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Autore: Infinite Sky Driver    13/09/2011    13 recensioni
La razionalità delle persone, tende a sopprimere i loro sentimenti.
Finalmente tra di noi ci sono solo pochi metri, allungo un braccio per afferrare il tuo.[..]Cerchi di alzarti, ma ti blocco le braccia con le mani e ti stringo i fianchi con le ginocchia.
-Key, scusami!-
JongKey
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene. Non voglio dilungarmi in spiegazioni. Vi lascio alla suspance dell' Epilogo della storia.
Buona lettura <3


- - - Luna - - -

-Che cos'ho fatto....- Sento dentro di me rabbia, frustrazione, delusa da me stessa, per quello a cui ero disposta pur di avere ciò che desideravo.

Io non volevo questo. Io volevo solo che Kibum tornasse da me. Volevo solo rimediare il mio sbaglio commesso anni fa.

Sono stata un verme. Prima l'ho tradito, e poi quando era finalmente felice gli ho portato via l'unica ragione di felicità.

La colpa sembra uccidermi, mi manca il fiato e vengo colta alla sprovvista da un conato di vomito.

-Chi...sono...un mostro- tutto quello che ho fatto, mi si è rivolto contro.

Di sicuro non posso essere perdonata così facilmente.

Mi rendo conto della sofferenza che ho causato nella vita di due persone che non ne potevano nulla.

Almeno, se devo essere punita, voglio che ci sia qualcun altro con me.

Mi dirigo da un agente di polizia, che sta chiedendo informazioni ai vicini di casa di Kibum.

-Mi...mi scusi-

-Si signorina?-

-So chi è stato ad incendiare questa casa. Il pazzo che ha tolto il lavoro a questo ragazzo, e l'ha ricattato.-

-Cosa? Signorina dice sul serio? Dovrebbe seguirci in questura-

-No!- Lo blocco per un braccio.

-Sono una complice-

La sua faccia si adombra, prendendo dal lato dei pantaloni un paio di manette.

-Se dice il vero, allora la dichiaro in arresto, è in diritto di rimanere in silenzio, qualunque cos-

-La devo portare dal mio capo-

L'agente rimane perplesso per alcuni secondi, dopodichè prende la trasmittente che ha in tasca.

-Portate una pattuglia, dobbiamo eseguire un arresto di massima urgenza-

- - - Jong - - -

Sullo specchietto retrovisore vedo la città allontanarsi sempre di più, mentre percorro la superstrada in direzione dell'oceano.

Le nuvole sono grigie e piene di pioggia, potrebbe diluviare da un momento all'altro.

Sposto lo sguardo verso l'altro specchietto, che riflette una grossa nuvola di fumo alzarsi a qualche centinaio di metri dietro di me.

La pioggia forse aiuterebbe a spegnere quell'incendio. La cosa che non capisco è perchè Kibum abbia fatto tutto questo.

Spingo l'acceleratore al massimo, dopo che un brutto presentimento mi ha fatto rabbrividire.

Comincio ad intravedere le deviazioni per l'uscita anticipata, dovute ai lavori in corso. I coni arancioni che indicano di spostarsi a destra sono perfetti, nessuno li ha spostati. Alla fine però, quando formano la curva che indirizza alla strada obbligatoria, sono a terra; sembrano presi in pieno da un'auto, perchè alcuni sono anche diversi metri più in avanti.

Fermo un attimo la macchina, pensando a cosa possa fare una volta che l'avrò trovato. Spero soltanto che sia ancora in tempo.

Parto di nuovo a tutta velocità, finchè non intravedo qualcosa, tra la nebbiolina che si sta formando piano piano sulla strada.

Stringo gli occhi cercando di mettere a fuoco la figura, rallentando un poco, e la forma è quella di un auto. La portiera del conducente è aperta, il motore è ancora acceso e il motore fuma.

Scendo di corsa dalla macchina e guardo dentro a quella in mezzo alla strada. La lancetta che indica il calore del motore è alle stelle; poggio una mano sul sedile davanti, è leggermente tiepido, forse ci è stato Kibum. A terra ci sono dei botticini, sembrano farmaci.

Quello stupido ha una dipendenza da psicofarmaci?

No, forse lo stupido, qui sono io.

-Dannazione!!- sbatto a terra la boccetta che ho in mano, rompendola sull'asfalto.

Ormai non si capisce se stia piovendo, o se c'è soltanto nebbia attorno a me.

Da quando sono arrivato, il tempo è peggiorato in un batter d'occhio; ora non riesco nemmeno a vedere a dieci metri di distanza.

Se ha lasciato la macchina qui, allora non deve essere lontano.

Comincio a camminare, incerto. Non so se quella sia la direzione giusta, non so nemmeno a che ora sia arrivato qui. Mi lascio guidare dall'istinto, da ciò che mi dice.

Avanzo lentamente, cercando di capire dove mi trovo, ma i contorni degli oggetti sono sbiaditi, il guardrail dell'autostrada è sempre alla mia sinistra, almeno ho un punto di riferimento.

Il rumore delle onde dell'oceano si avvicina sempre di più, comincia ad alzarsi un leggero vento, che piano piano dirada lo spesso strato di nebbia.

-Key!! Key dove sei? Rispondimi!-

Continuo a chiamarlo e ancora, ancora, ancora, finchè la mia voce non è rotta dalla tosse, dovuta dalla mia gola secca.

Deglutisco difficilmente e ricomincio a chiamarlo, a voce sempre più alta, fino a quando non scorgo la fine dell'asfalto.

Finisce l'autostrada.

Arrivo fino al limite, dove le lastre di cemento e acciaio danno a picco sul mare. Sporgo piano la testa, fino a vedere il punto dove le onde si infrangono sugli scogli acuminati a decine di metri di distanza da me.

Non sono arrivato in tempo.

Cerco qualunque cosa su quelle pietre scure e bagnate, un vestito, un segno, qualcosa che provi a me stesso il fatto che non riuscirò mai a superare. Ma non lo trovo.

E se non fosse in quel luogo, se stessi sprecando tempo prezioso?

Mi volto a guardare ai lati della strada, e a destra intravedo una figura sbiadita, alta, tremante, al di la delle protezioni.

-K-key..?-

-KEY???-

Quella non si muove, resta nella stessa posizione di un attimo prima.

Mi avvicino lentamente, osservando ogni particolare di quella persona.

È lui, non c'è dubbio.

-Key, cosa....cosa stai facendo!-

Riesco a raggiungere il guardrail di protezione, a pochi metri da lui, abbastanza vicino per vederlo bene.

Non credevo di poter provare una tristezza simile, guardando qualcosa, o in questo caso qualcuno.

Sembra ancora più magro di quello che era, la sua pelle è pallida, le mani ossee strette convulsamente al ferro dietro di lui, è spettinato, porta la stessa maglietta bianca di quando ci siamo incontrati assieme agli occhiali che tremano anch'essi sul suo naso.

-Kibum...vieni..vieni indietro-

-Non dirmi quello che devo fare- Tira su col naso, come dopo un lungo pianto; i suoi occhi sono sfuggenti e sono lucidi, carichi di lacrime.

-Key ti prego, vieni indietro- Allungo una mano verso di lui, ma con si sposta più in là, barcollando.

-Non...osare...toccarmi-

-Key...-

Guarda di sotto il mare in tempesta, blu come il cielo dopo il tramonto.

-Key lo so cos'hai fatto...dipendere dai farmaci non è una soluzione-

-Tu non sai niente! NIENTE! Non farmi la predica, per piacere- Si mette a ridere.

-Key, non ci trovo nulla da ridere. Ho visto le foto, le lettere, in quella stanza. Quella dove nessuno doveva entrare. Perchè non mi hai permesso di aiutarti?-

-Jonghyun. Devi sempre essere così infantile. Ormai non ha importanza. È tutto finito.-

-Se avessi voluto buttarti l'avresti già fatto-

-Mi sottovaluti, Kim Jonghyun- La sue labbra si piegano in un sorriso inumano. Non sembra neppure lui.

-Ritorna dalla tua amichetta, io vivo benissimo senza nessuno che mi ami-

-Key, non è vero niente! Luna si è soltanto approfittata della situazione! Io..non volevo che succedesse tutto questo-

-Ah no? E allora cosa volevi, dimmelo!-

-Io non volevo che tu mi lasciassi! Io ti amavo....io ti amo, Kibum-

-Ancora con queste storielle. Jongyun. Io lo sapevo cosa ci avrebbero fatto. Luna aveva scoperto tutto, se fossi rimasto con te, avrebbe spifferato la cosa al mondo intero. Il mio capo mi avrebbe licenziato. Anzi, no. Pensandoci bene...l'ha fatto proprio oggi. E sicuramente quell'animale avrebbe fatto licenziare pure te. Quell'uomo mi odia da anni. Io non volevo che tu perdessi la tua vita per me.-

-Perchè non me l'hai detto...Kibum-

-Perchè non saresti riuscito a lasciarmi-

-Potevamo rimanere nascosti, potevo...trovare una soluzione-

-Soluzione? Se ci amavamo dentro casa, fuori non puoi nasconderlo. Passeggiare lontani? Senza toccarti, o baciarti tranquillamente? No. Io non volevo questa vita-

-Key, non capisco comunque perchè tu non me l'abbia detto- Cerco di avvicinarmi a lui.

-Jong, non mi vedi?-

-Cosa...? Certo che ti vedo- aggrotto le sopracciglia cercando di capire che vuol dire.

-Non puoi avere nulla da me, ormai sono morto. Non verrò mai accettato da nessuno-

-Key cosa dici...-

-I miei mi hanno buttato fuori di casa quando avevo quattordici anni, Jonghyun. "Un figlio è abbastanza per noi". Così mi hanno detto, prima di chiudermi la porta in faccia. Non trovavo lavoro, i familiari erano tutti in paesi stranieri. Mi sono rifugiato dai miei nonni contro la loro volontà, tutta la mia famiglia mi odia-

-Perchè Kibum...perchè?-

-Perchè non dovevo nascere-

-Non dire stupidaggini-

-Sono solo frutto di una violenza-

-Questo non vuol dire che tu non dovevi nascere!- Il sangue inizia a ribollirmi nelle vene.

Sembra che il vento possa portarlo via da un momento all'altro. La sua espressione vuota mi distrugge il cuore. Perchè sono io ad aver causato tutto questo. Lui mi amava, e io non l'ho capito. Voleva proteggermi, ma per me quello era egoismo.

Barcolla sulle sue stesse gambe, ha il viso solcato da occhiaie violacee, rese ancor più evidenti dalle lacrime che stanno scendendo copiose dai suoi occhi. Si protende leggermente in avanti, e sussulto.

-Key no, ti prego- la mia voce si rende acuta alla fine, mentre tengo a bada le mie emozioni.

-Sta, lontano. Stai lontano da me, Jonghyun- Allunga una mano verso di me, senza guardarmi però in volto, mentre si morde con rabbia il labbro inferiore fino a farlo sanguinare e stringe gli occhi in due fessure.

- - - Key - - -

Jonghyun. Dopotutto amo quel ragazzo così dolce.

Mi fa male la testa, maggior parte di quello che dico non me lo ricordo neppure dopo due secondi. La vista comincia ad offuscarsi.

-Key! Key se non hai nessuno, se non ti senti amato, usa me per ricevere tutto l'amore di cui hai bisogno! Prendi me se vuoi picchiare qualcuno, se vuoi parlare chiamami, se vuoi fare tutto ciò che vuoi, chiamami e io verrò. Non cambierà questa cosa, Kim Kibum. Io ti amo-

La mia mano trema sull'appoggio dietro la mia schiena.

Forse ha ragione lui.

Forse dovrei curarmi, ed essere amato per la prima volta in vita mia. Senza rendermene conto appoggio il piede in avanti, lasciandone buona parte sul vuoto.

-Key, le ho viste le lettere che tenevi di nascosto!-

-So che non volevi tutto questo. Ti prometto che troveremo una soluzione! Farò mandare in galera quello schifoso! Ma ti prego, ora vieni indietro-

Cosa devo fare? Mi sembra che i mesi trascorsi con lui siano solo un sogno.

In fondo sto soffrendo. Lui avrebbe una vita che non merita stando con me, facendomi da balia, se decidessi di guarire dalla mia dipendenza che dura da mesi ormai.

Io lo amo.

Cos'è più forte?

Il dolore, o l'amore?

Forse....sta a noi decidere cos'è più forte. Vale la pena di vivere per amore? O vale la pena morire per non soffrire più?

In un momento mi sembra che non ci sia più vento. La nebbia si dirada. La luce del sole si abbatte su di me con una forza inaudita.

Tutto però scompare improvvisamente, lasciandomi in balia delle forti raffiche di vento che si alza dal mare.

-Io...io voglio solo che tu sia felice, Jong- mi giro verso di lui, iniziando a piangere.

-E io voglio lo stesso per te, Bummie- Sorride dolcemente, facendomi scogliere il cuore.

Stacco una mano dal guardrail.

Tutto succede così velocemente, ma altrettanto lentamente. Il tempo non scorre più come al solito, è alterato.

La mia mossa, decide la mia sorte.

La testa inizia a pulsare, il mondo gira intorno a me, barcollo, chiudendo gli occhi, cercando l'equilibrio.

Questo però non arriva. Soprattutto quando sento il vuoto sotto di me.

-KEY!!!!!!!!!!!!-

Una mano stringe la mia, così forte da fermarmi la circolazione.

Apro piano gli occhi, e davanti a me vedo solo cemento. Alzo la testa, piano, cercando di stabilizzare la vista.

Jonghyun è steso sulla strada, e con una mano tiene la mia.

-Key..sta..sta calmo! Ora..ti tiro su!- Sul suo volto passa una smorfia di dolore quando cerca di tirare su il mio peso.

Incomincia ad avere il fiatone dopo qualche tentativo, e capisco a cosa sto andando incontro.

Ormai non c'è più motivo di piangere. Se proprio voglio lasciargli un ricordo di me, almeno voglio che mi veda sorridere per lui.

-Jong. Lascia stare, anche se sono..magro, peso ancora-

Lentamente mollo la presa sul suo braccio.

-Key...n-n...no-

-Jong...-gli sorrido.

-No..no, no...no no no no!!- scuote la testa convulsamente non volendo ascoltarmi.

-Jong, sappi che-

-No KEY! QUESTA NON è LA FINE!!!-

- - - Jong - - -

La sua mano scivola lentamente dalla mia, a causa dello strato di sudore che si è creato in alcuni minuti. Non fa niente per evitare ciò che sta succedendo.

Non sento più nulla. Il vento, il verso degli uccelli, le fronde degli alberi.

Vedo solo i suoi occhi, sento solo la sua voce.

-Ti ho sempre amato. Ti amerò sempre. Ti amo anche ora, Jonghyun-La sua mano scivola sempre di più.

Non voglio lasciarlo. Non voglio che mi lasci.

Finchè non lo tengo solo per la punta delle dita.

Ho una presa molto scarsa.

La sua mano non è più tra la mia.

-Kibuuuuum!!!!!- Urlo con quanta più voce ho in corpo, guardando la scena che mi si presenta, orribile. Kibum, che cade, davanti a me.

-NO! IO NON TI LASCIO!-

Non penso neppure a quello che faccio.

Mi do uno slancio e cado nel vuoto.

Cado, cercando di raggiungere Kibum, un paio di metri più sotto di me.

Appiattisco le braccia contro il corpo, prendendo velocità, allungo una mano verso di lui, e riesco ad afferrarlo.

Lo attiro verso di me, e prima di sprofondare nell'oceano lo abbraccio più forte che posso.

-Ti amo Key! Non dimenticarlo!-

I nostri corpi cadono in acqua, cominciando a sprofondare.

Non vedo più nulla, i sensi cominciano ad annebbiarsi. Cerco di tenere Kibum vicino a me, lo stringo, nonostante le forze mi stiano abbandonando.

Buio.

Una sensazione di calore sulla pelle.

È questo, il paradiso?

Apro piano gli occhi, ma sento di non riuscire a respirare. Tossisco più volte, liberando i polmoni dell'acqua che ho ingerito.

Mi trovo supino, sul bagnasciuga di una spiaggia che non conosco. Il cielo ha tinte rossastre, il sole sta scomparendo sul mare.

La testa mi fa male, porto una mano a massaggiarmi la tempia, ma si appoggia su qualcosa di appiccicoso. Tasto lentamente la fronte con le dita, coperta di quella sostanza, come buona parte dei capelli. Porto la mano davanti a me, notando del sangue su di essa.

-Caz...-chiudo gli occhi cercando di controllarmi. L'ultima cosa che devo fare è agitarmi.

Il mio pensiero va subito a Key, così inizio a respirare più affannosamente.

-K-key...-

Giro piano la testa verso la mia destra. Solo spiaggia.

La giro verso sinistra, e per poco non mi viene un colpo.

Kibum è steso accanto a me, nella stessa posizione.

-Ki...Kibum...-

Mi giro di lato mettendomi su un fianco e gli carezzo la testa. Sul collo ha una ferita, ma è superficiale e non molto profonda. Premo leggermente la mano sul suo petto, constatando che il suo cuore batte ancora, seppur lievemente.

Spingo ancora di più, per cercare di farlo svegliare così che butti fuori l'acqua marina.

Piano piano i suoi respiri diventano più veloci, e inizia a muovere le palpebre. Tossisce violentemente per tre o quattro volte, finchè non sputa tutta l'acqua e gira la testa verso la mia.

Apre gli occhi, debole.

-Non...mi sento molto bene- sorride, per la prima volta da quando l'ho rivisto.

Gli poso una mano sulla guancia, iniziando a piangere.

-Te l'avevo detto che non era la fine-

-Jong sei...ferito-

-shhh- gli poso un dito sulle labbra.

-Non parlare. Lo senti questo rumore? Questa...è una spiaggia vicino alla strada, qualcuno ci troverà-

Chiude gli occhi, sospirando.

-Non siamo...morti?- Tossisce, anche quello gli riesce difficile.

-Pare di no-non riesco a smettere di sorridere.

-Qualcuno...qualcuno ci troverà...vedrai- con la poca forza che ho gli stringo una mano, prima di perdere di nuovo i sensi.

- - - Key - - -

-Kibummie! Guarda che ti ho portato!!-

-Jong, devi smetterla di trattarmi come un bambino-

-Oh, non rompere, sei ancora in convalescenza-

Mi posa in mano una rivista di moda, assieme ad un semplicissimo fiore di campo.

-E questo?- Rido, indicando il fiore.

-Passavo per una strada circondata da prati, e ho deciso di prendere il più bello. Non ti piace. Ecco, lo sapevo che dovevo prenderti l'altro-

-A-a-a! Zitto e vieni qui, subito- lo bacchetto subito indicandolo con l'indice.

Piega in giù il labbro inferiore e si siede sul divano comodo di casa sua. Da quando sono tornato all'ospedale, mi ha preso a vivere da lui.

-Jong...non ce la faccio a tirarmi su! Vieni più vicino!-

Sorride e si stende accanto a me, reggendosi sui gomiti.

-Va benissimo così, grazie-

Lo bacio dopo mesi di astinenza.

In tutto questo tempo le sue labbra non sono cambiate, hanno sempre lo stesso identico sapore dolce di un tempo.

Pensandoci bene, l'astinenza da lui è ben più difficile da sopportare da quella da farmaci.

Pian piano ci prende gusto, iniziando ad ansimare leggermente mentre la sua lingua si insinua tra le mie labbra. Si stende su di me, ma solamente per riuscire a passare le braccia dietro la mia schiena e tirarmi su molto lentamente.

-Jjong...-chiudo gli occhi, sperando che non mi prenda un improvviso giramento di testa.

Mi alzo di rado dopo quel giorno, sono ancora debole e appena mi sforzo rischio di cascare a terra.

-Sta tranquillo, ti porterò io-

Mi carica sulle spalle e cammina verso il bagno; una volta aperta la porta mi mette giù, chiudendola a chiave, nonostante non ci sia nessuno a parte noi.

Apro un occhio mettendo a fuoco dove sono, ma nello stesso istante le labbra di Jonghyun si riposano sulle mie.

Inizia a togliermi la maglia, poi i pantaloni. Con un enorme sforzo cerco di fare la stessa cosa con lui.

-Devi farti una doccia, Kibum. E a dire la verità non ero tranquillo a lasciarti da solo-

Apre la della doccia e mi porta dentro con lui, il getto d'acqua calda arriva subito, schiacciandomi i capelli sopra la testa, riesco ad aprire gli occhi e non succede nulla. Perfettamente in forma.

-Allora?- Mi fissa ansioso.

-Niente, non ho niente- Sorrido felicemente andando ad abbracciarlo, spingendolo contro il vetro della doccia. Qualcosa però non quadra.

-Jonghyun-

-Si?-

-Perchè a me hai tolto tutto mentre tu hai ancora i boxer?-

-Sei tu che devi fare la doccia, mica io- trattiene a stento una risata.

Mi abbraccia stringendomi a se, poggiando il volto sulla pelle del mio collo, inspirandone il profumo.

-Sai cos'ho letto sul giornale?- I suoi occhi sprizzano felicità appena si stacca da me.

-Cosa?-

-Verrai riammesso al lavoro appena finisci la convalescenza-

-Stai scherzando vero?- Sento un'irrefrenabile voglia di correre per tutta la casa, nonostante non ci riesca nemmeno.

-E....hanno licenziato il capo dell'azienda!-

-Che?-

-Così mi han detto dove lavori. Si, ora beh, ora è solo in prigione per una marea di reati che non sto ad elencarti, ma la cosa strana è che Luna si è dichiarata come complice della messa a fuoco della tua casa-

-Ma se sono stato io a darle fuoco...-mi gratto il mento con la mano.

Lui mi guarda sorpreso della leggerezza con cui ne parlo. Come se stessi dicendo che alla mattina vado a prendere il pane nel negozio all'angolo.

Scoppia a ridere, travolgendo presto anche me.

-Dai Jongie. Fammi questo regalo, fai una doccia con me-

Sulla sua faccia si dipinge un sorriso sghembo, che va ad incorniciare il canino visibile grazie alle labbra semi schiuse. Ribalta le posizioni, e sfilandosi i boxer comincia a baciarmi avidamente.

Ci ho pensato molto. Alla fine ho raggiunto la soluzione.

È questa la vita che voglio. I miei sentimenti sono riusciti a comprenderli da poco. Non è una cosa con cui si può usare la razionalità; il tuo cuore ti dice le cose e basta, senza bisogno di valutare il tutto con il cervello.

Penso che quello che è successo mi abbia insegnato una cosa.

Vale la pena di vivere per amare.


Ammetto che ci ho pensato molto....per un finale degno della parola "fine". Mi sono affezionata molto a questa storia e non volevo farla finire in un modo che avrei poi rimpianto. E.........Spero tanto che vi sia piaciuta *w*

Ringraziamenti. (eddai. ho sempre sognato di creare la sezione "ringraziamenti" xDDD) E spero di non aver dimenticato nessuno *w*

GRAZIE mille a Candy___, Uruka, Nymphe, LaurisChan92, Sarila, _Saritah_, , Banryu, _KimNui_ , _FukoMVP , fraKHc , ale92io , SHINee_Juliette, Federica_25, Yukosshi, che mi avete commentato la storia *^*


Devo ringraziare in modo speciale _MartinaS_ ( Mi hai fatto pensare molto a come salvare Luna e a cercare di renderla un po' più buona. Sennò l'avrei fatta st****a fino alla fine x°D, anche per le recensioni così belle e lunghe, che mi sono sempre divertita a leggere, ringraziandoti mentalmente per scrivere così tanto uwU volevi il continuo nella doccia? Eccoti servita. x°D Dovevo farmi perdonare per aver inserito Luna in così tanti capitoli LOL), a sarettablack (GRAZIE ENORME anche a te *^* con le tue recensioni mi ispiravo per continuare la storia, davvero u.ù e quei commenti sempre così carini che mi facevano emozionare <3) Spero che il finale non vi abbia deluso xD
Grazie a Elly_, umma. Diciamocelo. Senza di te non posso scrivere nulla (??) spero che questo finale ti sia piaciuto, Key è felice! Vistoo??? sono una brava figlia! xD <3
Grazie a BlingDina. La mia scimmia. Già...è anche grazie a te se ho potuto iniziare, scrivere e finire questa storia. Mi hai aiutato molto anche se certe volte non ne eri consapevole (?) il tuo Bummie ti vuole bene.


GRAZIE A TUTTI, per aver seguito "La comprensione dei sentimenti non è, e non sarà mai, razionale" <3
Fine *^*

  
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