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Autore: Gringoire    12/09/2011    4 recensioni
“Mark. Non festeggi con Ian, oggi?”
L’altro sospirò, afflitto.
“Ian è all’estero, ci sentiamo stasera su Skype.” Martin stava per aprire bocca e dirgli che gli dispiaceva, ma Mark cambiò faccia immediatamente, tornando a Joker. “Comunque. Non rattristiamoci, coraggio. Ho da proporti una cosa.”
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I do believe in Valentine, I do, I do

Non aveva mai capito l’utilità di San Valentino.
La festa degli innamorati, ok. E se gli innamorati non volevano festeggiare? Ma poi, a che scopo creare una cosa del genere. Consisteva tutto nel regalare cioccolatini e fiori a destra e a manca – “Signora portinaia, un mazzo di fiori perché è San Valentino e lei è sempre così gentile.” oppure “Sai, Charles, questa mattina, onorando la tradizione di San Valentino, sono andato in tabaccheria – quella dove c’è quella bella bionda al bancone, tanto per intenderci -, ho comprato due cioccolatini e glieli ho offerti.” – e senza un perché. San Valentino. Bene, sei una donna? Ecco, ti meriti fiori, cioccolatini e tante bellezze. Ma solo il giorno di San Valentino, per carità.
Martin era sempre stato un tipo da “Ok, sto alla tradizione ma per me continua a non avere senso.”, mentre aveva scoperto da solo qualche giorno che Benedict semplicemente ignorava la cosa e chi s’è visto s’è visto.
Mark, da bravo e solito bastian contrario quando gli faceva comodo, d’altronde era il suo più accanito sostenitore. E non aveva nemmeno donne a cui regalare nulla, solo ci teneva che suo marito ricevesse un qualcosa di speciale.
Nulla in contrario, ma Dio santissimo, una persona andava amata tutto l’anno non solo a San Valentino. Se proprio ci tenevano a farle regali potevano presentargliene sempre e comunque, non era necessaria una festività qualunque e senza senso.

Si infilò le mani in tasca, scuotendo appena la testa quando vide Sue e Steven che tubavano come piccioncini dall’altro lato della strada. Lei ovviamente aveva in braccio un fascio di fiori assolutamente accecante.
Non credeva a San Valentino e la cosa gli puzzò quando Mark, dall’alto dei suoi sei chilometri – esattamente quindici centimetri in più, per l’esattezza, ma la sua esperienza come hobbit lo faceva sentire più basso del normale -, gli si avvicinò con un sorriso alla Joker. Ghigno, in effetti.
“Maaaaaartin.”
Signore Dio salvaci tu.
Erano inutili anche i segnali di fumo all’indirizzo di Ben, visto com’era tutto preso a fare il carino e zuccheroso con la sua nuova ragazza. Tutto sorrisi, moine e carezze, bleah.
Fatto sta che abbracciò la consapevolezza della sua morte ormai prossima con rassegnazione.
“Mark. Non festeggi con Ian, oggi?”
L’altro sospirò, afflitto.
“Ian è all’estero, ci sentiamo stasera su Skype.” Martin stava per aprire bocca e dirgli che gli dispiaceva, ma Mark cambiò faccia immediatamente, tornando a Joker. “Comunque. Non rattristiamoci, coraggio. Ho da proporti una cosa.”

Era tentato di prendere il muro a testate. Ma seriamente. O il muro o il cameriere.
“Ancora vino, signore?”
“Certo, certo.”
Chi gliel’aveva fatto fare, di accettare.
E lui che era andato da Ben quasi saltellando perché era certo che gli avrebbe detto di no e lo avrebbe reso felice di qualcosa. Anche se in effetti la felicità dovuta ad un rifiuto dalla persona per cui provi un’inspiegabile attrazione non era poi così piacevole. Ma era sempre un no per l’idea assurda di Mark.
Giustamente lui non poteva festeggiare con il marito e allora aveva delegato loro due per sfruttare la prenotazione. Una cosa totalmente casuale, davvero. Così come il fatto che stesse cercando di farli finire assieme più o meno da… quando si erano conosciuti.
Fatto sta che anche la lucidità mentale di Benedict sembrava essere andata a farsi benedire, quando aveva accettato di accompagnarlo. E si ritornava alla voglia di prendere a testate qualcosa. O qualcuno.
Sbirciò di sottecchi l’addetto alla sala. Lui si che aveva una bella testa, una botta ben assestata ed avrebbe perso i sensi per un tempo da due a quattro ore, perfetto.
Peccato che quando ormai era dell’idea di andare a salutare le piastrelle del bagno Ben fece la sua proverbiale apparizione sulla porta del ristorante, vestito di tutto punto e con il solito fascino irresistibile alle calcagna.
Quando gli sorrise, avvicinandosi al tavolo, scolò in un sorso solo il bicchiere di vino che aveva davanti.

Stranamente non si sentiva ubriaco. Per niente, nonostante tutti i calici che erano stati riempiti e svuotati - e solo un paio di volte si trattava di acqua. Eppure Benedict aveva insistito per accompagnarlo a casa.
Quindi, traendo le dovute conclusioni, era tutta colpa sua se ora si trovavano in quella dannatissima situazione di stallo. Aveva sempre odiato le situazioni di stallo, davanti ad uno schermo come nella vita reale, gli veniva voglia di scuotere la gente e costringerla a fare o dire qualcosa che li avrebbe cavati d’impaccio.
Giocherellò con le chiavi, chiedendosi cosa esattamente dovesse fare in una situazione del genere. Ora capiva il perché delle situazioni di stallo; semplicemente le persone si ritrovavano davanti a qualcosa di più grande di loro e non sapevano come affrontarlo e se affrontarlo.
Ben di certo non aiutava, fermo sotto la luce del portico a sorridergli apertamente avvolto in quel suo cappotto scuro e circondato da quell’alone di magnificenza che lo seguiva come un’ombra.
I capelli gli stavano tornando del loro colore, notò Martin, il cervello occupato ad annodare neuroni per la fuga.
Fu quando ormai era in procinto di calarsi ed andarsene che decise di fregarsene. E se Benedict fosse fuggito a gambe levate forse sarebbe finalmente riuscito a levarselo dalla testa, ma quella era la proposta che gli voleva fare da una vita. Il cliché più vecchio della storia, ma funzionò. Eccome se funzionò.
“Ti va di entrare?”

 

 

 

 

[Questo posto è stato ormai inevitabilmente infettato dalle mie idiozie, spiacente di comunicarvelo.]
Ok, è un gigantesco What if? (o AU, se preferite), e non soltanto per il fatto dello slash che tanto sappiamo tutti che c’è, stiamo solo aspettando si faccia vedere, ma per il fatto che non c’è una data che sia una che coincide.
Passiamo alle spiegazioni: San Valentino = febbraio. E fin qui ci siamo tutti.
Però. (Perché i però sono il sale della vita.)
A febbraio di quest’anno Benny stava ancora con Olivia e, per quanto ne so, ancora non stavano girando Sherlock, perciò sono già due cose che non dovrebbero esserci. Numero due: sempre per quanto ne so Benny si è trovato una nuova copertura ragazza poco tempo fa (visto che la prima notizia di loro due insieme risale al Festival di Venezia e, per quanto Benny sia riservato e non sbandieri nulla, direi che quelle sono state le prime foto ufficiali insieme) e non credo che a febbraio dell’anno prossimo staranno girando, quindi altre due cose che non c’azzeccano e fine della spiegazione.
E tutto finisce nel fatto che: volevo scrivere di San Valentino e l’ho fatto, amen, esistono AU/What if più grossi di questo innocentissimo ù_ù
Con questo chiudo, andate in pace ed amate Mark perché quella sera succederà finalmente quello che tutti sappiamo.

- G

   
 
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