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Autore: Black_Hole_    30/08/2011    2 recensioni
“Driiin, driiin” Toris alzò lo sguardo dalla rivista che stava leggendo.
‘Ma chi può essere a quest’ora?’ pensò. Giunse la voce di Russia dalla sala da pranzo “Lituania, vai ad aprire” Il ragazzo obbedì, meglio non far aspettare Ivan.
“Si?” disse aprendo la porta... e per poco non svenne.
Davanti a lui stava Feliks, con addosso una lunga maglia rosa, dei pantacollant aderentissimi, le scarpe con il tacco e i capelli raccolti.
“Ciao Liet, tipo, posso?”
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Lituania/Toris Lorinaitis, Polonia/Feliks Łukasiewicz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco questa "Cosa" nata da un momento di noia e dalla mia mente bacata!XD buona (credoXD) lettura:)
Black_Hole_

VOGLIE

“Driiin, driiin” Toris alzò lo sguardo dalla rivista che stava leggendo.
‘Ma chi può essere a quest’ora?’ pensò. Giunse la voce di Russia dalla sala da pranzo “Lituania, vai ad aprire” Il ragazzo obbedì, meglio non far aspettare Ivan.
“Si?” disse aprendo la porta... e per poco non svenne.
Davanti a lui stava Feliks, con addosso una lunga maglia rosa, dei pantacollant aderentissimi, le scarpe con il tacco e i capelli raccolti.
“Ciao Liet, tipo, posso?” e senza aspettare la risposta, entrò schioccandogli un bacio sulla guancia. Dopo un attimo di défaillance, Toris si decise a reagire.
“Ma che cazzo fai?!? Come ti viene in mente di presentarti qui vestito in quel modo?!?” e senza volerlo, il suo sguardo si soffermò per qualche secondo sulla piccola sporgenza che stava tra le gambe del polacco. Subito si riscosse.
“Tu... tu sei pazzo! C’è Russia in casa!”
“E tipo, allora?” gli chiese quello, avvicinandosi pericolosamente.
“Lituania, chi era alla porta?” la voce di Ivan giunse dalla sala da pranzo.
“Ehm, nessuno, hanno sbagliato!” rispose la nazione, spingendo Feliks che si lamentava dei modi rudi del lituano dietro alle tende. Appena in tempo, perché un attimo dopo Ivan fece capolino con la testa dal corridoio.
“Nessuno dici? E allora con chi parlavi?” Toris deglutì, guardando di sottocchio le tende, dentro alle quali Feliks ridacchiava tranquillo, senza pensare al pericolo che correva.
“Parlavo... parlavo... al telefono! Al telefono si!”
Il russo non gli credeva, si vedeva dallo sguardo.
“Va bene, ti credo. Ma fai attenzione Lituania, siamo d’accordo?” Il ragazzo annuì frettolosamente.
“Si si, tutto ok, certo!” Il russo sorrise, e se ne tornò in sala da pranzo. Liet tirò un sospiro di sollievo e andò a recuperare Feliks, che ancora rideva dietro alla tenda.
“Smettila di ridere! Potrebbe sentirti!” ma il polacco non la smetteva.
“Ah ah To, tipo, sei così buffo quando hai paura, cioè sei adorabile!”  e detto questo gli si aggrappò al collo, schiantandolo al suolo.
“Ahia!” gridò il ragazzo, mentre Polonia incurante del duo dolore lo continuava ad abbracciare, stringendolo in una morsa micidiale.
“Che succede Lituania? Perché hai urlato? Sto sbrigando delle faccende importanti e gradirei non essere disturbato” il ragazzo si rialzò faticosamente in piedi, trascinandosi dietro il compagno, ancora arpionato addosso.
“Sono inciampato mi scusi non la disturberò più!” e detto questo cominciò a camminare verso la porta, venendo però fermato da Feliks, che lo tenne fermo per un braccio.
“Ehi, cioè, dove credevi, tipo, di andare?” e detto questo gli prese il viso tra le mani e lo baciò, portandoselo dietro.
Lituania non ebbe nemmeno il tempo di reagire, che si ritrovò con le spalle al muro, con Polonia che continuava a baciarlo.
“Po.. fermo! Non...è...non è il momento! Ba... basta!” ma quelle parole non furono seguite da alcun tentativo di separare il corpo di Feliks dal proprio.
“Che c’è To? Tipo, non sembri molto convinto di quello che stai dicendo” e si avventò sul suo collo, lasciando una scia umida di baci, per poi tornare al viso del Lituano, che stava man mano perdendo tutte le difese.
“Po... ti prego...” tentò ancora, ma inutilmente.
Feliks gli allacciò le gambe dietro alla schiena, continuando a baciarlo.
Lituania aveva deciso. Che diamine, gli piaceva troppo e poi con Feliks era inutile lottare, ti faceva calare pian piano tutte le difese. Assieme ai pantaloni.
Ma se Russia li avesse scoperti li, nel corridoio, a baciarsi... o a fare altro... be sarebbe finita male, molto male. Per questo cominciò a tastare le maniglie alla cieca, cercandone una di aperta, e infine la trovò.
Entrarono nella stanza, ancora abbracciati, e si mossero alla cieca, al buio, alla ricerca di un qualche piano d’appoggio. Ala fine lo trovarono, un comodo divano.
‘Cazzo!’ pensò Toris e separò il suo viso da quello di Feliks.
“Ehi To, perché ti sei tipo fermato? Andavi tipo così bene!” ma il ragazzo non lo ascoltò, e si alzò andando ad appoggiare l’orecchio alla parete.
“Si ho capito, l’ordine sarà pronto per la prossima settimana... per quanto riguarda il pagamento... ‘O merda’
“Feliks, Russia-san è nella stanza accanto! Ci scoprirà!” esclamò Lituania, voltandosi, alla ricerca del ragazzo. Che non trovò. Poi sentì qualcosa, o meglio, qualcuno, che si strusciava allegramente sulla sua schiena, provocandogli tanti piccoli brividi lungo la spina dorsale.
“P..Po!” esclamò, lasciandosi sfuggire un versetto di apprezzamento.
“Si To? Che succede?” e cominciò a slacciargli i bottoni della camicia, sempre continuando a strusciarsi su di lui.
“Sm...smettila, Russia-san ci scoprirà!” ma fu tutto inutile.
La debole resistenza del ragazzo non gli impedì di essere privato della camicia, e spinto sul divano, dove il Polacco continuò la sua opera, mordicchiando piano i lobi dell’altro.
“Mmmm...Po...” Ormai Toris era andato, e lo sapeva anche Polonia, che passò dal torturare il suo viso, al suo petto. Poi prese le mani del lituano, e si fece levare la maglia, mostrando il delizioso reggiseno in pizzo, rigorosamente rosa. Toris lo guardò sorpreso.
“Un reggiseno?” Feliks sorrise.
“Non lo trovi, tipo, carinissimo?” Toris deglutì. Dio quanto avrebbe voluto saltargli addosso.
Polonia dovette intuire il desiderio dell’altro perché si buttò all’indietro stendendosi sul divano.
“Tipo, lasciati andare” gli disse, e quello non se lo fece ripetere due volte.
Si avventò sul suo viso, baciandolo con passione, per poi scendere sul collo e poi fino ad incontrare con le labbra il pizzo del reggiseno. Glielo tolse.
Continuò imperterrito la sua opera, crogiolandosi nei gridolini e nei sospiri di Feliks, fermandosi solo quando con le labbra, raggiunse il bordo dei pantacollant dell'altro. Prese coraggio e li abbassò, quelli e anche gli slip, rosa ovviamente. Subito diventò bordeaux.
“Be, che succede? Ci stai tipo ripensando?” disse Feliks e Toris arrossì.
“Grave errore” disse quindi Polonia, e saltò addosso al Lituano, levandogli pantaloni e boxer in pochi scatti fulminei.
“Po...Feliks...” tentò il ragazzo, ma quello sorrise e la sua testa si abbassò sulle famose “regioni vitali”...

“Va bene, arrivederci, e grazie” Ivan chiuse la chiamata e sospirò. Certo che Inghilterra quando voleva era davvero irritante, ma tanto prima o poi sarebbe diventato anche lui tutt’uno con la grande madre Russia. Kol kol kol...
Sorrise e si alzò in piedi. Quando stava per uscire dalla stanza però senti qualcosa, dei rumori provenire dalla stanza accanto. Si avvicinò al muro e vi appoggiò l’orecchio. Subito non capì, cosa quei versi stavano a significare, ma poi ci arrivò.
Sospirando, uscì dalla stanza, dirigendosi verso la sua camera.
‘Ah... Prima o poi dovrò fare in modo che Lituania sfoghi le sue voglie con qualcuno. Da soli è così triste...’

FINE
  
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