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Autore: ChopSuey    09/09/2011    3 recensioni
[Transformers]Seduto nella sua cella, Skywarp riflette.
Una brave introspezione nella mente di uno Skywarp impossibile da definire, e troppo ostinato per arrendersi.
(AU humanformers)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Generation I
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Seduto nella sua cella, Skywarp riflette.

 

Non gli piace pensare troppo, a dire il vero. Più precisamente, ha paura che gli venga quell’espressione di tormentata scoperta che sembra essere ormai incisa sul volto di TC, anche se quello scemo crede ancora nessuno se ne sia accorto.

 

“La vita è un calcio nel culo, e filosofare su questa realtà non ha mai cambiato niente”, ha confidato all’amico una sera di secoli prima, posando la birra a terra e fissandolo negli occhi, quasi a volerlo sfidare a contraddirlo.

Ma TC è rimasto in silenzio, un mugolio l’unica risposta di cui entrambi avevano bisogno.

 

Gli piacevano quelle serate. Quando tutto era davvero più semplice, anche se all’epoca non sembrava. Problemi normali: un padre assenteista, voti disastrosi, qualche rissa di tanto in tanto...

Niente che una scopata con la troia di turno o una bevuta con gli amici non potessero, se non risolvere, quantomeno relegare in un angolo remoto della mente, così lontano dalla vita che corre e che, se non stai attento, ti investe e ti spezza che Skywarp poteva persino fingere fosse inesistente.

 

Ma quando non ha TC a distrarlo, o Screamer a cazziarlo, o Megatron a ordinare qualcosa, qualsiasi cosa, che possa dare un senso al nulla che lo circonda, è difficile illudersi ancora che la finzione sia la realtà.

E così Skywarp finisce per riflettere.

 

Pensa a quelle case popolari che vorrebbe bruciare, alla scuola abbandonata perché tanto “a che cazzo serve, ma ce lo vedi un coglione come me a studiare ‘ste stronzate?”, alle labbra di un rosso volgare di una donna di cui non ricorda nemmeno il nome, se mai l’ha saputo.

Ricorda frasi spezzate, verità soffocate e bugie gridate,lo sguardo sorpreso di suo padre quando Skywarp ha deciso che spaccargli il naso e poi ridere una risata falsa e roboante forse l’avrebbe aiutato a dimenticare tutte quelle ore passate ad aspettare una parola, una sola, di incoraggiamento.

Non ha funzionato, chiaramente. Ma cazzo se ne è valsa la pena.

 

Skywarp intuisce che forse è stato proprio quello il momento in cui ha superato una linea quasi invisibile tra ciò che la Società tollera e quello che invece comincia a temere. I problemi con la polizia, il riformatorio, le aule di tribunali, una madre incapace di guardarlo negli occhi…

 

Ma chi se ne fotte? Skywarp non ha bisogno di nessuno. Ha la sua giovinezza, la sua agilità, una banda con un simbolo, una nuova identità che vuole urlare al mondo.

Lascerà il segno un giorno.

Ve la farà vedere lui, proprio lui, Skywarp, il coglione.

 

Ogni tanto TC si incazza quando lo sente riferirsi a sé come “il coglione”.

A lui non interessa. E’ solo una parola vuota come tutte le altre. Ripetuta abbastanza a lungo comincia a perdere senso.

 

Coglionecoglionecoglionecoglionecoglionecoglionecoglionecoglionecoglionecoglione.

 

Non è certo un insieme di lettere a definirlo, ma TC non l’ha ancora capito.

 

Seduto nella sua cella, Skywarp riflette e si massaggia lo zigomo.

 

L’hanno pestato per bene quei bastardi. Il maresciallo l’ha fissato a lungo con quel suo sguardo apatico, ha sospirato ed è uscito dalla stanza e così, come se fosse un segnale universalmente noto e condiviso, quelle altre quattro merde hanno cominciato a… come hanno detto? “Prendersi qualche soddisfazione”.

 

Si vergogna ora di aver chiuso gli occhi. Per un attimo, per un solitario secondo di perfezione Skywarp ha immaginato di poter scomparire da quella prigione di braccia e pugni e unghie e insulti, e di materializzarsi altrove. Lontano dal dolore, dall’umiliazione, dalla saliva di quello stronzo che ha pensato che sputargli addosso fosse esilarante, a giudicare dalle risate sguaiate che gli graffiano le orecchie e la dignità.

Ma non c’è tempo per compatirsi, e Skywarp apre gli occhi e urla, grugnisce e cerca di colpirli alla cieca, perché questo coglione non starà a farsi prendere a botte senza far niente.

Questo coglione non piange e non geme quando un pugno più forte degli altri gli fa mancare il fiato, non dà a nessuno la soddisfazione di vedere quanto gli stanno facendo male, nemmeno per un attimo. Non è per i suoi lamenti che un divertimento soddisfatto brilla negli occhi di quei figli di puttana, abbastanza da fargli venire la nausea.

 

Seduto nella sua cella, Skywarp costruisce nuovi ricordi per riuscire a vivere con se stesso.

Non gli è rimasto niente, in fin dei conti. Non è più un ragazzino insicuro, e nemmeno il bullo che ti terrorizza nel giardino polveroso dietro la scuola.

No, Skywarp è un soldato.

Anzi, un guerriero.

Skywarp combatte la sua guerra ogni giorno, una lotta che all’apparenza è in nome di una banda, di un insieme eterogeneo di cuori e corpi, ma che in realtà è solo il suo attaccarsi alla vita con le unghie e i denti. Per lasciare un segno

 

Ve la farà vedere lui, proprio lui, Skywarp, il coglione.

 

Seduto nella sua cella, Skywarp non riflette più, ma sogna.

Sogna di spazi aperti, cieli azzurri in cui affogare i problemi, volando più veloce di loro e sparandogli contro.

 

Dorme Skywarp e non sa che, nel sonno, sul suo viso aleggia la stessa espressione di malinconica impotenza che scava il volto di TC.

Ma nessuno ne è testimone, e al mattino nemmeno il Coglione ricorderà cosa lo tormentava la sera predente.

 

Nota dell'Autrice: bhe, comincio col dire che ovviamente non posseggo niente Transformers related. Tutto appartiene a Hasbro/Takara e probabilmente moltre altre persone/identità che non conosco.

 

Mi dispiace molto che il mondo delle fanfic sui Transformers sia estremamente ridotto nel fandom italiano, quindi ho pensato di pubblicare anche qui una storia pubblicata in precedenza su DA ed ispirata all'immagine che trovate a questo indirizzo (http://namecchan.deviantart.com/gallery/#/d47v7qd), se vi va di sbirciare.

 

Sono consapevole che gli humanformers non piacciano a tutti, ma alla fine scrivo e disegno principalmente perchè mi interessa in qualche modo "studiare" gli esseri umani e le loro interazioni: in futuro magari sarò abbastanza coraggiosa da creare qualcosa più fedele all'universo canon dei Transformers, ma nel frattempo spero vi accontentiate! C;

 

Spero mi lasciate un commento, perchè il feedback mi aiuta a migliorare! C:

E, se questa ficcy vi è piaciuta, rimanete sintonizzati: a breve una one-shot in tre parti sui Lambo Twins! C;

 

PS: io voglio bene agli Autobots, davvero. Per questo non c'è nessun nome nella fic, anche perchè i nomi qui sarebbero stati inutili, interscambiabili con quelli di qualunque altro.
Non dovete per forza immaginare che il maresciallo apatico sia Prowl, o che due gemelli fin troppo entusiasti decidano di sfogare frustrazioni e paure su uno Skywarp che, per una volta, non può rispondere.
D'altronde, sono quasi certa che sarebbe possibile riscrivere il tutto dal loro punto di vista, e farveli amare quanto io amo questo Warp... C:

  
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