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Autore: Fiamma Drakon    10/09/2011    1 recensioni
01. Hermes of Death: «... è morto... per colpa mia...».
02. Son of Darkness: Il giovane Vince era paragonato dalle serve ad un piccolo principe delle tenebre.
03. They simply hate each other: Tra Vincent Nightray e Xerxes Break non correva affatto buon sangue.
04. Like a dark sky: «Tu... vedi tutto con troppa negatività...».
05. Drowsy anger: «Vince, cosa volevi fare con quelle forbici, mh?».
06. Tutor-mode ~ ON: «Cominceremo con le lezioni di pianoforte, lady Ada».
07. It's red like my scissors' wound... and your eye: «Il tuo occhio rosso... ha lo stesso colore delle ferite di Cheshire, quelle delle tue forbici».
08. I want to call you "master"!: «Dai, Vincent... a sentirmi chiamare “padrone” mi sembra d’essere vecchio...».
09. The Curse of Awareness: «Perché... non è stata colpa mia, Gil...».
10. War on a white blanket: «Una dichiarazione di guerra?».
[scritta per la community dieci&lode]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti, Vincent Nightray
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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10_War on a white blanket Non era cosa comune che nevicasse, se non in pieno inverno, intorno agli inizi di gennaio.
Fu perciò con una certa sorpresa che il piccolo Vincent si alzò dal letto e vide il fratello più grande intento a guardare all'esterno.
«Che cosa c'è, Gil?» domandò subito. Temeva che non fosse riuscito a dormire o fosse triste per qualcosa che ancora gli sfuggiva.
Gilbert si girò verso di lui e scosse la testa, scacciando i cattivi presagi del minore.
«Vince, c'è la neve!» disse, allontanandosi dalla finestra.
«Usciamo?».
Il biondo lo guardò per qualche momento, poi si decise a rispondere: «Perché no?».
Scese dal letto e, assieme al più grande, si vestì: indossarono maglioncini pesanti e cappotti che non erano da meno, così come cappelli e sciarpe.
Vincent era felice di poter giocare assieme a suo fratello con la neve: nella loro "prima infanzia" non avevano mai potuto divertirsi quando nevicava a causa della loro miseria. Quando nevicava erano costretti a cercare rifugio in qualche posto riparato dove il freddo arrivasse almeno un po' attutito.
Non appena furono pronti, uscirono dalla camera e si avviarono lungo il corridoio verso la porta della villa.
«Era da tanto che non nevicava!» esclamò Gilbert, sorridendo.
In un flash alquanto inquietante, Vincent rivide il maggiore stringersi a lui all’interno di una nicchia di un muro in parte distrutto, mentre la neve turbinava innanzi ai suoi occhi ed i loro fiati si condensavano.
Per un momento rimase interdetto dalla scena, poi venne catapultato nuovamente nel presente, dove riprese possesso del suo corpo.
«Già» si affrettò a rispondere, cercando di apparire il più naturale possibile. Dopotutto, suo fratello non ricordava niente di quel periodo.
L’unico rumore che li seguiva erano i loro stessi passi che riecheggiavano contro le pareti dei vari anditi per cui passavano.
Dopo qualche minuto - finalmente - i due piccoli Nightray si ritrovarono nel giardino.
La neve sembrava cotone compattato ed infinitamente soffice. I fiocchi volteggiavano nell'aria senza una direzione precisa, in una lenta ed incantevole danza ammaliatrice.
Vincent mosse il primo passo sul manto bianco, affondando il piede in esso quasi per intero.
Era la prima volta che poteva considerare la neve un divertimento e non un "nemico".
Avanzò lentamente, seguito a distanza dal fratello più grande, ma dovette arrestarsi quando una palla di neve lo colpì in faccia.
Vince si ripulì dai resti del proiettile di neve e si guardò intorno, in cerca dell'aggressore.
Una seconda palla di neve lo colpì, stavolta da un lato del viso, rischiando di fargli perdere l'equilibrio.
«Ti ho preso un'altra volta!» esclamò la familiare voce di Elliot in tono trionfante, facendo voltare i due fratelli: il castano era ad una decina di metri da loro, avvolto in un pesante cappotto beige con una palla di neve in bella mostra sul palmo della sua mano.
«Che cosa vuoi Elliot?» domandò il biondo, fissando il più giovane.
Quest'ultimo gli lanciò di nuovo una palla di neve, che stavolta però Vincent evitò.
«Una dichiarazione di guerra?» domandò Gilbert, assumendo un'espressione confusa.
Vince sorrise.
«Se è questo che vuole...» disse, sottintendendo un ovvio "allora guerra sia".
Si chinò a terra e raccolse una manciata di neve, modellandola a formare una sfera, che lanciò con quanta forza aveva nel braccio verso Elliot, prendendolo in pieno volto - fatto che a quest’ultimo non riuscì molto gradito.
Da lì si scatenò una vera e propria guerra a palle di neve tra Vincent ed Elliot. Proiettili di tutte le dimensioni volavano a velocità variabili tra i due contendenti, che furono ben presto zuppi d'acqua gelida.
Nessuno, però, aveva intenzione di arrendersi.
Gilbert, nel frattempo, si era messo a guardarli da un punto sicuro distante dal campo di battaglia diversi metri.
In sé e per sé il gioco non l'attirava molto, ma osservare i fratelli che si colpivano a vicenda gli risultava piuttosto interessante.
Quella che si consumò nel giardino di villa Nightray fu una vera e propria guerra senza esclusione di colpi, che tuttavia non vide nessun vincitore né vinto: più o meno quarantacinque minuti dopo che lo scontro aveva avuto inizio, alcune cameriere uscirono di corsa per richiamarli in casa ed il combattimento non poté vedere la sua conclusione.
Appena rientrati, Vincent ed Elliot cominciarono a starnutire. Solo allora le cameriere si resero conto che erano infradiciati d'acqua fredda e si affrettarono a portarli nelle loro camere a cambiarsi.
Gilbert, invece, si recò nel soggiorno, dove un caldo fuoco scoppiettante ardeva nel camino. Si sedette dinanzi ad esso sul tappeto, osservando rapito le lingue di fuoco.
«Oh, Gil! Allora eri qui».
Il moro si girò verso la porta, inquadrando la figura di Vincent, inusualmente avvolta da una pesante coperta scura.
Il biondo si avvicinò al più grande a passi lenti.
«Le cameriere mi hanno detto che ho preso il raffreddore...» disse, precedendo la domanda dell'altro.
«Oh...».
«Anche a me hanno detto la stessa cosa» si aggiunse l'inequivocabile voce di Elliot, appena materializzatosi sulla porta anch'egli.
Gilbert iniziò a pensare che gli piacesse proprio comparire all'improvviso e intromettersi nelle loro conversazioni; tuttavia si astenne dall’esprimere la cosa a parole.
Il castano si avvicinò stringendosi sulle spalle una coperta bianca e si sedette dal lato libero di Gilbert.
«Vi siete lanciati la neve per quasi un'ora...! Sarebbe stato strano se foste rimasti indenni: la neve è così fredda...!» esclamò Gil.
Elliot distolse lo sguardo, arrossendo colpevole, mentre Vincent posava gli occhi bicromi sul fuoco.
«La prossima volta vincerò io» disse il castano sicuro di sé, rialzando gli occhi, portandoli su quelli di Vincent.
«Non contarci troppo, Elly» rispose quest’ultimo, sorridendogli con quel suo tipico ed inquietante incurvare di labbra.





Angolino autrice
Finalmente riesco a postare °^°
Mi dispiace solo che questo sia l'ultimo capitolo ç^ç ma la tabella di prompt è finita, ergo, finisce anche la raccolta. Anche se per l'ultimo capitolo mi sono tenuta Elly *^* *spupazza*
Anyway, scleri da fangirl a parte XD, ringrazio GMadHattressFromUnderground per aver non solo recensito lo scorso capitolo, ma aver seguito fin dall'inizio la raccolta. Inoltra, ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto la fic alle preferite/ricordate/seguite.
Alla prossima! ^^
F.D.
   
 
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