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Autore: Shari Deschain    14/09/2011    5 recensioni
«Stavo facendo spazio nell'armadio e l'ho ritrovata. Volevo solo... sai, provarla», spiega Elena, indicando la divisa da cheerleader che ha addosso. «Non ridere», ripete poi minacciosamente.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Elena/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'There is a light and it never goes out'
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N/A: Scritta per il TVG!Fest @ vampiregeometry, prompt Elena/Stefan, divisa da cheerleader




Cheerleaders and football players




Per quanto strano possa sembrare, in pochissimo tempo Stefan era diventato un habitué in casa Gilbert, tanto che ormai Jenna e Jeremy si stupivano più quando non lo trovavano lì che il contrario, e lui stesso si era talmente ambientato in quella casa da considerarla ormai quasi come propria.
Ed è per questo motivo che, dopo aver salutato Jenna e aver salito frettolosamente le scale fino al piano di sopra, il vampiro rimane leggermente stupito nel trovare la porta di Elena chiusa a chiave, cosa che la ragazza non fa quasi mai ─ a meno che anche lui non sia dentro con lei e non vogliano essere... disturbati.
«Elena?», la chiama, bussando un paio di volte.
«Non entrare!», urla lei in risposta e dal rumore che segue, Stefan capisce che si è appena schiacciata contro l'uscio, quasi per paura di vederselo buttare giù da una sua spallata.
«Perché no?», domanda allora Stefan, confuso e leggermente preoccupato.
«Sono... uhm, nuda», bisbiglia Elena da dietro la porta.
Stefan alza un sopracciglio, divertito ma sempre più confuso.
«Più che un motivo per non entrare, questo sembra un incentivo»
Un attimo di silenzio, poi un sospiro rassegnato.
«E va bene, vieni dentro. Ma non ridere», lo ammonisce Elena.
«Non ho alcuna intenzione di farlo», mente lui, mentre la chiave gira nella serratura, permettendogli di entrare.

La prima cosa che nota Stefan ─ con un pizzico di delusione, peraltro ─, è che lei non è affatto nuda. Anzi.
Poi il suo sguardo si concentra sulla cortissima gonnellina a pieghe e sui voluminosi pon pon che lei cerca inutilmente di calciare sotto il letto, e capisce il perché della sua esitazione a farlo entrare.
«Stavo facendo spazio nell'armadio e l'ho ritrovata. Volevo solo... sai, provarla», spiega Elena, indicando la divisa da cheerleader che ha addosso. «Non ridere», ripete poi minacciosamente.
I capelli raccolti in una coda, le braccia incrociate sul petto e il vago broncio la fanno sembrare ancora più giovane di quello che è in realtà, ma la sua espressione in quel momento non è comunque delle più rassicuranti.
Stefan abbassa gli occhi sul pavimento, fissa le proprie scarpe per qualche secondo e si sforza di rimanere serio.
«È davvero un peccato che tu abbia smesso», riesce a dirle infine, rialzando a fatica lo sguardo su di lei.
«No, affatto», ribatte Elena. «Avevamo degli slogan tremendi, e la coreografia era inguardabile. Ma non dire a Caroline che te l'ho detto»
Stefan si sente finalmente autorizzato a ridere.
«Non saresti mai stata peggiore di me se avessi continuato con il football. Avrei dovuto fingere continuamente di inciampare e di farmi male, e sono un pessimo attore, lo sai», cerca di consolarla. «Però mi sarebbe piaciuto molto vederti fare il tifo per me da bordo campo», aggiunge, come ripensandoci.
Elena sbuffa, ma un sorriso inizia ad incurvarle le labbra.
«Solo per poi prendermi in giro»
«No, non solo per prenderti in giro», la contraddice lui, sempre sorridendo, poi le si avvicina e posa le mani sui suoi fianchi. «Ma anche per andare a festeggiare la vittoria o dimenticare la sconfitta in qualche bar, bevendo alcolici di nascosto come tutti i diciassettenni normali», le sussurra, mentre le sue dita iniziano a giocherellare con l'orlo della gonna. «Oppure per rimanere negli spogliatoi fino a quando tutti gli altri non se non sono andati, in modo da poter festeggiare o dimenticare l'esito della partita a modo nostro», continua, slacciandole lentamente il top.
«Okay, hai reso l'idea», e ridendo Elena gli passa le braccia intorno al collo, permettendogli quindi di sollevarla e portarla fino al letto. «A queste condizioni potrei quasi considerare l'idea di tornare a fare la cheerleader», ammette, guardandolo maliziosamente da sotto le ciglia.
Stefan sorride e si china a baciarla, ma solo dopo essersi assicurato che la porta sia nuovamente chiusa a chiave.


   
 
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