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Autore: ramona55    05/05/2006    17 recensioni
Incertezza, paura, sconforto...ma anche tanta voglia di metter fine all’incubo diventato realtà, a quella guerra crudele che non esita ad entrare con violenza nella quiete della vita di tutti i giorni. E la certezza di non essere da soli.
Ron ed Hermione alla fine di HBP.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Eccomi qua con la terza e ultima parte di questa storia.
Ancora una volta un enorme grazie a chi ha recensito. Fa sempre molto piacere ricevere apprezzamenti per il proprio lavoro, soprattutto per il fatto che sono alle prime esperienze per quanto riguarda la scrittura... Questa è solo la seconda ff che pubblico, e anche se ne ho scritto qualcun'altra, mi reputo assolutamente inesperta in questo campo per cui ogni suggerimento è bene accetto.
Detto questo, dite che sono stata sadica ad interrompere in quel modo il pezzo di prima? XD Mi dispiace, ma mi piaceva molto l'idea di lasciare le cose in sospeso. Lo so, sono stata un pò cattivella, lo ammetto, ma spero che l'interruzione infelice e l'attesa siano almeno in parte ricompensate da quanto state per leggere.

Ed ora direi che i nostri eroi sono più che pronti a rientrare in scena.
Per cui, che dite? Vogliamo lasciare loro lo spazio che meritano?
Io dico di sì.

Buona lettura.



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Ci sono io con te



Dove eravamo rimasti...


“Ho perso troppo tempo a fare lo stupido, Hermione...” disse poi serio.

Avvicinò il viso al suo e le sollevò delicatamente il mento con una mano.

“Adesso basta.”

E senza pensarci oltre la baciò.

[...]

Lentamente la spinse verso il basso, senza smettere di baciarla, finchè la schiena di Hermione non aderì del tutto ai sedili consunti del vecchio divano e lui si stese sopra di lei cercando di sorreggersi sui gomiti per non schiacciarla.

Non era una posizione molto comoda, perché il divano era troppo corto per la stazza di Ron, ma in quel momento la comodità era l’ultimo dei suoi pensieri.

Mentre continuava a baciare Hermione, ora dolcemente ora con furia crescente, prendendo fiato di tanto in tanto, le sue mani si muovevano lente sul corpo di lei, esplorandone incerte le curve invitanti.

[...]

Una sua mano scivolò sopra un seno di lei, sfiorandolo attraverso la stoffa leggera della canottiera ed un altro sospiro sommesso di Hermione lo fece letteralmente impazzire.



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Parte Terza



Ormai non riusciva più a concepire alcun pensiero razionale, non riusciva a sentire più nulla che non fosse la connessione che avevano raggiunto quella sera e il desiderio sempre crescente di farla sua completamente.

Nemmeno Hermione sembrava più in grado di pensare razionalmente e l’idea confusa dell’effetto che stava riuscendo ad avere su di lei fece sorridere di nuovo Ron.

Ancora una volta abbandonò le sue labbra, ancora una volta lei protestò, ma subito piegò la testa all’indietro quando lui prese a baciarle il collo, mentre una mano esplorava la pelle morbida della pancia di lei sotto la canottiera leggera.

Lentamente la sua mano risalì lungo il corpo caldo di Hermione che sembrava vibrare sotto il suo tocco e quando sfiorò la pelle nuda del seno, di nuovo lei si inarcò contro di lui.

“Ron...” esalò Hermione contro il suo collo.

Prese a tirargli i capelli costringendolo a voltarsi verso di lei e trascinandolo in un altro bacio infuocato.

Ron si stava confusamente chiedendo se sarebbe riuscito più a fermarsi se lei avesse continuato a sospirare e ad accarezzarlo in quel modo quando sentì distintamente un leggero cigolio provenire dall’entrata della Sala Comune.

Si staccò di colpo, lottando con Hermione che cercava di trattenerlo.

“Hermione, sta entrando qualcuno...” la avvertì labbra a labbra.

Hermione lo guardò per un attimo senza capire, poi sgranò gli occhi e gli fece segno di alzarsi.

Si era appena messo in piedi, mentre Hermione si tirava su a sedere e cercava di pettinarsi i capelli con le dita per legarli di nuovo con l’elastico, quando una scia di luce si allargò sul pavimento a partire dal buco del ritratto.


“Signor Weasley!” esclamò la professoressa McGranitt riconoscendolo. “Cosa ci fai ancora in piedi?”

Ron si chiese quante probabilità c’erano che non vedesse Hermione ancora seduta sul divano. Poi notò che la McGranitt aveva profonde ombre scure sotto gli occhi e sembrava molto abbattuta.

Il ricordo di tutto quello che era successo in quei giorni e quello stesso pomeriggio si abbattè su di lui all’improvviso. Di colpo, l’euforia e l’eccitazione che aveva provato fino a pochi istanti prima scomparvero per lasciare il posto alla tristezza e allo sconforto.

“Non riuscivamo a dormire, professoressa” intervenne la voce flebile di Hermione.

Sia Ron che la McGranitt si voltarono a guardarla.

“Anche tu qui, signorina Granger?” chiese la professoressa stupita.

Hermione si alzò senza guardare Ron.

“Sì” disse a voce bassa. “Non riuscivo a prendere sonno e sono scesa in Sala Comune... e dopo un po’ è arrivato Ron.”

Non disse cosa era successo dopo, anche se era abbastanza intuibile visto che erano entrambi piuttosto scarmigliati e le labbra di Hermione, notò Ron con un certo senso di compiacimento, erano ancora gonfie per i baci che si erano scambiati. Eppure la professoressa McGranitt non battè ciglio.

“Capisco” disse soltanto e a Ron sembrò di vedere un minuscolo sorriso incresparle le labbra nonostante la tristezza che le impregnava il volto rugoso.

“Adesso però andate a dormire. Ero passata appunto per vedere se ci fosse qualcuno ancora in pedi perché domani l’Espresso partirà molto presto ed è meglio che approfittiate di queste poche ore per riposare...”

Hermione annuì ed augurò la buonanotte alla McGranitt.

Ron immaginava che se ne sarebbe andata, invece lei gli si avvicinò e gli diede un piccolo bacio sulla guancia.

“’Notte...” sussurrò guardandolo con dolcezza.

“Buonanotte” rispose lui sorridendole, un po’ sorpreso.

Poi Hermione scomparve per le scale che portavano al dormitorio femminile.


“Vai anche tu adesso, Weasley” disse poi la McGranitt.

Ron annuì e si avvicinò alla porta che dava al suo dormitorio mentre già la professoressa McGranitt si avviava verso il buco del ritratto.

Poi, però, gli venne in mente una cosa.

“Professoressa?” chiamò.

La McGranitt si voltò.

“Cosa succederà adesso ad Hogwarts?” chiese Ron.

La McGranitt abbassò il capo. “Non ne ho idea” disse lentamente. “Il consiglio dovrà discuterne e deciderà cosa fare.” Con questo sembrò che la questione fosse chiusa.

In realtà Ron non sapeva perché le aveva fatto quella domanda, in fin dei conti aveva deciso che in ogni caso lui non sarebbe tornato ad Hogwarts, ma era stato spontaneo chiederlo. In fondo Hogwarts era sempre il posto dove aveva vissuto per sei lunghi anni.

Fece per voltarsi, quando inaspettatamente la McGranitt parlò di nuovo.

“Tu torneresti ad Hogwarts, Weasley, dopo quello che è successo... Senza Silente?”

Ron fu sorpreso dalla domanda.

“Bè...” disse dopo averci riflettuto un po’ “Io credo che il professor Silente vorrebbe che la scuola riaprisse il prossimo anno... Ed io.. sì, tornerei se fosse possibile”

La McGranitt lo guardò senza parlare per un momento.

“Ma non sarà così, vero?”

Ron non rispose, invece guardò in basso, verso il pavimento.

“Va bene...” disse la McGranitt “Ma state molto attenti, tu ed i tuoi amici, qualsiasi cosa abbiate intenzione di fare...”

Ron guardò stupito la sua insegnante. Harry gli aveva detto che nessun altro a parte loro tre sapeva quello che avrebbero fatto quell’estate, ma evidentemente la McGranitt aveva intuito qualcosa... E non aveva intenzione di fermarli...


“Vai a dormire, adesso” disse la vecchia professoressa “E’ già molto tardi”

Ron annuì. La guardò avvicinarsi al buco del ritratto e spingerlo in avanti.

Prima di arrampicarsi per uscire, però, la McGranitt gli rivolse ancora una volta la parola.

“Ronald” disse, e la sua voce suonava molto meno severa del solito. “In qualunque posto andiate, prenditi cura di lei... E’ una ragazza speciale.”

Ron la fissò sbalordito. Gli aveva davvero appena detto di prendersi cura di Hermione?

“Lo farai?” incalzò la professoressa.

“Sì” rispose Ron senza esitare. “Certo che lo farò”

“Bene” disse la MgGranitt e l’ombra di un sorriso apparve sul suo volto.

Senza aggiungere altro uscì lasciando Ron solo nella Sala Comune.


Per un po’ Ron rimase immobile di fronte alla porta che portava al suo dormitorio. Poi scosse lievemente la testa.

Nell’arco di pochi giorni la sua vita era radicalmente cambiata... Silente non c’era più, Hogwarts molto probabilmente non avrebbe più riaperto, la guerra era entrata ancora una volta nella sua vita e Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato era più forte e terrificante che mai.

Eppure...

Eppure adesso avevano una piccola speranza di riuscire a fermarlo.

Adesso sapevano che un modo c’era, non certo, molto pericoloso, ma c’era.

E per quanto rischioso fosse, loro ci avrebbero provato. Ancora insieme, lui, Harry, Hermione.

Hermione.

Gli venne spontaneo sorridere quando i suoi pensieri caddero su di lei. In quelle ore scure lei e il modo in cui le cose si erano – finalmente - evolute tra loro erano le sole cose buone che gli fossero successe...

Un gran sbadiglio lo riscosse.

E’ proprio ora di andare a dormire, pensò mentre apriva la porta che dava al dormitorio maschile.


“Ron!” sussurrò una voce che non fece fatica a riconoscere.

“Non dovresti essere a letto, tu?” chiese Ron lasciando perdere la porta e avvicinandosi ad Hermione con un sorriso.

“Come mai la McGranitt ti ha trattenuto? Cosa ti ha detto?” chiese lei ignorando la sua domanda, visibilmente preoccupata.

Ron scrollò le spalle. Ormai era ad un passo da lei.

“Vuole che mi prenda cura di te” disse allungando la mano verso di lei e facendola scivolare lungo il braccio di Hermione, in una carezza morbida.

“Cosa?” Hermione sembrava sorpresa.

“Proprio così” disse Ron serio. “Ed io le ho promesso che lo farò...”

Hermione lo guardò a lungo negli occhi, come se cercasse una risposta più convincente e Ron non distolse lo sguardo.

Senza preavviso Hermione annullò la distanza che li separava e lo baciò con passione, stringendo tra le mani il davanti della maglietta di Ron per avvicinarlo di più a sé.


“Ti amo” disse in un sussurro quando alla fine si separarono, leggermente ansanti.

Ron la guardò sorpreso e lei gli sorrise.

“E’ così: ti amo... Da un sacco di tempo ormai”

Gli diede un altro piccolo bacio a fior di labbra. “A domani” sussurrò e fece per andarsene.

Ron la trattenne per una mano.

Si avvicinò di nuovo a lei e le prese il viso tra le mani. Posò sulla sue labbra un bacio breve, ma carico di sentimento, poi poggiò la sua fronte contro quella di Hermione.

“Anch’io ti amo, lo sai”

Hermione sorrise.

“Certo che lo so, ma non dimenticare mai di dirmelo, va bene?”

Ron sorrise.

“Ti amo” disse di nuovo.

Hermione sorrise di nuovo. Poi gli diede uno spintone. Ron la guardò, confuso.

“Forza, a dormire adesso” disse lei con il solito tono da maestrina, “domani sarà una giornata dura e...”

Si fermò, di colpo triste.

Ron capì al volo e le si avvicino di nuovo. Le prese una mano.

“Ehi” disse piano “Ci sono io con te, d’accordo? Non sarai più sola. Ci sono io.”

Hermione annuì e fece un piccolissimo sorriso.

“Grazie” disse e gli accarezzò una guancia. “Buonanotte, allora”

“’Notte”

Hermione gli sorrise per l’ultima volta e sparì su per le scale che portavano ai dormitori femminili.


Anche Ron salì nel suo dormitorio.

Gli altri ragazzi continuavano a dormire esattamente come prima che scendesse.

Prima di chiudere le tende per mettersi a dormire Ron lanciò un’occhiata al letto di Harry. L’amico dormiva serenamente adesso, apparentemente tranquillo.

Ron sorrise leggermente.



Non sarebbe stato facile, ma loro non si sarebbero arresi. Nessuno dei tre. E alla fine, forse, tutto quell’incubo sarebbe finito.

E con questo pensiero confortante si girò su un fianco e chiuse gli occhi.



Fine



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Grazie per l'attenzione amici, alla prossima storia.
Un bacione a tutti. ^_^

Ramona



  
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