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Autore: moestarling    16/09/2011    1 recensioni
Noah era spaventato. Lo stavano seguendo, adesso ne aveva le prove: quella stanza era piena di persone armate pronte a prenderlo e a fargli chi sa cosa.
Doveva scappare il più lontano possibile. Si sarebbe diretto verso l’aereoporto e avrebbe preso il primo volo per il Messico.
Lì non l’avrebbero trovato, ne era certo. Doveva correre, gli uomini armati potevano raggiungerlo da un momento all’altro.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Distorted reality.


"Everybody wants to change the world!
Everybody wants to change the world!
But no one, no one wants to die!"
(My Chemical Romance - Make Room!)



Daniel era in classe. Stava seguendo la lezione di matematica quando improvvisamente un uomo entrò in classe urlando. Non capiva cosa diceva, ma sembrava spaventato. L’uomo si fermò sulla soglia, spostò lo sguardo da destra verso sinistra, si girò e scappò via.



Noah era spaventato. Lo stavano seguendo, adesso ne aveva le prove: quella stanza era piena di persone armate pronte a prenderlo e a fargli chi sa cosa.
Doveva scappare il più lontano possibile. Si sarebbe diretto verso l’aereoporto e avrebbe preso il primo volo per il Messico.
Lì non l’avrebbero trovato, ne era certo. Doveva correre, gli uomini armati potevano raggiungerlo da un momento all’altro.

Solo un giorno prima aveva una vita normale, un lavoro, una casa, degli amici, ma adesso aveva serie ragioni per sospettare che i suoi amici fossero delle spie mandate a controllarlo.

Ma perché volevano proprio lui? Cos’aveva di tanto speciale? Non lo sapeva. Sapeva soltanto che il giorno prima, appena uscito da lavoro, aveva visto delle persone che lo seguivano.
Inizialmente aveva pensato ad un brutto scherzo della sua mente causato dalla stanchezza dovuta ad una giornata di lavoro massacrante, poi però aveva trovato cinque uomini armati davanti casa sua, così era scappato. Aveva trovato rifugio per la notte in una foresta poco lontana.

La mattina successiva aveva visto centinaia di uomini armati dirigersi all’interno di un edificio, cosí decise di seguirli per scoprire cosa volessero da lui, ma appena entrò in una delle stanze dell’edificio vi trovò almeno una ventina di uomini: erano troppi, aveva avuto paura e cosí era scappato di nuovo.

Aveva appena superato un McDonald’s quando si ricordò che non mangiava dal giorno prima e la fame iniziava ad assalirlo. Pensò che forse se avesse deviato a destra e poi a sinistra sarebbe riuscito a far perdere le sue tracce almeno per un po’ e ad andare all’altro McDonald’s della città. Fece così e dopo circa 10 minuti si ritrovò in fila ad uno dei quattro banconi del fast food. Ordinò e quando gli venne servito il pasto mangiò il più in fretta possibile. Dopo appena 10 minuti era di nuovo fuori a correre.

Dopo circa altri 20 minuti finalmente vide il cartello che informava che l’aereoporto si trovava a 200 metri di distanza. Percorse quei pochi metri che lo separavano dalla salvezza il più velocemente possibile. Poco dopo aveva già comprato un biglietto per Città del Messico e faceva la fila per passare il metal detector.



Era la prima volta che il Dottor Parker dovette affrontare una situazione simile, ma soprattutto non si aspettava che proprio quel paziente, Noah Johnson, facesse una cosa simile. Dopotutto era migliorato moltissimo da quando fu ricoverato per la prima volta, cinque anni prima, nell’Ospedale Psichiatrico di St. Louis, dove il Dottor Parker lavorava come psichiatra da oltre 15 anni. Non si sarebbe mai aspettato una ricaduta tanto grave, così grave da far perdere il senso della realtà a Noah.

Quando l’avevano trovato in aereoporto, pronto ad imbarcarsi per un volo verso il Messico, si era aspettato che Noah volesse semplicemente fuggire dall’Ospedale, non si aspettava di certo che credesse di stare scappando da degli uomini armati che credeva volessero rapirlo o peggio ucciderlo.

O almeno così pensava fosse andata, aveva intuito tutto dalle urla di Noah al momento del ritrovamento.



Fine.

   
 
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