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Autore: Portos    16/09/2011    3 recensioni
Una ragazza, amori e altri disastri
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 : Nuovo lavoro

 

Per Lili Hopper Evans il risveglio al mattino presto, era una delle cose che detestava di più al mondo...

E si sa, la tentazione era forte di rimanere a sonnecchiare nel suo comodo letto, invece di doversi alzare.

La ragazza sbatté le palpebre e sbuffò.

Seppur svogliatamente, la ragazza s’impose di alzarsi, prima che qualche prodigo rompiscatole lo facesse prima di lei, quindi scalciò via le coperte e prima che potesse riaddormentarsi nuovamente, era già in piedi.

Senza dimenticare, il cattivo umore che si portava dietro o forse anche un pizzico di ansia, perché si trattava del suo primo giorno di lavoro.

Le lancette della sveglia ammaccata segnavano le sette e qualche minuto e i primi raggi del sole filtravano dalle tapparelle.

Fece una doccia veloce poi si vestì, con una semplice maglietta viola, jeans neri e scarpe da ginnastica.

“Buongiorno Lil” la salutò sua madre in cucina. Un buon odorino di uova e bacon aleggiava per la cucina e lo stomaco di Lili si mise a brontolare.

“’Giorno Ma” biascicò, con la voce ancora impastata dal sonno, dandole un bacio sulla guancia.

“Mmm.siamo nervose per il primo giorno eh?”

“Già…”

“Magari incontrerai qualcuno di famoso, speriamo solo che non sia uno fuori di testa”

“Non spero proprio di no”

Lili sedette al tavolo.

Ellen Evans mise in tavola la colazione: uova fritte e bacon, prima di sedersi.

“Ma' oggi sei al lavoro, fino alle due?”

“Sì e tu?”

“Mh...non lo so” rispose Lili, con la bocca piena.

“Non si mangia con la bocca piena, ah e mi raccomando telefona a tuo padre”

Lili alzò gli occhi al cielo, non le piaceva essere trattata come una ragazzina di undici anni.

“E non fare quella faccia”

Lili alzò le mani in segno di resa, Ellen fece un mezzo sorriso.

“Mi devo sempre ricordare che non sei una ragazzina” la prese in giro.

“Infatti, non sono marmocchia”

“Uh, sei sempre così antipatica di primo mattino? Il famoso piede sinistro funziona”

Lili sbuffò vagamente divertita.

Finirono di mangiare un po' in fretta, poi Ellen s'alzò e sparecchiò la tavola.

“Ci vediamo stasera”

“Buon primo giorno di lavoro”

Lili incrociò le dita scherzosamente, ridendo.

“Ciao mamma”

La ragazza prese le chiavi della macchina e la borsa con gli effetti personali.

L'auto era una scassata Chevrolet Verde del'64, comprata da suo padre Greg ad un'asta giudiziaria.

Da circa quattro anni e mezzo, sua madre Ellen si era trasferita con la figlia in un piccolo appartamento nel centro di Londra, dopo il divorzio del marito, Greg.

La donna aveva trovato impiego come infermiera in ospedale mentre la figlia aveva frequentato la scuola per truccatrici.

Per i primi tempi Ellen era contraria, poiché desiderava che la figlia si cercasse un lavoro come commessa o studiasse almeno come maestra.

Fortunatamente, Greg aveva appoggiato Lili, nella sua decisione ed Ellen, di fronte a tanta cocciutaggine si era arresa.

Adesso suo padre si era risposato una seconda volta, con una vedova e si era trasferito a Dover.

Lili inserì la macchina nel quadro dell'accensione, girò la chiave.

Il motore partì, tossicchiando.

Inserì la prima marcia, diede un colpo d'acceleratore e partì verso destinazione.

 

Arrivò dopo una mezz'ora di viaggio: per un pelo era riuscita ad evitare di restare imbottigliata nel traffico cittadino.

Lili tirò un profondo sospiro. Sentiva le mani tremarle, il cuore batterle all'impazzata. E rimase impalata con il naso all'insù a fissare l'edificio degli studios e ripetendosi un’infinità di volte che doveva star calma e che sarebbe andato tutto bene.

Non si era accorta di essere completamente immobile, sino a quando la guardia che stava nella guardiola non la chiamò due o tre volte.

“Signorina? Ha bisogno di qualcosa?” disse l'uomo in tono gentile.

Lili si riscosse dai suoi pensieri.

“Mi scusi, signore”

“Ha bisogno di qualcosa?”

“Sono nuova qui...sono la nuova truccatrice...mi chiamo Lili Evans Hopper” balbettò Lili, sentendosi un'idiota completa.

“Può mostrarmi il pass e un documento d'identità? Sono le procedure” rispose l'altro.

Lili frugò nella borsa di pelle e li consegnò.

“In effetti, mi avevano detto che ci sarebbe arrivata una nuova truccatrice...” disse la guardia controllando i documenti.

“Sembrano a posto. Benvenuta signorina Evans Hopper”

L'uomo le restituì i documenti.

“Se le servono informazioni passi dalla reception, là troverà la signora Grace Hamilton che saprà aiutarla. La troverà sulla destra vicino all'entrata”

“Grazie”

“Signorina?”

Lili si voltò di scatto.

“Sì”

“In bocca al lupo”

“C-Crepi” balbettò Lili, sempre più in ansia.

La giovane con passo veloce percorse i pochi metri che la separavano dagli studios.

Fece un altro paio di respiri profondi, imponendosi di rimanere calma.

Entrò.

Ha detto che dovrebbe essere...sulla destra...la signora Hamilton Grace...o qualcos'altro? Non ricordo come si chiama...pensò Lili, con il cuore in gola.

Il panico prese il sopravvento, quando in reception non trovò nessuno ma solo un cartello con su scritto: “Torno subito”.

O accidenti! E adesso che faccio? Maledizione, maledizione...perché succedono sempre tutte a me?

Ma Lili non si perse d’animo, forse chiedendo a qualcun altro, avrebbe potuto ottenere qualche informazione.

“Rogeeer! Rimetti a posto il caso che hai fatto!”

Lili trasalì spaventata.

Si girò di scatto e si trovò a fissare un tipo, alquanto strano, appena uscito dal camerino: portava lunghi capelli neri che gli scendevano lungo le spalle, numerose collane d’argento e le unghie smaltate di nero.

Indossava una camicia bianca aperta sul petto e un paio di pantaloni neri aderenti.

“Dolcezza vuoi mettere a posto quella roba?”

Dolcezza? Chi è la...

La riposta arrivò da un attraente biondino che uscì dalla stanza adiacente.

“Non mi scassare le palle, Freddie” replicò l'altro con fare annoiato.

“Roger non mi fare incazzare! Fila a mettere a posto il casino che hai combinato” strillò il moro.

“Ma vai, adesso vado a prendermi un caffè e poi arrivo”

“No lo fai subito!”

“Non sei mica mia madre, tu”

Lili sbatté le palpebre incredula. Ma questi due da dove diavolo erano usciti?

“Chissene frega! Avanti fila”

“Vaffanculo Freddie”

“Specie di testa di legno bionda, vai immediatamente”

“Non ti sento, tanto non ti sento” replicò il biondo, chiamato Roger tappandosi le orecchie.

“Piantala di fare il cretino”

Dal camerino da dove, era uscito il moro saltò fuori un altro ragazzo. Era altissimo, dalla corporatura ossuta, una gran massa ricciuta in testa e l’andatura dinoccolata. Aveva un aspetto gentile e calmo.

Che gigante...questo...

Lili si sentì piccola piccola, nel suo metro e settanta, scarso.

Lui la notò.

“Ciao, posso aiutarti?”

“Sa-salve, sono...cioè sto cercando la signora Hamilton...sono la nuova truccatrice...ma non ecco non c'era nessuno” disse Lili, dovendo alzare lo sguardo per poterlo guardare negli occhi.

Il gigante sorrise.

“Sei tu la nuova truccatrice?”

“Già...mi chiamo Lili. Lili Hopper-Evans e lei...tu?”
“Io sono Brian May” rispose il gigante, senza smettere di sorridere.

Si strinsero la mano.

“Quindi saresti tu la nostra nuova truccatrice” osservò Brian.

“Già…e gli altri due che litigano?” indicò la ragazza.

“Quello biondo si chiama Roger Taylor, l’altro Freddie Mercury, non preoccuparti quei due fanno sempre così”

“Be’ bene….”

“Rog! Qualche volta ti apro quella testa di cavolo per guardarci dentro!” strillò Freddie.

“Stai zitto, Old Queen”

“Cretin’Rog!” replicò Freddie punto sul vivo.

Brian alzò gli occhi al cielo.

“Ehi voi due, volete piantarla? Qui c’è una persona che dovreste conoscere”

“Chi?” fecero in coro gli altri due.

“Lei. È la nostra nuova truccatrice…volete farla scappare?”

Lili fece un sorriso incerto.

“Be’ ciao io sono Freddie e questo è Roger” disse Freddie sorridendo, poi si strinsero la mano.

“Tesoro scusaci, per il litigio di prima ma questa di cavolo fa un sempre un sacco di casino”

Roger gli rifilò un’occhiataccia.

“Di nulla”

“No, scusate la domanda cretina…ma siete un gruppo?”

“Sì, tesoro ci chiamiamo “Queen”, io sono il cantante. Il ricciolo è il chitarrista, Roger è il batterista e John, che non hai ancora conosciuto è il bassista” disse Freddie.

La ragazza annuì. Sentendosi un po’ più rincuorata.

“Che genere suonate?”
“Rock”

“Forte, mi piace”

“Anche tu hai un bel nome…Lili” osservò Freddie, con fare galante.

“Non ci fare caso…fa sempre così con tutti” rise Brian.

“Guardati tu…comunque, ritornando al discorso di prima…”

“Senti, devi andare con il coordinatore vero?” lo interruppe Brian.

“Sì, devo andare un attimo a parlare con lui. Qualcuno mi potrebbe indicare la strada?”

Il solito cavalier servente Brian si offrì di accompagnarla.

“Mi sa che il nostro timidone lo conoscerai dopo…” disse Freddie.

“Per me va benissimo”

“Ehi, qualcuno di voi non la va a cercare, adesso?”

“Vado io!” si propose Roger, scattando in avanti.

“Non vado io, tu intanto vai rimettere a posto il casino che hai combinato, amore?”

“Old Queen, piantala di chiamarmi con quel nomignolo stupido”

“Bah, quanto sei noioso”

Freddie s’allontanò con passo svelto, con espressione imbronciata.

“Ah, quando quello si mette in testa qualcosa è impossibile fermarlo” commentò Roger, roteando gli occhi.

“Ma dai…anche tu però non scherzi, Rog”

“Hai voglia di litigare pure te?” lo rimbeccò l’altro.

Lili sospirò. In meno di dieci, i tre avevano già litigato e chissà quanta pazienza bisognava avere con questi qui.

“Qualche problema?” chiese Roger, inclinando leggermente la testa. I suoi meravigliosi occhi verde-azzurro la fissarono vaamente divertiti.

“Ah, no”

“Visto che non Freddie, non arriva posso accompagnarti se vuoi” propose Brian, tornando all’attacco.

“Ehm…grazie…”

“Tesorini, siamo arrivati!” annunciò Freddie. Aveva preso per un braccio il bassista e lo stava quasi trascinando di peso.

“Non siamo mica al mercato, Freddie” si lamentò John Deacon.

“Eddai, non ti lamentare, Deaky. Lili vieni un po’ qui?”

“Ciao io sono Lily”

“C-Ciao io sono John Deacon”

Lily sgranò gli occhi e sfilò la mano da quella di John.

“Non è possibile…”

Fine capitolo 1

 

Nota au: eccoci con un'altra storia! Godetevi la lettura delle più stupide ff del 2011.

A proposito di Old Queen, quando Freddie era ancora negli Ibex, gli altri componenti lo chiamavano in quel modo, per via dei suoi atteggiamenti...e va be'.... e l'ho dovuto rip., scusatemi...


 

  
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