His son.
Tese le braccia
verso di me e lanciò dei gridolini di gioia.
Quel suono aprì come una crepa nel guscio
che mi avvolgeva
il cuore,
come un acuto
infrange un bicchiere di cristallo.
(V. Diffenbaugh, Il
linguaggio segreto dei fiori.)
Lei – stanca e felice insieme come mai
l’aveva vista – era sdraiata sul loro letto, avvolta in una calda coperta
arancione. Sebbene fosse aprile e il tempo avrebbe dovuto volgere al bello, con
tutti quei Dissennatori in giro, l’aria era solo fredda e pesante.
Sorrideva, di un sorriso così dolce e
amorevole che le lacrime non si fecero attendere, affacciandosi ai suoi occhi
mentre osava avvicinarsi a quel letto troppo grande.
Fu allora che vide quel piccolo fagottino
bordato d’azzurro stretto al petto di Tonks. Era piccolo, quasi troppo per
essere reale, e avvicinandosi ebbe paura di vederlo scomparire. Buffo, come si
inizia ad amare qualcosa che neanche si conosce.
Le mani, che aveva affondato nelle tasche
dei pantaloni perennemente troppo grandi per lui, presero a tremare forte. Era
davvero arrivato quel momento? Avrebbe davvero preso in braccio suo figlio per la prima volta? Non
riusciva ancora a crederci.
- Remus, guarda che non morde. Io ogni
tanto … ma beh, lo sai che scherzo … puoi avvicinarti, sai?-
Dora sorrise nella sua direzione, con un
sopracciglio leggermente alzato. sapeva però che era emozionata quanto lui.
Aveva parlato per mesi di quel momento, molte volte l’aveva sognato e poi
gliel’aveva riferito al mattino dopo. Il momento in cui lui, Remus John Lupin,
avrebbe visto per la prima volta suo figlio. E avrebbe capito che aveva appena
regalato al mondo una piccola meraviglia.
- Io …-
- Io cosa? Il piccolino qui, vuole
conoscere il suo papà …-
Quasi a voler confermare le parole di sua
moglie, il fagottino emise un piccolo gorgoglio. Remus sobbalzò, decidendosi
finalmente ad avvicinarsi. Ad ogni passo che faceva, si intravedeva sempre più
del fagottino. Quando fu proprio accanto a Dora, riuscì finalmente a vederlo
del tutto: la pelle rosea sembrava morbida e vellutata come una pesca e gli
occhietti spalancati sul mondo ardevano di dolcezza e felicità. I suoi capelli
invece … erano blu. BLU! Ciò stava a significare che …
- Esatto caro il mio lupacchiotto. Teddy
è come me, un Metamorfomagus … e tu sciocco che avevi paura …-
Remus sorrise, lasciando che una lacrima
scendesse lungo il volto, accarezzando le cicatrici. Era bello il suo
piccolino, ma d’altronde non avrebbe potuto essere altrimenti: era uguale alla
sua Dora.
E mentre pensava che non vedeva l’ora di
insegnarli a leggere, scrivere, di vederlo ricevere la sua prima lettera da
Hogwarts, Teddy Remus Lupin iniziò ad agitare le sue fragili braccia in
direzione del suo papà, ridendo e cambiando il colore dei suoi capelli,
facendoli diventare simili ad un arcobaleno dopo la pioggerellina sottile
d’estate. Titubante Remus lo avvolse tra le sue braccia, mentre Tonks glielo
porgeva piangente, e lo strinse al petto.
Immediatamente la gioia – ultraterrena,
dolce, luminosa – gli riempì il cuore. Pensò che, quasi diciotto anni prima,
aveva visto la stessa gioia ma da estraneo: ricordò il viso di James che
prendeva in braccio Harry per la prima volta, e capì.
Capì che avrebbe fatto di tutto perché
quella creatura che aveva trovato pace tra le sue braccia vivesse felice e
serena in un mondo tranquillo.
Capì che avrebbe fatto di tutto perché
lui e Dora vedessero ogni momento della sua vita, accompagnandolo lungo il
sentiero che aveva iniziato a percorrere da alcune ore.
Capì che la sua vita stessa, dipendeva da
suo figlio.
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Voi mi
volete bene vero? E quindi, visto che mi volete bene, siete disposti ad
accettare questo piccolo ritardo di una settimana nel postare, vero? Perché mi
volete bene, vero?
Scusate,
sono un pochino esaurita oggi. Abbiate pazienza, il rientro a scuola è
traumatico tutte le volte, per non parlare di come mi manchi il paese di mia
nonna e mia cugina.
E per
non parlare anche della tristezza che sta provando il mio povero zainetto nuovo
nuovo costretto al buio e al freddo nell’armadio …
Santo Merlino oggi sto proprio fuori con la testa >.<
Comunqueeeeeee avete
visto che non ho abbandonato le mie care e dolci citazioni?
Lo so,
lo so avevo promesso la shot riguardante la citazione sulla musica e Tonks ma …
io sono un’idiota.
IDIOTA.
Ho dimenticato la suddetta shot nel pc di mia
zia, a circa due ore e mezza di auto di distanza.
Ho
provato a riscriverla, ma non mi piaceva, pertanto non appena zia torna qui la
potrete leggere.
Chiedo
umilmente perdono.
Okay. Io
e Remus vi salutiamo momentaneamente e sperando che la scuola non mi uccida
prima, tornerò a breve con una nuova shot.
Smack!
P.S.
perdonate il titolo di cacca, ma non ero ispirata