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Autore: Shari Deschain    13/09/2011    10 recensioni
«Damon, quello è un caffè di scuse», dice, indicando la tazza incriminata. Non che ne abbia ricevute molte di scuse da suo fratello ─ né in caffeina né in parole ─, ma è comunque capace di riconoscerle quando se le trova davanti.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'He ain't heavy. He is my brother.'
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N/A: Scritta per il TVG!Fest @ vampiregeometry, prompt Damon/Stefan – apologize coffee
─ Un ringraziamento speciale a Lizzie_Siddal, la mia beta preferita (nonché l'unica che accetta puntualmente di sorbirsi tutte le menate della mia mente contorta)
─ Per chi se lo fosse perso, il riferimento è alla puntata 1x09, quando la mattina dopo aver ucciso Lexi, Damon si presenta in camera di Stefan con un'offerta di pace consistente in un caffè.
─ La timeline non è chiara nemmeno a me XD Diciamo all'inizio della seconda stagione? XD





Apologize coffee






L'idea della scuola è stata sua, sì, ma questo non vuol dire che non sia comunque un'idea molto stupida, ammette Stefan, quando la sveglia suona e la tentazione di gettarla fuori dalla finestra risulta molto più forte di quella di uscire da sotto le coperte.
Non è mai stato una persona particolarmente mattiniera.
Damon, al contrario, è perfettamente sveglio, vestito e pronto per uscire ─ o magari per spogliarsi ed andare a letto ─ e nel trovarselo di fronte, nella loro cucina, Stefan biascica qualcosa che potrebbe sembrare sia un “buongiorno” che un “levati di torno”, tutto sta nell'interpretazione che gli si decide di dare.
Damon decide di non interpretarlo affatto ─ la tendenza ad ignorare i buoni tre quarti di quello che viene fuori dalla bocca di suo fratello è ormai innestata nel profondo del suo essere ─, e si limita a tendergli una tazza di caffè, senza nemmeno guardarlo.
Non può notare, quindi, il modo in cui il volto di Stefan si irrigidisce davanti a quel gesto.
Rialza lo sguardo solo una ventina di secondi più tardi, chiedendosi perché diamine suo fratello non abbia ancora preso quella quella dannata tazza: cosa crede, che rimarrà lì con il braccio sospeso in aria tutto il giorno?
Lo sguardo di Stefan è truce, quasi minaccioso.
«Cos'hai fatto?», domanda.
Damon lo guarda senza capire.
«Scusa?»
«Che cosa hai fatto?», ripete il fratello minore, scandendo meglio le parole. «Se ha a che fare con Elena, giuro che...»
«Io non ho fatto proprio un bel niente. Stai delirando», lo interrompe Damon, appoggiando la tazza sul tavolo per poter posare una mano sulla fronte del fratello. «Ti sarai preso uno di quei virus che vanno di moda al momento... aviaria, o qualcosa del genere. Devi stare attento a quello che mangi, fratellino», aggiunge con un tono che vorrebbe suonare pedante, ed invece è solo ironico.
Stefan allontana bruscamente la mano e continua a guardarlo con sospetto, ma le sopracciglia di Damon sono inarcate al massimo, e il suo ghigno divertito ha un che di realmente interrogativo. Stefan decide comunque di non fidarsi.
«Damon, quello è un caffè di scuse», dice, indicando la tazza incriminata. Non che ne abbia ricevute molte di scuse da suo fratello ─ né in caffeina né in parole ─, ma è comunque capace di riconoscerle quando se le trova davanti.
«Veramente è caffè d'orzo. Fa anche un po' schifo, a dire il vero, ma abbiamo finito quello normale», replica Damon ironicamente, chiedendosi intanto se sia davvero diventato così scontato agli occhi di suo fratello. «In effetti dopo scuola dovresti andare a fare la spesa»
Stefan non si lascia distrarre.
«Non hai ucciso Caroline, vero?», chiede ancora, non troppo seriamente. Dubita che Damon farebbe davvero del male a Caroline, ma non si sa mai. A volte quella ragazza può diventare veramente difficile da sopportare, e suo fratello, notoriamente, non ha mai avuto molta pazienza.
«Ucciso─?», un lampo improvviso passa negli occhi di Damon e quella conversazione smette di colpo di essere divertente. «No, non ho ucciso la cara barbie vampira. Che tu ci creda o no, far fuori tutti i tuoi amici non è tra i miei obiettivi a lungo termine. Anche perché la cosa non occuperebbe molto tempo»
«Bene», replica Stefan, leggermente più sollevato, e magari anche un po' imbarazzato per il modo in cui ha attaccato l'altro, così senza un vero motivo.
«Quindi...uhm, quello è un semplice caffè?», domanda poi, con una piccola esitazione. L'istinto di non fidarsi di Damon è ancora troppo radicato in lui, ma in fondo lo è anche il desiderio di concedere una seconda opportunità a suo fratello.
«Sì, ma adesso non lo bevi», ribatte velenosamente Damon, e in meno di un batter di ciglia afferra la tazza e ne rovescia il contenuto nel lavandino.
«Fratello ingrato», borbotta poi, allontanandosi con fare sostenuto e lasciandosi dietro uno Stefan dispiaciuto, confuso e pieno di sensi di colpa.
Si concede un sorriso soddisfatto solo quando è sicuro di essere fuori dalla vista dell'altro.
Stefan non usa molto la sua Porsche, quindi passeranno almeno un paio di giorni prima che vada in garage e scopra in che condizioni gliel'ha ridotta.



   
 
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