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Autore: nique_j    13/09/2011    2 recensioni
Adesso mi trovo qui, pronto per salire su uno stupido aereo, pronto per ritornare alla mia stupida vita. Mi guardo attorno per poi abbassare tristemente la testa sul pavimento. Ripenso alla notte precedente in cui avevamo fatto l’amore per ore che sembravano interminabili. Mi rendo conto di essermi semplicemente innamorato di lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera ragazze di tutto il mondo leggermente arrapate a causa del nuovo video di quel figaccio di Giuseppe.
Esatto, dedico questa One-Shot (che ha preso molto spunto dal video) a tutte voi.
Non uccidetemi, vi prego, perché non so davvero come sia venuta.
Buona lettura.
PS: A tutte quelle poche persone che seguono la mia Long Colors, volevo dirvi che ho sospeso gli aggiornamenti. L’ispirazione era poca e in più c’erano sempre meno persone a recensire. Continuarla sarebbe inutile.
Ok, vi ho annoiato abbastanza.

 

Girl, I’m just in love with you.

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Mi svegliai forse troppo presto quella mattina, per essere in vacanza.
Parigi era da sempre la mia città preferita, la Tour Eiffel, Notre Dame, Monmatre. Quale altra meta avrei potuto scegliere per la mia breve vacanza?
Mi alzai velocemente dal letto accendendo la piccola lampada che si trovava sul comodino. La luce fin troppo accecante della lampadina mi costrinse istintivamente a chiudere gli occhi assonnati, per poi riaprirli più lentamente. Mi avviai verso la poltrona accanto ad una grande scrivania di legno, prendendo alcuni dei vestiti che avevo, non molto ordinatamente, disposto lì la sera precedente.
Mi vestì in fretta e andai in bagno, guardando la mia espressione intontita allo specchio.
La barba leggermente sfatta, i capelli spettinati e gli occhi ridotti a due fessure. Sembravo un fattone.
Dopo essermi lavato il viso con dell’acqua ghiacciata che mi provocò una serie di brividi per tutto il corpo, uscì velocemente da quella stanza d’albergo.
L’ascensore era occupato, così decisi prontamente di scendere per le scale. Dopotutto mi trovavo solamente al secondo piano.
Ad un certo punto incrociai lo sguardo di una giovane ragazza che saliva le scale velocemente, nella direzione opposta alla mia. Mi venne talmente naturale sorriderle. Forse era a causa della sua bellezza, del suo fisico perfetto, del vestitino nero fin troppo corto che indossava o per la scia di profumo che lasciava. Non era la prima volta che la vidi.
Era dal mio primo giorno a Parigi che la incrociavo per le trafficate strade della città o la intravedevo in alcuni dei bar più famosi. Ogni volta era la stessa storia: ci scambiavamo uno sguardo, un sorriso.

Quando varcai la soglia dell’hotel mi strinsi nella sciarpa nera che portavo a causa dell’aria –fin troppo fredda per essere solo ad Ottobre- parigina.
Mi incamminai in cerca di un bar dove poter prendere un cappuccino al volo. Intravidi uno Starbucks a pochi metri di distanza, ma poi scossi la testa.
Mi trovavo nel centro di Parigi, non mi andava di fare la solita colazione americana, che avrei benissimo potuto fare una volta tornato a casa.
Così optai per un altro piccolo bar poco lontano.
Mi sedetti ad uno di qui tavolini di legno tutti uguali, il più vicino possibile alla finestra.
Con il mio francese non eccellente ordinai un semplice cappuccino e quando la cameriera sparì dietro al bancone il mio sguardo si spostò a ciò che c’era oltre quella grande vetrata.
Il tintinnio del campanello sopra la porta d’entrata mi svegliò improvvisamente dal mio flusso di pensieri, riportandomi alla realtà. M’irrigidì di colpo quando vidi la solita chioma castano chiaro entrare nel locale. Mi stupì ancora di più quando la vidi avvicinarsi al mio tavolo, puntando i suoi occhi color nocciola su di me.
La sua espressione dapprima seria si trasformò in un lieve sorriso. Senza che me ne rendessi conto, si trovò davanti a me porgendomi la mano in segno di saluto. “Angel” la sentì per la prima volta aprir bocca. Le strinsi la mano sorridendo di rimando “Joseph ma, puoi chiamarmi Joe” risposi.
Le chiesi se voleva sedersi accanto a me ed annuì leggermente, senza privarmi dal restare ad ammirare il suo sorriso perfetto.
non sei di qui, vero?” domandò. Forse per rompere il ghiaccio, forse semplicemente per semplicità.
Scossi la testa “Los Angeles” risposi “tu sei di Parigi?
ah, un americano!” esclamò facendomi sorridere “si, io purtroppo sono di qui”.
Le chiesi perché lo considerava un male abitare in una città fantastica come questa, dicendole che io avrei dato qualsiasi cosa per essere uno di quei francesi che vanno in giro frettolosamente per le strade di Parigi, conoscendola come le loro tasche.
Scosse la testa dicendo che l’Europa non era proprio il suo continente preferito, ed io non mi spinsi oltre su quell’argomento.
 
Due ore dopo stavamo ancora camminando per le strade della fresca città.
La mia sciarpa non teneva abbastanza il freddo, così m’infilai un giubbotto beige di pelle. Ma forse i brividi che provavo non erano dovuti al freddo.
sei stanco?” mi chiese leggermente divertita, dopo averle chiesto se potevamo sederci su una delle tante panchine, un secondo.
Io annuì semplicemente.
Mi sedetti su quella panchina di legno e lei, poco dopo prese posto accanto a me.
Appoggiò la testa sulla mia spalla cogliendomi leggermente impreparato, ma poi pochi secondi dopo allungai un braccio per cingerle la vita.
Appoggiò una mano sulla mia gamba, mentre con l’altro braccio indicò un battello che scivolava dolcemente sulle acque della Senna.
Si alzò in piedi prendendomi la mano, sotto il mio sguardo divertito e mi portò su quella barchetta.
Il vento le scompigliava leggermente i capelli rendendola ancora più affascinante. Alzò lo sguardo posandolo sul mio mentre ogni cellula del mio corpo lottava per farmi rimanere lucido. Era semplicemente bellissima.
Il freddo stava diventando sempre più pungente, così una volta finito quel giretto romantico, la invitai a salire nella mia camera.
L’avvicinai sempre più a me fino a che riuscì a toccare le sue labbra. Sentì la sua lingua cercare freneticamente la mia ed iniziai a baciarla con una dolcezza ed una passione incredibile.
Una volta arrivati in camera la spinsi dolcemente sul letto, finché lei ribaltò le posizioni finendo sopra di me.

 …

Adesso mi trovo qui, pronto per salire su uno stupido aereo, pronto per ritornare alla mia stupida vita. Mi guardo attorno per poi abbassare tristemente la testa sul pavimento. Ripenso alla notte precedente in cui avevamo fatto l’amore per ore che sembravano interminabili. Mi rendo conto di essermi semplicemente innamorato di lei.

  
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