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Autore: Sparrowhawk    10/09/2011    2 recensioni
[ATTENZIONE, POTREBBE CONTENERE DEGLI SPOILER]
[Videogame: Alice Madness Returns]
Alice non sapeva perché ma, nel gigantesco pasticcio in cui si era cacciata, alla fine era arrivata dall'ultima persona con cui avrebbe voluto riavere a che fare. Il Brucaliffo la aveva indirizzata lì con l'unico intento di darle una mano, ma a dire il vero lei non sapeva quale strana forza le aveva permesso di muovere anche solo un passo verso la Regina Rossa.
Una volta erano state due parti di una stessa mente.
Una volta si erano combattute fino allo strenuo, e questo solo per la supremazia l'una sulla vita dell'altra.
Una volta, Alice, la aveva sconfitta e per questo motivo dubitava che la avrebbe aiutata tanto volentieri.
Cercava la verità e la Regina era l'ultima a poterle dare una speranza per riuscire nell'intento di trovarla.
Una piccola one-shot in cui, la sottoscritta, descriverà il momento esatto in cui Alice e Regina Rossa sono tornate in contatto.
Che cosa accadrà? Ci sarà l'ennesimo scontro o, forse, giungerà per la protagonista un inaspettato aiuto?
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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ATTENZIONE, QUESTO CAPITOLO CONTIENE DEGLI SPOILER. Non voglio in alcun modo rovinarvi il videogame e, di conseguenza, vi chiedo di attendere di aver finito di giocare prima di apprestarvi a leggere questo nuovo capitolo.
Alice Madness Returns è davvero bello e mi sentirei in colpa a rovinarvi il finale, che ho trovato assai stupendo.
Perciò, PRIMA godetevelo nell'intimo del vostro salotto -o dove giocate di solito- e SOLO DOPO cominciate a leggere, ok?
la Direzione XD




Titolo: L'ultima persona di cui mi sarei voluta fidare.
Fandom: Alice Madness Returns
Personaggi Primari: Alice Liddel; Regina Rossa
Rating: Verde
Genere: Introspettivo, Dark, Drammatico
Altro: Missing Moments; Videogameverse (se esiste il Movieverse esiste anche il Videogameverse. =P)
Note: Siccome il livello della Regina Rossa mi piace particolarmente e siccome di recente ci ho rigiocato, ho deciso di dare particolare attenzione al rapporto che la unisce ad Alice, creando così una nuova fiction. Hope you like it! <3


Quando Alice mise piede nel regno della Regina sentì un'insolita morsa alla bocca dello stomaco. Ricordava bene quel luogo e, al tempo stesso, le pareva così distante da rischiare quasi di fare parte di un'altra sua vita. Una più antica, quasi completamente lasciata da una parte. Eppure, se ci rifletteva su bene, i giorni di sanguinosa guerra con l'altra parte di sé non avevano poi molto di diverso con quelli che si ritrovava costretta a vivere ora suo malgrado.

Si guardò attorno, spaesata, l'ennesima porzione di distruzione a ricordarle in che condizioni verteva la sua sanità mentale. Il Treno Infernale, di sicuro, stava facendo un lavoro egregio nel fare a pezzettini ogni suo più piccolo ricordo. Perfino ciò che riguardava la Regina Rossa, ora, doveva essere messo da parte? Non era anche lei una delle persone -sempre ammesso che così la si poteva definire- che votavano a favore del suo crollo psicologico?

«Sei tornata ad ammirare il tuo lavoretto? Di nuovo sulla scena del crimine.»

Ah, quella voce. Quell'irritante, roca e dannatamente ironica voce!

Avrebbe mai fatto visita ad uno dei suoi 'vecchi amici' senza che Cheshire si mettesse in mezzo, sputando le solite sentenze senza capo ne coda?

No, probabilmente no. Doveva rassegnarsi.

Alice alzò gli occhi verso quel gattaccio rognoso e, con sguardo leggermente perplesso, tornò a ricordare cosa esattamente era accaduto in quel luogo non più di qualche anno prima. Era vero che il Treno stava facendo la sua parte, ma forse quella desolazione era da imputare più a lei che al noto ammasso di ferraglia, carbone e fumo. Come avesse fatto a cancellare un dato simile, proprio non lo capiva.

«Andava fatto, Stregatto, l'hai detto anche tu.» e, esibendo un'espressione solenne mentre si metteva nella posizione giusta per riportare correttamente le parole di Cheshire, giusto per scimmiottarlo un pò, aggiunse «'Tu e la Regina Rossa non potete sopravvivere entrambe. Lei è un cancro nel tuo corpo. Asportala o perisci.' »

Lo Stregatto sembrava aver preso bene quel blando tentativo di irritarlo e, sorridendo come era sempre stato solito fare, le rispose con rinnovata nonchalance, alla ricerca delle parole giuste per potersi ancora una volta togliere d'impaccio.

«Beh, lei rappresentava la malvagità nel Cuore di Tenebra.»

«L'ultima volta non ti ha trattato molto bene.» lo incalzò lei «Non hai perso la testa?»

Lui non batté ciglio a ricordo di quel piccolo fatto. Certo, la testa la aveva pure persa, ma non si diceva forse che i gatti avevano nove vite? Ebbene, se un normale gatto poteva averne così tanto, allora, uno come lui, poteva benissimo sopravvivere ad una decapitazione come quella.

Infondo era proprio lì, di fronte ai suoi occhi, come se nulla fosse mai accaduto.

«Ha perso completamente le staffe. Le hai preso la corona, ma ora l'hai lasciata.» disse, facendo ondeggiare la sua strana, stranissima coda «Devi parlare con lei, o almeno...con quello che ne rimane.»

E, detto questo, se ne era svanito nel nulla ancora una volta.

Come compagno di conversazione lasciava decisamente a desiderare ma, per quanto ancora esitasse ad ammetterlo, ad Alice bastava ascoltare le sue parole per riuscire a ritrovare un minimo di calma. Quella che bastava per affrontare le nuove difficoltà a testa alta e con coraggio. Lui diceva sempre le cose giuste al momento giusto per quanto, purtroppo, fosse solito riempirle con piccole frecciatine o frasette fuori luogo.

Anche lei era spiazzata dal fatto che si fosse concessa la debolezza di cedere ad un'altra persona il comando della sua mente. Solo poco tempo prima aveva combattuto una strenua lotta con la Regina Rossa per la supremazia assoluta e, adesso, cosa accadeva? Si lasciava battere così, senza neanche un filo di opposizione?

No. Non lo avrebbe permesso. Chiunque stesse tentando, così spudoratamente poi, di strapparla alla sua storia avrebbe dovuto vedersela con una Alice assai più decisa rispetto al passato. Qui non si trattava praticamente più di salvare la propria innocenza -perché era rimasto ben poco da salvare ormai-, in ballo c'era qualcosa di più importante. Qualcosa per cui valeva la pena perdere la vita.

...qualcosa per cui valeva la pena di riaffrontare la Regina Rossa.

Alice sospirò, doppiamente sopraffatta dalle sfortune della sua vita.

Non solo si ritrovava a combattere contro un nemico senza un volto, doveva pure tornare da lei.

*** *** *** *** ***

«Cerca la Regina ma ricorda...anche lei ti sta dando la caccia.»

Alice aveva faticato a comprendere quelle parole almeno sino a che, il dannato sottoposto della Regina, non aveva fatto la sua fatidica comparsa. Di certo non aveva scordato il Boia -e come avrebbe potuto?!-, ma dire che ci era rimasta male a rivederlo era dire poco: insomma, una volta era ancora una ragazzina e quindi era normale vederlo così dannatamente ed inesorabilmente più grande di lei, però adesso era cresciuta, perché accidenti sembrava anche peggio di prima?

Beh, di certo non aveva il tempo di porsi simili domande mentre, con il fiatone, si ritrovava a dover percorrere a piedi tutta la strada che la separava dalla Regina con in più alle calcagna quello stupido bifolco. Più di una volta, da che si era ritrovata rinchiusa fra le mura di ciò che rimaneva del Castello, era incappata in lui. Il Boia prima le urlava contro e poi la seguiva, sventolando in giro la sua falce come fosse la cosa più naturale del mondo.

"Che fine avrà fatto l'ascia?" si era chiesta ad un certo punto Alice, giusto in tempo per udire il suono assai sgradevole della voce della sua vecchia nemica.

«L'ospite perfetto non si intrattiene troppo.» aveva detto «L'ospite perfetto resta a casa!»

Ah, cordiale come sempre.

Le cose, lì, non erano per niente cambiate.

Era una constatazione orribile da fare, eppure anche stranamente rassicurante. Il fatto che lei, in mezzo a tutto quel putiferio, fosse riuscita a sopravvivere non poteva fare altro che dare più speranza ad Alice stessa. Tanto diverse non erano, alla fin fine, quindi forse c'era speranza anche per lei. Se resisteva la Regina Rossa, Alice che era la padrona indiscussa della loro mente -o almeno provava ad esserlo- non avrebbe dovuto trovare nulla di difficile nel farlo a sua volta.

C'era però da dire che provava una grande paura per ciò che si stava apprestando a fare.

Davvero sarebbe andata a parlare proprio con la Regina? Già ogni altro personaggio appartenuto al mondo di Wonderland aveva le rotelle fuori posto ed era difficile da trattare, figurarsi una persona che per di più aveva tentato di toglierla di mezzo con grande decisione e furore!

«Affronta ciò che ti spaventa od oltraggia. Le parole o gli insulti non devono mai passarla liscia.»

Tsk. La faceva facile, il gattaccio.

Quella era una pazza omicida, pronta a stringerla ancora una volta nella morsa appiccicosa e senza vie di scampo dei suoi rosei tentacoli, e di certo, dopo ciò che aveva fatto, non sarebbe stata felice di vederla. Alice avrebbe potuto scommettere tutto quello che aveva -che ad onor del vero non era poi molto se si escludevano i soldi che i genitori le avevano lasciato- sulla possibilità che si sarebbe ritrovata a doverla affrontare di nuovo, verbalmente o meno che fosse. Ovviamente sperava si sarebbe trattato di un semplice scambio di battute perché era stufa di vecchi amici o conoscenti che le si rivoltavano contro. Sarebbe stato interessante per entrambi, il ritrovarsi a dialogare piuttosto che a prendersi a pesci in faccia.

"Ma che vado a pensare..." continuò, sospirando, l'ennesima leva da dover titare a dividerla dal suo traguardo "...con una così il dialogo è del tutto sprecato."

«Una volta eravate due parti della stessa mente. A cosa ti porta, questo?»

Si fermò all'istante sentendo questo.

Lo Stregatto, prima o poi, la avrebbe finita di porle quesiti sin troppo importanti?

Era vero, erano state l'una una parte dell'altra, ma quando Alice la aveva sconfitta quel loro saldo legame era andato letteralmente perduto. O almeno così aveva creduto sino a che non aveva compreso che era ancora viva e vegeta. Se era ancora lì, voleva forse dire che il loro viaggio non era giunto ad un termine? Ma se questo era il caso allora nessuno le impediva di fare suoi i poteri di quel mostr- ehm, pardon, di quella donna, per poter essere infine la vincitrice suprema.

«Questione di opinioni. È però certo che per recuperare il passato e continuare la tua ricerca, dovrai incontrarla.»

Grazie Stregatto, pensò allora Alice tornando ad avanzare, come sempre dici delle cose piuttosto del tutto ovvie ma che io non riesco mai a capire da sola.

*** *** *** *** ***
 

Una volta oltrepassata quella che era l'ultima delle sue barriere difensive, per Alice non fu difficile scovare e rivedere colei che aveva tormentato per anni, nel corso degli anni della sua infanzia, le sue notti. Anche così, a quella distanza, non poteva non ricordare amaramente ogni singolo istante passato con o senza di lei, ogni spiacevole sensazione provata essendo consapevole di avere due volontà ben distinte nella propria mente. La Regina Rossa, per quanto fosse ora leggermente diversa da come la aveva lasciata –o da come i suoi ricordi frammentari la dipingevano-, se ne stava là, seduta sul suo orribile trono rosiccio e viscido, gli occhi verdi tanto quanto i suoi a risplendere di una luce sinistra e vivace.

Alice le si avvicinò, a passo lento, ponderato, richiamando a sé tutta la forza di volontà che era quasi in procinto di abbandonarla.

Era arrivata sino a lì per uno scopo, che senso avrebbe avuto dargliela vinta proprio ora?

Quella che ora non era altri che una ragazzina troppo cresciuta e con una corona in testa una volta le aveva dato del filo da torcere, non diceva di no, ma adesso era lei la più forte. Era lei quella che aveva tirato avanti, in un mondo crudele ed desideroso di vederla fallire giorno dopo girono. Fra le due aveva più forza, ne era sicura.

Lei ne era sicura.

«Mi aspettavo qualcun altro!» esclamò così, finendo proprio di fronte alla sua antica nemica.

In effetti, da lontano, non avrebbe mai potuto dire con assoluta certezza quali fossero le nuove fattezze della Regina: ora che la vedeva bene, si rendeva conto del fatto che i loro visi si assomigliavano tanto, in un modo quasi terrificante. La loro pettinatura era diversa e di certo non stavano indossando lo stesso vestito -per non parlare poi del fatto che Alice non osava neanche immaginare cosa si celasse sotto a quel tessuto pregiato-, però, anche così, una certa somiglianza rimaneva.

Che cosa sconcertante!

«Tu non conosci i tuoi stessi pensieri.»

Alice alzò un sopraciglio, ponderando quel punto. «Mi sono quasi completamente estranei.»

«Ciò che dici di non sapere, è soltato ciò che rinneghi. Hai ritrovato i tuoi ricordi errabondi. Ora che cosa ne farai?» aveva continuato l'altra, fissandola con una tranquillità che non poteva non inquitarla «In passato non hai permesso che controllassi le nostre vite, ma ora hai lasciato che qualcun altro lo faccia al posto mio!»

Ecco, se lo aspettava che sarebbe arrivata dritta al sodo.

«Di certo i tuoi tentacoli non mi mancheranno.»

«Preferiresti forse l'alito caldo e nefasto e le attenzioni continue di un attacca brighe potente, irrazionale e privo di emozioni?!» sbottò allora la Regina, sbattendo il pugno sul posa braccio del suo trono «Io non credo proprio.»

«Puoi darmi più di un avvertimento? Il Brucaliffo ha detto che puoi aiutarmi.»

«Mi serve una buona motivazione per rispondere, la posta in gioco è troppo bassa!»

Stava già cominciando ad alzare la sua voce, quella dannata donna -era ancora una donna, nonostante il suo viso dimostrasse l'età di una bambina e le sue mani fossero poco più di un'oscenità?-, e Alice, dal canto suo, aveva compreso che quella discussione avrebbe potuto diventare più difficile ed estenuante del previsto. La Regina Rossa aveva sempre capito ciò che voleva capire, considerando importanti solo ed unicamente le cose che potevano farle comodo e scartando senza esitare ciò che invece era per lei dannoso.

«Se non lo farai, siamo spacciati.»

Semplice e conciso.

Aveva fatto di tutto per poter sopravvivere là, nel profondo della sua mente, quindi forse puntare tutto sul suo desiderio di continuare ad esistere era la cosa giusta da fare se voleva convincerla a collaborare. Alice doveva sapere ciò che lei sapeva, era l'unico modo per capirci qualcosa di più.

«Non spacciati. Di-men-ti-ca-ti.» corrugò la fronte sentendola sillabare quella parola. Possibile che, di recente, 'dimenticare' fosse il verbo più diffuso ed usato? «Io potrei anche sopravvivere, qui, ma tu sei finita.»

Un tentacolo, alle sue spalle, prese a muoversi verso Alice ma lei era troppo presa dalla voce della Regina per potervici badare con la dovuta apprensione.

«So per certo che conosci il disegno di distruzione. Il Treno sta cercando di cancellare tutte le tracce del tuo passato, specialmente il fuoco. Chi può volere tutto questo? Chi trae vantaggio dalla tua follia?»

«La distruzione del Paese delle Meraviglie...è la mia distruzione?» chiese allora la giovane, con occhi sgranati.

«È chiaro. E viceversa

Qualcosa, al suono di tali parole, si accese nella mente di Alice.

«Io l'ho fatto partire e lo posso far deragliare. È un bene per me, non sono pazza! Non ho ucciso la mia famiglia. Sto bene. Non sono folle, sono innocente... Io...io intendevo non colpevole!»

E, solo allora, si rese conto dei mille tentacoli che la stavano circondando, tutti in procinto di stritolarla.

«Cosa succede? Cosa stai facendo?!» disse, portandosi le mani sulle labbra come a voler soffocare un urlo di terrore.

«Bisogna fermare il Treno. Ma c'è dell'altro.» mentre lei parlava così, le spire della Regina la avvicinare sempre di più alla sua bocca, talmente tanto che Alice poteva sentire l'immondo odore del suo respiro «La tua visione nasconde una tragedia. La verità assoluta che dici di cercare ti sfugge perché non guardi ciò che ti circonda!»

*** *** *** *** ***
 

Alice non oppose resistenza anche perché, se lo avesse fatto, dubitava che ciò avrebbe sortite un qualsivoglia effetto positivo. Per una volta, infatti, la Regina Rossa non aveva intenzione di ferirla a morte, voleva solo farle vedere la verità, farle capire cosa, nell'insieme dei frammenti di ricordi che aveva raccolto, ancora esitava a chiarirsi. Aveva avuto ragione, qualcosa le sfuggiva e lei era troppo cieca od impaurita per poter capire di che si trattasse.

Si rimise perciò a pensare attentamente alla loro breve conversazione, sperando nel profondo di avere una nuova chance per capire.

«Chi può volere tutto questo? Chi trae vantaggio dalla tua follia?»

Oh, la risposta era così semplice che quasi non poteva credere di essere stata così stupida da non intuirla.

C'era una sola persona che poteva trarre vantaggio dalla sua situazione, una sola che insistenva a farle dimenticare i momenti passati, brutti o belli che fossero stati. Ancora non sapeva perché stava facendo tutto questo, però ora vedeva tutto con molta più chiarezza.

  
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