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Autore: FallenChild    15/09/2011    4 recensioni
Mio fratello staccò le labbra dal mio collo. Il sangue continuò in parte a gocciolare macchiandomi la camicia, mentre lui sollevava lo sguardo per guardarmi dritto negli occhi. La bocca ancora sporca di rosso lasciava trapelare dei deboli sospiri e le sue iridi, appena tornate color dell’oceano, mi fissarono con sguardo accusatorio.
Sì, mi sentivo terribilmente colpevole.
E’orribile da dire, ma la mente non può nulla contro la pulsione della carne.
L’uomo non può vincere il desiderio e la lussuria.
Specialmente se l’uomo in questione è un vampiro.
Lo sguardo penetrante di Damon era una delle poche cose in grado di scuotermi l’anima… o perlomeno ciò che ne restava.

[…]
Questa One-shot è una Salvatore-cest [o Defan (DamonxStefan), che dir si voglia! xD] a rating arancione/rosso. Spero vi piaccia e di aver fatto un favore a tutte le fan della coppia, dal momento che di fiction su questi due ce ne sono molto poche! ^.^
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Damon Salvatore, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! ^.^
Ecco che finalmente mi accingo a pubblicare questa fanfic sulla coppia Damon x Stefan, per la gioia di tutte le slasher e amanti di questi due (me compresa! xD).
Non si sofferma nei particolari precisi (come vuole il regolamento di EFP), ma dato che è comunque un brothercest se queste cose vi offendono siete pregati di fare dietro front! u_u
Questa breve One-shot è una sorta di “rivisitazione” del primo capitolo della mia long fic “Vampire’s Sin” su Vampire Knight, con la differenza che ci sono Damon e Stefan al posto di Kaname e Zero. Per il resto è molto, molto simile.
E’ Stefan a narrare in prima persona, come se scrivesse il suo consueto diario. Si può dire che sia ambientata durante la prima stagione della serie tv.
Spero vi piaccia e che abbiate voglia di lasciare anche solo un breve commentino in caso l'abbiate apprezzata! ^.^
Buona lettura!
FallenChild






Brotherhood

 


Era ormai passata una settimana, da quando avevo di nuovo rinchiuso Damon in quella stretta cantina.
Questa volta aveva davvero superato ogni limite, non poteva continuare ad uccidere persone innocenti solo per soddisfare la sua brama di sangue.
Un tempo non ero migliore di lui, ma ora che ero io ad essere considerato il fratello “buono”, non potevo più lasciarlo agire indisturbato.
Damon però era terribilmente testardo… Si rifiutava di bere il sangue di animale che gli davo e ormai, dopo tutti quei giorni, era diventato l’ombra di se stesso.
Passava le giornate sdraiato su quella scomodissima branda, senza muoversi, senza parlare, apparentemente senza alcun tipo di pensiero. Sembrava che tutto ciò che desiderasse fosse il soffio gelato della morte… Si stava lasciando andare.
Elena non c’era in quel momento, era andata fuori città con la sua famiglia e io non potevo nemmeno chiederle consiglio su come comportarmi con Damon.
Di una cosa però ero sicuro: probabilmente lei non mi avrebbe mai perdonato, se lo avessi abbandonato al suo destino.
Entrai in cantina sbattendomi dietro la porta più forte che potevo.
Ero furioso, in un modo o nell’altro finiva sempre che era mio fratello ad averla vinta.
Stavolta però, non volevo arrendermi così facilmente.
«Avanti Damon, alzati in piedi! Ti giuro che se non bevi questo sangue di tua spontanea volontà, sono disposto a legarti e a costringerti con la forza, se necessario!» sbottai, irritato.
Damon si alzò lentamente, sedendosi sul letto e appoggiando la schiena al muro. Sembrava soffrire ad ogni muscolo che tentava di muovere.
«Che ti importa Stefan, vattene! Da quando mi hai rinchiuso qui, non hai fatto altro che dire di volermi salvare da me stesso, di farlo per il mio bene, ma guarda in faccia la realtà, fratello!» fece una pausa, mentre con gli occhi mi lanciò uno sguardo carico di odio «Sei stato tu a trasformarmi in un mostro! Ora non ti puoi lamentare se sono così! L’unico modo che hai di fermarmi è uccidermi…»
Si sforzava di fare il duro come al solito, ma la sua voce era incredibilmente debole.
Non pensavo che l’avrei mai detto, ma vederlo sofferente a tal punto in fondo mi dispiaceva.
Damon aveva ragione, era colpa mia se era diventato così, ma non potevo permettere che, quel giorno di tanti anni fa, lui morisse. Esattamente come non sarei riuscito a lasciarlo andare neanche adesso.
Decisi di sedermi sul letto accanto a lui, cercando di parlargli con più franchezza che potevo.
Era l’ultima cosa che potevo tentare per farlo ragionare.
«Damon, ascoltami» esordii «Io non voglio che tu muoia e sono sicuro di non essere l’unico a non desiderarlo, ma devi capire che così non puoi andare avanti. Se continui in questo modo, anche se non sarò io ad ucciderti ci penserà comunque qualcun altro! Ti devi disintossicare…»
«Io… non so come fare, Stefan. Essere così spietato e distruggere gli altri per soddisfare le mie voglie è l’unico mezzo che conosco per riuscire ad andare avanti. L’unico modo per sentirmi vivo…» la sua voce si spezzò «Io non avrei mai voluto diventare un tale mostro, avrei preferito morire quel giorno! E’ tutta colpa tua… Ti odio…» concluse infine con disprezzo.
Già è vero; Damon mi odiava e, per quanto avessi voluto biasimarlo, non potevo perché sapevo che aveva ragione.
La debole luce che filtrava dalle sbarre della finestra, rendeva il sui volto ancora più pallido e i suoi occhi ancora più azzurri e profondi.
Il mio cuore fece un sobbalzo. Cosa mi stava succedendo? Era mio fratello, lo vedevo quasi tutti i giorni da un’eternità ormai, ma quel giorno il suo sguardo scosse qualcosa dentro di me.
Mi avvicinai a lui ancora di più.
«Se mi odi così tanto allora provamelo…»
Mi sbottonai il colletto della camicia, mettendo il mio collo bene in mostra.
«Che diavolo stai dicendo?» ribatté stupito.
«Cibati di me fino ad uccidermi… Se davvero è solo mia la colpa per averti reso un mostro, allora sono io quello che merita di morire, no?»

Ma che diavolo mi salta in mente? Perché gli sto dicendo una cosa del genere?

L’odore del mio sangue doveva essere inebriante per lui. Era troppi giorni che non mangiava e, anche se la mia linfa vitale non era fresca come quella di un umano, di sicuro era più gustosa di quella di un animale.
Senza aggiungere neanche una parola, Damon affondò i suoi canini nel mio collo.
Che cosa mi sarebbe successo se davvero mi avesse lasciato senza un briciolo di sangue in corpo? Sarei davvero morto come tutte le sue vittime, o sarei comunque rimasto “in vita”? Nemmeno io sapevo cosa mi aspettava…
«Uhn…»
Faceva male.
Potevo sentire il rumore che emetteva la sua bocca mentre ingoiava avidamente il mio sangue…
Il solo pensiero di abbandonare Elena mi faceva star male, ma allo stesso tempo sapevo di meritare quella punizione.
Credevo che mi avrebbe dilaniato il collo e rinchiuso agonizzante in quella cantina, andandosene indisturbato per la sua strada, ma si fermò prima di quanto mi aspettassi.
Perché lo avevo lasciato fare? Forse perché, in fondo, mi sentivo davvero in colpa per averlo trasformato in un mostro…
«Perché ti sei fermato, Damon?» gli domandai.
Mio fratello staccò le labbra dal mio collo. Il sangue continuò in parte a gocciolare macchiandomi la camicia, mentre lui sollevava lo sguardo per guardarmi dritto negli occhi. La bocca ancora sporca di rosso lasciava trapelare dei deboli sospiri e le sue iridi, appena tornate color dell’oceano, mi fissarono con sguardo accusatorio.
Sì, mi sentivo terribilmente colpevole.
«Perché dissanguarti non è ciò che voglio. Credi davvero che me ne sia andato solo perché non ti sopporto, Stefan? Se fosse davvero così allora non sarei mai tornato in questa casa…»
«E allora perché, spiegamelo Damon! Parla chiaro per una volta nella tua vita!»
Ero veramente adirato.
«Me ne sono andato perché stare vicino a te era diventata una sofferenza! Ma sono tornato perché starti lontano lo era ancora di più… Sei tu la causa scatenante dei miei istinti più bassi, Stefan… E non mi riferisco solo al fatto che sei stato tu a costringermi a diventare un vampiro… » disse tutto d’un fiato, tentando di mascherare l’imbarazzo.
«Aspetta, che cosa stai cercando di dirmi?» feci finta di non capire.
In realtà, sapevo benissimo cosa voleva dire, perché da quando Damon era tornato provavo anche io una strana sensazione… Un tipo di sentimento che un fratello non dovrebbe di certo provare…
Ogni volta che lui si avvicinava, mi toccava o anche solo sfiorava con lo sguardo, per me era una lotta contro le mie pulsioni più nascoste e terribili.
Ciò mi faceva sentire ancora di più una bestia; ma quello che in realtà volevo sapere, era se anche gli istinti a cui si riferiva Damon erano simili ai miei, oppure se si trattava semplicemente di voglia di uccidermi.
«Sto cercando di dirti che qualsiasi cosa io faccia non sono mai soddisfatto… Indipendentemente da chi sono le mie vittime o le mie amanti non mi sento mai appagato, perché il corpo e il sangue che in realtà desidero non è il loro! Ed è solo tua la colpa…»
Damon abbassò improvvisamente lo sguardo; era davvero raro veder fare una cosa del genere a un tipo fiero come lui. Evidentemente si vergognava parecchio di ciò che aveva appena detto.
Ora mi rimaneva solo da capire se la mia colpa era quella di avergli portato via Katherine, oppure quella di essere io il possessore del corpo che tanto desiderava…
«La mia colpa… è quella di averti portato via Katherine?»
Non feci quasi in tempo a finire la frase, che Damon mi afferrò violentemente per il collo e mi sbatté con forza sul letto sotto di noi.
Il sangue che aveva appena bevuto dalle mie vene lo aveva già riportato al pieno delle sue forze.
Si mise a cavalcioni sopra di me e, senza mollare la presa, la sua faccia si avvicinò pericolosamente alla mia.
«La tua colpa, Stefan, è quella di essere mio fratello… Non ce la faccio più a frenarmi solo perché hai il mio stesso sangue nelle vene…» mi rispose con disprezzo.
Era esattamente quello che temevo… Se mi avesse odiato per via di Katherine, forse sarei ancora riuscito a controllare le mie emozioni, ma adesso? Che cosa potevo fare?
«Non resisto più, Stefan…»
Detto questo, il viso di Damon scese ancora, finché le sue labbra sfiorarono le mie.
Sentivo la sua lingua inumidirle e premere per entrare nella mia bocca.
Senza neanche accorgermene, gli permisi di entrare e risposi al suo bacio, dichiarando anche io la mia muta colpevolezza… Non era il solo a provare quel genere di sentimento.
Cosa stavo facendo? Perché stavo permettendo a Damon di fare una cosa del genere?
Lui era mio fratello… Tutto ciò era sbagliato, terribilmente sbagliato…
«Perché mi stai lasciando fare, Stefan? Non mi consideri un mostro a desiderare una cosa del genere?» mi chiese improvvisamente.
«Io… non credo che tu sia l’unico mostro qua dentro…» risposi, sprofondando della vergogna.
Al suono delle mie parole, gli occhi di Damon si spalancarono per la sorpresa. Credo che una replica del genere alla sua domanda non se la sarebbe mai aspettata.
Ma che diavolo stavo dicendo?
Quel solito ghigno di soddisfazione tornò ben visibile sul volto di mio fratello.
«Allora, probabilmente non ti dispiacerà se continuo…» il suo tono di voce si era nuovamente caricato del suo consueto sadismo.
Non c’era bisogno di una risposta. Primo perché mi vergognavo talmente tanto che qualsiasi cosa avessi detto sarebbe suonata ridicola; e secondo, perché il mio sguardo era già sufficientemente eloquente.
In quel momento, Damon capì che non avrei opposto resistenza e cominciò ad allentare lentamente la presa. Il mio collo dolorante tornò ad essere libero.
Mentre mi sbottonava la camicia, un brivido mi percorreva la schiena ogni volta che un bottone si sganciava, fino a che non arrivò ad afferrarmi la cintura.
Bloccai la sua mano istintivamente, senza pensarci, ma quando incrociai il suo sguardo carico di desiderio, non riuscii davvero più a resistere alla tentazione di farlo continuare.
«Ormai è inutile vergognarsi, fratellino… Lo so che mi vuoi… che lo vuoi…»
Non feci neanche in tempo a ribattere, che Damon mi tolse i pantaloni e si spinse dentro di me.
Come avrei fatto a guardare Elena ancora in faccia, senza sentirmi in colpa?
Perché non avevo fermato subito mio fratello, e lo stavo facendo giocare con il mio corpo come se niente fosse? Probabilmente ero in cerca di redenzione… Forse, sentivo di meritare quella sua punizione…

No. Sono tutte scuse.

Per quanto Damon mi potesse desiderare, non gli avrei mai donato il mio fisico, se non lo avessi voluto anche io.
Non sono migliore di quegli animali che si accoppiano con i propri consanguinei…
Sono una bestia tanto quanto mio fratello.
«Ti prego Stefan, non cercare di fermarmi…» mi supplicò.
Non avevo alcuna intenzione di fermarlo.
Ormai, il più imperdonabile tra i peccati era stato commesso e non aveva più alcun senso farmi degli scrupoli morali.
E’orribile da dire, ma la mente non può nulla contro la pulsione della carne.
L’uomo non può vincere il desiderio e la lussuria.
Specialmente se l’uomo in questione è un vampiro.
Riuscivo a sentire il suo caldo respiro sulla mia pelle…
I nostri sguardi si incrociarono e, mentre chiudevamo lentamente gli occhi, le nostre lingue si fusero nuovamente in un bacio passionale.
Lo sguardo penetrante di Damon era una delle poche cose in grado di scuotermi l’anima… o perlomeno ciò che ne restava.
Anche se i nostri cuori non battevano, in quel momento mi sentivo più vivo che mai.
Quella sera iniziò qualcosa di meraviglioso e orribile allo stesso tempo, che nessuno avrebbe mai dovuto scoprire.
Eravamo diventati complici dello stesso, tremendo crimine.
Mentre Damon era impegnato a farmi godere, appoggiò apposta il collo sulle mie labbra. Potevo sentire il sangue scorrere nelle sue vene.
Era un richiamo irrefrenabile…
«N-non posso farlo…» sussultai.
«Sì che puoi, Stefan… sono io ad offrirtelo…» mi incitò mio fratello.
La mia mente continuava a ripetermi che tutto ciò era sbagliato, ma il mio corpo mi obbligava a fare tutt’altro.
L’odore che emanava la pelle diafana di Damon era irresistibile.
Il mio giudizio era completamente accecato dal desiderio.
Senza nemmeno pensarci, finii per affondare i canini nel suo collo, mentre gli spingevo sempre di più la testa verso la mia bocca, avida del suo sangue.
«Uhn…» gemette.
Damon fece uno sforzo per resistere al dolore benché, a giudicare dalla sua espressione, sembrava non dispiacergli affatto ciò che stavo facendo.
Non avevo mai provato una sensazione simile…
I miei occhi si tinsero di rosso. Sentivo il suo sangue penetrare nella mia carne con la forza e la prepotenza di un potente afrodisiaco.
Il dolore che stava provando il mio corpo, non abituato a fare sesso con gli uomini, svanì all’istante e tutto ciò che ne seguì non fu altro che godimento da parte di entrambi.

Quel giorno commisi il più terribile dei miei peccati.
Non perché mi ero fatto sedurre da qualcuno del mio stesso sesso, non perché avevo tradito Elena, ma perché avevo deciso spontaneamente di farlo con Damon, il mio stesso fratello.
Quello però, fu solo il primo di innumerevoli momenti passati intimamente insieme…
Ogni volta che mi facevo sottomettere da lui mentivo a me stesso, ripetendomi che il motivo per cui lo facevo era impedire che Damon si trasformasse di nuovo in uno stupratore assassino, ma la verità era un’altra…
Io volevo farlo con lui. Io volevo bere il suo sangue e volevo che lui fosse l’unico a bere il mio.
Se prima sentivo di avere ancora un briciolo di umanità dentro di me, ora so che invece è del tutto scomparsa.
Non sono più un essere umano ormai.
Sono solo una bestia.
Solo un vampiro.




Mi raccomando, lasciate anche solo un breve commentino! ^_^
Baci a tutte!

   
 
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