Film > Sherlock Holmes
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Autore: Jamin_a    04/09/2011    1 recensioni
"M'abiuterò a non treovarti, m'abituerò a voltarmi e non ci sarai, m'abituerò a non pensarti quasi mai.." Luciano Ligabue
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Note dell’autrice : * i personaggi non mi appartengo ma appartengono alla mirabile penna di Sir Arthur Conan Doyle e a Guy Ritchie , questa storia non è a scopo di lucro * Ciaooo ! ecco la mia prima apparizione su questo fantastico sito che seguo da una vita !questa è una song-fic su questi due fantastiiciii ragazzuoli che amo follemente *.* spero che come mia prima storia non sia così brutta …in realtà ho scrittoa nche tante altre storie però mi andava di scrivere questa per prima… Comunque(io ho amato quel Comunque di Rob nel film *.*) ... tornando alla nostra storia …“m’abituerò” è uno dei tre inediti che il mio grande amore Luciano (WEEEEEEE) Ligabue *.* ha cantato a quel stupendo concerto meglio conosciuto come Campovolo 2.0 (a cui :,((( purtroppo :,((( non ho partecipato … lasciate perdere la mia disperazione.. ma io sono malata di Luciano <3) va beh.. dicevo .. questa stupendissima  (dubito fortemente dell’esistenza di questa parola) canzone mi sembrava perfetta per descrivere le sensazioni del grande Sherlock Holmes (immaginate Rob *:*) quando il suo “amico” (in questa storia il suo amante) John Watson (immaginate Jude … ah il mio Jude <3) si sposò con Mary (che odio profondamente e metterei alla forca immediatamente solo per aver portato via a Sherlock il SUO John J).. i pezzi in corsivo sono la canzone ... ok ora, dopo aver scritto questa nota più lunga nella storia vi lascio a questa mia creazione sperando che vi piaccia … le recensioni sono graditissime. baci baci
 

M'abituerò

Ormai sono quasi sei mesi che non ti vedo, non una lettera, non una visita, d’altronde dovevo aspettarmelo: ti ho cacciato via, tu m’hai detto che ti sposavi per coprire le voci su di noi e io ti ho cacciato via. Non posso assolutamente dividerti con qualcuno, John io ti amo, e per questo ti ho cacciato via. Mi faceva troppo male, io non voglio fare l’amante segreto e tu lo sai, ma ti sei sposato lo stesso. “Non voglio più vederti” ti ho detto. E tu, senza replicare, te ne sei andato.

M'abituerò a non trovarti

Come farò ad abituarmi alla tua assenza non lo so.
m'abituerò a voltarmi e non ci sarai
Spesso mi giro e mi aspetto di vederti seduto sulla tua poltrona, ma tu non ci sei, non ci sei mai ora.

M’abituerò a non pensarti quasi mai, quasi mai, quasi mai

Tranquillo qualche mese e non ti penserò più, o almeno quasi più.

Spero che ti sia presa tutto

Spero di non trovare più roba tua in giro per questa casa, qualsiasi cosa ricordi la tua presenza mi farebbe troppo male.

m'avrai lasciato qualche fotografia
e l'avrai messa lì apposta sul letto
per ricordarmi che sorriderai ancora, ah ma via


Senza un perché vago per la casa senza una precisa destinazione. Quasi inconsciamente entro in camera tua o meglio la stanza che una volta ti apparteneva, non è più camera tua, questa non è più la tua casa, e io non sono più la persona che hai accanto. Trovo una tua foto, lì su un letto non mio su cui ho passato tante notti, una foto di sicuro dimenticata per sbaglio, caduta fuori da qualche scatolone, lasciata li per errore, lasciata lì per distruggermi. È una foto bella, sei vestito da soldato, è stata scattata prima che ci incontrassimo, sei sempre stato molto affascinante e sorridi, il tuo splendido sorriso che distruggeva tutte le barriere logiche e fredde che avevo creato con il resto del mondo, John, chissà quanto sorriderai adesso con tua moglie.

ma come se fosse da sapere chi ha ragione
oppure ci dovessimo far male, male
.

Eh si, io egocentrico ed egoista, non ho assolutamente voluto sentire ragioni, o stai con me o non stai con me. So che ti sei sposato non per amore ma per salvare la mia reputazione, ma perché dobbiamo farci questo male? Se i tuoi “ti amo” erano veri ora soffri anche tu. 

M'abituerò a non trovarti
m'abituerò a voltarmi e non ci sarai
m'abituerò a non pensarti quasi mai, quasi mai, quasi mai.


Tanto m’abituerò a non vederti girare per casa, a non sentire più il tuo profumo,il tuo sostegno, la tua premura nei miei confronti, il tuo corpo, i tuoi baci, il tuo amore.
 
Spero che sia finito tutto
e che non porti la tua faccia mai più qua


Davvero non voglio più vederti, sono certo che se ti rivedessi non potrei più lasciarti andare. Non posso neanche aggrapparmi ai ricordi, perché l’ultima volta che ti ho baciato avevi il suo sapore sulle labbra. E ripensarci mi fa venire la nausea.

per il resto andrò come un matto
un'altra donna e poi
e poi vedrai che passerà
.

Ma si, ora vado fuori e sono certo che ci sarà la fila di donnette per venire con il grande Sherlock Holmes, una qualsiasi storia mi farà passare l’ossessione che ho per te. Spero.

Ma è come ci fosse da sapere chi ha ragione
oppure ci dovessimo far male, male
.

Tu hai ragione, io odio ammettere che ho torto ma per te ora, per riaverti lo vorrei fare, ma sono stato troppo orgoglioso. E ciò mi fa star male

M'abituerò a non trovarti
m'abiturò a voltarmi e non ci sarai
m'abituerò a non pensarti quasi mai, quasi mai, quasi mai


Mi abituerò prima o poi ne sono certo e io non sbaglio mai.

M'abituerò a non trovarti
m'abituerò a voltarmi e non ci sarai
m'abituerò a non pensarti
.

Tu mi dicevi sempre che sono un tipo abitudinario, molto abitudinario, tu eri diventata un abitudine vitale. Ma le abitudini si cambiano. M’abituerò alla solitudine, e a non pensarti, perché pensarti fa male

M'abituerò
quasi mai, quasi mai
m'abituerò a non trovarti
m'abituerò a voltarmi e non ci saraì


come farò ogni volta che troverò l’altra metà del letto vuota e fredda

m'abituerò a non voltarmi

l’unica soluzione è non voltarmi verso l’altra metà del letto, facile. Forse.

m'abituerò
quasi mai, quasi mai, quasi mai


Un forte bussare alla porta mi sveglia dai miei pensieri. Corro subito ad aprire. Ti trovo davanti in lacrime. Mi butti le braccia al collo. “Sherlock mi dispiace. Io lo so che mi hai detto di non farmi più vedere ma non c’e la faccio più. Io..” “No … fermati …” ti interrompo “ … hai ragione tu … io ho sbagliato e tu hai sempre avuto ragione su tutto” dico tutto d’un fiato. Non avevo mai ammesso di aver sbagliato in vita mia. Sembri sorpreso. Ti allontani un attimo da me per guardami negli occhi per essere certo di quello che ho detto  “ma quindi mi perdoni?” dici mentre il tuo pianto si calma, ti stringo ancora forte tra le mie braccia “E di cosa? Tu non hai fatto nulla, sono stato un idiota e ho sbagliato e ti amo.” Solo tu sai quanto mi costi ammettere che ho sbagliato, solo tu sai quanto mi costi lasciare la mia freddezza e ammettere i miei sentimenti, ma se è il prezzo per riaverti voglio pagare. “anche io ti amo” mi dici. Mi attiri a te, mi dai un bacio. Un bacio carico di passione. Senza staccare le labbra dalle tue faccio un passo indietro , in modo che tu possa entrare nella stanza e chiudere la porta alle tue spalle. Siamo stati lontani troppo tempo. Quando ci stacchiamo per riprendere fiato ti stringo di nuovo forte fra le braccia, mettendo la testa nell’incavo del tuo collo per sentire bente il tuo profumo, al tuo orecchio sussurro “Comunque John non mi sarei mai abituato alla tua assenza

** note dell’aurice 2 **: hei gente spero che a qualcuno sia piaciuta … io non ho sentito la canzone a campovolo quindi non so se è stata modificata o robe varie .. l'ho sentita su Youtube perchè Luciano l'aveva già cantata tempo fa (basta che cercate m'abituerò Luciano Ligabue) ... il pezzo in cui Holmes dice “ … Tu mi dicevi sempre che sono un tipo abitudinario, molto abitudinario, tu eri diventata un abitudine vitale …” non me lo sono inventata!! Nell’ libro L’avventura dell’uomo che camminava a quattro zampe  Watson dice “Holmes era un individuo abitudinario, straordinariamente, e io ero diventata una delle sue abitudini . Ero diventato un’ istituzione, come il violino, il trinciato forte, la vecchia pipa scura, i volumi degli indici di riferimento, e altre consuetudini forse meno scusabili. Quando si trattava di impegnarsi attivamente nel lavoro e occorreva un compagno su cui coraggio potesse contare, il mio ruolo era evidente. Ma ne avevo anche altri. Ero una pietra su cui affilare la sua mente. Lo stimolavo. In mia presenza gli piaceva pensare ad alta voce. Non si poteva dire che le sue considerazioni fossero rivolte a me – molte, anzi, avrebbe addirittura potuto rivolgerle alla spalliera del letto – ma comunque, per forza d’abitudine, gli era in qualche modo utile che io ascoltassi e occasionalmente intervenissi. Se se una certa mia metodica lentezza mentale lo irritava, quell’irritazione serviva a far divampare più rapida e più viva la fiamma delle sue intuizioni e sensazioni. Tale era il mio umile ruolo nel nostro sodalizio.” Allora gente questo pezzo si commenta da solo … mannaggia! Ditemi voi se questi non stanno insieme! Forse sono io che mi faccio i film però dai .. quando uno legge pezzi del genere è inevitabile … ovviamente spero che la storia vi sia piaciuta, se si fatemelo sapere ;-) …  a prestissimooo  ... Giulia

 

  
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