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Autore: ary_gg    02/09/2011    8 recensioni
E' una one short. Va posizionata dopo la seconda serie e probabilmente anche dopo una probabile terza serie. Fortemente Delena. Probabilmente vi sembrerà paradossale ma mi piacerebbe sapere che ne pensate
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                 Stai con me

 

Elena si svegliò di soprassalto in preda ad una crisi di panico come sempre. Come sempre quando non dormiva accanto a lui. In quei lunghi mesi era stato il suo unico rifugio. Il fratello del fidanzato perduto di giorno, il suo unico rifugio la notte. Si, perché di notte sentiva tutto il peso della sua esistenza piombarle sul petto e soffocarla, sentiva tutti i sensi di colpa per le troppe vite rovinate che le toglievano il respiro, sentiva l'impossibilità di una vita normale che le contorceva lo stomaco. Si trovava così a boccheggiare alla disperata ricerca di aria che non trovava, finché le sue braccia non la circondavano, finché una sua mano non prendeva la sua, finché non le ordinava di respirare, finché non le diceva che sarebbe andato tutto bene, che avrebbe continuato a cercarlo e riportato a casa.
Elena lo vide accanto a lei. Stefan era lì accanto a lei di nuovo, finalmente. Dopo mesi disperati, dopo ore interminabili, dopo dolori lancinanti, dopo aver visto finalmente gli occhi di quel mostro che era Klaus spegnersi lentamente, lui era lì. Ma lei aveva disperatamente bisogno di aria. Aria fredda che le penetrasse la pelle, aria calda che riscaldasse la sua anima gelata. Spenta, si era semplicemente spenta. Non c'era più traccia di quella sedicenne che si ubriacava di nascosto alle feste insieme a Caroline e che risaliva le scale in silenzio per non farsi beccare dai suoi genitori. Non c'era più quella quattordicenne che raccontava con occhi sognanti il suo primo bacio a Bonnie. Non c'era più quella ragazzina che guardava estasiata sua madre che indossava un vestito elegante e un paio di tacchi, desiderando di poter un giorno essere bella come lei, ed essere guardata come suo padre guardava sua madre.
Era stanco, troppo. Non si era nemmeno accorto che si era svegliata. Ma non si irritò per questo, lo comprendeva. Aveva passato i mesi più terrificanti della sua esistenza con Klaus e una volta finita, la voglia di rimanere avvolto nel buio era troppa. Era tanta. Era opprimente. Nemmeno lei riusciva a farlo riemergere dalle tenebre. Non voleva. Era bello restare lì perso in quel mondo fatto di tutto e niente. Ed Elena lo aveva spiazzato, gli aveva detto che lo avrebbe accettato così, senza problemi, avrebbe accettato il suo nuovo essere, avrebbe preso coscienza della sua natura, non gli sarebbe importato. Sensi di colpa. Erano quelli che la facevano parlare. Sensi di colpa per aver creato quella situazione con la sua inutile esistenza, sensi di colpa per aver spinto Damon a creare certe situazioni e poi doverle risolvere procurandosi ferite mortali e la conseguente promessa di Stefan di salvargli la vita. Sensi di colpa per aver baciato il fratello del suo fidanzato e non desiderare di non averlo fatto. Ripercorrendo la strada, lei era il centro. Lei era la persona che scatenava gli eventi, era lei che con la sua sola presenza portava chi le stava intorno a fare scelte drastiche. E lui era spossato, lì, cercando di indebolirsi, di resistere alla tentazione del sangue umano, cercando di resistere a lei.
Si alzò velocemente e scrisse un bigliettino.

Sono a casa mia. Non preoccuparti, va tutto bene. Ti chiamo domani mattina. Elena.

Si infilò maglietta e jeans, prese le sue poche cose e uscì da quella casa di corsa. Si mise in macchina e guidò velocemente fino a casa, ma l'aria non tornava. La casa era vuota. Jeremy non c'era. Probabilmente era con Bonnie. Erano solo loro due ormai. Jenna. Un senso di oppressione sempre maggiore si fece spazio nel suo petto, prese un bicchiere di acqua e lo bevve. Niente. Ansia. Paura. Terrore aleggiavano intorno a lei. Salì le scale e si spogliò velocemente buttandosi sotto il getto di acqua, ma il suo cuore continuava a battere forte smorzandole il respiro. Uscì rivestendosi con un paio di pantaloncini e una canotta e si mise a letto. Il respiro era corto e le lacrime cominciarono a rigarle il volto, si mise a sedere sul letto e chiuse gli occhi. Cercò di regolarizzare il fiato, ma ancora con gli occhi chiusi, strinse tra le mani con forza le lenzuola e urlò. Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Urlò come in preda alla follia, una follia che non sapeva spiegare.
"Elena!" Sentì un soffio gelido arrivare dalla finestra spalancata e due mani che la presero per le braccia senza farle male. Sentì quella voce e non urlò più. Non aprì gli occhi ma si fiondò tra le sue braccia piangendo, singhiozzando. Si strofinò contro la sua maglia, drogandosi del suo profumo e lasciandosi cullare dalla sua premura.
"Sssh" le disse accarezzandole i capelli. "Principessa è tutto ok, è tutto apposto ora." Gli sussurrò dolcemente. Si perché Damon Salvatore sapeva essere la persona più dolce e irriverente del mondo. Perché di notte, quando Elena si sentiva morire, lui la riportava in vita. La cullava tra le sue braccia, le asciugava le lacrime e la chiamava principessa, le baciava la testa e la chiamava amore mio, lei si calmava e lui la chiamava piagnucolona, lei lo guardava acida, si rimetteva a dormire, lui sorrideva nel buio e poi la circondava con le sue braccia fino al mattino, quando il sole sorgeva e lei tornava la ragazza che cerca di riprendere in mano la sua vita e lui il vampiro sconsiderato che, nonostante tutto, cercava di riportare indietro suo fratello. Otto mesi, otto lunghi mesi avevano accompagnato quella scena, ogni notte e ogni giorno. Niente. Non c'era stato niente. Quel bacio in punto di morte non era nemmeno stato preso in considerazione. Solo conforto durante la notte, solo carezze e parole prive di ogni genere di malizia o sessualità. Purezza. Puri e semplici gesti per calmare una animo in pieno tormento. Questo era successo.
"Elena, ehi, basta piangere. Elena guardami." Disse Damon preoccupato. Non capiva. Gli attacchi di panico dovevano essere già finiti da un pezzo. Stefan era a casa, lentamente stava tornando quello di sempre, e lei doveva esserne felice. Doveva. Ma lo era? Damon non vide mai felicità negli occhi di Elena. Vide sollievo quando Stefan tornò a casa, vide serenità, vide felicità, ma quella felicità che provi quando sai che la vita di una persona a te cara migliorerà, ma non per questo la tua di vita migliorerà. Elena lo guardò con gli occhi rossi e inondati di lacrime. "Respira." Gli ordinò. Lei tornò a respirare un pò più calma. "Basta piangere." Gli ordinò ancora asciugandole le lacrime. Lei smise di piangere. Lui gli sorrise. "Così va meglio piagnucolona. Dormi ora." Disse, poi le baciò la fronte e si alzò pronto ad uscire ma lei lo afferrò per il giubbotto di pelle e lo guardò con quegli occhi smarriti, quei meravigliosi occhi smarriti. "Stai con me." Disse lei implorante. Damon la guardò un pò timoroso. C'era Stefan adesso, era con lui che doveva stare, eppure l'aveva sentita fiondarsi fuori da quella casa, aveva fatto finta di niente, ma poi spaventato per lei si era diretto a casa sua, sentendola urlare già da pochi isolati di distanza.
"Elena.." disse titubante.
"Ti prego, dormi con me." Disse lei sempre più agitata.
Aveva paura scoppiasse di nuovo. Si tolse il giubbotto e le scarpe e si infilò sotto le coperte con lei. La ragazza si strinse a lui appoggiando la testa sul suo petto e sospirò. Lui le accarezzò i capelli e ricordò quando otto mesi prima gli aveva chiesto di non lasciarla sola durante la notte. Rimase spiazzato dalla cosa e non sapeva che fare, non respirava, piangeva e sentiva le sue vene pulsare. Le si avvicinò un pò di più e lei si buttò fra le sue braccia, lui la abbracciò rigido, ma poi tutto divenne estremamente naturale, la cullò tutta la notte fra le sue braccia, e così per tutte le notti seguenti.
Il suo respiro era tornato regolare, ma non accennava ad addormentarsi. La ragazza iniziò a seguire con un dito il profilo dei muscoli del suo petto, e Damon sentì il fiato morirgli in gola.
"Elena...dormi." Cercò di dire autoritario.
"Stai con me." Disse nuovamente lei.
"Sono già qui, non me ne andrò, tranquilla, ora però dormi." Cercava disperatamente di ignorare la mano che continuava a seguire i lineamenti del suo corpo.
"Stai con me." Ripeté lei alzandosi e mettendosi a cavalcioni su di lui insinuando questa volta la mano sotto la maglia. Improvvisamente Damon capì il senso di quella frase e gli bloccò facilmente la mano.
"Elena, smettila. Che ti prende?"
La ragazza avvicinò il suo viso a quello di lui facendo ricadere i lunghi capelli sul suo viso e gli sfiorò le labbra.
"Elena." Provò a dire di nuovo lui, ma la ragazza lo zittì.
"Sssh...baciami." Disse lei appoggiando le labbra sulle sue.
Damon si scostò mettendosi a sedere, senza calcolare che forse così sarebbe stato peggio. Infatti i loro bacini entrarono in contatto e lui stesso si sentì fremere. Cercò di spostarla, ma lei gli prese il viso tra le mani e lo guardò negli occhi. "Ti prego." Disse insinuando le mani sotto la maglia e accarezzandogli il petto e il torace. Il vampiro sembrava una statua. Non si mosse di un centimetro. Elena cominciò a sentire la paura del rifiuto, avrebbe dovuto stare zitta e dormire, non avrebbe dovuto esprimere quel desiderio che da mesi la faceva vivere in bilico. Avrebbe potuto guardarlo, chiedergli scusa e tornare a sdraiarsi sotto le lenzuola, ma non lo fece, ormai il danno era fatto. Voleva capire se il suo atteggiamento era dovuto ai tanti rifiuti da parte sua nel corso del tempo, se era una sorta di vendetta o se semplicemente era paura. Le mani della ragazza abbandonarono il corpo di lui e rapide sfilarono il suo top rimanendo in intimo, lui continuava a guardarla impassibile, come arrabbiato. "Damon." Disse lei accarezzandogli il viso, poi si avvicinò al suo orecchio e i suoi capelli finirono per solleticare il viso di lui, e le sue labbra erano così vicine al suo collo. "Fai l'amore con me." Gli sussurrò lei sperando di non essere respinta. Dov'è il vampiro impulsivo quando serve? Si chiese. Ma poi lo sentì sospirare tra i suoi capelli e sentì il suo respiro sul collo, così decise di riprovare. Si allontanò dal suo orecchio per avvicinarsi alle sue labbra. Finalmente si incontrarono di nuovo e lei gli accarezzò il labbro inferiore con la lingua, aspettando che schiudesse le labbra e approfondisse il bacio. Le sentì. Sentì le mani di lui percorrere lentamente le sue gambe scoperte attorcigliate alla sua vita, risalire fino a quando non incontrarono i pantaloncini. Sentì le sue labbra schiudersi e finalmente le loro lingue si incontrarono e si esplorarono per la prima volta. Elena sentì un brivido percorrerle la schiena e ancora seduta su di lui senza staccare le sue labbra da quelle di lui, affondò le mani nei suoi capelli, poi sentì lui prendergli i posi e ringhiare. La scostò un pò, ma tenendola sempre vicino, e le mostrò il suo viso. Gli occhi erano rossi e i canini pronti a mordere. La ragazza sussultò un momento guardandolo. No. Pensò, non si sarebbe lasciata intimorire, era quello che lui voleva. "Non mi spaventi." Disse lei continuando a fissarlo. "Mordimi, fammi del male, ma tanto questo non cambierà le cose." Disse con voce sicura e autoritaria.
Il viso del vampiro lentamente tornò normale, mostrando i suoi occhi azzurri ancora tormentati. La ragazza appoggiò la fronte contro quella di lui e socchiuse gli occhi. "Ti prego." Disse ancora. Non poteva crederci, stava pregando davvero Damon Salvatore di fare l'amore con lei, con la donna che si presumesse amasse. Era assurdo. Lui allentò la presa sui suoi polsi e intrecciò le sue mani con quelle di lei avvicinando titubante il suo viso per poter toccare di nuovo le sue labbra. Era come se stesse vedendo fino a che punto potesse arrivare prima di svegliarsi e capire che fosse solo uno stupido sogno. Ma quando le loro labbra si toccarono, quando le loro lingue si accarezzarono ancora, quando strinse ancora di più le mani tra le sue, non si svegliò. Concluse che non era affatto un sogno. Continuò a giocare con le sue mani baciandola lentamente, mentre respiravano la stessa aria, mentre tutto intorno spariva, mentre il dolore si affievoliva, mentre il piacere aumentava.
Elena si trovò rapidamente stesa sul materasso con il vampiro su di lei che le baciava e mordicchiava il collo. Sospirò al suo orecchio e lui strinse più la presa su di lei. Scese lentamente a baciarle la gola, l'incavo tra i seni ormai liberati dall'intimo, giù fino al basso ventre e lei sussultò. Risalì facendo il percorso a ritroso e soffermandosi sui seni, torturandoli con le labbra  e con la lingua, facendola ansimare ad ogni tocco, mentre le sue mani accarezzavano la striscia di pelle appena sopra il bordo dei pantaloncini. La ragazza cercò di tornare reattiva e tentò malamente di sfilargli la maglia. Lui sorrise sfacciatamente sul suo seno e si alzò un pò per aiutarla. Elena lasciò finalmente scorrere liberamente le mani sul corpo del vampiro, fino ad arrivare alla cintura dei pantaloni che iniziò a slacciare.
"Con calma." Disse lui prendendole le mani e bloccandogliele sulla testa, mentre lui continuava a mordicchiare, baciare il suo corpo, arrivando nuovamente fino al basso ventre e indugiando un pò di più. Le stava lasciando un segno, Elena gemette e cercò di liberarsi le mani, lui allentò la presa e lei ci riuscì. Cercò nuovamente le sue mani e le intrecciò con le sue, lui risalì lentamente fino ad arrivare di nuovo alle sue labbra e tornare finalmente a baciarla in modo così passionale che ad Elena sembrò quasi di impazzire. Lui sciolse di nuovo le mani dalle sue e scese rapidamente a sfilarle i pantaloncini che altrettanto rapidamente, finirono sul pavimento. Lui prese ad accarezzarle i fianchi e le cosce, mentre lei si arpionò al suo bacino. Elena appoggiò le mani sul petto di lui facendo pressione e cercando di mettersi seduta su di lui. Damon capendo la sua intenzione l'assecondò e la prese per i polsi aiutandola a sollevarsi, si sedette al centro del letto e lei gli si posizionò sopra. I loro bacini entrarono in contatto e gemettero entrambi. Intanto continuarono a baciarsi in modo decisamente poco casto e lei si avvicinò ancora di più strofinandosi su di lui. Damon emise un gemito ancora più forte e portò una mano dietro la nuca di lei cercando di avvicinarla ancora di più. Ma la ragazza fece pressione con tutto il suo corpo per farlo stendere sotto di lei, lui la assecondò nuovamente trovandosi sovrastato da lei. Elena fece scorrere rapidamente le mani su tutto il suo corpo, fino ad arrivare nuovamente ai suoi pantaloni. Iniziò a slacciarli, ma questa volta lui non la fermò. Lentamente, troppo lentamente, li sbottonò e abbassò la zip, facendo sospirare il vampiro. Lei sorrise maliziosa e con una lentezza disarmante glieli sfilò. Si posizionò di nuovo su di lui e questa volta sentì la sua eccitazione ancora più prepotente, dato il sottile impedimento dei rispettivi intimi, ansimò pesantemente a quel contatto e sentì lui sussultare e senza nemmeno accorgersene si ritrovò nuovamente stesa sul letto con lui che la sovrastava. Damon fece scorrere le sue mani velocemente fino agli slip delle ragazza giocando con il bordo. "Damon." Ansimò lei. Lentamente glieli sfilò insinuando le dita dentro di lei. Elena sospirò in preda al piacere, mentre lui continuava a torturarla. "Damon." Disse lei di nuovo ma questa volta con tono frustrato. Voleva di più, voleva lui dentro di sè. Il vampiro allontanò la mano e si privò rapidamente dell'intimo. Si sistemò e entrò dentro di lei lentamente. Elena inarcò la schiena e gemette forte. Il fiato le si fermò in gola, strinse maggiormente le gambe attorno alla vita di lui e passò un braccio attorno al collo di lui, mentre con l'altra cercò la sua. Damon intrecciò le dita della sua mano con quelle della ragazza e mentre si muoveva provocando piacere ad entrambi, tornò a baciarle il collo, la bocca, fino a soffocarle un gemito troppo forte con un bacio, nel momento in cui il piacere, troppo forte, li travolse entrambi.
"Ti amo" le sussurrò lui all'orecchio.

Si svegliò alle prime luci dell'alba e sentì un brivido di piacere pervaderla. Damon le stava accarezzando la schiena nuda per tutta la lunghezza della spina dorsale con dei leggeri tocchi.
"Mmm...buongiorno." Disse lei con voce impastata dal sonno.
"Non volevo svegliarti, ma non volevo uscire senza avvisarti."
Elena aprì meglio gli occhi e lo fissò. "No."
"No?" Chiese lui interdetto.
"Non andare." Disse Elena mettendosi a sedere e coprendosi con il lenzuolo bianco.
"Elena..."
"Damon...ti prego. Non...non è stato il capriccio di una notte." Sbottò lei.
"Elena, credo che sia meglio se..."
"Non ci voglio pensare!" Disse lei concludendo la sua frase. "Io voglio te." Disse poi più a bassa voce avvicinandosi a lui. "Voglio te." Ripetè avvicinandosi alle sue labbra. "Io amo te." Lo baciò con passione, mentre lui si lasciava andare per l'ennesima volta a quel bacio. "Damon, stai con me."
Il vampiro le accarezzò il viso e contemporaneamente i capelli e appoggiò la sua fronte contro quella di lei, guardandola negli occhi.
"Sono sempre stato con te."

SPAZIO AUTRICE

Sinceramente non ho la più pallida idea  di come mi sia uscita questa cosa vi dico la verità, l'ho scritta da un bel pò, è solo venuta fuori...e non so quanto potrà piacervi xD comunque eccola qui. Elena era in crisi da attacco di panico...volevo solo precisare che so perfettamente che risolvere gli attacchi di panico spesso è più complicato di come sembra, credetemi studio psicologia lo so...ovviamente qui ho messo le cose in un certo modo, per far accadere quello che doveva ahahah non so che dirvi sinceramente, spero vi sia piaciuta...fatemi sapere. Baci Ari

   
 
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