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Autore: Thumbelina    12/09/2011    3 recensioni
Spulciando fra le varie fan fiction l'altra volta ho scoperto una cosa che mi ha rattristata un pò. Che cosa? Che non c'era nemmeno una ff su Charlie e Tonks! Lo so, è una coppia strana a cui nemmeno io avevo mai pensato ma la tentazione di scrivere qualcosa su una coppia finora completamente inesplorata ha portato il mio cervellino bacato a partorire questa ff. Spero vogliate leggerla e qualche vostro commentino mi farebbe molto piacere. Baci. Giulia.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Charlie Weasley, Nimphadora Tonks | Coppie: Charlie/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Della serie, avevo sempre pensato che il cavaliere dall'armatura splendente dovesse ucciderlo il drago, non allevarne a migliaia!


Quando il liquore di colore verde le bruciò la gola, Ninfadora Tonks, avrebbe voluto urlare. Punto primo, quando lei se ne era andata, quel cretino di Charlie non aveva aspettato un momento a fondarsi addosso alla rossa. La cara Jess lo aveva trascinato sulla pista da ballo, fermandosi non molto distanti da lei, e la ragazza aveva cominciato a ballare strusciandoglisi addosso dandole le spalle. Charlie le aveva lanciato uno sguardo spiacente, e poi le amiche di lei lo avevano circondato, e lui era stato più che contento di offrire un ballo a ciascuna di loro, tornando a ignorare totalmente la povera Tonks. Al che, approfittando di un attimo di distrazione del ragazzo, la mutaforme era sgattaiolata via dalla pista da ballo, si era seduta al bancone ed aveva ordinato da bere.
Aveva ordinato un drink dal nome esotico che ora non riusciva a ricordare, e che l’aveva molto delusa presentandosi come un semplice bicchierino verde a bollicine azzurre. Comunque, l’aveva buttato giù tutto in un sorso, ed il risultato era stato che la sua gola aveva quasi preso fuoco.
Si era guardata intorno.
Charlie stava ancora ballando fra quella massa di belle ragazze, e quello che Tonks non riusciva proprio a capire era perché mai la cosa gli stesse dando così tanto fastidio. Insomma, e lei non importava un bel niente di lui, era stupido, era superficiale, era arrogante, riusciva a mala pena a sopportarlo, ed allora perché si era sentita crollare in pezzi nel vederlo distogliere lo sguardo da lei? Già, quella sì che era una bella domanda, una domanda a cui lei, per inciso, non aveva idea di cosa rispondere. Pensò di ordinare ancora da bere. Sì, insomma, quel drink verde non era poi così male, fiamme in gola a parte, oppure avrebbe potuto provare qualcosa di diverso, come quel drink in coppa rosa che il barman aveva appena servito a quella ragazza dalle scarpe blu e il giacchino uguale, o forse avrebbe potuto… o forse avrebbe potuto smettere di bere e tornare in pista, sì, decisamente questo sarebbe stato meno nocivo.
Sì, era deciso, non era per questo infondo che le persone andavano in discoteca? Era per ballare, per divertirsi, e lei non avrebbe permesso alle amiche di Charlie di rovinale la serata, nossignore, e così si assicurò che il suo vestito fosse apposto, e poi afferrò la borsetta e si riposizionò in pista.
Odiava le discoteche, tutto quel rumore, tutta quella calca, tutte quelle troie e tutti quei cretini che gli sbavavano dietro, era una cosa che non riusciva proprio a sopportare.
Mirò a una delle ragazze che stavano ballando con Charlie, la più alta, con due gambe lunghe quanto un’autostrada e dei lunghissimi capelli corvini. Indossava una maglietta rossa super aderente con delle bretelline, e degli shorts scuri di jeans sopra a dei sandali neri tacco 12, aveva la pelle incredibilmente bianca, e gli occhi azzurri come due fari e… ok, sto divagando, comunque Tonks puntò la ragazza che ballava nel gruppo, e per muoversi imitò lei.
Non era difficile come aveva pensato, assurdo e imbarazzante sì, certo, ma non difficile, doveva solo muovere il bacino ora avanti, ora indietro, ora su, ora giù, ed accompagnare il tutto con dei piccoli movimenti delle braccia. Doveva anche alternare il peso del corpo da un piede all’altro pestandoli un poco a terra seguendo il ritmo. E passarsi sensualmente una mano fra i capelli. Come ho già detto, era una cosa alquanto facile.
Mentre ballava, comunque, imitando la ragazza di Charlie, Tonks si chiese se fosse bella. O meglio, si chiese se qualcuno in quel momento stesse pensando che lei fosse bella. Non era mai stata una ragazza vanitosa lei, era una di quelle persone che sono solite rispondere che c’è molto di più del solo aspetto fisico, e a puntare tutto su personalità e carattere, eppure, in un momento come questo, le sarebbe piaciuto essere bella come le altre. Avrebbe voluto essere alta come loro, essere magra come loro, essere bionda come loro, e soprattutto sicura di sé anche solo la metà di quanto lo fossero loro. Se l’avesse avuta infatti, avrebbe risposto per le righe alle richieste della rossa, rispondendole che poteva benissimo andarsene al diavolo, ed ora sarebbe stata al bancone a litigare con Charlie divertendosi un mondo, invece di stare in quella pista che non la faceva sentire affatto a suo agio.
Nel momento esatto in cui la mutaforme stava considerando vivamente l’idea di girare i tacchi e tornarsene al bancone, notò con sua enorme sorpresa che qualcuno, in quel momento, si era messo a ballare strusciandosi a lei.
Sperò con tutto il suo cuore che fosse Charlie, così lei avrebbe potuto girarsi colpendolo con uno schiaffo, fargli una scenata, e poi permettergli di scusarsi offrendole un drink. Sfortunatamente però, il caro Charlie Weasley era ancora a dieci metri da lei, a ballare nel cerchio delle ragazze. Quindi doveva essere qualcun altro. Ninfadora pensò un momento a come reagire.
Un attimo prima, pensò la ragazza, aveva desiderato sentirsi bella, ammirata da qualcuno, ed ora che qualcuno si era finalmente accorto di lei si sentiva solamente… disgustata.
Quindi, continuò a muoversi facendo finta di nulla, e quando il ragazzo portò le mani a cingerle la vita lei pose le mani sulle sue e le scansò allontanandosi di qualche passo. Il ragazzo non tornò più a tormentarla. La ragazza aveva appena tirato un sospiro di sollievo quando sentì due mani grandi posarsi sulle sue natiche. Pensando che fosse il ragazzo di prima, la ragazza si era girata per dirgli di farsi fottere, ed invece aveva notato che si trattava di qualcun altro. Non ostante ciò se ne era fregata, lo aveva guardato male, si era scansata, e si era guardata intorno in cerca della via di fuga più breve per arrivare al bancone.
Mentre calcolava la distanza fra questo e la sua posizione, sentì le mani di un terzo ragazzo cingerle la vita.
- Lasciami! – aveva urlato, - Lasciami, lasciatemi tutti quanti! Lasciatemi tutti io non voglio ballare! Io non voglio…!
E la ragazza non aveva fatto neppure in tempo a finire la sua scenata isterica che una voce più forte aveva superato la sua.
- Che sta succedendo qui? – aveva gridato Charlie Weasley lasciate le troie per raggiungerla.
I ragazzi che l’avevano infastidita si erano guardati intorno.
- Pensavo solo che volesse ballare – si era discolpato il terzo di loro.
- Beh, a quanto pare non è quello che vuole. – aveva detto Charlie – quindi lasciatela stare.
E ciò detto le aveva messo un braccio intorno al collo e l’aveva condotta via.
- Aspetta un attimo – aveva detto Tonks liberandosi dalla sua stretta, ed indicando uno dei tre ragazzi – lui prima mi ha toccato il sedere.
A Charlie in quel momento era venuto soltanto da ridere, ma la Ninfadora sembrava serissima, ed anche sconvolta, e gli indicava il ragazzo aspettandosi che lui facesse qualcosa.
- E’ vero? – aveva fatto quindi rivolto al ragazzo – E’ vero, lo hai fatto?
Il ragazzo aveva riso, e Charlie si era trattenuto dal fare lo stesso.
- Sì credo di sì, - gli aveva risposto – suppongo di averlo fatto, perché?
- Nulla, - si era limitato a rispondere Charlie – mossa del cazzo!
E dopo di che lo aveva atterrato con un pugno in faccia, per poi afferrare Tonks per la spalla e trascinarla in fretta via dalla discoteca, mentre la gesta intanto si accalcava per vedere che fosse successo.

- Perché lo hai fatto? – gli chiese Tonks quando furono arrivati a casa, mentre lui, dopo aver detto qualcosa del tipo ho fame, cucino per due? ed aver ottenuto un sì come risposta, si era messo a smucinare con pop corn e fornelli.
- Fatto cosa? – le chiese lui senza voltarsi a guardarla.
- Dare un pugno a quello per difendermi intendo, perché lo hai fatto
- Volevi che facessi qualcosa, non mi è venuto in mente nient’altro, tutto qui.
- E come mai hai lasciato quelle ragazze per venire a soccorrermi?
- Mi sembravi in difficoltà, ecco tutto. E quindi ho pensato che fosse la cosa giusta da fare.
- Ti sei fatto lasciare il numero?
- Da chi? Da quelle?
- Sì, da quelle con cui ci provavi.
- No, ero troppo occupato a scappare prima che la sicurezza ci fermasse per badarci.
- Mi dispiace.
- Non fa nulla, non erano un granché.
- Davvero? Mi era sembrato che ti piacessero.
- Oh, fa nulla, dico davvero, a me in genere piacciono tutte. Tu eri più importante.
- Wow.
- Wow cosa?
- Nulla, è che avevo sempre pensato che il cavaliere dall’armatura splendente dovesse ucciderlo il drago, non allevarne a migliaia!
   
 
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