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Autore: Sara Izzie    09/09/2011    4 recensioni
Castle ammira incondizionatamente l'agente Jordan Shaw. Beckett è gelosa, anche se cerca di negarlo persino a sé stessa. Ma non ha nulla di cui temere..
La continuazione della conversazione in cucina tra Rick e Kate nella puntata 2x18.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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Sono tornata, questa volta propongo un diverso sviluppo di una scena presente nella puntata 18 della seconda stagione. Kate si è trasferita a casa di Castle dopo che il suo appartamento è andato a fuoco per opera di Scott Dunn, un serial killer che sfida Nikki Heat a catturarlo, e la scena è esattamente quella in cui i due si trovano seduti al tavolo della cucina. Mi piaceva la conversazione tra i due protagonisti quindi ho scritto questa one-shot molto semplice e molto corta per dare alla conversazione una “direzione diversa”. Spero vi piaccia. Come sempre recensite! Ps: Ovviamente i personaggi non mi appartengono nè la serie stessa. 

Sara

 

U JELLY?

 

        “Non avrei mai immaginato di restare senza un tetto e senza caso da un giorno all’altro..” disse Kate fissando la propria tazza del caffè. Castle si mosse leggermente sulla sedia.
“Come esperto di trasgressione delle regole penso.. che tu abbia fatto bene ad inseguire Dunn..”
“E l’agente Shaw ha fatto bene a togliermi dal caso.. avrei fatto lo stesso se fossi stata al suo posto, sono troppo coinvolta”.
“Adesso immagino che tu.. sia pentita di avermi preso in squadra” mormorò Castle sorseggiando il caffè. “Nah, non per questa storia..” rispose Kate scuotendo la testa “Solo per tutte le altre.. cose fastidiose che fai..”. Ci fu un attimo di silenzio. “E tu invece, sei pentito di avere scritto Heat Wave?”
“Beh, ora inizio a pensare che grazie a Nikki Heat, Dunn non ucciderà più perché si è scontrato con qualcuno abbastanza bravo da catturarlo”. Lei lo guardò.“E ovviamente..” aggiunse Castle distogliendo lo sguardo “Mi riferisco all’agente Jordan Shaw”.
Kate sorrise: Castle era sempre lo stesso, non sarebbe mai cambiato! Amichevolmente gli tirò l’asciugamano dritto sul volto. Per un attimo pensò che sarebbe andata a dormire, poi ci ripensò.
        Doveva ammettere che la faccenda dell’agente Shaw e di Castle che le gironzolava intorno come un cane da passeggio e che pendeva continuamente dalle sue labbra la assillava non poco. Da quando quella donna tutta high-tech e mistero si era avvicinata al caso lui non aveva avuto occhi che per lei, e Kate si era sentita in un certo modo sola. Castle era il suo partner, il suo collaboratore, doveva riferire le sue ipotesi a lei e non alla prima che passava per il distretto, poco importava se fosse dell’FBI o meno e se avesse aggeggi super tecnologici che la loro squadra non poteva nemmeno lontanamente sognare.
        Jordan di qui, Jordan di là.. aveva persino sentito Castle fare meno complimenti a se stesso, il che la diceva lunga su quanto snervante potesse essere lavorare fianco a fianco con lui su un caso che la riguardava in prima persona. Come se non avesse già troppe cose a cui pensare.. ci mancava solo questo strano sentimento di.. fastidio? Delusione? Invidia? No, no Kate, decisamente non invidia..
         “Lo sai detective.. credo che domani mi farò spiegare come si usano quegli impianti fantastici dell’FBI, voglio scrivere tutto in uno dei miei libri” affermò Castle posando la tazza sul tavolo e appoggiando il mento sul palmo della mano. Kate alzò gli occhi al cielo. Ecco, appunto..
“Prova ad immaginare..” ricominciò lui non notando la sua reazione. Spalancò le braccia “Nikki Heat collabora con l’FBI per un caso molto importante eeeeee…” “Ti piace davvero così tanto?” lo interruppe Beckett secca. Castle rimise le braccia sul tavolo e la guardò confuso. “Chi?”.
“Andiamo Castle, non sono nata ieri” replicò lei “L’agente Shaw. Chi altri?”.
Per un attimo Castle rimase lì fermo a fissarla, un’espressione indefinita dipinta sul viso. Poi sul suo volto si aprì un enorme sorriso e lo sguardo che lanciò a Kate aveva tutta l’aria di essere una provocazione. “Avevo ragione, tu sei veramente gelosa, detective”.
        Kate arrossì e fece del suo meglio per nascondere il proprio imbarazzo, mentre dentro di lei il vortice delle emozioni contrastanti si era fatto tremendamente difficile da ignorare.
Si che sei gelosa, ammettilo..
Sciocchezze!
Ti rode perché ha smesso di ronzarti intorno..
Stiamo parlando di Castle, per l’amor del cielo!

“Nei tuoi sogni Castle” rispose lei scuotendo la testa e lanciandogli un’occhiata torva di rimando.
        Persino Beckett si sorprese che Rick non avesse la battuta pronta in risposta. La stava invece fissando dritta negli occhi, come a voler stabilire un contatto diretto con le sensazioni che vorticosamente si stavano appropriando di lei.
Tu sei la mia musa, Kate”.
Quelle sei parole l’avevano colta di sorpresa. Incapace di parlare, Kate rimase ferma esattamente dov’era. Inutile negarlo, era proprio dolce quando se ne usciva con le sue frasi da scrittore..
“Non mi importa se lei ha tutta la tecnologia del mondo. Tu sei molto più in gamba, molto più interessante e molto più bella di lei..”. Bella? Aveva davvero detto bella!?
Kate arrossì di nuovo, sorrise e abbassò la testa, concentrandosi sul colore scuro del caffè e cercando in tutti i modi possibili di evitare il suo sguardo, o magari avrebbe davvero ricominciato a pensare di essere stata gelosa..
“Comunque..” riprese Castle schiarendosi la voce e appoggiandosi nuovamente allo schienale della sedia “.. è una donna molto sexy, ci farei un pensierino, se solo non fosse sposata con figli”. Entrambi sorrisero. Kate sentì un calore espandersi in tutto il viso; era decisamente ora di fare retromarcia o Castle avrebbe ininterrottamente continuato a provocarla.
“Bene..” mormorò alzandosi dalla sedia “Penso che andrò a dormire ora..”. Fece qualche passo verso di lui e poi, inaspettatamente, si chinò all’altezza delle sue spalle e gli diede un bacio sulla guancia, cogliendolo alla sprovvista. Divertita si avviò verso le scale, e si voltò un’ultima volta per salutarlo.
“Buonanotte Castle..”
“Notte Kate”.

                        

  
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