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Autore: Izumi V    11/09/2011    2 recensioni
Una semplice domanda, fatta quasi per scherzo, scatenerà una serie di piccoli aventi che porteranno a un tenero finale...
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mitsukuni Haninozuka, Takashi Mori Morinozuka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! è la mia prima fic su host club, che ho cominciato a leggere su consiglio di una mia amica che non ringrazierò mai abbastanza! Per il momento sono arrivata all'ottavo volume (da cui è tratto anche il dialogo iniziale, in corsivo)...
Auguro a tutti una buona lettura e ne approfitto per esortarvi a commentare, che mi farebbe mooolto felice ^^



A te chi piace?


-Takashi, senti… Hika sarà anche un bambino in fase di crescita senza consapevolezza di se stesso, ma che Tama sia un completo idiota che non capisce neanche che Haruhi gli piace non ti sembra assurdo?-

-…Forse…-
-Comunque il problema sono Kao e Kyo… io credo che anche tra di loro ci sia qualcuno che non capisce se stesso. Che dici, prima del nostro diploma questa situazione avrà un’evoluzione interessante?-
-Mah…-
 
Mori  arrivò fino al cancello della scuola con Honey in spalla, ascoltando silenziosamente le congetture sparate a raffica dal cugino.
In realtà, Mitzukuni non aveva tutti i torti: c’era qualcosa di strano nel comportamento di uno dei loro amici… ma in fondo, lui cosa poteva saperne? E soprattutto, perché doveva essere tirato in mezzo?
Presto detto.
Salendo sulla limousine che li attendeva all’uscita, il biondino gli chiese allegramente: -E a te Takashi? A te chi piace?-
Mori lo guardò stranito per un momento, ma riassunse in fretta la sua solita espressione neutra e rispose semplicemente: -Nessuno-
Per un momento, il moro credette di aver letto negli occhi dell’altro un lampo di tristezza, quasi delusione, davanti alla sua risposta, ma fu l’impressione di un attimo. Perché immediatamente Honey appoggiò il mento sulla mano, osservando interessato il paesaggio di città che scorreva davanti ai loro occhi.
Fu allora che Takashi gli domandò: -A te Mitzukuni piace qualcuno?-
-Certo!- replicò subito lui, guardandolo con occhi luminosi. A quella parola, Mori rimase stupito: provò una strana sensazione che non seppe spiegarsi, ma l’altro aggiunse: -…A me piacciono le torte!!- e con una risatina pose fine a quel discorso, tornando a fissare fuori.
 
Arrivati alla residenza, Honey si ritrovò a pregare il cugino in ginocchio: -Mori, ti prego, entri a mangiare con me una fetta di torta? È una nuova, l’hanno fatta apposta per me!-
-Ho kendo adesso, e poi i dolci non mi fanno impazzire-. Sempre con quella sua voce atona e, allo stesso tempo, profonda.
Gli occhi di Honey si fecero lucidi e la boccuccia tremula: -Takashi…- Mormorò semplicemente, voltandogli le spalle.
Come resistere a quello sguardo?
-Ok, ma solo una fetta-
Questo bastò a restituire al biondino un largo sorriso.
Gli saltò in braccio e si fece portare fino in camera sua, dove la cameriera avrebbe provveduto a fare arrivare le fette di torta.
 
Honey si abbuffò del dolce pannoso senza troppi complimenti, sorridendo per la soddisfazione che gli procurava quel sublime sapore in bocca.
Ogni tanto si incantava a fissare Mori che mangiava la sua fetta in silenzio e composto, come solo lui poteva. Ma non sapeva che, nei suoi momenti di distrazione, il moro faceva la stessa cosa con lui.
Eppure, i loro sguardi non si incrociarono mai.
 
Riuscivano a evitarsi perfettamente e senza calcolo, come se i loro gesti fossero tra loro complementari.
Forse, anche loro non avevano capito qualcosa di loro stessi.
 
-Ahhh! Che buona questa torta!! Ti è piaciuta Taka??-
-Mmmh, sì-
Era una risposta piuttosto concisa, ma già il fatto che ci fosse valeva molto per Honey. In realtà, si era reso conto solo ultimamente che ogni parola pronunciata dalla bocca di Mori era per lui una piccola gioia. Guardare semplicemente la sua bocca era una visione ipnotica che catturava ogni sua attenzione. Accostare le proprie labbra al suo orecchio ogni volta che lui lo prendeva in spalla era un piacere che lo inebriava.
Ma non gli aveva mai dato più peso che a una bella torta.
Mori era diventato probabilmente la sua torta preferita.
 
Ma Mori detestava i dolci – pensò con rammarico e sentendo gli occhi bruciargli di nuovo.
Cercò di scacciare quei brutti pensieri fingendosi allegro, ma a lui non poteva mentire.
-Takashi, prendimi in braccio!- recitò con tono gaio, alla perfezione.
Ma a lui non poteva mentire.
Mori gli si accostò alzandosi silenziosamente dalla sedia, e Honey non si accorse di averlo vicino fino a quando non sentì il suo fiato accarezzargli una guancia. Si era inginocchiato di fronte a lui, per essere alla sua altezza, mentre lui rimase seduto a fissarlo incantato.
 
-Mitzukuni, che cos’hai?- gli domandò delicatamente, levigandogli il cuore con quella sua voce sempre uguale.
-Io…Io? Niente!- rispose di getto, tentando di allontanare ogni sospetto.
-Sai…- lo interruppe Mori -…non è vero che a me non piace nessuno- disse solamente. Ma poi aggiunse, in un sussurro: -Sei sporco qui di panna- indicando col proprio indice, sottile e affusolato, un punto appena sopra la sua bocca.
-Oh!- esclamò Honey, deluso. Aveva sperato che il cugino terminasse il discorso, così insolito da parte sua.
Ma non aveva previsto cosa avrebbe fatto poi.
 
Con lentezza, che poteva tradire il suo timore, accostò le labbra alla bocca di Honey, succhiando via quella piccola goccia di panna.
Eppure, non si staccò da lui, anzi con la lingua andò ad accarezzargli le labbra, provocandogli una dolce sensazione di solletico.
Honey si ritrovò, spiazzato, inchiodato alla sedia da un bacio in cui mai avrebbe sperato.
Temette che Mori avrebbe potuto scappargli via, allora con prepotenza afferrò con le piccole ma forti mani il suo colletto, attirandolo a sé e approfondendo il loro bacio.
 
Le loro lingue si incontrarono scivolando una sull’altra, esplorando una bocca a loro sconosciuta.
Mori gli cinse delicatamente le spalle, stringendole come a dirgli che erano solo sue.
Intanto, le sue labbra continuavano a torturare quelle di Mitzukuni, mordendole e leccandole come se non ne fosse mai sazio.
Era sicuramente meglio di qualsiasi torta.
 
Si separarono improvvisamente, sentendo il bisogno impellente di prendere aria.
Honey lo fissava senza dire nulla: per la prima volta in vita sua dal suo viso non traspariva nulla... il fatto era che non sapeva davvero cosa pensare.
Mori si sarebbe presto pentito?
Avrebbe negato ogni cosa?
L'aveva solo preso in giro?
 
Takashi si rialzò silenziosamente, tirando su anche Honey.
Si chinò su di lui, sfiorando col naso il viso del biondo, e inclinando la testa nell'incavo del suo collo, per riuscire a mormorargli nell'orecchio: -Ora devo andare...-. Pronunciò quelle poche parole con voce roca, che ancora risentiva della passione che li aveva appena travolti.
Mitzukuni provò a replicare un timido 'Ok' ma la sillaba gli morì in gola.
Mori gli baciò il collo, inumidendolo appena con la lingua e tornando sullo stesso punto con le labbra che lo morsero con leggerezza.
 
Senza aspettare altre risposte, si rimise in posizione eretta e fece per uscire. Si fermò solo un attimo sulla porta per dirgli: -Anche a me piacciono le torte- e sparì alla sua vista.
 
Honey si limitò a sorridere radiosamente, ancora tutto rosso in faccia, percependo una lieve sensazione di fresco sul collo dove - ricordò con piacere - aveva indugiato la lingua di Takashi.
Si risedette allegramente, riempiendosi il piatto di una nuova fetta che addentò con lussuria.
-Eh già, le torte sono proprio la cosa più buona del mondo!- 




  
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