Titolo:
Deal
Fandom:
The Vampire Diaries
Personaggi/Pairing(s):
Damon/Elena/Katherine/Stefan
Genere:
Commedia, Fluff?
Avvertimenti:
oneshot, accenni di foursome, follia, trolling, what if..? ambientata
in un futuro
altamente
improbabile dove il poligono convive in pace, tra fluffosaggini
e simpatiche ammucchiate
(prequel
di Let's
get louder)
Challenge/Prompt:
scritta
per il TVG!Fest
@vampiregeometry,
prompt Damon/Elena/Katherine/Stefan
- "Se accettiamo di iscriverci al college con te, cosa avremo in
cambio?"
Note
iniziali: è
l'idiozia, ma volevo fare un ultimo sforzo per questo fest che mi ha
fatta letteralmente scoppiare in vari modi. Un grazie sentito a tutte
le ragazze che hanno partecipato - postando, promptando, o
semplicemente delirando. Siete bellissime ♥
Dedicata
a Shariaruna,
l'altra metà del mio neurone.
Stefan,
Damon, Katherine – nessuno manca all'appello, nel salotto di
casa
Salvatore - ma Elena esita ancora, prima di parlare.
Non
che abbia dei dubbi su ciò che sta per dire, è
solo che lo scenario
di fronte a lei non è dei più invitanti ad
attaccare la
conversazione che ha in mente: se Katherine smettesse di limarsi le
unghie con passione, Damon di gustare il proprio scotch con
espressione sognante e Stefan alzasse gli occhi dal libro che sta
leggendo, sarebbe meglio.
Risoluta, la ragazza si schiarisce la voce nervosamente per
richiamare la loro attenzione.
"Ehm,
io volevo farvi una proposta...” comincia cauta, guardandoli
uno ad
uno.
Stefan
corruga le sopracciglia, Katherine la guarda seccata come se avesse
interrotto un rituale importantissimo, e Damon ammicca sornione.
"Se
è qualcosa di indecente, stai pur certa che la risposta
è sì”
soffia per poi scambiare un'occhiata complice con Katherine. Stefan
è
l'unico a rimanere serio, come sempre – sarà
meglio fissare solo
di lui per non perdere la concentrazione prima del tempo, decide
Elena facendo un bel respiro.
Okay,
ora lo dirà. Lo sta per dire. Sta davvero
per farlo. Lo dice.
"Mipiacerebbechenoiquattroandassimotuttiinsiemealcollege”
esclama, senza prendere fiato.
Le
rispondono tre identiche espressioni perplesse.
"Non
ci ho capito niente, Elena” si lamenta Katherine in tono
strascicato, mentre Damon e Stefan annuiscono in sincrono:
evidentemente l'ha detto troppo in fretta perfino per l'udito
sensibile dei vampiri, o magari preferiscono credere di aver
frainteso tutto.
"Mi
piacerebbe molto”
ripete Elena, scandendo bene le parole.
"Che
noi quattro” continua indicando se stessa e poi loro -
un'umana e
tre vampiri –, sentendosi stupida.
"Andassimo
tutti...”
Certo
che dirlo così suona proprio idiota, ma è tardi
per i ripensamenti.
"Insieme...Al
college”
La
bomba è stata sganciata.
Due
secondi di silenzio, e poi l'esplosione: Katherine lascia partire una
risata sguaiata che la ucciderebbe d'asfissia se solo avesse bisogno
di respirare, Stefan fa un sospiro incredulo – molto
più composto,
ma ugualmente desolante -, mentre Damon stira un sorrisino come se si
trovasse di fronte ad uno scherzo riuscito male.
"Elena,
sei impazzita o ancora sbronza da ieri sera?” domanda
sarcastico,
esprimendo a voce alta quello che di sicuro è anche il
pensiero
degli altri due vampiri.
Elena
balbetta qualcosa, non sapendo come difendersi.
D'accordo,
l'idea le è venuta la notte precedente - in certe
particolari
condizioni che prevedevano lei, Stefan, Katherine e Damon nudi e
ubriachi in uno stesso letto - , ma non le sembra carino che nessuno
la stia prendendo sul serio solo per quel motivo.
E
loro continuano imperterriti ad ignorarla!
Katherine
ha ripreso a farsi la manicure, Damon a centellinare e Stefan
–
l'unico che un po' la considera – si rigira il libro tra le
mani,
con l'aria di voler immergersi di nuovo nella lettura solo per
evitare la spinosa discussione.
Alla
fine, capendo che nessuno le darà adito, Elena ci rinuncia,
mordendosi la lingua per non sibilare un “vi odio
tutti”.
Corre
su per le scale pestando i piedi, e si chiude la porta della camera
alle spalle giusto prima di sentire Damon chiedere a Katherine se la
sua doppelganger non sia in sindrome premestruale e Stefan rispondere
di no.
Qualche
minuto dopo, qualcuno bussa timidamente alla porta –
l'inconfondibile educazione di Stefan.
"Avanti”
biascica Elena, con la faccia premuta sulle lenzuola. È
ancora
arrabbiata, anche con lui. Forse si aspettava che le desse man
forte, o forse è solo un'illusa.
D'altra
parte, però, ha apprezzato la diplomazia: almeno lui non le
ha dato
della squilibrata come Damon e non l'ha presa in giro come Katherine,
che ancora adesso vagola per la casa ridendo da sola a intervalli
regolari.
"Ehi,
stai cercando di diventare un tutt'uno col materasso? Dai, fatti
vedere” la incita dolcemente Stefan. Elena obbedisce contro
voglia.
Il
fatto è che perfino di fronte a quel fallimento, voler
trascorrere
più tempo possibile insieme alle persone che ama le sembra
perfettamente sensato, checché loro possano dirne.
"Ho
detto davvero una bestialità inascoltabile,
prima?” domanda
corruciata, ma già di umore migliore, stretta nell'abbraccio
di
Stefan.
"Niente
affatto” risponde paziente lui.
"Conosci
Damon e Katherine – sono fatti così...”
"Ma
anche tu... tu sei rimasto zitto!” protesta guardandolo di
sbieco,
resistendo all'impulso di puntargli contro un indice accusatorio.
Stefan
si prende qualche secondo, prima di rispondere.
"È
che, in tutta sincerità, non mi sembra qualcosa di
realizzabile”
spiega con delicatezza.
"Siamo
vampiri, non possiamo condurre una vita del genere, per quanto ci
sforziamo di sembrare normali...”
"Questo
lo dici tu. Al liceo sei andato benissimo, no? E adesso con Katherine
e Damon...Adesso stiamo vivendo in quattro sotto lo stesso tetto.
Ci...”
Amiamo,
vorrebbe dire Elena.
Amiamo
in modi che nessuno potrebbe spiegare o anche solo tentare di
comprendere.
Di
fronte a questo cosa importa del resto, delle convenzioni, del fatto
che loro siano vampiri?
Vuole
solo averli vicini, in ogni momento, conscia del fatto che non
sa quanto ancora potrà permettersi di stare a Mystic Falls,
continuare a studiare e sentirsi normale.
"Non
è questo, Elena. Pensaci, il college non è come
il liceo. Nel giro
di poco chiunque si accorgerebbe che non invecchiamo, che abbiamo
qualcosa che non va, e...”
"Un
anno e basta” lo ferma lei.
Stefan
sembra pensarci con attenzione.
"Solo
uno”
"Se
non dovesse funzionare...”
"Lasceremo
perdere subito”
"Un
anno...” ripete Stefan, pensieroso.
Non
desteranno sospetti – non in quel modo almeno – e
in fondo le
sembra un lasso di tempo ragionevole per la pazienza di tutti e tre.
Sì, anche di Damon e Katherine.
"Io
ti amo, Stefan” dice Elena all'improvviso, sentendo la calma
avvolgera nel formulare quelle sole parole.
"E
amo loro. Io vi amo.
Volervi sempre con me...Ti sembra così
assurdo?”
Stefan
abbozza un sorriso – 'lo so' dice quel leggero incurvarsi di
labbra
– ed Elena capisce che gran parte delle sue reticenze sono
state
superate, e che è a un passo dal convincerlo del tutto.
Si
avvicina per baciarlo - un ringraziamento o forse un ultimo, furbo
incentivo a fargli dire di sì – quando il rumore
di due passi
diversi – di tacchi alti e stivali pesanti, per l'esattezza
– la
interrompono.
"Miss
Pazzia ti sta corrompendo con le sconcezze, eh Stefan?”
scherza
Damon entrando, ma Elena non ride per niente.
"Oh,
non mettere il broncio, piccolina” rincara la dose Katherine.
"Fai
bene ad usare queste strategie. Io approvo!” annuisce
allegra,
pizzicandole una guancia.
Elena
si scosta, desiderando avere i canini affilati – per una
volta –
solo per poterle mordere una mano.
Non
li sopporta quando fanno così.
"Siete
venuti qui per continuare ad infierire?”
"No,
Elena” sbuffa Katherine, lasciandosi cadere sul materasso.
"Vogliamo
solo discutere le, uhm, condizioni” prosegue Damon, sedendosi
accanto al fratello.
"Le
condizioni? Avete cambiato idea?” chiede acidamente Elena con
una
punta di palese scetticismo.
"Forse”
celia Katherine leggera, scompigliandole i capelli per dispetto.
"Non
ci credo” sbotta tra i denti la ragazza, indecisa se
infuriarsi o essere
speranzosa. In fondo, quei due adorano prendersi gioco di lei. Di lei
e Stefan insieme, se possono.
"Ti
sembra così assurdo?” chiede Damon assottigliando
le palpebre, e
c'è qualcosa nella scelta delle parole, nel tono di voce,
nel modo divertito eppure
delicato in cui lo dice, che rende chiaro tutto: lui e Katherine
hanno origliato il suo scambio di battute con Stefan, hanno
sentito i motivi di Elena (“Io vi amo”)
e a quanto pare
ci hanno davvero ripensato.
Le
labbra di Elena si tendono in un sorriso infantile prima ancora che
lei se ne accorga o trovi le parole per ringraziarli.
"Tutto
sommato, potrebbe essere meno noioso del previsto” osserva
Katherine, infrangendo quel silenzio riconoscente solo per spararne
una delle sue.
"Pensavo
a quei film idioti dove i ragazzi delle confraternite fanno feste
scatenate a base di sesso e-”
"I
veri college non sono come quelli di 'American
Pie'"
rimbecca Elena, roteando gli occhi.
"Bah,
Elena, sei proprio vecchia!
Togli tutto il divertimento alle
cose. E comunque se non potrò giocare a modo mio, scordati
che
accetterò”.
Stefan
e Damon sospirano all'unisono di fronte a quei battibecchi
capricciosi che ormai sono una consuetudine delle due doppelganger.
"Tanto
per cominciare, mi rifiuterò categoricamente di aprire un
solo
libro, lo sai, vero?” prosegue Katherine, sfarfallando le
ciglia.
Dal
cipiglio di Damon – e più discretamente quello di
Stefan – anche
loro sembrano dello stesso avviso.
Elena
scuote la testa in segno di disapprovazione, ma in realtà
è un
assenso. Su quello, sarà costretta a retrocedere: non li
convincerà
mai a fare diversamente. E d'altra parte, aveva già previsto
che non
avrebbero accettato di recitare la parte degli studenti modello
seguendo le regole.
"Chiedo solo che la scolaresca non venga
usata come aperitivo” sottolinea però,
scoccando un'occhiata significativa a Katherine, la più
restia ad
abbandonare certe vecchie abitudini.
"Certo,
certo” le fa eco il brontolio della vampira, accompagnato da
un
gesto annoiato della mano.
"Stefan,
tu hai qualche richiesta particolare?”
"Vorrei
mi fosse risparmiato di stare in camera con Damon” risponde
lui,
voltandosi verso il fratello quasi se si aspettasse un rifiuto, che
però non arriva: Damon allarga le braccia, tranquillo, come
a dire
'non ho nulla in contrario'.
"M'è
bastato sopportarti quando eravamo bambini” spiega con un
ghigno.
"A quanto pare abbiamo raggiunto un accordo.
Eppure manca ancora
qualcosa...” mormora Katherine, fingendosi assorta.
Indugia
un secondo con lo sguardo su Stefan e poi su Damon, prima di passare
un braccio attorno alle spalle della sua sosia e sussurrarle
all'orecchio.
"Se
accettiamo definitivamente di iscriverci al college con te, cosa
avremo in cambio?”
Elena
sente un brivido correrle lungo la schiena, come fosse la carezza
della voce di Katherine a toccarle la pelle.
"Cos'altro
potresti volere di più?” ribatte con
ingenuità, sbattendo le
palpebre un paio di volte.
"Ed
evita di dire 'nessuna regola' - quello non posso proprio concederlo.
Anche se non studierete, dovrete seguire le lezioni, frequentare il
campus, la biblioteca e-”
Katherine
ride e le scosta i capelli dal viso, prendendolo tra le sue mani.
"Tranquilla,
faremo a modo tuo” promette Damon, abbracciandola da dietro e
sfiorandole una tempia con la propria guancia. Elena chiude d'istinto
gli occhi, coccolata da quelle attenzioni, mentre un fruscio di
lenzuola e il tocco gentile di una mano sulla propria le fa capire
che anche Stefan s'è avvicinato.
"Saremo
dei perfetti studenti, ci basterà che le abitudini siano le
stesse
di questa casa” continua Katherine, ma Elena ha
già perso il filo
del discorso.
"A
coppie o insieme. Ogni volta
che vogliamo"
Elena
mugola qualcosa di incomprensibile, cercando comunque la forza per
rispondere.
Le
esce fuori solo un “sì” ansimato, forse
in risposta a Katherine,
forse in approvazione estatica di quello che le stanno facendo.
Damon
le bacia il collo alternando piccoli morsi, Stefan le sbotta
lentamente la camicetta e la lingua di Katherine le disegna il
profilo delle labbra dischiuse.
"Sì...”
ripete Elena, lasciandosi accarezzare, spogliare e distendere sul
materasso.
Li
ha attorno a sé, con sé, e nient'altro a parte
assentire sembra
avere più molto senso.
(“Sai, Elena? Questa idea del college mi esalta molto più di prima...”)