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Autore: Allison Argent    05/09/2011    4 recensioni
L’amore non è una favola felice, l’amore fa male, distrugge. Ma, nonostante tutto, non possiamo farne a meno.
{Quick}
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray | Coppie: Puck/Quinn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ad Ally.

L'amore distrugge.


L’amore fa male, non soltanto quando nasce – ci strappa dalla realtà portandoci in un mondo di illusioni; non soltanto quando muore – distrugge le nostre fantasie, i progetti e il plurale; ma soprattutto quando si consuma, nella sua quotidianità, quando non riesci a percepire i cambiamenti giornalieri che si presentano sulla strada del noi.
 
«Non possiamo continuare così.» Quello di Quinn era un sospiro flebile, soltanto il buio la sosteneva: non poteva essere vista, non poteva vedere i suoi occhi, le sue labbra, la sua espressione. Sarebbe tornata sui suoi passi se solo l’avesse visto per un momento, avrebbe infranto la durezza delle parole, la decisione con cui aveva pronunciato la frase. Se ne stava lì, seduta per terra con la schiena appoggiata al muro, le gambe piegate e le ginocchia tra le braccia, guardando un punto nel buio, senza vedere niente in realtà.
«Non possiamo farci niente.» Non sapeva dove realmente si trovasse Puck in quel momento, anche la sua voce sembrava lontana, ormai. Scossa da silenziosi singhiozzi cercava di mantenere la calma e non dare a vedere, per l’ennesima volta, la sua fragilità. Avrebbe chiuso quella storia, una volta per tutte. Perché era stanca, stanca di tutto. Stanca di stare male, stanca di vederlo andare via, stanca di andarlo a cercare, stanca di vederlo tornare.
«Io sono stufa.» Si liberò di quel peso, con quelle parole sbloccò quel nodo alla gola che aveva provato fino a quel momento. Era stata tradita, l’aveva tradito, si erano lasciati una volta, un’altra e un’altra ancora. Avevano trovato altre persone, più adatte per loro, ma avevano infranto la felicità propria e quella altri, di nuovo, per ritrovarsi. Lucy Quinn Fabray viveva in un mondo di bugie, da cui non riusciva ad uscire. Era intrappolata tra fili invisibili. Fili che Noah Puckerman teneva in mano.
Sentì la mano calda del ragazzo poggiarsi sul suo ginocchio, chiuse gli occhi per paura che la vedesse –pur essendo al buio.
«Io ti amo.» Era un sussurro debole, quello di Puck, forse perché non lo credeva neanche lui, era solo un modo per tenerla stretta, per farle credere che da quel momento in poi tutto sarebbe andato in ordine, tutto sarebbe tornato limpido e non ci sarebbero stati più problemi. Ma tre parole non cambiano una persona, tre parole non sono niente, sono solo lettere senza significato. Forse una volta Quinn ci avrebbe creduto, ma non in quel momento, non dopo tutti gli sbagli che aveva continuato a compiere.
«Mi piacerebbe che bastasse.» Erano lì, vicini ma lontani, a pensare al passato che avevano vissuto insieme, al presente e a quel futuro buio e incerto, come la stanza. Perché erano lì? Ancora una volta, l’ennesima, non ce la faceva più. Avrebbe dovuto alzarsi, avrebbe dovuto correre e scappare, lasciando il ragazzo da solo. Sarebbe stato meglio, non si sarebbe più sentita in colpa, non sarebbe più stata male, non avrebbe più fatto del male.
Ma dentro di sé sapeva che non sarebbe mai stato possibile; anche se il suo cuore era in frantumi, qualche forza la legava al ragazzo, la spingeva a tradire, a cercarlo, a possederlo e a peccare, ad andare contro i propri principi.
Forse non avrebbe mai capito che cosa fosse quella forza.
Forse lo sapeva.
Forse sperava soltanto che fosse la stessa ragione per cui anche lui commetteva errori, uno dopo l’altro, per lei.
E per quel motivo Quinn cedette, cercando con le mani il viso del ragazzo e affondando la testa nell’incavo del suo collo, scossa da deboli singhiozzi.
Puck passò una mano tra i capelli biondi spettinati, avvicinandola più a lui, per sentirla più vicina ancora, per avvicinare i loro cuori, perché sapeva che non si sarebbe mai riuscito a controllare, ma lei aveva un posto speciale nel suo cuore.
Rimasero così, in quell’intervallo di debole tranquillità, per secondi, minuti, ore.
 
L’amore non è una favola felice, l’amore fa male, distrugge. Ma, nonostante tutto, non possiamo farne a meno.

 
 




Hello! Non ho molto da dire su ciò che ho scritto, perché è molto nonsense a mio parere. Le parole sono uscite da sole, se ci sono dei passaggi logici non chiari, chiedo perdono, sono le due di notte ^^
La Quick è la mia coppia preferita, non l'ho mai vista e mai la vedrò come la coppia perfetta. Non lo è, non lo potrà mai essere. Amo il personaggio di Quinn, così fragile, cerca la perfezione, crede di poter essere forte ma sa di non esserlo. Mi ci vedo molto, riesco a rispecchiarmi :)
E Puck è Puck, sa chi è, conosce i suoi errori, ma sa amare. O almeno è come lo vedo io :)
Ho finito, l'ultima precisazione è che mi è piaciuto molto scrivere la parte iniziale e quella finale, sono le mie considerazioni sull'amore.
Ah, la canzone "Prodigal" dei OneRepublic è stata la mia ispirazione!

Aria.

   
 
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