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Autore: bacinaru    01/09/2011    3 recensioni
"Immortale nei rimpianti di un vecchio uomo, i suoi occhi indelebili nella pozza delle sue lacrime, il suo fantasma che mai avrebbe smesso di ridere, perché alla fine di tutto, il Master aveva vinto ancora una volta."
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Master - Simm
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa storia è ambientata dopo "End of Time". Ho immaginato che il Master alla fine sia tornato a Gallifrey insieme al resto dei Signori del Tempo, dove viene poi messo in prigione come traditore e questi sono i suoi ultimi pensieri prima di morire. Spero di aver fatto un buon lavoro, buona lettura =)






In the End





Il Master era tornato a casa.
Casa era una villetta ai confini della  Città, che si innalzava imponente su un vasto manto d'erba rossa, sotto la luce dei soli che solcavano il cielo al mattino e morivano pian piano in una scia di fuoco dorato, per lasciare spazio a piccole stelle solitarie, così lontane e così facili da toccare.
Il Master cercò di sedersi in una posizione più comoda, in un angolo buio della sua piccola cella.
Forse non era proprio a casa, forse non poteva proprio sentire il calore dei soli né l'odore dell'erba bagnata, forse non poteva davvero toccare quelle stelle, né vederle; probabilmente la sua vecchia casa era ormai distrutta, bruciata tra antiche fiamme di odio e vendetta: un peccato, gli sarebbe piaciuto vederla un'ultima volta.
Un sorriso ironico gli increspò le labbra, a dispetto del dolore sordo che avvertiva nel corpo ormai stanco e del sangue che gli bagnava i polsi lacerati da vecchie catene, sangue che colava silenzioso tra le dita troppo sottili.
Quanto potere aveva saggiato con quelle mani, quanto potere gli aveva fatto ribollire quello stesso sangue che adesso macchiava la sua pelle pallida, quanto potere perso in un sogno andato in frantumi. Un sapore dolce che aveva lasciato dietro di sé soltanto l'amaro della sua assenza.
Tutti gli eroi sono destinati a cadere.
E più di questi lo sono i loro nemici.
Una risata priva di gioia iniziò a sgorgargli dalle labbra, un suono così insolito nel silenzio indisturbato di quel luogo abbandonato da Dio.
Strano come al di là di quelle mura infuriasse la più terribile delle guerre e alle sue orecchie nemmeno un grido di dolore era permesso di cogliere.
Avrebbe voluto poter vedere il fuoco e la distruzione, avrebbe voluto gioire di questo, ma incatenato al suo destino non poteva che ridere solo nella sua solitudine.
Anche i tamburi lo avevano abbandonato.
Nessun battito a dar ritmo alla sua pazzia.
Si era sempre chiesto cosa sarebbe diventato privo di quel suono così familiare.
Solo, perso e dimenticato.
Non era più nessuno, non era più nemmeno se stesso.
Eppure, nulla di tutto questo importava, perché il Master era contento.
Destinato a morire per mano del peggiore dei suoi nemici, avrebbe continuato a vivere come il peggiore dei suoi incubi.
Perché gli aveva salvato la vita e perché il Dottore non poteva fare a meno di sentirsi in colpa.
Immortale nei rimpianti di un vecchio uomo, i suoi occhi indelebili nella pozza delle sue lacrime, il suo fantasma che mai avrebbe smesso di ridere, perché alla fine di tutto, il Master aveva vinto ancora una volta.
E a quel punto chiuse gli occhi, lasciandosi scivolare nell'ultimo dei suoi sogni, il sorriso di un pazzo che cade nel mondo dei morti.






bacinaru











  
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