Sono tornata, questa volta propongo un diverso sviluppo di una scena presente nella puntata 18 della seconda stagione. Kate si è trasferita a casa di Castle dopo che il suo appartamento è andato a fuoco per opera di Scott Dunn, un serial killer che sfida Nikki Heat a catturarlo, e la scena è esattamente quella in cui i due si trovano seduti al tavolo della cucina. Mi piaceva la conversazione tra i due protagonisti quindi ho scritto questa one-shot molto semplice e molto corta per dare alla conversazione una “direzione diversa”. Spero vi piaccia. Come sempre recensite! Ps: Ovviamente i personaggi non mi appartengono nè la serie stessa.
Sara
U JELLY?
“Non avrei mai immaginato di
restare senza un tetto e senza caso da un giorno
all’altro..” disse Kate
fissando la propria tazza del caffè. Castle si mosse
leggermente sulla sedia.
“Come esperto
di trasgressione delle regole penso.. che tu
abbia fatto bene ad inseguire Dunn..”
“E
l’agente Shaw ha fatto bene a togliermi dal caso.. avrei
fatto lo stesso se fossi stata al suo posto, sono troppo
coinvolta”.
“Adesso
immagino che tu.. sia pentita di avermi preso in
squadra” mormorò Castle sorseggiando il
caffè. “Nah, non per questa storia..”
rispose Kate scuotendo la testa “Solo per tutte le altre..
cose fastidiose che
fai..”. Ci fu un attimo di silenzio. “E tu invece,
sei pentito di avere scritto
Heat Wave?”
“Beh, ora
inizio a pensare che grazie a Nikki Heat, Dunn non
ucciderà più perché si è
scontrato con qualcuno abbastanza bravo da
catturarlo”. Lei lo guardò.“E ovviamente..”
aggiunse Castle distogliendo lo sguardo “Mi riferisco
all’agente Jordan Shaw”.
Kate sorrise: Castle era
sempre lo stesso, non sarebbe mai
cambiato! Amichevolmente gli tirò l’asciugamano
dritto sul volto. Per un attimo
pensò che sarebbe andata a dormire, poi ci
ripensò.
Doveva ammettere che la faccenda
dell’agente Shaw e di Castle che le gironzolava intorno come
un cane da
passeggio e che pendeva continuamente dalle sue labbra la assillava non
poco.
Da quando quella donna tutta high-tech e mistero si era avvicinata al
caso lui
non aveva avuto occhi che per lei, e Kate si era sentita in un certo
modo sola.
Castle era il suo partner, il suo collaboratore, doveva riferire
le
sue ipotesi a lei e non alla prima
che passava per il distretto, poco importava se fosse
dell’FBI o meno e se
avesse aggeggi super tecnologici che la loro squadra non poteva nemmeno
lontanamente sognare.
Jordan di qui, Jordan di là..
aveva persino sentito Castle fare meno complimenti a se stesso, il che
la
diceva lunga su quanto snervante potesse essere lavorare fianco a
fianco con
lui su un caso che la riguardava in prima persona. Come se non avesse
già
troppe cose a cui pensare.. ci mancava solo questo strano sentimento
di..
fastidio? Delusione? Invidia? No, no
Kate, decisamente non invidia..
“Lo sai detective.. credo che
domani mi farò spiegare come si usano quegli impianti
fantastici dell’FBI,
voglio scrivere tutto in uno dei miei libri”
affermò Castle posando la tazza
sul tavolo e appoggiando il mento sul palmo della mano. Kate
alzò gli occhi al
cielo. Ecco,
appunto..
“Prova ad
immaginare..” ricominciò lui non notando la sua
reazione. Spalancò le braccia “Nikki Heat
collabora con l’FBI per un caso molto
importante eeeeee…” “Ti piace davvero
così tanto?” lo interruppe Beckett secca.
Castle rimise le braccia sul tavolo e la guardò confuso.
“Chi?”.
“Andiamo
Castle, non sono nata ieri” replicò lei
“L’agente
Shaw. Chi altri?”.
Per un attimo Castle
rimase lì fermo a fissarla,
un’espressione indefinita dipinta sul viso. Poi sul suo volto
si aprì un enorme
sorriso e lo sguardo che lanciò a Kate aveva tutta
l’aria di essere una
provocazione. “Avevo ragione, tu sei veramente gelosa, detective”.
Kate
arrossì e fece del suo meglio per nascondere il proprio
imbarazzo, mentre
dentro di lei il vortice delle emozioni contrastanti si era fatto
tremendamente
difficile da ignorare.
Si che sei gelosa,
ammettilo..
Sciocchezze!
Ti rode perché ha
smesso di ronzarti intorno..
Stiamo parlando di
Castle, per l’amor del cielo!
“Nei tuoi
sogni Castle” rispose lei scuotendo la testa e
lanciandogli un’occhiata torva di rimando.
Persino Beckett si sorprese che Rick non
avesse la battuta
pronta in risposta. La stava invece fissando dritta negli occhi, come a
voler
stabilire un contatto diretto con le sensazioni che vorticosamente si
stavano
appropriando di lei.
“Tu sei la mia musa,
Kate”.
Quelle sei parole
l’avevano colta di sorpresa. Incapace di
parlare, Kate rimase ferma esattamente dov’era. Inutile
negarlo, era proprio dolce quando se ne usciva con le sue
frasi da scrittore..
“Non mi
importa se lei ha tutta la tecnologia del mondo. Tu
sei molto più in gamba, molto più interessante e
molto più bella di lei..”. Bella? Aveva
davvero detto bella!?
Kate arrossì
di nuovo, sorrise e abbassò la testa,
concentrandosi sul colore scuro del caffè e cercando in
tutti i modi possibili
di evitare il suo sguardo, o magari avrebbe davvero ricominciato a
pensare di
essere stata gelosa..
“Comunque..”
riprese Castle schiarendosi la voce e
appoggiandosi nuovamente allo schienale della sedia “..
è una donna molto sexy,
ci farei un pensierino, se solo non fosse sposata con figli”.
Entrambi
sorrisero. Kate sentì un calore espandersi in tutto il viso;
era decisamente
ora di fare retromarcia o Castle avrebbe ininterrottamente continuato a
provocarla.
“Bene..”
mormorò alzandosi dalla sedia “Penso che
andrò a dormire
ora..”. Fece qualche passo verso di lui e poi,
inaspettatamente, si chinò
all’altezza delle sue spalle e gli diede un bacio sulla
guancia, cogliendolo
alla sprovvista. Divertita si avviò verso le scale, e si
voltò un’ultima volta
per salutarlo.
“Buonanotte
Castle..”
“Notte
Kate”.