Of Broken Hearts And Twisted Minds
#04 – Storia
La sua non è una storia felice; non lo sarebbe stata neppure se i petali rosa
fossero divenuti candidi, né se il sorriso perduto di Hokuto avesse continuato
a splendere tra le luci di Tokyo – no: la sua non è una storia felice, poiché
le radici di un albero più grande di lui – il
suo cuore – l’hanno avviluppato in un solo istante d’amore, e lui s’è fatto
trascinare sotto terra.
#30 – Legame
Il loro legame somigliava ad una fiaba: erano vincolati da un patto antico,
come nella più leggendaria delle fiabe; erano uniti da una scadenza già
fissata, come nella più classica delle fiabe; erano legati da un amore vestito
di velluto rosso sangue, come nella più macabra delle fiabe.
#40 – Labbra
Un’espressione interdetta – poi, un sorriso, attraversato da una sfumatura di
curiosità, curvatosi in una crudele inflessione dolciastra, si dipinse su
quelle labbra: “Perciò, oggi… ti lascerò andare”.
#47 – Candore
Subaru somigliava ad un candido fiocco di neve: volteggiava nel cielo insieme a
tante altre anime, curandosi di più di cosa sarebbe successo al suo arrivo al
suolo – avrebbe forse fatto del male a
qualcuno, cadendo? – che del suo viaggio in sé; e poi cadde infine, ma non
toccò terra, posandosi lievemente su un petalo di ciliegio – e lì riposò,
finché la neve d’un tratto si sciolse e il suo candore scomparve.
#23 – Silenzi
Tra le avances di Seishiro e i borbottii imbarazzati di Subaru non c’era molto spazio
per lunghi silenzi, tra di loro: solo chiacchiere a vuoto.
#28 – Dita
Chiuse gli occhi, accartocciato sul lenzuolo sfatto; a contatto col letto, gli
stessi vestiti del giorno passato, e del giorno prima, e del giorno prima
ancora; oltre le palpebre, l’immagine tremolante di un assassino; tra le dita,
i resti di una Mild Seven, stretti un po’ per inerzia, un po’ per doloroso
vuoto ed un po’ per malsano amore.
#13 – Passi
Aveva ascoltato ogni sua parola, l’aveva rassicurato per ogni suo senso di
colpa, e se forse aveva pensato che avesse sbagliato a mentire a quella donna –
quella donna con lo sguardo incavato nel
dolore e la testa d’un cane tra le braccia -, non gliel’aveva detto – gli
era stato accanto; ma quando Subaru s’addormentò, i passi che condussero
Seishiro fuori dalla stanza furono atoni, senza dolcezza né comprensione.
#31 – Erba
Subaru aveva grandi, innocenti occhi color dell’erba; quel giorno si
spalancarono, e splendettero di stupore, quando lacrime simili a gocce di
rugiada gli rigarono il volto – “Mi sono innamorato di Seishiro”.
#05 – Tempo
Il tempo si spezzava e si riavvolgeva e si spezzava di nuovo e ancora una volta
si riavvolgeva, con un cigolio agghiacciante; ed ogni volta mostrava un
particolare in più – un cadavere, una
parola - , e quando infine si ruppe e mostrò la verità nella sua interezza,
allora tutto riprese a scorrere oltre il filtro delle lacrime e dei calci – e poi,
d’improvviso, ogni cosa scomparve ed un ultimo pensiero si congelò nel tempo: l’aveva amato.
#20 – Eros
“E se è l’Amore a volerlo, non sarò io a ostacolare la vostra unione! Anzi,
comporrò per voi una canzone, un poema… no, un manga! E la mia mano sarà
guidata dalla forza dell’Amore! Perciò, vi domando: vuoi tu, Subaru Sumeragi,
accettare il Fato che l’Amore ti ha imposto e affidare la tua vita--” –
“Hokuto-chan, è pronto a tavola!”
#17 – Mortale
Le sue mani, tremanti, strinsero convulsamente il corpo di Seishiro; ed attorno
a loro il ponte cominciò a crollare, come un sipario che si chiude al termine
di un amore mortale.
#22 – Tocco
Subaru sfiorò con le labbra il marchio dei Sakurazukamori e, in lontananza, risuonarono
le ultime parole di ogni vittima, risuonò lo stridio dei muscoli spezzati, dei
petti perforati, risuonò il richiamo assetato di ogni ciliegio che, maestoso,
elevava la sua macabra potenza al cielo – e risuonò, infine, dopo sedici anni, il
lieve tocco di altre labbra su quella stessa mano.
#34 – Rossore
Una battuta di Hokuto – “Seishiro-san, impegnati! L’amore si conquista con
l’impegno!” -, una risata di Seishiro e l’imbarazzato rossore sulle guance di
Subaru… Era in quei momenti di quotidianità che Hokuto, nonostante i suoi
presentimenti, credeva che anche a Tokyo, anche per loro, potesse davvero esistere la serenità.
#43 – Ferita
Nel tentativo di cancellare Seishiro dal suo cuore, aveva provato a uccidere le
proprie ferite col tempo, ma il tempo aveva ucciso lui, lasciando fiorire ogni
dolore – ogni ricordo - fino a fargli comprendere quale fosse, realmente, il
suo desiderio.
#42 – Ritorno
Ritorna, Subaru, ritorna col pensiero alle parole che lui ti disse quel giorno
- "Donare una parte del tuo corpo a qualcuno è come far vivere una parte
di te in quella persona" - e poi impiantati quell'occhio e vivi ancora una
volta, vivi per lui; vivi con lui.
#12 – Stirpe
La stirpe dei Sumeragi aveva bisogno di un erede; quando Lady Sumeragi fece
sposare il nipote, con un solo sospiro, per un solo momento, sperò che Subaru potesse
riscoprire in sé la capacità di amare – ma sperò vanamente.
#46 – Volto
Quando dalle labbra di Hokuto volarono via in un soffio le sue ultime parole -
"Ma non c'è nessuno a cui non sia concesso di amare" -, Seishiro
smise, per un istante, di sorridere, e sul suo volto si dipinse un’espressione
colpita ed attenta.
#49 – Incisione
Non appena, dopo sette anni, Seishiro vide l'incisione bruciante sotto il velo
d'un guanto nero, si trovò ad essere nuovamente incuriosito: il suo gioco era
iniziato.
#07 – Tradimento
Subaru aveva concluso un altro lavoro: si trattava di una ragazza, tradita,
violentata e massacrata dall’uomo che amava; pronunciò le ultime parole, lasciò
viaggiare in pace il suo fantasma; e poi, incamminandosi per la via della
desolazione - “Le persone tradiscono
altre persone. Succede tutti i giorni, qui a Tokyo” -, si accese un’altra
sigaretta.
#14 – Rito
Il rito di successione dei Sakurazukamori fu breve, più breve della caduta al
suolo d’un petalo di ciliegio; ma le parole che quell’atto incorniciò – “Tu morirai come me, ucciso dalla persona
che ami” – rimasero vive, fluttuanti nell’aria, fino a quando il rito venne
ripetuto.
#41 – Pensiero
Era stato un pensiero improvviso, inatteso, eppure profondamente vero,
sfrecciato dalle parole altrui con la velocità d’una stella cadente – e Subaru,
colpito, si era ritrovato a piangere.
#27 – Inebriare
La prima volta che aveva preso in mano una sigaretta, tentando, con un soffio,
di lasciarsi inebriare dal fumo, era riuscito solo a tossire pateticamente; da
qualche parte, lontano, nella sua mente, Seishiro lo osservò, con lo stesso
sguardo indifferente dell’ultima volta.
#37 – Fautore
Hokuto li aveva incoraggiati fin dal primo giorno, ma aveva compreso solo dopo
che il Fato l’aveva resa fautrice di una tragedia.
#32 – Sembianze
Quell’uomo non era Seishiro: indubbiamente, ne aveva solo le sembianze; eppure,
quando lo colpì allo stomaco con un calcio – con il suo calcio -, per qualche motivo, il dolore fu lo stesso.
#19 – Giardino
Per quante notti aveva ricordato, con confusione, quel giardino: quell’erba,
quei petali rosa, quel ciliegio imponente e raggelante, e quel ragazzo… e per quante notti ancora dovrà ricordarlo,
privo ormai dell’annebbiamento, ma avvolto da lucido, doloroso amore.
#25 – Calore
Fu solo in punto di morte che Seishiro, per un effimero istante, credette di
sentire, nel calore amaro del sangue e delle (sue) lacrime, una fragile, infinita dolcezza.
#03 – Spirito
“Solo il Sakurazukamori può renderti felice; non è così?”; e ancora una volta,
per lui e per lui soltanto, qualcosa rimbombò in ogni anfratto del suo spirito
– “Sì.”
#48 – Vino
“Da dove viene?” - “Da Tokyo.” – “E’
piuttosto lontano! Viaggia da solo? Mi sembra giovane.” – “Ho vent’anni. Può
servirmi, per piacere?” – “Oh, ehm. Certamente. Cosa desidera?” – “Del vino.
Solo del vino, una sigaretta e quel tavolo. Laggiù… quello accanto al
ciliegio.” – “Come desidera”.
#02 – Orgoglio
La certezza di avere sempre un certo controllo su Subaru appagava spesso e non
poco il suo orgoglio; così, quando si accorse di non essere a conoscenza del
suo desiderio, rimase stupito e, a lungo, infastidito.
#50 – Lanterna
Subaru era stato, per Kamui, come una lanterna nell’oscurità della sua mente:
forte abbastanza da illuminarlo, da sorreggerlo, da salvarlo, quasi; ma lo
sapeva bene - ad un solo soffio di Seishiro, con un tremolio, si sarebbe
spento.
#06 – Guerra
“E qui che cosa c’era?” – “Il Rainbow Bridge. E’ crollato anni fa. Esploso in
mille pezzi.” – “Oh. Ci fu una guerra?” – “No. Ci fu un amore.”
#08 – Sentore
Il sentore che gli stesse per accadere qualcosa di inaspettato, di doloroso, di
fatale, non l’aveva colto neppure per
un istante – e gli bastò un istante per rimanerne atterrito.
#09 – Giovinezza
Seishiro aveva passato la sua giovinezza uccidendo anime altrui, Subaru
distruggendo la propria; ma in età adulta, fu Seishiro a distruggere se stesso,
lasciando Subaru a sacrificare vite al sakura.
#10 – Orme
I petali di ciliegio caddero sul terreno, appoggiandosi sulle impronte lasciate
dal passaggio del nuovo Sakurazukamori; le coprirono con devozione, accogliendo
il loro padrone e spazzando via anche le ultime orme del Subaru che, un tempo, era
esistito.
#29 – Nostalgia
Lady Sumeragi, talvolta, ne udiva notizie: di un uomo avviluppato nella sua
indifferenza; di un altro, perso nel malsano tripudio del suo amore - di due
destini che, in fondo, dovevano ancora incrociarsi; e quando accadeva, le
capitava di provare nostalgia per i giorni lontani in cui sotto l’ombra dei
ciliegi non s’era perso nessuno.
#11 – Preda
Nella dolce sensualità con la quale Seishiro gli sfiorava le mani ricoperte dai
guanti neri, risuonava il preciso, infallibile colpo della pallottola d’un
cacciatore che spara alla sua preda.
#45 – Furore
Non c’era mai rabbia, mai odio, mai furia, nei suoi omicidi: Seishiro uccideva
con un sorriso; con un sorriso uccise Setsuka, con un sorriso uccise Hokuto;
con un ultimo sorriso, infine, uccise se stesso e Subaru, e nell’andarsene ne lasciò a lui solo il ricordo.
#44 – Confine
Quella sera, Subaru oltrepassò la soglia di casa bagnato fino alle ossa, senza
l’ombra di un sorriso sul volto, mentre le immagini di quella donna, quella bambina
e la testa di quel cane roteavano incessanti nella sua mente; ma quando fu al
sicuro, oltre quel confine, trovò in Seishiro, per la prima volta, l’unica cura
al suo sconforto.
#35 – Possesso
In vita, aveva perso un occhio per lui, in nome di nulla se non di vuote bugie;
oltre la morte, per lui ne perse un altro, in nome di nulla se non del mero
possesso; era forse questo, per Seishiro, l’amore?
#39 – Fato
La loro lotta per quella Terra era stata predestinata, così dicevano; ma quel
Destino, su di loro, non aveva potere: loro erano,
inevitabilmente, il Fato, l’uno per l’altro.
#36 – Crepuscolo
Il cielo di Tokyo, appena dopo il tramonto, illuminava di luce rossa i petali
di ogni ciliegio, facendoli sanguinare; da bambino, Subaru, osservandoli così
agonizzanti, aveva provato l’impulso di curarli, soffrendo per loro; in quel
momento, invece, si limitò a guardarli, soffrendo con loro.
#38 – Sfrontatezza
Un velo di amara dolcezza, un accenno di divertita sfrontatezza, e qualcos’altro…
qualcos’altro… Fu solo dopo tanti, tanti anni che Subaru riuscì a comprendere
cosa ci fosse, nell’ultimo sorriso di Seishiro; fu solo un istante: solo un
ennesimo ricordo: poi morì.
#21 – Canto
Quando tornava nella sua casa – disordinata e morta - poteva sentire echeggiare
per le stanze la voce di Hokuto: la sentiva parlare o ridere e spesso ne
sentiva il canto; ma poi, non appena passava davanti allo specchio, la melodia
cessava e Subaru tornava a vedere le sue lacrime riflesse, ed il sorriso troppo
familiare di Seishiro.
#24 – Movenze
Chi aveva avuto occasione di osservarne i gesti, i passi, le movenze, lo
descriveva come un ragazzo solitario, silenzioso ed un po’ supponente; nessuno,
in quegli occhi verdi, avrebbe potuto notare, a prima vista, l’antica
gentilezza; nessuno, eccetto Seishiro. (“Sei gentile come sempre.” – “No, sono
cambiato.”)
#26 – Apparizione
Il resto del mondo, per lui, non era ormai che una visione, un’apparizione
notturna, un vano, vago sogno…
#18 – Favorito
Seishiro non provava nulla, ma si riteneva capace di divertirsi, un po’; e si
era divertito, talvolta, a classificare le sue vittime, non senza una certa
soddisfazione: Setsuka, per esempio, era stata, fino ad allora, la sua vittima
preferita; la leggiadria del suo giovane corpo, la dolcezza nel suo sguardo, la
delicatezza del suo sangue che gli si appiccicava alle mani… Solo le lacrime di
Subaru riuscirono a penetrare più a
fondo nel suo cuore, rendendo il proprio suicidio la sua opera d’arte.
#33 – Nettare
“Essere ucciso dalla persona che ami…”
lesse Hokuto, stringendo tra le mani il romanzo: “…è come divenire immortale, e dona felicità pari al bere il nettare
degli dèi… Tutte sciocchezze! Insomma, chi vorrebbe mai essere ucciso dalla persona che ama? La
gente preferirebbe viverci; no?”
#16 – Languore
In piedi sul ponte, attendendo l’ennesimo scontro preannunciato da Hinoto, si
sentì sfiorare una mano –e, per un istante, l’abbattimento che lo pervadeva
scomparve.
#15 – Vittoria
Alla fine, Subaru aveva, forse, vinto
la scommessa– ma le stelle, sopra il Rainbow Bridge, non brillarono quella notte;
perché mai vittoria fu più mesta.
#01 – Terra
Drago della Terra, Drago del Cielo… come se a loro importasse davvero qualcosa;
come se un nome altisonante o una missione predestinata o il destino di quel
loro mondo potessero toccare due cuori che erano in grado solo di sfiorarsi a
vicenda.
~Bene, finalmente.
Sono passati quasi quattro mesi da
quando ho iniziato a scrivere queste frasi. Molte sono nate da tutte le
riflessioni che ho effettuato sul pairing in questo periodo, molte altre dall’impatto
che alcune vignette del sedicesimo volume di X hanno avuto ed hanno tuttora su
di me – sensazioni diverse ogni volta che lo rileggo. Molte altre ancora da
teorie create o discusse tra me ed altre fan. Per questo motivo, per il loro
essere così rappresentative di tutto ciò che per me è, potrebbe essere, o è
stato, questo pairing, non saprei dare un mio parere su nessuna di queste
frasi. Mi sento terribilmente soddisfatta
di alcune, e profondamente insoddisfatta nei riguardi di altre,
ma, in generale, ci tengo molto, perché ognuna di esse è un frammento di questi
mesi.
A voi un ulteriore giudizio, insomma. A me rimane solo da amare, infinitamente,
Seishiro e Subaru. Sempre.
May the Angst be with you.
Disclaimer.
La tabella con i prompt appartiene alla community 1frase,
e raccomando a chiunque di passarci poiché offre degli ottimi prompt.
Il titolo appartiene ai Paramore, da “Misguided Ghosts”.