05/09/2011
4 recensioniA Freddie Mercury, per i suoi 45 anni,
che sempre 45 saranno.
Un buon non-compleanno a me*
Fondamentalmente, non so perché sto festeggiando.
Effettivamente, sono morto.
Sono morto da un po'.
Quindi, cioè, com'è che funziona? Quando uno muore, dovrebbe contare ugualmente gli anni che passano? Non capisco. Dovrei partire dal 1946, oppure dal 1991?
È una nuova vita, o semplicemente è morte?
Perché clinicamente, dal 1991 la mia vita ha cessato di essere, e se i compleanni celebrano gli anni di vita... insomma, non credo che abbia senso.
Dovrei chiedere a Roger.
Lui avrebbe una risposta, di certo, beh, lui aveva sempre una risposta.
Amava avere risposte senza senso, alle volte, diceva cose incredibili ed io adoravo ascoltarlo quando mi sommergeva di puttanate epocali.
Di recente succede di rado che mi pensi, prima si recava più spesso in quel remoto angolo del mondo a piangere la mia esistenza immolata al mio Dio, che poi ero io stesso.
Da qualche parte, su una specie lapide, incastonata per terra, leggo, con grande rammarico, il mio nome. Credo che sia un tributo, un pensiero di qualcuno che sente la mia mancanza... e lui viene qui a guardarlo, una volta ogni tanto.
Vi è mai capitato di trovare scritto su una tomba il vostro stesso nome?
Ogni volta un groppo mi si stringe al cuore, al mio cuore che non batte più, e mi chiedo che cosa sarebbe stato se la mia vita non fosse stata stravolta da avvenimenti così particolari.
In realtà, seppellito sotto quel mucchio di terra, come in quel lago, come in qualunque altro posto per me intangibile di questo mondo... c’è solo il mio corpo: solo la mia identità riposa lì.
Ogni volta che ci dirigevamo lì, vedevo lo sguardo di Roger riempirsi di dolore. Lui non vorrebbe che io tornassi qui ogni giorno a portare i fiori su quella che lui considera la mia tomba, ma del resto, lui non sa neanche che io lo accompagno.
Già, perché lui non può vedermi.
Io sono solo il fantasma di ciò che un tempo ha amato.
Sono solo quello che resta del suo rimpianto per me.
Un'anima non può agire, perché solo la sua mente ed i suoi ricordi continuano a vivere nella sua essenza, dopo che il suo corpo muore.
Un'anima non può fare niente, se non soffrire del dolore degli altri e condividere i sentimenti degli altri. È uno stato di vita e morte apparente. Gli altri non sanno che sei lì, e tu non puoi abbandonarli, fino a che loro avranno bisogno anche solo del tuo ricordo.
E Roger ha ancora bisogno di me.
Ho passato la prima parte della mia seconda esistenza con Jim, ovviamente. Lui aveva ancora così tanto bisogno di me, come non avevo mai visto nessun altro, poi quando lui se n'è andato... non mi dispiacque, stava soffrendo così tanto. Non l'ho più visto, però.
Se Roger morisse invece, già lo immagino, accanto a me, guardarmi e poi sciogliere una risata rumorosa. Avrei rotto il ghiaccio che aveva avuto il modo di stratificarsi tra di noi dopo tanto tempo con una freddura, chiaramente.
«Come te la passi da morto?»
È per questo che dentro di me ancora rido, il giorno del mio non-compleanno.
Ogni anno spero che sia l'ultimo che passo da solo, e che l'hanno dopo potrò starmene beato, quale del resto sono, se mi trovo in paradiso, accomodato su qualche poltrona di piume candide di colomba, a mangiare una torta con le nuvole al posto della panna e bere champagne della migliore riserva di Dio insieme a Roger.
Ma questo è un sogno.
Del resto, oggi è il mio non-compleanno, volete togliermi anche questo?
*Alice in Wonderland