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Autore: C r i s    04/09/2011    13 recensioni
Qualunque persona si prefigge dei risultati da raggiungere e, nonostante non sia semplice, cerca sempre la strada più affabile che gli permetta di realizzarli.
Sharon no.
Figlia della ricca famiglia imprenditoriale Marshall, viene colpita da David, indiscusso e impassibile vicino di casa, figlio a sua volta della famiglia Baker, che compete sullo stesso mercato dei Marshall.
Prende una decisione che porterà entrambi su un filo spinato, ovvero quella di proporgli una sfida che, per quanto rasenti la follia, coinvolgerà gli ormoni a pari livello di mente e cuore. E avranno a disposizione soltanto un'Estate per far sì che il gioco possa durare più a lungo di tre insulsi mesi, ma riusciranno a rispettare le regole oppure dovranno andare incontro ai pegni tanto amati da Sharon?
Dal testo:
«Ti sfido. Ti sfido a trovare le situazioni più compromettenti per baciarmi e il bacio dovrà durare dieci secondi esatti».
«Ci stai?», ripeté allora, con uno strano nodo alla bocca dello stomaco.
Lui si dilatò in un sorriso e le strizzò l’occhio.
«Ci sto, bambina».
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Se mi sfidi, ti bacio.
 



 

Il rumore di un bacio non è forte come quello di un cannone,
ma la sua eco dura molto più a lungo.



«Mi spieghi cos’è che vuoi?», David sputò una frase intrisa di veleno.
«Te», Sharon fu schietta e gli si parò davanti non appena scese dalla motocicletta.
Si aprì in una risata tetra. «Capisco».
«No, non capisci», ribatté lei, sbuffando, «C’è differenza tra volere e potere».
«Molti non la penserebbero così», le fece notare, togliendo il casco.
«Molti non sono me», precisò l’altra con stizza.
David la osservò in silenzio, aspettando che si decidesse a vuotare il sacco.
La ragazza gli si fece vicino, i suoi capelli gli solleticarono il braccio e trattenne il respiro, pensando che la distanza non sarebbe bastata per tenerlo a bada.
«Soltanto perché le nostre famiglie non possono tollerarsi l’un l’altra, questo non significa che dobbiamo seguire il loro esempio», Sharon assunse un’espressione seria e agitò leggermente le mani per valorizzare il concetto.
«Bel termine, tollerare, ma non penso renda l’idea», David rise, pensando che avrebbero volentieri usato un lanciafiamme a vicenda per sbarazzarsi degli antagonisti.
«Ci stai, David?», fece un passo in avanti e i suoi occhi assunsero una sfumatura decisa.
Il ragazzo sostenne il silenzio, prima di sfiorarle con una mano la guancia.
«Non capisco».
Lei sorrise, consapevole. «Ti sfido. Ti sfido a trovare le situazioni più compromettenti per baciarmi e il bacio dovrà durare dieci secondi esatti».
David sembrò leggermente sorpreso, ma sorrise. «La tua strategia cerca d’intaccare il mio orgoglio maschile, non è vero?», aveva compreso che quella ragazza avesse soltanto le sembianze d’essere umano e nulla più, il cervello proveniva da un’altra galassia.
«No, in realtà sto cercando di solleticare i tuoi ormoni», la risposta sincera di Sharon gli suggerì un’ennesima risata.
«Potrò barare?», fu la domanda che gli uscì dalle labbra.
«Ovvio che no», Sharon agitò l’indice, «Stipulerò le regole».
«Perché devi essere tu a farlo?», inarcò un sopracciglio sospetto.
«Perché sarai tu a proporre le sfide e io a soccomberle», schioccò la lingua nel palato come se fosse il discorso più ovvio del mondo e gli sorrise.
«Quindi non potrai tirarti indietro», realizzò in quel momento il potere che avrebbe trattenuto tra le mani se avesse accettato di partecipare a quella follia.
«Attento, Playboy. Se dovessi andare contro le mie regole, sarò io a porre pegno a te», gli regalò uno sguardo ammiccante e si leccò le labbra con la punta della lingua.
David reagì e si portò una mano al mento, pensieroso.
«Cosa ci guadagnerei?»
A quel punto, la mascella di Sharon volle toccare il pavimento, ma si trattenne per dar man forte al proprio orgoglio. «Me».
«Sai che guadagno», ridacchiò, ma tornò serio. «Sul serio, che ci ricavo?»
Sharon assottigliò lo sguardo, prima di ruotare sui tacchi e scuotere la testa.
Aveva davvero creduto che, nonostante tutto, quell’aria da impassibile e indifferente cronico potesse vacillare, che quella sera non avesse baciato un perfetto sconosciuto e che anche lui sentisse il bisogno di averla ancora tra le braccia, di pregustare il proibito ancora una volta.
Si era sbagliata.
Sbatté la portiera dell’automobile e sospirò, stringendo il manubrio tra le dita. Accese il motore e stette per dare gas, quando la portiera del passeggero venne spalancata e David salì a bordo, l’espressione seria, ma interessata.
«Scendi, non sei gradito».
«Di già?», incalzò, bloccandole il freno a mano con un gesto fulmineo, «Sbaglio o il gioco è appena iniziato?»
Sharon rimase immobile per qualche istante, mettendo a fuoco le sue parole, per poi sbattere le palpebre. «Durerà un’Estate, David. Soltanto un’Estate, dopodiché fingeremo che non sia mai accaduto niente. Tu avrai la tua strada ed io avrò la mia».
Il ragazzo fece spallucce e prese una sigaretta dalla tasca. «Posso porre la prima sfida?»
Sharon annuì e notò il ragazzo rilassarsi. «Leva il freno».
Ubbidì dopo qualche secondo d’esitazione. «Beh?»
«Mettiti sulla strada».
Deglutì e si guardò attorno, prima d’inserire la prima marcia e immettersi nella sua corsia.
«Dai gas».
Si ritrovò ad eseguire per la terza volta in neppure un minuto e, ringraziando la strada deserta, pigiò l’acceleratore.
«Vuoi propormi di schiantarmi contro un albero?»
«E’ più semplice di quanto credi», sorrise tra sé.
«Allora che devo fare?»
«Baciami».
Sharon soffocò con la propria saliva, ruotò nella sua direzione e notò che fosse tremendamente serio. Pensò che avesse bevuto per farle una proposta del genere, ma, quando capì che fosse decisamente consapevole delle proprie parole, rabbrividì e fu tentata di rifiutare.
Una follia, così l’aveva ritenuta, no?
Reagì di stomaco, lasciò andare il volante, allentando anche l’acceleratore, prima di agguantargli il viso e baciarlo, le loro labbra sussultarono per quel contatto agognato e il tempo sembrò fermarsi.
Sharon carezzò i suoi lineamenti mascolini e rabbrividì dal piacere che quella vicinanza le aveva procurato, quando fu lui a ritrarsi e a sorridere.
«Dieci secondi, no?», le schioccò un buffo sulla guancia, «Sono un uomo di parola».
Sharon tornò a fissare la strada, stringendo il volante come se fosse un antistress.
Accostò e si voltò verso di lui, un sorriso appena accennato, mentre David apriva la portiera. La chiuse e Sharon calò il finestrino.
«Ehi David», lo richiamò e si voltò, la sigaretta sulle labbra pronta per essere gustata.
Si osservarono, la domanda di Sharon le premeva sulla lingua.
«Ci stai?», ripeté allora, con uno strano nodo alla bocca dello stomaco.
Lui si dilatò in un sorriso e le strizzò l’occhio.
«Ci sto, bambina».



If you have a minute.

Non vorrei perdermi nei soliti discorsi senza capo nè coda, cercherò di essere il più coincisa possibile. Questa nasce prettamente come una raccolta, un insieme di situazioni che vedranno come protagonisti Sharon e David, la loro follia e le loro sfide.
Cercherò di far emergere nel corso del tempo le loro caratteristiche, le loro storie, le loro emozioni e quant’altro, come giusto che sia, e sarò felice di leggere il vostro parere a riguardo.
Proprio ieri sono rimasta folgorata da questo pensiero e mi sono subito cimentata a mettere su carta quello che mi gironzolava per la testa, saranno tutte cavolate, si vedrà col tempo XD
Tengo a precisare una cosa: i primi tre generi che ho inserito per la descrizione della storia potrebbero non sempre coincidere con la stesura del capitolo, in fondo si tratta sempre di una collezione d'attimi, che siano felici o tristi, questo spetta ai protagonisti :)
Adesso vi saluto, alla prossima, se vorrete!
Un abbraccio,
Crì.

 

   
 
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