Capitolo XIII: Minuetto.
SPOV
- Guardami, min älskling. – sussurrò contro le mie labbra –
Guardami negli occhi. –
Piano piano aprii gli occhi e, in quello stesso istante, la
sua bocca si posò sulla mia.
Fu un bacio casto, le sue labbra, così morbide, fredde e
sottili contro le mie, in una soffice e delicata carezza.
La luce riflessa rendeva i suoi capelli persino più biondi
del solito e l’azzurro cielo delle sue iridi mi sembrava brillasse come non
mai.
Mi persi nei suoi splendidi occhi per un lunghissimo istante.
Non era la prima volta che baciavo Eric, eppure si stava dimostrando
un’esperienza totalmente nuova, forse
più consapevole.
Sentii la mia bocca e la sua muoversi all’unisono, in un lento, armonioso movimento, e mi lasciai trasportare dalle sue labbra, fino a raggiungere un universo parallelo, in cui non c’erano fate, né streghe o vampiri, ma solo io ed Eric.
Io ed Eric. Le sue labbra e le mie.
- Ma che visione celestiale!!! – strillò all’improvviso
Hallow alle mie spalle.
Ma che diavolo…?!?!?
Staccai in un lampo le labbra da quelle del vampiro biondo,
con un filo d’imbarazzo, e cercai di scostare il volto per quanto fosse
possibile, date le catene che ancora mi ancoravano al suo corpo.
- Se voi due, teneri
piccioncini, avete finito di tubare, - continuò la donna con un tono che
definire ironico sarebbe un eufemismo - possiamo finalmente passare alle cose
serie… -
Non riuscivo a vederla dalla posizione nella quale mi
trovavo, eppure già l’inflessione del suo tono di voce mi aveva fatto presagire
il peggio.
Credetti di scorgere alcune persone che si muovevano alla mia
destra, ma non riuscii a vederle che con la coda dell’occhio.
Il vampiro, dal canto suo, era perfettamente immobile.
Credetemi,
il fatto che il petto sul quale avevo appoggiato l’orecchio non si muovesse di
un millimetro, per di più senza il suono di un cuore pulsante, in quel momento
non fece altro che aumentare la mia angoscia.
- Oh Sette Dei, io vi imploro! – urlò inaspettatamente
Hallow con quanto fiato aveva in gola.
In un baleno percepii una forte
sensazione di calore assalirmi.
In pochi secondi le fiamme divamparono
tutt’intorno a noi e istintivamente cominciai a strillare con tutte le mie
forze, tanto era il panico che mi aveva assalito alla vista del fuoco.
Le catene continuavano ad impedirci qualsiasi movimento, e
notai subito che, nonostante il dolore pazzesco che doveva provare, Eric stava di
nuovo tentando, in un gesto furioso e disperato, di spezzare le manette che gli
bloccavano mani e piedi.
Immediatamente mi sforzai
di mantenere la concentrazione su quelle fottutissime catene, e presi a
dimenarmi e divincolarmi con tutta la forza che ancora avevo in corpo. L’unico
risultato che ottenni furono delle pesanti, atroci e dolorosissime scottature che
mi incenerivano la pelle dalle spalle fino ai fianchi, rendendo ancora più
insopportabile l’immane calore del rogo che si stringeva sempre più a noi.
Mai avrei pensato che
sarei potuta finire così.
Io, Sookie Stackhouse,
cameriera mezza pazza di questa minuscola cittadina chiamata Bon Temps,
ex-vergine ventiseienne, che fino all’altro ieri viveva ancora con la nonna e non aveva mai messo il naso
fuori dalla porta.
Io, Sookie Stackhouse,
neo-fata-telepate, morirò bruciata viva per i folli rituali della mia bis-bis-bis-bis-bis-bis-bisnonna
fata-strega che odia fate e vampiri.
I miei pensieri cominciarono a vagare incontrollati, mentre
attorno a me le lingue di fuoco continuavano ad ardere alte, sfavillanti, come
vivessero di vita propria.
Non riuscivo a smettere di fissare il fuoco, forse
per un inconscia speranza di riuscire a spegnerlo con la forza della mia mente.
In fondo, sono una
fata-telepate, magari in punto di morte scoprirò di avere qualche altro
superpotere nascosto!, pensai, in preda ad un puro delirio.
Più che le fiamme, forse era il fumo, la nebbia e la cenere,
che mi soffocava e mi stordiva maggiormente. Potevo avvertire il calore
prendere possesso del mio corpo, e la mia pelle cominciava ad avvizzirsi, gradualmente
ma inesorabilmente.
Attorno a me continuavo a sentire delle voci. Ma erano suoni
confusi, distanti, e non riuscivo a distinguere le parole. Era come se il fuoco
mi avesse avvolto la mente, prima ancora che il corpo.
Ad un tratto mi sentii sfiorare la fronte.
- Sookie! Cazzo, Sookie, rispondimi! Dannazione! – mormorò
il vampiro biondo al quale ero fisicamente appiccicata.
Mi voltai a guardarlo. Il suo volto era rigato da una
lacrima di sangue.
Anche un vampiro
millenario come Eric Northman sente la pressione di una morte imminente, mi
sorpresi a pensare.
- Sookie! Maledizione, credevo di averti persa. –
- Eric…io… -
L’avevo visto in quello stato di disperazione solo una
volta, da quando l’avevo conosciuto: la morte di Godric.
Ripensai a Dallas e a
come, per la prima volta, avevo preso in considerazione il fatto che dietro
quell’arrogante corazza di vampiro vichingo millenario Eric Northman
nascondesse molto di più.
Lo guardai ancora, cercando di dimenticare le lingue di
fuoco che si avviluppavano alla mia carne sempre più ferocemente.
Non c’era più tempo. Non c’erano più parole da dire.
Mi avvicinai al suo volto con uno scatto. Le catene di ferro
mi strapparono almeno venti centimetri di pelle e un piccolo urlo.
Ma non importava.
- Baciami. – dissi in un soffio.
Un ultimo bacio, ti
prego!
I suoi occhi si riempirono di una nuova ondata di sangue,
eppure il vampiro non disse una parola.
Non ce n’era bisogno.
Mi scostai leggermente, sorprendendolo per un attimo, e
piano piano gli sfiorai il naso, per poi avvicinare la mia bocca al suo viso,
per lambire con le labbra quella lacrima di sangue che ancora solcava la sua
guancia destra.
Lo guardai dritto negli occhi, come se avessi voluto
naufragare per l’ultima volta in quello splendido azzurro che avevo sognato
così a lungo nell’ultimo anno e mezzo e che non avrei rivisto mai più, e in un
lampo la sua bocca fu sulla mia, con l’urgenza e la foga della disperazione.
L’ultimo bacio.
Dischiusi le labbra, permettendo al vampiro biondo di
baciarmi con maggiore intensità, lasciando che le nostre lingue s’incontrassero
e si rincorressero in una danza sensuale ed impetuosa.
Oh Eric baciami. Baciami
ancora, e ancora, e ancora. Vorrei che questo bacio durasse per sempre.
La mia temperatura corporea si stava impennando
costantemente. Forse le fiamme, forse il calore prorompente, straripante, che
dal centro della mia intimità si stava irradiando in tutte le parti del mio
corpo.
Per un attimo, dimenticai tutto ciò che ci circondava e mi
donai a lui. Completamente.
Oh Eric, divorami. Lascia
che mi nutra di te, che mi sazi di te. Voglio perdermi in te, fino alla fine.
I suoi baci diventarono sempre più
intensi, caldi,
avvolgenti. Poi, quando avvertii i suoi canini estendersi al passaggio
della mia lingua, maledissi Hallow, le streghe e le dannatissime catene.
Senza alcun tentennamento, mi soffermai con la lingua al di
sopra dei suoi canini, lasciando che il sangue colasse dal piccolo taglio che
io stessa mi ero procurata.
Sono tua…
Il sapore metallico del mio sangue si riversava copiosamente
all’interno delle nostre bocche.
Sempre tua…
D’istinto gli morsi il labbro inferiore, in modo delicato ma
passionale ed il mio sangue ed il suo si mescolarono insieme in un’unione
perfetta.
Sapevo fin troppo bene qual era
l’effetto del sangue sui vampiri, e della sua strettissima
correlazione con la sessualità, ma non avrei mai immaginato che
anch'io sarei stata travolta da questo mix di piacere ed eccitazione dilagante.
Cento, mille volte
tua…
Il nostro sangue aveva un sapore metallico,
dolciastro, delicato, straordinario e stupefacente allo stesso tempo ed
una imprevista brama di sangue e lussuria mi assalì in un modo
che non mi sarei mai aspettata.
Insistetti nello stuzzicare i suoi canini, in maniera tale che il
sangue continuasse a scorrere dai piccoli tagli sulla mia lingua,
mentre lasciavo che il suo sangue continuasse a sgorgare dal suo labbro
inferiore. Solo poco dopo, percepii chiara e forte la sua abbondante
virilità premere contro il
mio ventre ed ero sicura che anche lui era in grado di distinguere con
precisione l’odore della mia eccitazione crescente. In quel
preciso istante, mi resi conto che la più potente
scarica di energia che avessi mai avvertito stava attraversando il mio
corpo da
parte a parte. Ondate di calore si alternavano a scariche
d’energia, sensazioni
di piacere estremo, valanghe di eccitazione.
Con mia grande sorpresa mi accorsi che ero in grado
di avvertire chiaramente gli effetti del blood bond: insieme alle mie
emozioni, potevo percepire con precisione tutte quelle del vampiro.
Eccitazione,
paura, rabbia, disperazione, affetto, istinto di
protezione…amore?
Senza mai smettere di baciarlo, guardai il vichingo dritto negli occhi e un improvviso, immenso orgasmo mi colse del tutto impreparata, mentre l’enorme energia che avevo individuato poco prima si sprigionava dal mio corpo in un lampo, come se un fulmine avesse trapassato le mie membra.
Non riuscii subito a capire ciò che accadde in quel momento.
Sentii tutte le mie forze separarsi dal mio corpo e la mia mente svuotarsi all'improvviso di ogni mio pensiero.
Con il fisico e la mente completamente esausti e privi di qualunque difesa, non riuscii ad impedire che i pensieri di tutti gli umani
presenti nella stanza mi travolgessero.
Anche il fuoco era scomparso, ma anche di questo non
m’importava minimamente, tanto ero stremata .
L’ultima cosa che riuscii a vedere tra i fumi che ancora mi circondavano, prima di crollare
definitivamente, fu Eric che stringeva il collo di Hallow.
Poi le forze mi lasciarono del tutto e mi abbandonai all’oscurità.