Anice
- Finn! Dovresti saperlo
ormai che la fascia oraria ha una forte influenza sulla traiettoria
delle
granite - sbuffò infine Kurt, non smettendo di muoversi
agitato nella stanza,
quasi a balzi. Era già vestito di tutto punto, la cartella
in spalla, mentre
gironzolava per la camera rassettando ossessivamente qualsiasi cosa
fuori posto
che gli capitasse a tiro.
- Mmm... Sì, certo, solo
cinque minuti - bofonchiò Finn, rigirandosi tra le lenzuola.
Solo dopo
l’ennesimo sospiro spazientito di Kurt alzò per un
attimo la testa dal cuscino
e farfugliò assonnato:
Kurt, non avendo potuto
udire l’ultima frase, rispose cantilenante: - Bene,
è quello che dirò a Rachel.
Ne sarà entusiasta, non credi? -
Poi si passò una mano fra
i capelli e si puntò di fronte al letto del fratellastro. Da
quella postazione,
vide gli occhi di Finn spalancarsi di colpo e le sue labbra
dischiudersi in uno
sbadiglio, prima che si alzasse pesantemente per avviarsi in cucina a
piedi
scalzi, gli occhi ancora semichiusi, continuando a bofonchiare parole
incomprensibili.
Rimasto
solo nella stanza,
Kurt tornò a sedersi sul proprio letto con un sospiro.
Già, era solo il primo
giorno al McKinley, ma quello sarebbe stato il loro anno. Avrebbero
conquistato
le Nazionali stavolta, a qualunque costo. Non che avessero alternative,
come
Rachel aveva gentilmente ricordato a tutti i membri delle New
Directions per l’intera
estate, sottoponendo loro a tradimento dettagliati schemi di azione,
completi
di grafici, per raggiungere l’obiettivo. Ad ogni modo, tutti
erano più motivati
che mai, che fosse per quella costante assistenza, come avevano
ritenuto
opportuno lasciar credere a Rachel, per la frustrazione post-granita, o
per ragioni
ben più nobili e sicuramente evidenti che tuttavia Kurt era
sicuro di non poter
elencare al momento, senza caffè.
Certo, al McKinley i
membri del Glee Club non erano ancora visti come celebrità e
nei corridoi era
più facile essere bersagliati da una granita che salutati da
piccole folle
adoranti, come forse nei sogni più fantasiosi di molti delle
New Directions
fino a quel momento.
Eppure, quell’anno Puck si
era detto disposto a mettere da parte anche i suoi gloriosi piani per
il Senior
Year (che secondo alcune fonti riguardavano una già ben
organizzata esplosione
a catena nell’ufficio del preside Figgins), Brittany aveva
affidato a Lord
Tubbington la direzione di Fondue for two
e c’erano buone possibilità che il
signor Schue non fosse riuscito a
salvare qualcuno dei suoi gilet prima di annullare la sua partenza per
Broadway. Tutto per dedicarsi completamente al Glee Club. Perfino con
vestiti
decenti, forse.
Ed era già da mesi che
Kurt aveva lasciato la Dalton. Non che gli sarebbero mancati quegli
improbabili
blazer o canarini da sotterrare - soffocò un mezzo
singhiozzo al pensiero di
Pavarotti - ma per tutto l’anno, per come si prospettava dai
piani delle New
Directions (be’, i piani suoi e di Rach...I piani di Rachel
e...sì, i loro
piani insomma), non avrebbe avuto così tanto tempo da
passare con Blaine.
Gli sarebbe parso strano adesso
non vederlo ogni giorno, ma non avrebbe potuto certo biasimarlo.
Perché mai
avrebbe dovuto lasciare anche lui la Dalton, dove aveva tutto quello
che poteva
desiderare? Era una sorta di celebrità lì.
Nessuno si sarebbe mai sognato di
insultarlo, né tantomeno di inchiodarlo ad un armadietto
minacciandolo di
morte, cosa non poi così inverosimile al McKinley,
considerò amaramente Kurt.
Gli era sembrato inutile,
quindi, insistere per convincerlo a trasferirsi, viste le sue reazioni
ad ogni minimo
accenno a una prospettiva a tempo breve
di una vita senza divisa da Warbler. Nello specifico, ogni volta che si
toccava
questo tema, Blaine cambiava argomento o si voltava verso la cameriera
della
caffetteria per chiedere un altro cappuccino medio. Kurt si
meravigliava che
non fosse ancora arrivato a tapparsi le orecchie cantando a
squarciagola, come
aveva fatto lui stesso in risposta alle tentate lezioni di Blaine di
educazione
sessuale.
Quella
mattina, in ogni
caso, prima della scuola, Kurt e Blaine avevano appuntamento in
caffetteria e
Finn e Rachel avevano proposto di unirsi a loro.
Più precisamente, la sera
prima Rachel aveva insistito che la mattina del rientro sarebbe stata
cruciale
per la loro scalata al successo di quell’anno e non potevano
permettersi un
attimo di distrazione, per cui era indispensabile che lei, Finn e Kurt
facessero insieme il loro ingresso trionfale a scuola come
rappresentanti del
Glee Club.
Prima che Kurt potesse
concentrarsi su quel pensiero, meditando che in effetti un ingresso di
gruppo
avrebbe ridotto sensibilmente le probabilità di Rachel di
essere colpita da una
granita, il rumore di qualcosa di caduto e infranto (cosa che non lo
sorprese
minimamente) gli disse che Finn stava rientrando in camera.
- Allora andiamo, Kurt,
pronto? - Strana frase da rivolgere a lui nella sua nuova giacca Marc
Jacobs da un Finn ancora scalzo e intento a
raccattare libri a caso
da infilare nella sua borsa.
Finalmente, riuscirono ad
arrivare alla caffetteria, dove probabilmente avrebbero già
trovato Blaine e Rachel.
Appena entrati, Kurt alzò la testa verso il bancone, ma fu
bloccato da Finn,
che lo fece voltare verso il tavolo più vicino
all’ingresso. Lì sedeva da sola Rachel,
gli occhi incollati su dei fogli davanti a lei, troppo impegnata a
scribacchiare
con un pennarello rosa per fare caso alla loro presenza.
Vedendola così
pericolosamente assorta, per un attimo Finn fu incerto sul da farsi. - Hey, Rachel -si decise
infine a chiamarla, riportandola
alla realtà, mentre gli si stampava sul volto un ampio
sorriso. Poi si allungò dall’altra
parte del tavolo per baciarla velocemente, mentre Kurt si guardava
intorno
perplesso, in cerca di Blaine. Non era da lui arrivare in ritardo.
- Ciao Rachel - sorrise poi,
sedendosi. - Oh,
due cappuccini medi per
favore - si rivolse alla cameriera, mentre poggiava incerto la cartella
Burberry
su una sedia vuota, cercando prima di valutare ad occhio se fosse ben
disinfettata.
- Strano però, credevo che
Blaine fosse già qui - riprese infine, decidendosi a posare
la cartella, dopo
che la cameriera ebbe preso anche le ordinazioni degli altri due. A
quella
frase, però, Rachel ebbe una strana reazione.
Iniziò a raccogliere e riordinare
rapidamente tutti i fogli sparsi sul tavolo e disse tutto
d’un fiato, senza mai
alzare gli occhi: - Oh lui, in verità, non penso che
verrà, Kurt. Aveva detto
di essere molto impegnato, sai, anche per lui è il primo
giorno e... Noi
dobbiamo discutere delle prove in ogni caso e non vorremmo mai che la
concorrenza... - Ma Kurt non le lasciò terminare la frase.
- Aspetta, aspetta. Perché
mai Blaine avrebbe detto a te e non a me di essere troppo impegnato per
venire?
E poi, la concorrenza? Devo ricordarti che sei anche uscita con lui non
così
tanto tempo fa? -
L’accostamento di quelle
due idee sorprese tanto Kurt stesso da lasciarlo per un attimo a bocca
aperta e
con il braccio a mezz’aria. In quel momento,
l’arrivo delle loro tazze di caffè
permise a tutti e tre di affondarvi i volti senza ulteriori commenti,
ma non
impedì a Kurt di notare le occhiate che si scambiavano Finn
e Rachel al di
sopra di esse. Finn, evidentemente colto dal panico, la
assecondò prontamente
prendendo a parlare delle prossime audizioni delle New Directions e di
quanto
sarebbero stati terrificanti i progetti di Sue Sylvester
quell’anno. Kurt per
lo più tentava di sorridere e annuire in modo naturale
(anche in riferimento a
questi ultimi, cosa ben poco naturale, rifletté poi), mentre
controllava il suo
cellulare, che però non presentava tracce di chiamate o
messaggi di Blaine. Dopo
aver indugiato ancora per dieci minuti,
in seguito a suggerimenti che Kurt era sicuro di essere riuscito a far
passare
come del tutto casuali e disinteressati, finalmente si alzarono. Non
prima che
Kurt avesse trangugiato anche il secondo cappuccino ovviamente.
Avviandosi
verso la scuola, Rachel e Finn ripresero a parlare in tono neutro,
nonostante
continuassero ad evitare lo sguardo di Kurt. Lui, intanto, si manteneva
a
qualche passo di distanza piuttosto amareggiato, sicuramente solo per i
due
caffè senza zucchero, come teneva a precisarsi mentalmente.
Subito dopo li
oltrepassò,
non degnando il trio neanche di un ulteriore sguardo. Kurt
guardò gli altri due
a bocca spalancata e per tutta risposta il sorriso di Rachel si
allargò, mentre
lanciava a Finn un’occhiata complice e lo trascinava
all’interno.
Kurt, rimasto solo
davanti
alla porta, si bloccò di colpo. Aveva appena visto avanzare
verso di lui
Blaine, che portava degli occhiali da sole alquanto insoliti e... non
era nella
sua divisa da Warbler? Be’, probabilmente non aveva corsi
alle prime ore e
aveva voluto fargli una sorpresa. Evidentemente Rachel e Finn lo
sapevano.
Questo avrebbe potuto spiegare il loro strano comportamento, in
effetti. Ma decisamente
non spiegava la scelta di quei pantaloni e di quegli occhiali da sole,
no. In
più, dietro di lui, a distanza troppo limitata dal
distributore di bibite,
c’erano alcuni membri della squadra di football. Ma non
poteva preoccuparsi
anche di quello adesso.
- Ciao Kurt - lo
salutò
Blaine quando lo ebbe raggiunto, posandogli una mano sulla spalla, come
se
fosse la cosa più naturale del mondo che lui fosse nella sua
scuola. Con quegli
occhiali. Kurt, pur non potendo evitare di sorridergli, lo
guardò incredulo. - Blaine?
Ma cosa ci fai qui? Perchè non sei venuto in caffetteria? -
il sorriso di
Blaine continuava ad allargarsi - E cosa sono quelli? - aggiunse Kurt
scandalizzato, alludendo agli occhiali del ragazzo. Solo allora il
sorriso di
Blaine si restrinse e lui cominciò esitante: -
Be’, pensavo solo che avrebbero
aiutato un po’ a confondermi, a farmi ambientare un
po’, sai, subito dopo il
trasferimento. Be’, ma sì, hai ragione, non sono
il mio genere. Ok, li tolgo,
non c’è bisogno di fare quella faccia. Cosa? Cosa
c’è? -
Evidentemente Blaine
era
troppo impegnato a preoccuparsi dei suoi occhiali per capire che le
espressioni
di Kurt non erano dovute a quelli, ma ai ragazzi che si stavano
avvicinando
alle sue spalle. Finalmente Blaine si voltò, mentre
già Kurt lo tirava per una
manica, ma non fu abbastanza rapido da evitare l’impatto. In
un attimo, Blaine
si ritrovò ricoperto di liquido ghiacciato e bluastro,
mentre lo oltrepassavano
ridendo i tre ragazzi che lo avevano colpito.
- Questo è
un omaggio per
il primo giorno, perdente - fece il più grosso del gruppo,
mentre gli piantava in
testa il bicchiere della granita, rischiando di fargli perdere
l’equilibrio.
- Blaine, tutto bene?
-
gli chiese subito Kurt, rimasto straordinariamente incolume. Blaine, la
bocca
ancora spalancata in una comica ‘O’ per la
sorpresa, strizzò gli occhi.
- Ma certo - rispose,
non
suonando però del tutto convinto. - Uh, anice, vero? -
aggiunse leccandosi un
dito - Allora, dicevamo, che ne pensi del mio trasferimento? -
Anziché
rispondere, Kurt
lo tirò in disparte e poggiò delicatamente le
labbra sull’angolo sinistro delle
sue. Solo un attimo dopo le staccò e disse: - Anice,
sì, deve essere un nuovo
gusto, avremo modo di provarlo di nuovo, tranquillo - e senza aspettare
una
risposta lo trascinò dentro, afferrandogli la mano.
- Forza, dobbiamo
ripulirti al più presto. Ho spagnolo con Mr Shue alla prima
ora - replicò
alzando gli occhi alla faccia contratta e ancora bluastra di Blaine.
- Ma il metodo Hummel
è
infallibile in questo campo - continuò, stringendo di
più la sua mano e
voltandosi verso di lui con un sorriso, che Blaine ricambiò
per quanto gli era
possibile, inforcando di nuovo quegli occhiali.
Perché
quegli occhiali?
Be’, almeno avrebbe avuto molto più tempo per
educare il suo gusto adesso, rifletté
Kurt, passandosi una mano fra i capelli.
- Non ho dubbi -
rispose intanto
Blaine solenne, alzando un sopracciglio.
Continuarono a
camminare
ridendo, noncuranti dello strano spettacolo che dovevano offrire,
Blaine
completamente ricoperto dei residui della granita e Kurt inappuntabile,
ma
entrambi con ancora in bocca il sapore dolciastro dell’anice.
Wren's Corner
Salve a tutti e grazie per aver letto fin qui.
Onestamente non mi sarei mai aspettata di scrivere niente del genere.
Intanto questa è la prima storia che scrivo su Glee. Ma è decisamente leggera e spensierata per i miei standard.
Mah, sono ancora piuttosto perplessa, ma sperimentiamo.
Mi farebbe molto piacere sapere una vostra opinione, forse potrebbe risolvere qualcuna delle mie domande esistenziali.
Grazie ancora :)
Wren