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Autore: DarkNihal14    02/09/2011    11 recensioni
Hermione si era cacciata in qualche recondito sperduto dell'edificio.
Sbirciai in un salottino appartato e la trovai addormentata su un divanetto rosso.
Aveva la testa piegata di lato appoggiata al bracciolo e le labbra leggermente socchiuse.
Probabilmente stava leggendo, ma la stanchezza l'aveva sopraffatta e il libro le era scivolato dalle mani per giacere sul pavimento.
Raccolsi il volume divertito, sogghignando al pensiero della sua reazione, se avesse visto le condizioni 'mostruose', secondo lei, in cui si trovava.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Sirius Black | Coppie: Hermione Granger/ Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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BRIOCHES


Eravamo tutti all'ospedale San Mungo perchè Harry si era sentito male a causa della cicatrice.
La temperatura corporea era alle stelle e lui non dava segno di reagire, a parte qualche sporadico bisbiglio incomprensibile.
La situazione era preoccupante e alla fine, disperati, avevamo dovuto portarlo qua.
I Medimaghi ci avevano sbattutti fuori dalla camera ed eravamo rimasti tutta la notte ad aspettare.
Finalmente la febbre si era abbassata ed ora il mio figlioccio riposava, anche se c'era ancora impedito vederlo.
Hermione si era cacciata in qualche recondito sperduto dell'edificio.
Sbirciai in un salottino appartato e la trovai addormentata su un divanetto rosso.
Aveva la testa piegata di lato appoggiata al bracciolo e le labbra leggermente socchiuse.
Probabilmente stava leggendo, ma la stanchezza l'aveva sopraffatta e il libro le era scivolato dalle mani per giacere sul pavimento.
Raccolsi il volume divertito, sogghignando al pensiero della sua reazione, se avesse visto le condizioni 'mostruose', secondo lei, in cui si trovava.
Mi sedetti vicino a lei, forse un po' troppo rumorosamente, perchè la svegliai.
« Sirius! » mi sorrise, cercando di abituarsi alla luce arancione che filtrava dalla finestra.
« Buongiorno. »
« Ma è già l'alba? Devo essermi addormentata mentre leggevo. »
Per un attimo non riuscii a risponderle, troppo preso dal pensare che una creatura più bella non l'avevo mai nemmeno sognata.
Mi guardava ancora mezza preda del sonno, ma sorridente.
La guancia destra era arrossata a causa del contatto prolungato con la stoffa e i capelli scarmigliati le cadevano a ciocche davanti al viso.
Ai miei occhi era meravigliosa.
« Come sta Harry? » mi chiese preoccupata, sedendosi.
« Meglio. La febbre è passata e ora sta riposando. Ma non possiamo ancora vederlo. »
La sua espressione si rabbuiò, ma tornò subito la ragazza forte di sempre.
« Guarda cosa ti ho portato! Tutto per te. » le porsi il sacchetto che tenevo in mano.
Lo aprì e inspirò profondamente l'aroma delle brioches appena sfornate.
E poi rise.
Senza ragione apparente, o che io capissi, rise.
Il mio sguardo interrogativo la indusse a spiegare.
« Mi sembra di aver già vissuto questa scena. » mi disse, mangiandone un pezzo.
Ghignai anche io sotto i baffi.
« Ne sei sicura? » domandai fintamente serio.
« Assolutamente. Una mattina di due mesi fa mi hai svegliato con un vassoio carico di altrettante delizie. Ricordi? »
« Ti andrebbe di ripetere anche il seguito? » domandai malizioso, avvicinandomi.
Arrossì e fissò il pavimento.
Conoscevo il suo lato pudico, perciò mi piaceva il doppio provocarla, sapendo che alla fine avrebbe ceduto.
La mia mano risalì dolcemente la sua coscia per stringerle un fianco.
« Sirius, smettila! Potrebbe vederci qualcuno. » si ribellò, spostandosi più in là.
Le baciai il collo, ben deciso a non arrendermi. Lei mise una mano sul mio viso per allontanarmi, ma la lasciò cadere sul mio petto quando le mordicchiai il labbro.
Il sapore del cioccolato e della sfoglia mi inebriarono.
La serratura scattò e la porta si aprì.
Fu come se uno spillo avesse rotta la bolla.
Lei si staccò immediatamente e cercò di darsi un contegno.
« Oh, scusate. » sussurrò divertito Remus, uscendo dalla stanza.
Hermione mi guardò furente. Prese libro e brioches e marciò a grandi passi verso l'uscita, non degnandomi di un'occhiata.
« Lasciami almeno una brioche! » le gridai mentre la porta sbatteva.
Intravidi solo una chioma castana attraverso l'uscio leggermente aperto e un pacchetto lanciato alla velocità del suono diretto verso di me.
Sbuffai, addentando una brioche che sapeva di lei, o forse era lei che sapeva di brioche.
Più tardi mi sarei fatto perdonare.



  
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