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Autore: Iria    11/09/2011    4 recensioni
"L'odio deve rendere produttivi. Altrimenti è più intelligente amare." -Pro domo et mundo, Karl Kraus.
Dieci one-shot, per mostrare un amore maturato nel tempo.
L'altra faccia della medaglia di "Ten little things that make me love (hate) you ♥".
[Kei x Yurij]
#1- Pride; #2- Coldness; #3- Silence; #4- Winter; #5- Darkness; #6- Christmas; #7- Sunrise; #8- Gloom; #9- Scars; #10- Promises.
Aspetto le vostre opinioni, spero che questo lavoro possa piacervi! ^^
Un bacio!
Iria.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Hiwatari, Yuri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ten little things that make me hate (love) you

#1- Pride [840 parole]

Kei Hiwatari quella mattina aprì gli occhi nell’oscurità con un’unica certezza: undici settembre.
Il loro anniversario.
Si voltò con cautela verso il ragazzo ancora profondamente addormentato al suo fianco e sospirò amaramente.
Forse risultava insensibile e superficiale ricordarlo ma, dieci anni prima (, erano trascorsi dieci anni di torture e combattimenti), mentre al televisore della sala d’attesa della BBA –dove si erano diretti per disdire la loro partecipazione al nuovo torneo- passava la notizia della tragica vicenda che aveva sconvolto il mondo intero e Yurij Ivanov fissava incredulo le immagini trasmesse; lui, il freddo “non osare guardarmi negli occhi” Kei Hiwatari aveva posato un bacio forse un po’ troppo maldestro e ruvido sulle labbra del russo già shockato.
Era stato un impulso che, scaldandogli le vene con febbricitante adrenalina, l’aveva spinto ad osare e, subito dopo, a mollare il giovane dai capelli rossi in quella stanza, col ronzio della televisione ed il panico dei giornalisti a tenergli compagnia…
In verità, non ricordava l’esatto momento in cui avevano “ufficializzato” il loro rapporto.
Semplicemente, qualche tempo dopo –giorni, settimane o mesi non saprebbe dirlo-, mentre era sdraiato pigramente all’ombra di un albero, Yurij gli si era seduto vicino in silenzio posandogli una mano sulla sua.
In quel momento seppe solo di aver sorriso.
Quindi, visto che l’unica data per loro rilevante era stata quell’undici settembre, in un muto accordo la elevarono ad anniversario.
Però bisognerebbe aggiungere che i due mai si erano scambiati un augurio.
Kei era troppo orgoglioso per fare il primo passo e Yurij decisamente troppo testardo per mollare a metà la contesa.
Ma quel giorno, bhé, era diverso; e se persino Hiwatari l’aveva realizzato allora doveva essere così.
D’altra parte, dieci anni non erano sicuramente una manciata di fazzoletti sporchi da buttar via…
Ci impiegò qualche attimo per capire che il suo sguardo totalmente perso in discutibili –per profondità- considerazioni fosse ricambiato con la stessa forza da due attenti occhi azzurri.
Il giapponese si lasciò andare ad un lungo sospiro –solo il secondo della giornata, e pensare che presto ne avrebbe perso il conto..!-, odiandosi profondamente per ciò che le sue labbra erano in procinto di articolare.
Boccheggiò, si morse la lingua un paio di volte, poi impose il suo solito sguardo duro ed impenetrabile.
No, no, no ed ancora no.
Al suo fianco, Yurij non batté ciglio e dalla sua espressione era intuibile che non si aspettasse assolutamente nulla da lui…
Allora si mise a sedere e, accedendo l’abat-jour sul comodino, sollevandosi, si avviò in bagno.
Fu in quel momento che l’adrenalina, sopitasi bellamente dieci anni prima, gli tirò un secondo brutto scherzo lasciandolo nuovamente nella merda.
Che bastarda.
“Buon anniversario.”
Ivanov si bloccò nell’atto di tirar fuori uno dei tanti calzini solitari sperduti nel loro cassetto.
Kei vide ogni singolo muscolo di quella bianca schiena contrarsi e rilassarsi nell’arco di un secondo e questo non fece altro che confermare i profondi timori dell’asiatico: per quanto la sua voce fosse risultata roca e silenziosa, Yurij ne aveva percepito il dannato suono.
Però, con calma e senza lasciar trapelare neanche una singola goccia della grande felicità di cui  fu improvvisamente ebbro, il russo si voltò con un sorriso.
“Anche a te.” Bisbigliò alla stessa maniera, per poi chiudersi la porta del bagno alle spalle.
Non volle rivolgere neanche uno sguardo al proprio riflesso nello specchio, lasciando che l’unica e silenziosa lacrima di felicità che avesse mai versato si asciugasse ed imprimesse in eterno sulla sua guancia…

Dall’altra parte della stanza, Kei si portò una mano alle tempie.
Visto il suo fottuto e -segretamente- odiato orgoglio, probabilmente ci avrebbe impiegato minimo altri dieci anni per invitare Yurij a cena.
Non che avesse grandi speranze di credere che per allora il ragazzo sarebbe stato ancora al suo fianco, ma visto l’andazzo della vita che portava avanti non riusciva ad immaginare null’altro di diverso che non fosse Yurij, nel suo nebuloso futuro.
Non era un pensiero dettato da chissà quale intrinseca dolcezza…
Era solo nascostamente contento del suo presente e la parte più o meno ottimista del lugubre carattere che si ritrovava aveva cominciato a scolpire un piccolo augurio di stabilità.
Ed il primo ostacolo da superare per ottenerla sarebbe stato proprio quello di limitare il suo logorante orgoglio.
Sapeva che toccava a lui iniziare; infatti, era consapevole di risultare completamente odioso ed arrogante a causa di tale fastidioso difetto
Ovviamente, Yurij aveva le sue infinite pecche, ma Kei con una soltanto le surclassava tutte in intrattabilità…
Ah, era davvero sorprendente che stessero ancora insieme..!
Dieci anni di sguardi, di litigi, di silenzi e di poche, tenere parole.
Cazzo, dieci anni di -meraviglioso- sesso sempre con la stessa persona.
E se l’era portato dietro con costanza, quell’orgoglio…
Che fosse finalmente giunto il momento di scrollarsene un po’ di dosso almeno con Yurij..?
Eppure, nel profondo, ricordava che doveva molto anche a quella fottuta stronza della propria boria.
Ahah!
Già, se non fosse stato per lei, probabilmente –no, anzi, sicuramente-, non avrebbe mai trovato neanche il coraggio per amare un altro uomo…

*Owari*

Eccomi qui a presentarvi la contro parte e l’altra faccia della medaglia di “Ten little things that make me love (hate) you ♥”! °O°
In verità, non è necessario leggere l’altra piccola raccolta, ma se vi va di farvi un giro e di lasciarmi un piccolo parere la troverete fra le mie storie! V_V  *fine pubblicità occulta*
Bene, che dirvi?
Mi piaceva l’idea dell’undici settembre come anniversario, il parallelismo fra il panico nella maggior parte del mondo e persone che, tutto sommato, hanno continuato a svolgere le loro attività quotidiane senza consapevolezza alcuna.
Poi, mi stuzzicava anche l’idea che Yurij e Kei stessero insieme da dieci anni.

Un tempo infinitamente lungo, che deve aver reso maturo il loro amore, no..?
Considerando, poi, che oggi giorno un sentimento così duraturo è troppo, troppo raro… la cosa mi ispirava, ecco.
Bhé, mi auguro che questa one-shot vi sia piaciuta! ^^
Ho pronti tutti i capitoli –mi manca solo il decimo, l’ultimo XD-, quindi più o meno l’aggiornamento dovrebbe essere regolare  O.ò…
Ma non fidatevi mai della sottoscritta! V_V’’
Well, that’s all folks!
Spero mi lascerete una vostra opinione! ^^
Baci!
Iria.

   
 
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