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Autore: Wendy Wed    08/09/2011    2 recensioni
Personaggi della storia: PANTERA.
Era il sette di dicembre del 2004 e faceva piuttosto freddo fuori.
Eravamo saliti in macchina e ci eravamo diretti verso l’aeroporto di Dallas, dove ci aspettavano tutti gli altri.
“Ciao Piccola Darry!” aveva esclamato mio zio vedendomi arrivare. Mi aveva dato quel soprannome quel fantastico giorno in cui mi aveva regalato la chitarra.
Aveva detto che sarei diventata una piccola Diamond Darrell.. ed è esattamente quello che sognavo di diventare.
“Ciao zio!” avevo esclamato andando ad abbracciare uno degli uomini della mia vita. Lo era davvero.
Era il mio idolo, l’uomo a cui mi ero ispirata per progettare il mio futuro, l’uomo che mi aveva aperto la strada a ciò che avrei voluto diventare, l’uomo che mi avrebbe aperto altre mille strade...
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Chapter One - We'll Meet Again

 

 

”.. e alla voce la nostra Wendy Darry Abbott!” esclama nel microfono Brandon, il mio chitarrista, al mio fianco.

Odio quando la gente mi chiama con il mio nome intero.. non amo sbandierare in giro il mio nome, per vari motivi

che elencherò più avanti.. ma alla fine evito di guardare male Brandon, alla fine ormai il danno è stato fatto.

E nemmeno un danno stratosferico in fondo.. cioè, per fortuna ha detto Wendy e non Wednesday.

Già, è così. Mi chiamo Wednesday, come la ragazzina della famiglia Adams e come il quarto giorno della settimana (ndA. In America i giorni si iniziano a contare dalla Domenica).. i miei genitori sono tipi piuttosto originali, specialmente mio padre e, nonostante per un periodo io li abbia detestati per questa scelta, ha iniziato a piacermi il mio nome. Era unico, e mi rappresentava.  La gente sotto il nostro palco inizia a saltare e gridare esaltata. Non sono in tanti, saranno una sessantina, ma il locale è piuttosto piccolo perciò sembrano il doppio di quanti siano in realtà.

 Non avevo mai avuto così tanto audience da quando ho lasciato il Texas.

Per volere di mia madre ovviamente.

Lei e mio padre si sono separati più o meno sei anni fa e siccome lei è dell’Alabama, è tornata nel suo stato, nella sua città, dai suoi parenti costringendomi ad andare con lei a Tuscaloosa, facendomi mollare tutto, incluso mio padre.

Soprattutto mio padre.

E nonostante io non abbia mai amato profondamente né il Texas né Abilene (dove sono cresciuta) devo ammettere che Tuscaloosa fa proprio schifo. Volendo potrebbe anche essere vivibile.. ma, detto sinceramente, senza mio padre e la mia vecchia vita, fa tutto un po’ schifo: dalla casa in cui vivo, dalla scuola che frequento, dalla gente che vi si trova all’interno, dalla gente che si ostina a voler essere amica mia quando io non ne ho intenzione fino ad arrivare alla vita che faccio con mia madre.

No, non mi sta simpatica mia madre se proprio volete saperlo.. dipende dai giorni. Ma sono più i giorni in cui non la sopporto che i giorni in cui la vedo di buon occhio.

 

 

E’ una donna con un po’ troppa stima di se stessa, crede di essere una gran gnocca e forse questa cosa compensa un qualcosa visto che ogni tanto arriva a casa con nuovi strani fidanzati che scarica dopo poco tempo.

Non che sia una brutta donna, anzi, è molto attraente per l’altro sesso: bionda tinta, alta, occhi chiari, seno prosperoso, abbastanza magra e look un po’ appariscente... però viene penalizzata dal fatto che sa di essere bella, se ne convince e se ne approfitta. E purtroppo viene più vista come una donna oggetto che come una madre. Probabilmente è stato questo a permetterle di conquistare mio padre nei lontani anni 80.. ma non ci giurerei, conosco mio padre e avrebbe accettato una donna oggetto solo per una cosa da una botta e via. Di donne così ne ha avute a quantità industriali.. ma non di certo per metter su famiglia.

Continuo da anni a ripetere a mia madre che lasciare mio padre è stato un errore madornale e che non troverà mai un altro uomo come lui, ma lei non mi ascolta mai. Anzi, spesso elogia gli uomini che si porta a letto sottolineandone qualità che a sua detta ‘mio padre non aveva’.  Se lo dice lei.

Oltretutto a lei non importa un fico di quello che faccio, delle persone con cui esco e soprattutto se mi piace o no vivere in una città con un nome così assurdo.

Per questo motivo la mia vita consiste in un'apparente routine (faccio credere a mia madre che sia così, tanto non le verrebbe mai in mente di interessarsi e capire se sto dicendo bugie):  vado a scuola, torno a casa, studio, lei torna dal lavoro tardi, si cambia ed esce di nuovo per poi tornare tipo all'una di notte.

Diciamo che ho imparato l'arte del vivere da sola a 14 anni, perché gira e rigira in casa ci sono solo io.

All'inizio era un po' deprimente e ci rimanevo piuttosto male ogni volta che mia madre se ne andava a divertirsi lasciandomi sola... poi ho iniziato ad approfittarmene e ad invitare a casa i pochi amici che mi sono fatta a scuola.. oppure qualche ragazzo.

 

Ho decisamente un rapporto migliore con mio padre.. lui ha sempre dato il massimo per me. A causa del suo lavoro non ha mai avuto molto tempo da passare con sua figlia, ma ogni giorno cercava di farmi capire quanto mi amasse e quanto tenesse a me. Nonostante il suo lavoro lo impegnasse, lui era presente al mio primo giorno di scuola, alla mia maturità dell’anno scorso, al mio primo concerto, dopo il mio primo appuntamento con un ragazzo.. momenti che (spesso e) volentieri mia madre si è persa.

Mio papà mi ha avvicinata al mondo della musica, mi ha insegnato a suonare la batteria, suo fratello mi insegnò a suonare la chitarra, che all’età di sei anni ho deciso essere lo strumento della mia vita oltre al canto.

Quando mi sono trasferita, anche se non molto lontano, è stato atroce abbandonare mio padre, ma purtroppo non ho potuto fare altrimenti, avevo 14 anni e lui per motivi di lavoro non avrebbe potuto essere a casa per prendersi cura di me, perciò sono stata costretta a vivere con mia madre.

Sono nata a Dallas in Texas ma ho vissuto ad Abilene fino a pochi anni fa. Come ho già detto, non amo molto il Texas..sono tutti fissati con la loro idea politica repubblicana (e talvolta anche razzista), In God We Trust, la guerra è giusta solo se la facciamo noi, viva gli americani, il popolo più fico etc etc.

Non mi sono mai vista molto in questo pensiero e ho sempre cercato di distaccarmi, nonostante nella mia famiglia fossero più o meno tutti così.. soprattutto mio padre e mio zio. Ma non sto dicendo che l’Alabama sia meglio. Questo mai.

 

 

“Il prossimo pezzo è un pezzo strumentale scritto dalla nostra cantante.. che in questo momento sarà anche la nostra chitarrista solista” esclama Brandon

Il pubblico esplode e vedo un gruppo di ragazzi della band che suonerà dopo di noi fissarmi in modo curioso.

In effetti stasera sono l’unica donna presente e nella sfera metal sono ben poche le ragazze che fanno parte di una band.. soprattutto come chitarriste.

Stasera, per la prima volta, da quando non vivo più in Texas, mi sento apprezzata per quello che faccio. Con la mia band (composta dai pochi amici conosciuti a scuola di cui ho parlato prima) mi sento davvero me stessa, sento di poter dare il meglio di me e di poter trasmettere a tutti quanti quello che so fare, quello che provo suonando e quello che mi è stato insegnato.

Mi sposto verso la tenda che porta nel piccolo backstage che ci hanno riservato, prendo la mia chitarra, la collego all’amplificatore, regolo i volumi e ritorno davanti al microfono.

“Questa canzone” inizio “volevo dedicarla ad una persona importante, che ha significato moltissimo per me: Dimebag Darrel, che mi ha insegnato tutto ciò che so fare con questa.” indico la chitarra.

La folla grida e esulta al sentire il nome di uno dei chitarristi più amati del metal, del chitarrista che, nel suo piccolo, ha fatto la storia, del chitarrista di una grandiosa band, i Pantera. Il nome di mio zio.

I miei compagni iniziano a suonare e dopo qualche secondo li seguo anch’io.

Sfioro le corde ed ecco che nella mia testa si insinuano milioni di immagini del mio passato.. con due delle persone più importanti della mia vita.

 

In another lifetime 
She'll take another man 
She's left me here to die! 
Its killing me again!!!!!!!!!! 

GOODBYE MYSTERY 
GOODBYE PAIN 
GOODBYE LOVE 
WE'LL MEET AGAIN 

 

(We'll meet again - Pantera)

 

 

 

Hello people. Primo capitolo di una storia nuova. Spero vi piaccia e che continuerete a leggerla :D

Wendy
 

  
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