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Autore: aryasnow    02/09/2011    2 recensioni
Il Dottore "caduto dal cielo" una notte di dodici anni le promise di ritornare presto. Passarono 12 anni.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amy Pond
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Primo: Amelia Pond aspettò per 12 anni.
Camminava per le vie della piccola cittadina vestita da poliziotta, le vecchiette la conoscevano già, non si scandalizzavano a vedere una comune ragazza vestita in quel modo bizzarro. Telegrammi baciati,  erano il suo lavoro. A Leadworth tutti la conoscevano per una caratteristica poco invidiabile: la credevano pazza. Amelia Pond, è così che si chiama la bellissima ragazza dai capelli rossi, era conosciuta dai più per essere un pochino “fuori dal comune”, dalla tenera età di 10 anni iniziò al parlare di uno strano Dottore venuto dallo spazio con una cabina blu. La zia preoccupata la portò da svariati medici, psichiatri e psicoterapeuti, ma nessuno di essi trovò il “problema” di Amy, era normale, lei era più che convinta di conoscere questo Dottore. Troppe volte aveva dovuto spiegare cos’era successo quella notte di dodici anni fa su un lettino psichiatrico, troppe volte aveva pianto ripensando a quell’uomo che le aveva dato una speranza, troppe volte le sue lacrime erano andate a finire sulle centinaia di lettere che lei scriveva al Dottore. Quella notte, una cabina blu si “parcheggiò” nel giardino della sua casa, lei stava per andare a letto quando sentì un fortissimo rumore, corse giù dalle scale in pantofole e aprendo la porta di casa lo vide: alto, di bell’aspetto, indossava una camicia stropicciata e strappata, un cravattino risaltava il verde dei suoi occhi. Quell’uomo diceva di non essere umano, di viaggiare nel tempo e nello spazio con una cabina che lui chiamava Tardis, non disse il suo nome si faceva chiamare Dottore. “Amelia, torno tra cinque minuti, ho qualche problema con il Tardis e con il mio corpo, ma tornerò a prenderti, stanne certa” e con un groppo sorriso magnetico si volatilizzo con il Tardis. Come sapeva il suo nome? Chi era? Come faceva a essere li con quella strana cabina? Amy se lo chiese per giorni, poi iniziò a crederci. I cinque minuti non passarono così in fretta, lei aspettò per anni, con l’immagine del Dottore che la accompagnava in ogni gesto quotidiano, continuò a credere che sarebbe tornato.
 
Amelia odiava vivere con sua zia Sharon e non amava neanche abitare in quel piccolo paesino Inglese, lei, infatti, era scozzese lo dicevano i suoi capelli rossi e il suo accento spiccato. La dolce Amelia desiderava una vita diversa, una vita con quel dottore, che ben 12 anni fa le promise che sarebbe ritornato in 5 minuti, quei minuti diventarono anni: 12. Ma che cosa si poteva aspettare da un “uomo” che diceva di venire dal futuro e che atterra nel giardino della tua casa con una cabina della polizia Londinese? Beh davvero poco.
Amy arrivò davanti casa sua: era circondata di erbacce, cumuli di terra e cianfrusaglie vecchissime, la casa era davvero grande per lei, ma ne era affezionata dopo tutto, in quel giardino la sua vita cambiò profondamente, per sempre.  La ragazza aprì la grossa porta d’ingresso, si diresse verso le scale e corse subito in camera sua. La stanza più bizzarra che abbia mai visto: c’erano modellini blu di quella strana cabina, pupazzi del Dottore, disegni e altre cose riguardanti esclusivamente quell’uomo e la sua strana “macchina del tempo”. Sul comodino posto affianco al letto c’erano due libri: uno riguardante la storia di Roma e l’altro raccontava le vicende di Pandora, quei libri li leggeva ogni sera da quando era piccola. La stanza era molto illuminata, una grossa finestra con tendine color salmone faceva entrare la tiepida luce del sole inondando la stanza di luce nature, anche gli occhi di Amy brillavano e i suoi capelli si illuminavano di una luce che regalava riflessi biondi mai visti. La ragazza aprì il vecchio armadio color ciliegia con un grosso disegno della cabina sull’anta destra, scelse una maglietta e un paio di jeans ,si cambiò in fretta ed uscì di casa a tempo record.
Incontrò Rory appena fuori dal cancello, amico da una vita, un ragazzo timido con un evidente debole per Amy:
“Ciao Amy”
“Hey Rory”
“Allora…Amy…hai  il tempo per una birra? Oppure un caffè? Oppure è meglio un tè?”
“No scusa Rory..ho da fare… sai la signora Pitt ha i crampi alla spalla...le devo fare la puntura. Un altro giorno? Non domani perché sono impegnata, magari il prossimo week end che ne dici? Adesso vado, ci vediamo”.
Capì subito che era una scusa, e i suoi occhi diventarono improvvisamente lucidi, la speranza di avere Amy davanti a se per più di 5 minuti era appena svanita, ed anche il grosso sorriso che balenava sulla sua faccia scomparve. Rory la vide allontanarsi verso sinistra, quando la casa della signora Pitt era in campagna, a destra. Ci rimase parecchio male, quel ragazzo timido e impacciato chiedeva di uscire ad Amy da mesi ormai, aveva finalmente trovato il coraggio! Ma a lei pareva non importare…
Amy arrivò nel centro del paesino in meno di 5 minuti, si fermò davanti all’ufficio postale della sua città, deserto come tutto il resto, una cassetta delle lettere rossa spiccava su uno sfondo azzurro, lei si avvicinò e chiudendo gli occhi infilò la lettera che aveva appena sfilato dai pantaloni nella buca. Fece qualche passo indietro e si lasciò cadere sulla panchina, tutte le sue speranze erano dentro quella busta. Improvvisamente un rumore assordante ruppe il silenzio quasi glaciale di Leadworth, Amy, quel frastuono, lo conosceva già: era il Dottore. Una grossa cabina blu si era materializzata dal nulla in mezzo alla piccola piazzetta del paese. Decine di persone uscirono di  casa, di affacciarono ai balconi ed alle finestre per vedere cos’era accaduto e gli occhi dei cittadini presto si fissarono su quella cabina, la stessa che da anni Amy descriveva, che da anni sognava di rivedere. Le mani di Amelia diventarono improvvisamente sudate, le gambe le tremavano pur essendo seduta, il cuore sembrava doverle uscire dal petto da un momento all’altro. Strizzò gli occhi e si avvicinò cautamente alla cabina blu, né uscì un uomo in giacca a quadri e cravattino granata, era proprio lui, il Dottore.
“Oh salve, scusate il frastuono ma ho avuto un problema con il Tardis..la cabina.. ma non badate a me, vi ruberò solo un minuto del vostro tempo con una domanda : conoscete per caso Amelia Pond? Capelli rossi, 10 o 11 anni al massimo… strano... 5 minuti prima era buio!”
  
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