011    4 recensioni
Posso permettermi qualsiasi azzardo e presa di posizione: pensare come mai ho fatto. Essere crudele, ridere degli altri, frustare la morale.
Uccidere l’empatia, ma solo la mia.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi voglio (il volere non è in mio potere).

 

Oggi è un  giorno che non esiste e posso permettermi di essere qualsiasi cosa: aprire le ali, squarciarmi la pelle, bruciare al lume di una candela.
Diventare vento.

 Posso permettermi qualsiasi azzardo e presa di posizione: pensare come mai ho fatto. Essere crudele, ridere degli altri, frustare la morale.
Uccidere l’empatia, ma solo la mia.

 
Oggi voglio farmi male, picchiarmi con le mani piene di chiodi. Voglio distruggere il mio volto, la mia vita per intero, per fuggire lontano da me.
Per non rincontrarmi più.

 
Oggi voglio urlare contro il cielo e poi guardarlo dolcemente.
Scavare a fondo nella terra fino a farla sanguinare, fino a spezzarmi dita e unghie.

 

Oggi voglio farvi male perché mi annoio, perché ne sento il bisogno. 
Prendervi a male parole come fossero bastonate e non ascoltarvi, fraintendervi, umiliarvi.

 

Oggi non vedrò nessuno, non parlerò con nessuno e per quanta rabbia possa provare non la sentirà nessuno, non mi sentirà nessuno. Ed è un peccato, perché la mia rabbia è molto più bella di me.

 

Oggi voglio poter dire di non esistere (nemmeno per me) e galleggiare come una nuvola delirante in un cielo di un grigio disturbante. Ed essere arrabbiata, fissare tutti con odio (se solo ci fosse qualcuno) e prendere a pugni le mie gabbie, i miei limiti, tutte le mie ossa.

 

Un giorno come questo è il mio giorno e posso provare a dimenticare che spesso il volere non è in mio potere, che forse non lo è mai stato. E urlare, urlare ancora più forte, cercare di farvi sentire, capire, ma in questo giorno delirante – che non esiste – si può solo fingere, e posso fingere di odiarvi, odiarvi fino ad avvelenarmi le vene, quando invece vi amo tutti. Tutti.

 

Oggi devo raccogliere i miei pezzi sparsi e sperare di non vedere in essi alcun riflesso di me, chiamare l’empatia con morbidi sbuffi, come fosse un gatto, e sentirla ronfare forte sul mio petto.

 

Ha vinto di nuovo lei e il tramonto del giorno che è solo mio mi annega negli occhi, in spasmi di luce dorata e rossa come il fuoco.

Anche nel mio giorno, anche mentre per il mondo non esistevo, sono riuscita a perdere. Quanta rabbia (che non esiste)!

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