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Autore: Zich    06/09/2011    3 recensioni
Erano passati anni dalla perdita del pianeta Reach, e ora che i Brute si erano ribellati agli Elite, per la resistenza umana era il momento giusto per colpire. Non tutti erano d'accordo, ma erano ugualmente pronti a combattere. Cosa potrà mai accadere? (dedico questa storia a Phoenix_619)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Erano passati anni dalla perdita del pianeta Reach, e ora che i Brute si erano ribellati agli Elite, per la resistenza umana era il momento giusto per colpire. Almeno, questo era il pensiero dell'ammiraglio. Tutti gli altri al bordo dell’ incrociatore, invece, pensavano che fosse una missione suicida, dato che una volta su Reach i Marines avrebbero dovuto combattere contro due eserciti ben organizzati e armati fino ai denti...
- Hey, chi è quello? non l'ho mai visto prima...
- Non lo so... penso sia una recluta, poveraccio .
- Pensi che non ce la farà ? -
- Secondo me, quello crepa come mette piede a terra.
- Le reclute a stento sopravvivono a quegli gnomi, figuriamoci su un pianeta pieno d'Élite, sicuramente morirà . - 
La recluta era seduta vicino a un finestrino a fissare l'universo, senza prestare la minima attenzione ai discorsi di quei veterani, tra poche ore sarebbero sbarcati su Reach, e lì avrebbe dimostrato realmente quanto valeva. Un suono traforò i timpani dei soldati. Un suono prolungato, la sirena urlava. 
L'allarme! La flotta era entrata nell'atmosfera di Reach. Tutti si soldati si precipitarono ai Pelican, tutti pronti a scendere sul campo di battaglia. Ark, la recluta, era nel Pelican con la sua ascia da combattimento e la carabina, la sua corazza rosso sangue sembra far irritare i veterani, ma a lui non interessava, al contrario, gli piaceva moltissimo infastidire la gente. Ora però la sua unica preoccupazione era l'atterraggio. Sarebbe bastato il minimo errore e lui sarebbe morto.
- Uomini, Allacciate le cinture di sicurezza. Ora si balla!!! 
- Hey recluta, vedi di non farti ammazzare come metti piede su Reach! -
Ark non ci fece caso, era troppo concentrato per rispondere alle provocazioni dei veterani.
Gli incrociatori sganciarono i Pelican che sfrecciarono verso il punto di sbarco. Il Pelican dove si trovava Ark venne danneggiato da una bomba al plasma. 
- Signori e Signore, qui è il vostro amatissimo pilota che vi parla, e voglio solo dirvi: reggetevi forte, sarà un atterraggio di fortuna!! -
Il Pelican andava a fuoco e precipitava a gran velocità verso una torre Covenant. 
- Raddrizza questo coso coglione! Non ci teniamo a diventare delle frittelle!! 
- Visto che la fai tanto facile perché non vieni tu a pilotare questa ferraglia!! 
- Attento all'albero!!! -
Il pilota era riuscito a evitare di scontrarsi contro un grosso albero, ma senza troppo successo. Il velivolo si schiantò malamente al suolo, e l’equipaggio venne sballottato contro le pareti. Molti persero i sensi, nonostante le cinghie saldamente allacciate. Entrarono dal muro, ci rimisero il muso dell’ aereo, i pezzi volavano da tutte le parti. Il portellone aperto del Pelican saltò via per la violenza del colpo, alcuni soldati vennero sbalzati via mentre l’aereo attraversava l’enorme sala in cui erano precipitati. Gli alieni erano in scompiglio. Non immaginavano un’entrata così scenica. Ma era pur sempre una torre piena di Élite: quelli erano tipi che non scherzavano. Non persero tempo, si avvicinarono rapidi al sito dello schianto, e in un attimo accerchiarono il Pelican; Ark si liberò dalla cinghia di sicurezza, prese l'ascia e si lanciò su un Élite d'assalto, aprendogli la testa e rubandogli la lama, impugnò la carabina con la mano libera e iniziò a sparare sul resto della squadra nemica, utilizzando il corpo dell'Élite morto come scudo contro i proiettili al plasma. Ben presto Ark si trovò a dover schivare dei fendenti di lame e a evitare i Fantomi Kamikaze, spuntati fuori dal nulla.
Schivò un affondo e saltò contro un Kamikaze spingendolo contro i suoi alleati, fece roteare la spada al plasma rubata e mozzò la testa a un Élite, scagliandoglisi addosso con tutto il suo peso, per poi l'ascia e scagliarla contro un altro alieno che gli stava per sparare. Scese dal poveraccio a cui aveva staccato la testa e, abbassandosi per schivare un altro fendente di lama al plasma, mozzò il braccio all'ultimo élite, disarmandolo, lo scaravento a terra e quando questo minacciò di rialzarsi gli amputò anche l'altro braccio.
- Occhio!!
Una Marine, armata di fucile d'assalto, l'aveva appena salvato da una squadra di Fantomi Kamikaze.
- Grazie ...
- Prego! E ora se hai smesso di giocare aiutami a recuperare il resto della squadra...
Ark annui debolmente, aveva già il fiatone, riprese la sua ascia da guerra e guardò l’alieno. Era ancora vivo, ma se non fosse stato curato sarebbe morto. Inizialmente sembrava una buona idea far morire dissanguato quel bastardo, ma non ci voleva un genio per capire che poteva tornare utile. Aveva senz’altro delle informazioni preziose, che al Comando avrebbero fatto comodo. Andò di corsa ad aiutare la soldatessa, che per intanto aveva applicato dei lacci emostatici e stava trafficando con la bio-schiuma per cicatrizzare momentaneamente le ferite dei compagni.
Il caporale aveva ripreso i sensi, mentre usciva dal Pelican vide uno spargimento di sangue che aveva dell'incredibile, e anche un Élite a terra che aveva le braccia amputate e lo guardava come se potesse fulminarlo con lo sguardo. Si girò incredulo verso Ark, e lentamente disse:
- Recluta... è opera tua tutto ciò?
- Si, signore...
- Ma come ca...
Il Caporale venne subito zittito dalla soldatessa.
- Signore, eviti di fare domande... Voi non avete visto come questa recluta ha sterminato il nemico ...
- OK, va bene, lasciamo perdere... Comunque sia. Uomini! Preparatevi, a quanto pare ci tocca trasportare i feriti e un prigioniero, a piedi...-
Il caporale si fermò a prendere fiato, afferrò il suo lancia granate (spara patate)
 e controllò che tutti fossero effettivamente pronti. Ark stava ricaricando il fucile, la soldatessa infilò delle munizioni nel giubbotto antiproiettile e due suoi uomini sollevarono l’Èlite, fortunatamente troppo debole per divincolarsi dalla presa d’ acciaio di quei ragazzoni. 
- Bene uomini. In marcia!!
  
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