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Autore: Brambra13    31/08/2011    2 recensioni
'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Donald P. Bellisario; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'...In questo primo capitolo si tratta della notte dopo che Harm&Mac hanno deciso di sposarsi...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Mack stava parlando con Francisca. Non si conoscevano da molto, ma sembravano due grandi amiche. Quando l’aveva vista la prima volta, nell’ufficio di Harm, aveva pensato che fosse molto intelligente e che avesse la stoffa per diventare un grande avvocato, ma che non se ne rendesse conto. Ebbe la conferma di ciò che aveva pensato, quando, poco dopo quell’incontro, si erano ritrovate nel bagno insieme. Francisca aveva colto l’occasione per chiederle dei consigli sul lavoro. Le aveva detto che per come si comportava con il capitano sembrasse una donna sicura e brava nel suo lavoro. Così Mack le aveva spiegato che in realtà non era così, ma che lo dava a vedere per far intimorire gli avversari e che il suo segreto era quello di non dare nulla per scontato, di cercare di dare sempre il meglio, ma soprattutto di far valere la giustizia, o meglio, la verità. Così le aveva dato diversi consigli e perciò erano diventate subito amiche. Mentre parlavano del più e del meno, si avvicinò Jennifer. –Avvocato, mi scusi.-
-Jen. Quante volte devo dirti di chiamarmi Mack e di darmi del tu? Non sono un militare e puoi essere meno formale.-
-Okay, scusami.- Disse Jen che ancora non riusciva ad abituarsi a non vederla più come ad un suo superiore.
-Scusa se ti disturbo, ma avrei bisogno del tuo aiuto.-
-Per cosa?-
-Bè forse è meglio se vieni con me. Non le dispiace vero tenente?-
-No, ma certo andate pure.-
-Grazie.-
Mack, sorridendo, salutò con un cenno del capo la Martinez e seguì Jennifer. La ragazza si stava dirigendo nel corridoio che portava agli uffici. –Jen? Mi spieghi che succede?-
-Ecco io ho fatto un pasticcio.-
-Cosa è successo?-
-Stavolta l’ho combinata grossa e il capitano mi ucciderà! Solo lei…tu puoi aiutarmi.-
-Se mi dici cosa hai combinato, allora, forse, potrò aiutarti.-
-E’ difficile da spiegare. Forse è meglio se lo vedi con i tuoi occhi.-
-Va bene, ma dove stiamo andando?-
-Nell’ufficio del capitano.-
-Ma cos’hai combinato, Jen?-
-Ora te lo mostro.-
Arrivate all’ufficio di Harm ,Jennifer le fece cenno di entrare. Mack entrò. Lo studio era completamente buio e non riusciva a vedere niente.
-Jen io non vedo nulla.-
Jennifer approfittò del fatto che lei fosse di spalle e chiuse la porta dell’ufficio a chiave.
-Jen? Cosa stai facendo? Apri!-
-Non, posso mi dispiace.-
-Jen, è un ordine.- Disse battendo i pugni contro la porta.
-Mi dispiace Mack ma non puoi più darmi degli ordini.-
-Jen se questo è uno scherzo non è per nulla divertente! Quindi, apri!-
Ma dall’altra parte non ci fu nessuna risposta. Se n’era andata. Nonostante la situazione, rimase calma. Si girò, appoggiandosi con le spalle sulla porta e fece un respiro profondo. Poi sentì un rumore. Ma, nonostante si sforzasse, non riusciva a vedere nulla. Sentì di nuovo quel rumore. Questa volta dovette sforzarsi per restare calma. In fin dei conti era comunque un Marine, pensava. Ma questo non l’aiutò. Improvvisamente sentì qualcosa che l’afferrava e la spingeva ancora di più contro la porta. La presa era così forte che non riusciva a reagire. Il suo corpo si irrigidì. Poi un bacio. Era lui, Harm. Quel bacio le fece dimenticare tutto: chi fosse, dove fosse, le discussioni, la rabbia, la tristezza. In quel momento non contava più nulla, solo loro due. Harm si allontanò e per un lungo periodo rimasero in silenzio, nell’oscurità, l’uno di fronte all’altra. Harm si avvicinò alla sua scrivania e accese la lampada per fare un po’ di luce. Poi andò a sedersi nella sua poltrona. –Scusa per tutto questo. Dovevo parlarti e sapevo che non avresti voluto ascoltarmi. Così ho ordinato a Jennifer di portarti qui e chiudere la porta a chiave. Non prendertela con lei, ha solo eseguito un mio ordine.-
Harm si lasciò andare lungo la poltrona e aveva un’aria distrutta. Mack si avvicinò a lui e gli si mise davanti poggiandosi al bordo della scrivania.
-Allora? Cosa volevi dirmi?-
-Sono stato uno stupido.-
-Davvero?- disse Mack con un tono ironico.
-Si e mi dispiace. L’altra sera non volevo dire quelle cose o almeno non in quel modo. Mi sono spiegato male e non ho reso il senso di quello che volevo farti capire.-
-E cosa volevi dire?-
-Non ha importanza. Perché ora so che stavo sbagliando. Io non me n’ero reso conto prima, ma Jennifer mi ha aperto gli occhi. Sono stato davvero uno stupido Mack.-
-In realtà sono stata io la stupida. Non dovresti scusarti. Sono stata io a sbagliare. Non avrei mai dovuto iniziare un lavoro senza prima parlarne con te. Avevi ragione ti ho escluso, mettendoti in una brutta posizione e mi dispiace. Ho deciso di lasciare lo studio.-
-Cosa? Perché?-
-Perché non voglio più litigare con te. Da quando ho accettato questo lavoro ci sono state molte tensioni tra di noi. E la cosa non mi piace. Non voglio che questo ci allontani di nuovo. Ci abbiamo messo dieci anni per stare insieme e non voglio rovinare tutto adesso.-
-Nemmeno io. Ma non voglio che tu lasci il tuo lavoro. Non voglio che sia infelice per causa mia.- Detto ciò Harm abbassò la testa.
Mack aveva un groppo in gola, ma lo mandò giù. Con un dito sollevò il volto del capitano per poterlo guardare negli occhi.
-Io sono felice. Con te lo sono davvero. E’ starti lontano che mi rende infelice.-
-Ma…- Mack prese il suo volto tra le mani, e senza lasciargli la possibilità di dire altro, lo baciò. Mentre continuavano a baciarsi, Harm si alzò dalla sua poltrona, le cinse la vita con un braccio, mentre con l’altra mano le accarezzava i capelli. La fece sedere sulla scrivania e si avvicinò ancora di più a lei. La sua bocca passò sul collo della donna e con la mano fece scivolare la spallina del vestito. Poi tornò sulle sue labbra. Quando smisero di baciarsi, Mack appoggiò la sua fronte a quella del pilota e disse. – Capelli biondi… occhi verdi… semplice… formosa? Vorrei proprio conoscere la sua fidanzata, capitano.-
Harm scoppiò a ridere. –Mi stavo solo divertendo un po’, colonnello.-
I due iniziarono a baciarsi con più passione e Mack gli sfilò la camicia dai pantaloni. I due si fermarono all’improvviso. Le urla provenienti dalla sala non gli consentirono di continuare. 














Per farmi perdonare della lunga attesa ho passato l'intera giornata a scrivere il seguito della storia. Spero vi stia piacendo. Sto cercando di riprodurre i personaggi così come li ricordo nel telefilm e mano mano che scrivo, sto anche cercando di risanare le parti confuse e piene di interrogativi che ho lasciato in precedenza. Vorrei continuare ancora mper molto questa storia così da riempire il vuoto che ci è stato lasciato con questo finale, tremendo, e far sì che i nostri tanto amati Harm&Mack coninuino a vivere anche se solo nelle nostre menti...Un bacio a tutti e buon proseguimento!!!!
  
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