Lasciate che mi presenti. Mi chiamo Shila, sono una yorkshire di 2 anni e abito in un appartamento al sesto piano di un grande condominio.

Divido l'alloggio con Tania, una ragazza di ventisette anni; tenendo conto del valore degli anni canini posso dire che siamo quasi coetanee, nonostante questo devo riconoscere che la capobranco è lei.

In passato ero convinta che prima o poi le sarei assomigliata, ma un giorno, in quel luogo infernale chiamato “ambulatorio veterinario”, ho incontrato un anziano pastore tedesco, ancora imponente ma curvo sotto il peso degli anni e con gli occhi semi-coperti dalle sopracciglia cadenti, che mi rivelò che noi e i nostri capibranco appartenevamo a due specie diverse.

Non riuscì a convincermi del tutto, anche alla luce di quanto scoprii nei mesi a venire.

Di tanto in tanto Tania si chiude in bagno e dopo un po' sento uno strano rumore, una sorta di lamento metallico. Quando si fa la doccia mi lascia entrare tranquillamente, quindi per volere tenermi fuori deve fare qualcosa di incredibile, che non vuole farmi vedere per nulla al mondo.

Un giorno, decisa a scoprire l'arcano, quando l'ho vista preparare la boccettina di sali profumati, ho atteso che tornasse in camera da letto e mi sono andata a nascondere dietro il cestone della biancheria sporca, da dove avrei avuto un'ottima visuale.

Quanto scoprii quel giorno mi fece ripensare alle parole dell'anziano saggio, forse mi aveva preso in giro o forse non era saggio come pensavo e aveva sbagliato.

Dal mio nascondiglio, la vidi avvicinarsi alla vasca e con meraviglia notai che sulle gambe della capobranco c'erano moltissimi puntini neri, come sulle braccia. Quando li guardai meglio mi resi conto che erano peli nati da poco.

Avrei voluto studiarli meglio, ma si immerse nella vasca piena di acqua fumante, sali profumati e una quantità esagerata di schiuma.

Il mio sesto senso mi consigliò di non uscire allo scoperto, così mi sdraiai a terra e appoggiai la testa sulle zampe anteriori con lo sguardo rivolto verso la vasca.

La lunga attesa e il bel calduccio del piccolo bagno pieno di vapore mi conciliò il sonno, così, quando sentii il lamentoso rumore per poco non abbaiai rischiando di farmi scoprire.

Quando fui sicura di non essere stata notata, misi di poco fuori la testa dal mio nascondiglio e vidi una scena piuttosto inconsueta: Tania nel suo accappatoio blu, con un piede appoggiato sul bordo della vasca, prese tra le mani una strana scatola bianca che vibrava senza sosta e la passava continuamente sulla pelle della gamba sollevata. Era proprio quella scatola a emettere il misterioso rumore e, cosa ancor più prodigiosa, al suo passaggio i giovani peli, presenti poco prima, sparivano.

A quella vista inclinai la testa da un lato e poi dall'altro: non riuscivo a capire come ciò potesse avvenire.

Alla fine di quella strana operazione la sua pelle era tornata liscia e immacolata, dei peli non era rimasta nemmeno l'ombra.

Per quanto non voglia mettere in dubbio le parole del vecchio pastore tedesco, non posso fare a meno di pensare che un giorno assumerò la stessa postura e sembianze simili, forse diventerò io la capobranco. O forse quando si diventa capobranco si assumono quelle sembianze; in effetti tutti i capibranco che ho visto erano così.

Una cosa però è certa: non rinuncerò alla mia pelliccia, anzi un giorno nasconderò quella scatoletta demoniaca, così Tania tornerà ad essere ricoperta da un soffice manto di pelo, sono sicura che sarebbe molto più bella.

Con questi pensieri ogni tanto mi esercito a camminare sulle zampe posteriori, ma non ho grandi risultati.