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Autore: Black Mariah    01/09/2011    5 recensioni
Frank è allibito.
-Oddio spogliarelliste!-esclama come un bambino che per la prima volta vede una donna nuda. -Oddio spogliarelliste con le divise di Hogwarts!- ripete ancora più eccitato.
Le due ragazze scoppiano a ridere e dopo averlo stuzzicato un'altro po' ritornano tra le altre.
-Grazie, grazie, grazie!- continua a dire Frank muovendosi da sulla sedia, battendo le mani e assumendo un'espressione da bambino.
Io e Ray scoppiamo a ridere.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un matrimonio può essere molto stressante da organizzare, soprattutto se non è il tuo e quindi non devi lasciar fare tutto agli altri. Se poi ci aggiungi anche il fatto che sei il testimone dello sposo, le cose cambiano, e stressarti l'anima per una cerimonia diventa inevitabile perchè anche se qualche volta vorresti mandare tutto a puttane e sbattertene dei fiori, dello smocking e di tutte le stronzate da matrimonio, non puoi farlo perchè rendere felice il tuo migliore amico è la priorità maledettamente necessaria.

Per quanto riguardava i fiori, i vestiti, il luogo e argomenti vari, io, Mikey e Ray avevamo pensato bene di affidarli a Christa e ad Alicia, probabilmente se noi ci fossimo messi a decidere se ornare i tavoli con rose o con orchidee a Jamia sarebbe venuto un colpo, perchè di certo non avremmo mai pensato ad abbellire i tavoli del buffet con quattro fiori.

Apparentemente a noi era toccata ciò che Alicia aveva definito "il compito che più vi si addice": organizzare l'addio al celibato.

In teoria io mi ero preoccupato solo di accompagnare Frank dalla sartoria, di farlo girare per Los Angeles alla ricerca di un abito da cerimonia decente, e di spiegargli che avere l'ansia prima di un matrimonio avrebbe dovuto essere una cosa abbastanza normale. Mikey, il più serio, aveva scelto di occuparsi delle fedi e Ray, che ultimamente era alquanto ilare e dedito a festini californiani, si era occupato della festa in onore di Frank, lasciando noi all'oscuro di tutto. Questa è la ragione per cui quando due mattine prima del matrimonio, cioè oggi, mi ha chiamato, dicendomi che sarei dovuto andare non so a quale agenzia per "prenotare l'animazione", l'ho mandato a fanculo.

-Dai Gee, devi andare da Clive e parlare con lui- mi aveva detto quella testa di minchia riccioluta -Se ci vado io ci faccio brutta figura...sai no, sono sposato. Se mi vedono in un locale per spogliarelli mi fanno nero!-

Sì, eh, bell'amico! Solo perchè sono single e loro tutti accasati, secondo loro posso permettermi di andare in pieno giorno in un club e mettermi a scegliere le spogliarelliste per l'addio al celibato di Frank...Come se per me non esistono i paparazzi...Che palle. E adesso mi ritrovo imbottigliato nel traffico, ad ascoltare musica pop allo stereo e mi ritrovo a pensare che cazzo devo dire a Clive. Cioè...io non so come funzionano queste cose, non ti capita tutti i giorni di andare da delle spogliarelliste e di sceglierle per una festa. E se mi scambiano per un pervertito? O se vengo fotografato e si mettono in giro strane voci su di me?

Parcheggio dopo essere stato in coda per una buona mezz'ora e mando un messaggio a Clive. Non so dove sia questo locale quindi mi ci faccio accompagnare da lui in persona.

Quando entra in macchina, mi sorride e chiudo subito lo sportello. Ci salutiamo e chiedo indicazioni stradali su questo night club.

-Sai, questi locali vivono solo di notte. Di giorno ci spacciamo per una normale agenzia che recluta ragazze- mi dice ridendo, anche se io non capisco che cosa ci sia da ridere. -Nel senso...- continua guardando fuori dal finestrino. -...che il giorno stiamo in ufficio, abbiamo cataloghi con foto e alterniamo l'agenzia di modelle con quella invece di animazione per party...- conclude spiegandomi.

-Capisco- dico solo. Non avevo cosa dirgli.

-Puoi accostare. Siamo arrivati.- mi dice. Io eseguo.

Scendiamo dalla macchina e io mi accendo una sigaretta. Stamattina sono alquanto scazzato. Non ho ancora che cazzo mettermi e porca puttana, sono il testimone, e non capisco perchè mi devo sempre ridurre all'ultimo.

Io credevo, tipo, che mi avrebbe portato in pieno giorno in un locale con luci soffuse e stronzate varie, invece mi ritrovo in un vero e proprio ufficio, con tanto di segretarie con le divise, computer e scrivanie con i divisori. Sulla parete di fronte a me ci sono delle ragazze sedute, alte e magre, probabilmente modelle.

Quest'ambiente mi infastidisce ulteriormente e sono molto tentato di dire a Clive "Senti, veditela tu con quelle. Chi ci vuoi mandare ci mandi e falle fare lo spettacolino che vuoi..." Non me frega un cazzo delle spogliarelliste e soprattutto devo andare a comprarmi un fottutissimo vestito da cerimonia.

Prendo coraggio e dico in una maniera più gentile le cose che ho appena pensato al titolare. Lui mi guarda un po' titubante e mi fa -Sei sicuro? Possiamo sceglierle insieme!-

-Si, Clive sul serio. Anzi, scusami è che sono ancora senza abito. Comunque manda chi vuoi...e non so...falle fare lo spettacolo che viene meglio! Io non ne capisco di queste cose!- gli faccio sincero e con un mezzo sorriso per rassicurarlo.

-Ok, mi spiace averti fatto venire fin qui.-

-No, figurati! - gli rispondo comprensivo. -Anzi scusami tu!-

Ci salutiamo alla svelta, e in un batter d'occhio mi ritrovo fuori da quell'agenzia, pronto per entrare nel mio Suv e andarmene a Rodeo Drive per comprarmi un abito decente.

Mentre sono in macchina a fumare, mi viene in mente che forse è inutile comprare un abito nuovo, e che mi conviene fittarlo. Non credo ci saranno altre cerimonie in grande per il prossimo anno. Ray si è sposato, Mikey anche e Frank lo sarà dopo domani. Io invece sono sempre il solito cazzone che adesso non ha proprio testa di pensare ad una donna, anche se ad essere sincero un po' mi scazza che dopo i concerti tutti sono impegnati con le loro compagne e io devo aggirarmi da solo per gli alberghi per perdere tempo.

Devo trovarmi un amico single, cazzo. O forse devo trovarmi una donna.

L'aria condizionata del negozio di Calvin Klein mi da un po' alla testa, ma è rilassante e soprattutto evita di farmi sudare, che è una cosa che odio.

Vengo accolto da numerose commesse, alcune mi riconoscono e mi fanno i complimenti. Le altre chiedono alle amiche il perchè mi facciano i complimenti, così alla fine tutti capiscono che sono un personaggio pubblico e sono tutte smaniose di servirmi. Ad un certo punto arriva una signora più grande, un po' più attempata delle altre e molto educatamente mi chiede cosa mi serve.

Dopo averle spiegato la situazione, mi porta in un'altra stanza, molto grande anche questa, piena di specchi e di fari, al che mi sento molto a disagio con i miei jeans strappati, le mie sneackers consumate, i Ray-Ban e il giubotto di jeans.

La donna con il tuppo e gli occhiali chiama a sè un'altra commessa e a bassa voce le spiega la situazione.

-Mi raccomando, è Gerard Way. Trattalo bene.- le sussurra. Cioè, non sussurra molto se lo riesco a sentire ma credo che il suo intento fosse quello.

La commessa mi da' le spalle, intenta a riordinare qualcosa in un cassetto. Portano tutte la stessa divisa. Una gonna nera che arriva fin sopra il ginocchio, delle calze color carne, tacchi neri, una camicia bianca e una giacca coordinata alla gonna.

-Un attimo solo- mi fa la donna sorridendomi.

-Si figuri.- dico io con tono un po' piatto.

Mi concentro a guardare l'altra commessa. Ha dei lunghi capelli neri, ricci, che le arrivano a metà schiena.

La donna si allontana e mi sorride dicendomi -Buon proseguimento, sono sicura che qui da noi troverà quello che cerca.-

Io le sorrido in segno di ringraziamento. E' assurdo quanto le persone sappiano fingere quando hanno un tornaconto alla fine della cosa.

-Ne sono certo- le dico e si allontana.

-Arrivo subito!- mi fa un'altra voce, quella della commessa girata. Che cazzo sta facendo che ci vuole tutto questo tempo?

-Oh, tranquilla. Si sta bene con l'aria condizionata!- le dico guardandomi intorno. Ha una bella voce.

-Ecco. Allora in cosa le posso essere utile?- mi chiede girandosi.

Per un attimo rimango sconvolto.

-Ehm...sì. Allora...mi serve un abito da cerimonia. Sono il testimone dello sposo.- farfuglio.

Porca puttana, ha degli occhi celesti come l'oceano. E la cosa strana è che non è bionda o chiara di carnaggione. Ha dei capelli praticamente nero corvino e la pelle ambrata.

-Ok. Di che colore lo vuole vedere?-

Si sofferma qualche secondo a guardarmi. Deglutisce e poi inizia a camminare svelta.

-Nero- dico senza pensarci e iniziando a seguirla. Porta un sacco di profumo. Lascia la scia. E ha anche un culo favoloso. Come fa a camminare così bene su quei tacchi? E perchè corre?.

-Comunque mi puoi dare del tu- le dico.

Perchè mi sento un po' a disagio?

-Cosa?- mi risponde fermandosi a guardarmi.

-No...dico...Che puoi darmi del tu...Non sono un signore...- ripeto quasi timido.

I suoi occhi sembrano spalancarsi. Dio, sono due pozzanghere celesti, ma no, che dico, quali pozzanghere...Sembrano due oceani. Mi sento quasi in soggezione a guardarla.

Lei accenna un sorriso, mostrando dei denti bianchissimi e perfetti.

-Hai sentito il capo, no?- mi fa, sorridendo sul serio questa volta. -Devo trattarti bene- Lo dice con un tono ilare e capisco che d'ora in poi non mi darà più del lei.

-Sono sicuro che lo farai...- le faccio. Appena ho pronunciato questa frase mi sono accorto di stare flirtando.

Mi sorride di nuovo e si gira. Apre un armadio. Inizia a rovistarci dentro e inizia a prendermi una decina di abiti da cerimonia.

-Allora di nero ci sono questi.- Mi fa dirigendosi verso il bancone. -Te li faccio vedere prima e poi prendiamo le taglie di quelli che ti piacciono, ok?- mi chiede quasi comprensiva. Io a dir la verità mi sono abbioccato a guardare il suo completo e la camicia bianca leggermente aperta sul petto.

-Emh...Sì certo.- Le dico, mentre guardo come sistema gli abiti.

-Che taglia porti?- mi domanda mentre sfila il primo abito dal celofan. -Una cinquanta? Cinquantadue?-

-Mi credi se ti dico che non lo so?- le faccio sorridendole per sembrare meno scemo. I suoi occhi sono totalmente puliti, non c'è un filo di trucco, solo del mascara suppongo...

Lei mi sorride apertamente e io faccio la figura del cazzone che mi imbambolo a guardarla. Sarei dovuto andare più spesso da Calvin Klein.

-Non preoccuparti, adesso vediamo insieme- dice con occhi bassi. Perchè non mi guarda? Sembra imbarazzata.

Mi passa il primo abito e mi porta verso i camerini.

-Ecco, puoi provarlo qui- mi dice aprendomi la porta a specchio del piccolo abitacolo e porgendomi il vestito.

Mi accorgo del piccolo cartellino che ha appuntato sulla giacca. C'è scritto il suo nome sopra.

-Grazie...Annabelle...-pronuncio lentamente sorridendo e guardandola nuovamente nei suoi diamanti celesti.

Erano due acquamarine, ecco.

Lei mi sorride abbassando lo sguardo. Diventa un po' rossa. Non volevo farla imbarazzare...

-Prego- mi dice. -Se hai bisogno di aiuto...chiamami.-

Entro nel camerino e inizio a spogliarmi. Era grande quanto il mio secondo bagno di casa, ovvero quasi una quindicina di metri quadrati.

Dopo essermi provato due abiti, esco dalla stanza alla ricerca di Annabelle.

"Annabelle" Non ci avevo mai fatto caso ad un nome del genere. Continuavo a ripetermelo nella testa e non so perchè assumeva un suono strano. Era praticamente perfetto per quella ragazza.

Ritorno nella sala con le luci e con gli specchi di prima, e trovo Annabelle a parlare al telefono. Più che parlare mi sembra che stia quasi bisbigliando, magari non le è concesso stare al telefono.

Mi avvicino di più a lei e inizio ad ascoltare qualche parola. Lei è girata di spalle e non mi vede arrivare.

-Ok, per quando hai detto che è? Domani? Dio, potevi avvisarmi prima, avevo preso già un altro impegno.- dice. Chissà con chi sta parlando. -E quanto mi da? Sul serio? E chi paga così tanto?- esclama. -Ok, allora ci vediamo domani. Passa tu a prendermi.-

Chiude la chiamata in fretta e furia. Non si è accorta che ci sono.

-Annabelle- le dico per farla girare. Lei si spaventa un po' nel sentire la mia voce. -Non mi piacciono molto come vanno. Forse sono un po' piccoli.- le dico porgendole delicatamente gli abiti.

-Sicuro?- mi fa. -Non preoccuparti, se ti piacciono prendiamo la taglia più grande.- mi dice.

Sembra più tesa di prima. Forse quella chiamata l'ha turbata. O forse è stato il fatto che ero dietro di lei che l'ha turbata...

-Mi piacerebbe vedere anche qualcos'altro se è possibile.-

-Ma certo!- esclama cordiale e va a prendere altri abiti. Nel farlo si sfila la giacchetta e si alza le maniche della camicia.

Dio, ha anche un fisico da urlo.

Non è magrissima, cioè non è come quelle ragazze che ho visto da Clive, alte uno e ottanta per quaranta chili. E'...Non so nemmeno io com'è. E' bella e basta.

Scelgo l'abito a malincuore. Avrei voluto rimanere più tempo in quel negozio.

Mi riprometto già di tornare a comprare altre cose, solo per vederla. Chissà quanti anni ha. Non sembra molto grande, avrà un ventiquattro, venticinque anni.

Lei e la signora con il tuppo mi salutano cordialmente, ed Annabelle mi porge il pacco con dentro il mio abito.

-Allora, buona cerimonia.- mi augura. -E tanti auguri allo sposo!- aggiunge sorridendomi timidamente.

Io guardo di nuovo quegli occhi celesti e rimango quasi folgorato. Balbetto qualcosa e sia lei che il suo capo mi guardano in un modo strano.

La donna matura mi saluta, guardandomi con comprensione dai suoi occhiali in osso.

-Spero che ritorni al più presto!- mi dice.

"Certo, che vuoi che ritorni" penso. "Ho speso duemila dollari per un completo che userò una volta sola"

Le sorrido ricambiando.

-Ciao Annabelle- dico rivolto alla mora.

-Ciao- mi dice lei sorridendomi e accompagnandomi alla porta d'uscita.

Mi ritrovo a camminare da solo sul marciapiede. Non ricordo dove ho messo la macchina.
Cammino ancora un po' e poi la ritrovo, ci salgo dentro e accendo il motore. Ho bisogno di una birra.
Prendo la tangenziale per ritornare a casa. Sto pensando ancora al negozio. Sto pensando ancora ad Annabelle...
Mi sono appena accorto di quanto io ami Calvin Klein.

 

*NOTA DELL'AUTRICE*
Ecco diciamo che la mia fantasia non si estingue mai e che questa fanfiction non lo so da dove mi è uscita, però mi piaceva scriverne una in questo modo, dal punto di vista di Gerard e usando il presente come tempo di scrittura. Io credo che oltre ad essere una ff per me sia anche un esperimento di scrittura dato che non mi sono mai cimentata in questo tipo di narrazione. Spero che questo capitolo sia stato abbastanza esaudiente e che vi piaccia! Il secondo non tarderà ad arrivare!
Se volete seguire gli aggiornamenti potete prendere parte alla mia pagina facebook: Black Mariah Efp!
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