Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Marguerite Tyreen    08/09/2011    9 recensioni
Francesca, trent’anni, insegnante d’inglese, continua a sfuggire dal fantasma del suo ex, Enrico, tra i compiti da correggere, i disastri della collega Emma e qualche buon caffé al “James Joyce Irish Pub” di Sean. Le cose si complicano quando Enrico, bello quanto egoista, torna da lei, dopo mesi di promesse e illusioni, con il proposito di riconquistarla. Ma se Francesca per orgoglio non vorrebbe mai ammettere con l’ex di essere rimasta single aspettandolo vanamente e Sean avesse bisogno di una finta fidanzata da presentare al matrimonio del fratello in Irlanda, cosa potrebbe accadere? Può la magica Isola di Smeraldo far vibrare corde dell’animo di cui nemmeno si conosceva l’esistenza?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mie carissime,
non ho voluto farvi aspettare troppo per l’epilogo, anche perché ormai come si sia conclusa la storia si è capito ^^
Non sapete quanto sia triste di essere arrivata alla fine di questa avventura, ma posso dire di essere stata davvero fortunata a trovare voi come compagne di viaggio. Vi ringrazio per tutte le volte che, privatamente o pubblicamente, mi avete fatto sapere la vostra, avete trattenuto il fiato oppure gioito, vi siete arrabbiate o immalinconite, assieme a questi personaggi. Ma vi ringrazio soprattutto per l’accoglienza calorosa e il costante affetto che avete rivolto a questo mio piccolo esperimento, nato per gioco. Senza di voi non penso sarebbe stato possibile, per me, arrivare dove siamo giunte e cioè al finale.
Mi scuso per i ritardi, per le volte che sembrava vi avessi abbandonate, per i passaggi noiosi: credetemi, non l’ho fatto apposta.
E, se per caso fossi riuscita a farvi passare qualche ora piacevole con le mie parole, sarebbe davvero la più bella delle soddisfazioni!
Vi abbraccio tutte quante, una per una, vi ringrazio e vi mando un bacione, assieme a Fran, Sean e tutti gli altri.
Grazie di tutto,
sempre vostra
Marguerite.
P.S. Ovviamente siete tutte invitate al matrimonio di Sean e Fran, come damigelle d'onore ;)




Imprevisti d'amore

 
EPILOGO: Un leprechaun che fischia, James Joyce e qualche certezza

 
 
“ Galway Bay, 12 gennaio 2010
 
Emma e Giulia adorate,
Come vanno le cose a Padova? È qualche settimana che non ci sentiamo, ma spero che nulla sia cambiato dall’ultima volta e che nemmeno il più modesto fastidio sia venuto a turbare la vostra quiete fatta di piccole gioie e di grande amore.
Qui tutto procede, al solito, magnificamente. Sono stati giorni un po’burrascosi per via del trasloco: ci siamo trasferiti definitivamente a casa di Mik e Sinead, perché alla fine siamo diventati tutti una grande famiglia e non riuscivamo a sopportare la distanza, seppure di qualche chilometro.
Vi manderò le foto della vista al tramonto dal nostro terrazzo, così vi innamorerete di Galway e verrete a trovarci presto.
Nel frattempo, il 4 dicembre è nato il bambino: è maschio, come perfettamente pronosticato da Fiona, e si chiama come nonno Malachy. Ma soprattutto, è in salute. Mangia come un vitellino, ma nessuno se ne stupisce: se ha preso da Sinead!
Lei è bellissima, la maternità le fa bene, anche se non vede l’ora di tornare al lavoro. Possibile che quella benedetta ragazza non riesca a star ferma un minuto?
A proposito, Sean ha preso il suo posto nell’azienda. Per quanto continui a negarlo, ha sempre avuto naso per il whisky ed era la persona che, alla produzione, cercavano da anni, dato che Mik si occupa soltanto della contabilità.
La sua vena patriottica è maturata, direi. Diciamo che ha fatto convergere il suo amore per Erin e quello dell’insegnamento, aprendo un centro per la promozione della cultura e della storia irlandese. Devi vederlo, ogni sabato pomeriggio, circondato dai bambini, mentre racconta leggende sui leprechaun!
Per quanto riguarda me, ho trovato anch’io un posto alla distilleria O’Brien: grazie alla conoscenza delle lingue intrattengo le pubbliche relazioni con l’estero, pensate un po’! Poi, nel tempo “libero” e visto che mi mancava l’insegnamento, abbiamo avuto l’idea di allestire un doposcuola per i figli dei dipendenti: così mi ritrovo ancora circondata di compiti, panico da interrogazioni del giorno dopo e di tutto il resto che ben sapete.
Non mi manca il tempo di scrivere: già, perché ho ripreso a scrivere, da quando sto con Sean. Ho in mente un romanzetto semi-biografico su noi due. Dite che la nostra storia non sia talmente stramba da essere raccontata? E un progetto più serio: raccogliere finalmente i ricordi di Fiona, di Liam e Kathleen, prima che vengano dispersi col tempo. E sì, anche una biografia della dinastia O’Brien, soffermandomi soprattutto su Malachy, che già si pavoneggia.
Emma, Giulia, non sapete quanto sia felice! Ci amiamo ed è la cosa più importante che vi scrivo in questa mail, al di là di tutte le chiacchiere che sono precedute.
Emma, senza di te penso davvero che quel giorno non sarei corsa alla stazione come una pazza, che non avrei acchiappato il primo aereo per Galway coi soli vestiti che avevo addosso, che adesso non sarei qui. E non finirò mai di ringraziarti per questo.
Un’ultima notizia, che vi darò con sufficiente anticipo: io e Sean ci sposiamo, il 28 settembre prossimo.
E voi – no, non protestate! – sarete le mie testimoni. E vi vestirete con abiti tradizionali irlandesi, saltellando come allegri leprechaun fra arpe di gesso e trifogli di plastica.
Sì, me le sto immaginando le vostre facce. Tu, Giulia, sempre così seria ed elegante. E tu, Emma, che ti lamenti di aver preso qualche chilo di troppo.
Ma non venite a settembre, venite prima, magari: per Pasqua o per San Patrizio.
Non vedo l’ora di riabbracciarvi!!!
Vi bacio, per adesso solo virtualmente, in attesa di poter fare di meglio.
La vostra Fran.”
 
Premette con la freccetta del mouse il tasto di invio, prima di scendere di sotto.
- Sean! Ecco, ho avvisato anche… Sean, dove sei?
Sinead, in salotto, cullava il piccolo Malachy jr., che proprio non voleva saperne di ascoltare la mamma e la nonna chiacchierare e si era messo a piangere come un demonio.
- Sean è andato alla baia, assieme a Mik e a loro padre.
- Con questo freddo?
Fiona rise: - Sai com’è, bambina, da quando hanno saputo che volete sposarvi, lo stanno assillando con mille raccomandazioni e consigli, povero Sean. I soliti discorsi da maschi… - scherzò, arricciando il naso.
- Vai, vai da zia Fran. – Sinead le passò il bambino – Ma si può sapere perché con te sta buono?
Il piccolo Malachy aveva preso a guardarsi le manine, con espressione beata.
- Non lo so. Ma che abbia fame?
- Ragazze, lo farete scoppiare, amore di nonna! Vieni, vieni da nonna Fiona… il mio piccolo passerotto bellino bellò! Il mio meravigliosamente meraviglioso piccolo leprechaun!
- Fiona, non è un gran complimento… - la punzecchiò affettuosamente Sinead.
- Quando sarò grande diventerò bello come il nonno. – gli disse Fran, facendogli il solletico sul pancino.
- Per carità, speriamo di no!
- Ma come, Fiona, dopo che l’hai sposato! Povero Malachy…
- A proposito di Malachy, Fran: fai un favore al tuo fidanzato. Salvalo da quei due, da mio marito, soprattutto, da già che sei in tempo.
- Vado. – s’infilò il cappotto e prese il viale che dalla villa portava alla Galway Bay.
 
 
- Cara Francesca, vuoi sfidare anche tu il pessimo clima irlandese, a quanto pare. – il vecchio O’Brien si aggiustò la sciarpa attorno al collo – Io non ho più l’età per queste passeggiate invernali. Mamma mia, le mie povere ossa… Improvvisamente mi è venuto un freddo! Non è vero, Mik?
- Beh, dai, papà: non si sta poi tanto male.
- Invece è freddissimo. Freddissimo! Avanti, muoviti, abbiamo molte cose di cui parlare.
- Quali…
- Molte cose, fidati. – prese il figlio sottobraccio e li lasciò soli.
Fran non riuscì a trattenere una risata: - Sean, lo sai che sono pazzamente innamorata di tuo padre, quando fa queste cose…
- Devo cominciare ad essere geloso?
- Oh, assolutamente!
- Mi cercavi, Fran?
- Sì, volevo dirti che ho avvisato le ragazze. Non abbiamo che da aspettare la loro risposta. Ma sei davvero sicuro che il nostro matrimonio debba davvero essere un’altra cerimonia tradizionale?
- Io no, ma conosci la mamma. Poi, francamente, Fran: io voglio sposare te e che ci sia attorno a noi il nulla più assoluto o tremila arpe alte sei metri, ecco, quello è tutto secondario.
Il claddagh deve esserci, però. E questa volta deve essere un claddagh serio.
Lei guardò quello che ancora portava al dito, ormai da mesi: - A questo ci sono affezionata: è stato l’inizio di tutto, da quella sera al “Joyce”, con i piattini e tutto il resto. Alla fine aveva ragione lui, come sempre.
- Lui chi?
- James Joyce, of course. I miei studenti mi avevano pronosticato che mi sarei sposata entro l’anno. Sforiamo di tre mesi, ma non mi sembra un grosso guaio.
- Dunque è un’altra certezza: James Joyce ha sempre ragione. Quindi sono diventate tre.
- Quattro. – precisò lei, con un sorriso.
- Come quattro? – prese a contare – Il burro e il whisky sono una cosa sola. Il leprechaun che fischia. E Joyce.
- Dimentichi un certo Sean O’Brien. Tu sei la mia certezza, quella più importante. – appoggiò la propria fronte alla sua, per guardarlo a lungo negli occhi, prima di sfiorargli le labbra con un bacio.
Lui le passò un braccio attorno alla vita, tenendola stretta, mentre guardavano il tramonto arrossare la distesa d’acqua: - E tu ed Erin siete le mie.
Francesca era partita dall’Italia con solo due certezze: che il leprechaun di ceramica fischiava ad ogni passaggio e che quello che non si cura col burro o col whisky non si cura affatto.
Ora era in Irlanda e, di certezze, ne aveva quattro, di cui una talmente tanto vicina da poter sentire il suo respiro fondersi col proprio.
Aveva trovato la propria casa, nel verde dei prati e nel blu del mare. Aveva trovato se stessa ed il suo cuore, nel fondo della baia.
Il suo cuore, che aveva donato a Sean O’Brien, il quale non glielo aveva ancora restituito. E, in tutta onestà, lei non aveva alcuna intenzione di riprenderselo, ora.
Ora, mentre il sole tramontava ancora una volta sulla Galway Bay.

 
 
Fine
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Marguerite Tyreen