Amor che a nullo amato amar perdona
Dentro da se, del
suo colore stesso
mi parve pinta de
la nostra effige
per che il mio viso
in lei tutto era messo
Divina commedia,
Paradiso XXXIII vv 130-132
Le
onde del mare si infrangevano con un lento mormorio ai piedi di Aioros.
Il
sole era appena tramontato dietro i monti dell’Attica e la sera estiva
profumava di macchia mediterranea e di sabbia arroventata dal sole, e per
Aioros profumava dolcemente di speranza.
“Verrà,
ne sono sicuro”
Ripeté
a se stesso.
Tornò
a sedersi con la schiena appoggiata alla Rocca di Ilio.
La
Rocca di Ilio era uno scoglio che affiorava dalla sabbia ed era chiamato così
perché tutti i giovani Saint avevano giocato là fingendo che quella fosse la
rocca teatro delle battaglie dell’Iliade.
Durante
quei giochi Aioros era sempre Achille e Saga era Patroclo.
Aioros
sorrise a quei ricordi lontani così colmi di tenerezza.
Un
rumore improvviso lo fece scattare in piedi, un passo che Aioros avrebbe
riconosciuto tra miliardi di altri anche nel fragore di una battaglia.
“Saga”
Se
lo trovò davanti all’improvviso.
Gli
sembrava stanco, come se si fosse fatto carico di un peso troppo grave anche
per le spalle imponenti di un Gold Saint.
:-Eccomi,
Aioros-:
:-Grazie
di essere venuto, Saga-:
Fece
un passo verso di lui stando attento a non spaventarlo.
Sapeva
che Saga era fragile.
:-Era
mio dovere: dovevo riportarti questo-:
E
gli tese un piccolo involto di tela.
:-Stamattina,
quando me lo hai lasciato, hai detto che era una cosa a te molto cara. Spero di
non averla danneggiata-:
Aioros
sorrise e per un attimo sembrò che Saga si lasciasse accarezzare da quel
sorriso come un bocciolo da un raggio di sole.
Tese
la mano e nel riprendere l’involto trattenne le dita di Saga tra le sue più del
necessario.
:-Bene,
adesso è meglio che vada-:
Saga
stava per scappare via di nuovo, ma stavolta Aioros non aveva intenzione di
lasciarlo svanire come nebbia.
:-Aspetta,
ti prego! Dimmi, Saga, lo hai aperto?-:
Lui
lo guardò quasi scandalizzato.
:-Certo
che no! Mi avevi detto che era un segreto!-:
:-No,
io avevo detto che era un segreto per tutti tranne che per te! Davvero non ti
sei chiesto cosa potesse essere così importante per me?-:
Saga
abbassò lo sguardo.
:-Non
credo che siano affari miei-:
:-Sì
invece! Io ti avevo detto in quel modo perché volevo che tu aprissi quella
cosa, volevo che sapessi-:
Aioros
era decisamente frustrato: ci aveva impiegato tre giorni ad inventarsi tutta
quella messa in scena, e adesso scopriva che il suo piano non aveva funzionato!
:-Io
solo dovevo sapere? Perché?-.
:-Aprilo
ora, così capirai-:
E
gli rimise tra le mani il pacchetto.
Saga
lo rigirò perplesso.
:-Hai
detto “la cosa più preziosa che ho, per questo potrei morire, sai? È tutta la
mia vita”
Vuoi
davvero che io sappia cos’è?-:
Aioros
annuì convinto.
Saga
cominciò a sciogliere il laccio con mani tremanti e sotto le sue dita d’argento
la tela cadeva strato dopo strato.
:-Questo…?
Tutto questo per… uno specchio?-:
:-No,
non per lo specchio. Guardalo, Saga, e dimmi cosa vedi-:
:-Bè,
vedo… me stesso… ah!-:
Lo
specchio gli scivolò di mano e si conficcò nella sabbia.
:-Bene,
credo che tu abbia capito-:
:-Ma,
Aioros… perché?-:
:-Perché?
Non c’è un perché, Saga, io ti amo e basta-:
Superò
veloce la distanza che li separava e lo strinse in un abbraccio.
Lo
sentì tremare all’inizio, poi Saga si abbandonò completamente.
:-Dimmi
la verità, Ros… ma tu non hai mai pensato di rinunciare?-:
:-No,
mai. E tu?-:
Saga
lo strinse più forte.
:-No…
in realtà neanche io-:
___________________________________________________________________________________________________
Konnichiwa, mina-san!
Questa fiction è un souvenir delle mie
vacanze perché mi è venuta in mente a Creta, durante il tragitto in pullman per
un’escursione. Sapete quelle ore che non passano mai e si rischia di morire di
noia? Bene, il risultato è questo!
Spero vi sia piaciuta e ringrazio in
anticipo chi è arrivato a leggere fin qui