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Autore: b r i c i o l a    12/09/2011    4 recensioni
[Dalla shot]
Capì che avrebbe fatto di tutto perché lui e Dora vedessero ogni momento della sua vita, accompagnandolo lungo il sentiero che aveva iniziato a percorrere da alcune ore.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Teddy Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Quotes - Wotcher Wolvie'
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His son.

Tese le braccia verso di me e lanciò dei gridolini di gioia.

Quel suono aprì come una crepa nel guscio

che mi avvolgeva il cuore,

come un acuto infrange un bicchiere di cristallo.

(V. Diffenbaugh, Il linguaggio segreto dei fiori.)

 

Lei – stanca e felice insieme come mai l’aveva vista – era sdraiata sul loro letto, avvolta in una calda coperta arancione. Sebbene fosse aprile e il tempo avrebbe dovuto volgere al bello, con tutti quei Dissennatori in giro, l’aria era solo fredda e pesante.

Sorrideva, di un sorriso così dolce e amorevole che le lacrime non si fecero attendere, affacciandosi ai suoi occhi mentre osava avvicinarsi a quel letto troppo grande.

Fu allora che vide quel piccolo fagottino bordato d’azzurro stretto al petto di Tonks. Era piccolo, quasi troppo per essere reale, e avvicinandosi ebbe paura di vederlo scomparire. Buffo, come si inizia ad amare qualcosa che neanche si conosce.

Le mani, che aveva affondato nelle tasche dei pantaloni perennemente troppo grandi per lui, presero a tremare forte. Era davvero arrivato quel momento? Avrebbe davvero preso in braccio suo figlio per la prima volta? Non riusciva ancora a crederci.

- Remus, guarda che non morde. Io ogni tanto … ma beh, lo sai che scherzo … puoi avvicinarti, sai?-

Dora sorrise nella sua direzione, con un sopracciglio leggermente alzato. sapeva però che era emozionata quanto lui. Aveva parlato per mesi di quel momento, molte volte l’aveva sognato e poi gliel’aveva riferito al mattino dopo. Il momento in cui lui, Remus John Lupin, avrebbe visto per la prima volta suo figlio. E avrebbe capito che aveva appena regalato al mondo una piccola meraviglia.

- Io …-

- Io cosa? Il piccolino qui, vuole conoscere il suo papà …-

Quasi a voler confermare le parole di sua moglie, il fagottino emise un piccolo gorgoglio. Remus sobbalzò, decidendosi finalmente ad avvicinarsi. Ad ogni passo che faceva, si intravedeva sempre più del fagottino. Quando fu proprio accanto a Dora, riuscì finalmente a vederlo del tutto: la pelle rosea sembrava morbida e vellutata come una pesca e gli occhietti spalancati sul mondo ardevano di dolcezza e felicità. I suoi capelli invece … erano blu. BLU! Ciò stava a significare che …

- Esatto caro il mio lupacchiotto. Teddy è come me, un Metamorfomagus … e tu sciocco che avevi paura …-

Remus sorrise, lasciando che una lacrima scendesse lungo il volto, accarezzando le cicatrici. Era bello il suo piccolino, ma d’altronde non avrebbe potuto essere altrimenti: era uguale alla sua Dora.

E mentre pensava che non vedeva l’ora di insegnarli a leggere, scrivere, di vederlo ricevere la sua prima lettera da Hogwarts, Teddy Remus Lupin iniziò ad agitare le sue fragili braccia in direzione del suo papà, ridendo e cambiando il colore dei suoi capelli, facendoli diventare simili ad un arcobaleno dopo la pioggerellina sottile d’estate. Titubante Remus lo avvolse tra le sue braccia, mentre Tonks glielo porgeva piangente, e lo strinse al petto.

Immediatamente la gioia – ultraterrena, dolce, luminosa – gli riempì il cuore. Pensò che, quasi diciotto anni prima, aveva visto la stessa gioia ma da estraneo: ricordò il viso di James che prendeva in braccio Harry per la prima volta, e capì.

Capì che avrebbe fatto di tutto perché quella creatura che aveva trovato pace tra le sue braccia vivesse felice e serena in un mondo tranquillo.

Capì che avrebbe fatto di tutto perché lui e Dora vedessero ogni momento della sua vita, accompagnandolo lungo il sentiero che aveva iniziato a percorrere da alcune ore.

Capì che la sua vita stessa, dipendeva da suo figlio.

 

-------

Voi mi volete bene vero? E quindi, visto che mi volete bene, siete disposti ad accettare questo piccolo ritardo di una settimana nel postare, vero? Perché mi volete bene, vero?

Scusate, sono un pochino esaurita oggi. Abbiate pazienza, il rientro a scuola è traumatico tutte le volte, per non parlare di come mi manchi il paese di mia nonna e mia cugina.

E per non parlare anche della tristezza che sta provando il mio povero zainetto nuovo nuovo costretto al buio e al freddo nell’armadio … Santo Merlino oggi sto proprio fuori con la testa >.<

Comunqueeeeeee avete visto che non ho abbandonato le mie care e dolci citazioni?

Lo so, lo so avevo promesso la shot riguardante la citazione sulla musica e Tonks ma … io sono un’idiota.

IDIOTA.

Ho dimenticato la suddetta shot nel pc di mia zia, a circa due ore e mezza di auto di distanza.

Ho provato a riscriverla, ma non mi piaceva, pertanto non appena zia torna qui la potrete leggere.

Chiedo umilmente perdono.

Okay. Io e Remus vi salutiamo momentaneamente e sperando che la scuola non mi uccida prima, tornerò a breve con una nuova shot.

Smack!

 

P.S. perdonate il titolo di cacca, ma non ero ispirata

 

 

   
 
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