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Autore: Saturn Hota    05/09/2011    4 recensioni
Lo specchio riflette la mia immagine.Capelli castani lunghi sul davanti e corti dietro, occhi color ambra scuro, un fisico nella norma, anche se una dieta non mi farebbe male. Ho un carattere abbastanza complesso, a volte non mi capisco nemmeno io. A volte sono dolce e tenera, ma a volte sono terribilmente stronza. Lo specchio riflette il mio corpo, ma niente potrebbe mai riuscire a riflettere ciò che ho dentro. Lo specchio riflette Luna Arkada, una ragazza di diciannove anni.Lo specchio non può aiutarmi a capire cosa mi sta succedendo, ma forse conosco qualcuno che può farlo.
Questa è una storia inventata interamente da me, personaggi e luoghi non esistono nella realtà, ma derivano dalle mie emozioni.Buona lettura.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Primo giorno di scuola dell'ultimo anno di Liceo. Finalmente questi cinque anni di inferno sono finiti. Finalmente potevo dire addio alle compagnie odiose e ai professori che ti consideravano come un numero vivente e precisamente io ero il numero sette. Dal primo anno avevo sempre mantenuto la media del sette, qualsiasi compito in classe o interrogazione, il voto rimaneva sempre quello, ne più ne meno. Potevo anche fare scena muta all'interrogazione e potevo anche dire tutto senza mai sbagliare e sempre sette era il risultato finale. Nella mia scuola funziona cosi. Non siamo studenti, siamo numeri. L'unica mia ancora di salvezza sono le mie due migliori amiche, conosciute il primo giorno del primo anno di elementari e da lì siamo diventate inseparabili. Le mie due vite: Vanessa e Marie. Cosi diverse ma cosi unite. Vanessa è la tipica bellezza meriodionale : alta, carnagione olivastra, fisico perfetto, capelli neri e magnifici occhi verdi, mentre Marie ( bèh il nome dice tutto lei è francese) è di statura media, capelli ricci e biondi, occhi azzurri e il sorriso sempre sulle labbra. Dio benedica il giorno che l ho conosciute, loro si che hanno reso la mia vita meravigliosa. Guardai l'orologio del cellulare, Vanessa era in ritardo come al solito, meno male che avevo dato loro appuntamento al caffè della scuola un quarto d'ora prima del suono della campanella. Volevo fare colazione insieme a loro, come da rito. Marie sicuramente stava sbraitando in macchina per la solita e irrecuperabile non puntualità di Vanessa. Vanessa sosteneva di non essere in ritardo, ma erano gli altri che erano fin troppo precisini. Invece Marie era maniaca della precisione e odiava arrivare in ritardo. "Last friday night" si sentiva in lontananza, segno distintivo dell'arrivo di Vanessa e della sua Lancia Y viola. Vanessa amava katy Perry e aveva tutta la sua discografia. Quando andavamo in giro con la sua macchina ( quasi sempre visto che lei adorava guidare e farci da autista ) ascoltavamo praticamente sempre le stesse canzoni e guai se volevi cambiare cd, ti fulminava con lo sguardo e se cambiavi cd metteva il muso per un giorno intero. Le passioni musicali di Marie invece erano eclettiche. Andava dal grande Vasco a Marilin Manson, lei ascoltava e amava tutta la musica. Finalmente erano arrivate. -" Buongiorno "- -" Buongiorno? Tu definisci buono il primo giorno di scuola? Mia cara io definisco buono il giorno che quest'inferno finalmente finirà"- -" Luna non farci caso Vanessa si è svegliata dalla parte sbagliata del letto stamattina, quindi è più acida del solito!"- -" Chi sarebbe quella acida?"- Ecco che ricominciavano. Succedeva sempre cosi, Marie faceva una battuta su Vanessa e lei se la prendeva e cominciavano a litigare. Come da copione. -" Ragazze basta, perfavore non oggi. Non ho voglia di sentirvi litigare di nuovo."- Bastava una mia parola per farle calmare. -" Cosi siamo giunte alla fine della nostra carriera di Liceali."- -" Vanessa non parlare troppo presto, perchè se non studi potresti anche dover ripetere l'anno"- -" Ma non credo proprio Miss io sono il numero dieci."- -" Va bè basta, tanto lo sappiamo tutti che nessuna verrà bocciata, sappiamo quali sono e saranno i nostri numeri quest'anno, quindi."-. Presi i cornetti e li posai sul tavolo davanti alle mie amiche e andai a pagare e ad ordinare i soliti tre cappuccini. Dovevo assoluatemente parlare con le mie amiche dello strano sogno che da qualche giorno mi teneva sveglia la notte, ma non potevo farlo ora, a prima mattina era una nostra regola non parlare di argomenti che potrebbero richiedere uno sforzo maggiore di capacità intellettive. Oggi pomeriggio le avrei ospitate a casa mia e avremmo parlato in totale tranquillità, dal momento che i miei erano a lavoro e avevo casa libera. -" Ragazze oggi pomeriggio vi va di venire da me? Tanto i miei non ci sono".- Vanessa e Marie smisero di bisticciare per rispondermi in coro che sarebbero venute. Finimmo di fare colazione e ci dirigemmo verso la scuola,chiacchierando allegramente e ipotizzando cosa avrebbero indossato le V.I.P. V.I.P era l'acronimo di tre ragazze ,Virginia, Ilaria e Paola, che si facevano chiamare cosi perchè loro dovevano distinguersi dalla massa di insulsi studenti che le circondavano( parole loro). Tre ragazze dedite alla moda e ai gossip e sempre pronte a dire malignità su chicchesia. Virginia, il capo delle V.I.P, era la classica Barbie : apparentemente perfetta, alta, bionda, occhi azzurri e visino d'angelo, ma bastava contraddirla una sola volta oppure esserle antipatica e scoprivi la sua vera indole di ragazza cattiva e vendicativa. Paola e Ilaria erano sorelle e si assomigliavano parecchio tutte e due alte e magre con la faccia da topo. Di Ilaria e Paola non si doveva avere timore, erano ragazze tranquille quando non c'era la Barbie a comandarle a bacchetta, ma visto che loro facevano di tutto per Virginia ( d'altronde avevano avuto la malaugurata convinzione di credersi sue amiche anzichè sue schiavette) non bisognava assolutamente fidarsi di loro e tutto ciò che arrivava alle loro orecchie sarebbe sicuramente arrivata a Virginia, che poi avrebbe trovato il modo di usarlo contro la persona interessata. Se le conoscevi, sapevi anche come evitarle. Tra noi e le V.I.P era odio puro, anche se noi non avevamo fatto nulla per attirare le ira della bionda. Virginia aveva fatto tutto da sola. Ci aveva preso in antipatia il primo giorno di scuola di quattro anni fa, perchè noi tre avevamo una borsa di Gucci che lei voleva e che la madre non voleva comprarle. Virginia voleva che noi buttassimo le nostre tre borse nuove, perchè sei lei non la possedeva non la poteva avere nessun'altro. Ovviamente noi ci siamo rifiutate e da quel giorno la signorina cerca sempre il modo di metterci in cattiva luce con gli altri e di scoprire qualche pettegolezzo malevolo su di noi, ovviamente senza risultati. Quel giorno Virginia indossava un vestitino estivo blu di Monella Vagabonda, con abbinati un bauletto Louis Vouitton marroncino chiaro e sandali alla schiava dello stesso colore. Appena ci vede ci lancia uno sguardo cattivo e se ne va seguita dalle due sorelle, vestite anche loro di blu, ma il loro non è un vestito firmato. Non possono permettersi di essere più belle e stilose della bionda. La campanella suona e tutti sono in classe quando la professoressa della prima ora entra in classe. Il primo giorno è normale che tutti arrivino presto in classe, considerando che tutti vogliono stare negli ultimi banchi. Noi tre siamo state abbastanza fortunate abbiamo preso tre banchetti in terza fila, che abbiamo subito uniti e reclamati come nostri. Le V.I.P.non hanno avuto la stessa fortuna ma hanno dovuto prendere i banchi in prima fila, dal momento che la Barbie era in bagno a perfezionarsi il trucco. -"Ragazzi un attimo di attenzione, vorrei presentarvi il vostro nuovo compagno di classe. Si è da poco trasferito qui da Londra, quindi vi prego di accoglierlo e di aiutarlo ad integrarsi".- Dopo queste parole in classe entro un ragazzo alto, moro con gli occhi grigi, che si presento come Marc Huile. Io alzai lo sguardo verso il nuovo arriavato solo dopo aver ricevuto una doppia gomitata dalle mie amiche. Appenai incrocia gli occhi del nuovo ragazzo provai una strana sensazione. Una sensazione mista di odio, paura, e dolore. Avevo la strana sensazione di conoscere quel ragazzo. Il mio corpo si irrigidi e il mio cuore cominciò a battere a tremila e i miei occhi si stavano riempiendo di lacrime. Cosa mi stava succedendo? Mentre guardavo il nuovo arrivato lui mi sorrise, ma non con un sorriso dolce, un sorriso di vittoria e nella mia mente sentii una voce che diceva : " Finalmente Luna ti ho trovato".
   
 
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