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Autore: HeavenMayBurn    17/09/2011    1 recensioni
Insieme alla cannella, in quel dolce si sentiva il sapore di casa e della Vigilia di Natale che avevano passato tutti insieme da Linda l’anno prima. Ed era meno insensato di quanto sembrasse in apparenza; perché erano sempre loro, insieme, e più tardi avrebbero svegliato Ray e Matt e passato il pomeriggio a giocare con la playstation, mentre il tour bus continuava a correre sull’autostrada.
[Frank Iero/Gerard Way. Scritta con un prompt del Kink Meme Italia]
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi presenti in questa storia sono realmente esistenti ed appartengono a loro stessi, ed io non intendo dare rappresentazione veritiera ne del loro carattere ne della loro sessualità o offenderli in alcun modo. E per finire non guadagno nulla da tutto questo, boohya! \o/

Note: E’ stata scritta con prompt del kink meme: RPS – My Chemical Romance; Frank/Gerard; ‘Sei ingrassato, Frankie.’ Ho il sospetto che, nonostante abbia solo due fill, non riuscirò mai a finire il mio menù, anche perché questo alla fine non rientra nelle cose che ho ordinato ;____;

Titolo da I Will Play my Game Beneath the Spin Light dei Brand New #SìSempreLoro #IRegretNothing più che altro perchè se mi mettevo a pensare a qualcosa che ci stesse meglio avrei anche potuto passare alzata tutta la note XD

Non lo so, mentre la scrivevo è andata completamente per conto suo D: E sono stata un po’ lontano dal bandom, quindi devo riprenderci la mano. Spero che piaccia comunque a qualcuno <33

Ditemi cosa ne pensate :**

Conteggio parole: 1.815

 

Every minute is a mile.

 

Mikey scese dalla sua cuccetta stropicciandosi gli occhi. La piccola stanza era avvolta dal buio e dal silenzio, segno evidente che era ancora presto.

Troppo presto per affrontare qualsiasi cosa, soprattutto senza caffè.

Mikey non si era mai considerato una di quelle persone abitudinarie che non riuscivano a dormire se il loro cuscino non era spiumacciato almeno cinque volte ed il letto non era messo esattamente seguendo le regole del feng shui, almeno fino a quel momento.

Non che non fosse felice di tutto quello che gli stava succedendo intorno, sia chiaro. Aveva l’occasione di girare gli States con un vero bus insieme ai suoi migliori amici, con suo fratello, venendo pagato per fare una cosa che fino a due anni prima faceva gratis in una cantina che sapeva di muffa e chiuso.

Era una vera figata.

Solo che c’erano momenti, come quando a svegliarlo era il rumore del motore che prendeva velocità, o quando guardava fuori dal finestrino e non riconosceva il paesaggio che gli scorreva davanti agli occhi in cui si rendeva davvero conto di quanto fosse lontano da casa.

 

Fece luce con il telefonino e guardò nei letti. Magari il suo orologio biologico non era l’unico ad essersi fuso. -Ehi, siete svegli?-

Ray mormorò qualcosa, agitando un braccio nel sonno e poi voltandosi verso il muro. Mikey scosse la testa e si voltò verso Matt, che aprì gli occhi e fulminandolo con lo sguardo. –Fottiti, Lil’Way. Siamo andati a dormire quattro ore fa e dobbiamo svegliarci fra tre. Ho intenzione di sfruttare ogni secondo di sonno disponibile.-

Mikey alzò gli occhi al cielo e spostò la luce dalla sua faccia.

I letti di Gerard e Frank erano vuoti e, se per suo fratello era abbastanza normale alzarsi ad orari improponibili o non andare affatto a dormire, passando la notte nel soggiorno a scrivere sul proprio block notes, lo stesso non si poteva dire per Frankie.

Non che non fosse una persona mattiniera, ma essere svegli alle –diede uno sguardo allo schermo del cellulare- sei del mattino non significava voler godersi la giornata. Voleva dire battere sul tempo persino l’alba.

 

Si trascinò stancamente verso il cucinino, lasciandosi cadere sul divano accanto a suo fratello.

Gerard alzò lo sguardo dall’albo di fumetti che aveva comprato il giorno prima in una stazione di servizio e gli sorrise, continuando a tenere la propria tazza a mezz’aria. 

-Caffè?- domandò Frankie versandone un po’ nella caraffa e Mikey annuì solamente, lanciandogli uno sguardo di gratitudine perché era troppo presto persino per usare le parole.

Dopo qualche minuto di silenzio, che Mikey sfruttò per riflettere sulla vastità dell’Universo, la bellezza di quel nuovo giorno appena iniziato e, più in generale, per cercare di fare riavviare le sinapsi del suo cervello, riportò lo sguardo su Frankie, notando che era ancora in piedi accanto al microonde.

-Che fai?- domandò, alzandosi per riempire di nuovo la propria tazza.

Gerard sospirò, voltando pagina. –Eggnog.-

-Oh. Ma siamo a Maggio…- sussurrò stringendo le palpebre, un po’ perché il sonno non se ne era ancora andato del tutto, ed un po’ perché era davvero perplesso.

Forse esagerava, dopotutto stava parlando con Frankie e per lui questo non era che un dettaglio.

Frankie alzò le spalle e Gerard mimò con le labbra un ‘Te l’ho detto, io’.

–E’ buono sia se lo beviamo a Maggio che se lo beviamo a Dicembre-

-Vero.- concordò Mikey lasciando la tazza nel lavello.

-Vuoi darmi una mano?-

Mikey scrollò le spalle. Tanto che aveva di meglio da fare? –Okay.-

Frank sorrise e Mikey notò nel suo sguardo la stessa leggera nostalgia di casa che aveva visto riflessa nei suoi occhi l’ultima volta che si era guardato allo specchio.

Insieme alla cannella, in quel dolce si sentiva il sapore di casa e della Vigilia di Natale che avevano passato tutti insieme da Linda l’anno prima. Ed era meno insensato di quanto sembrasse in apparenza; perché erano sempre loro, insieme, e più tardi avrebbero svegliato Ray e Matt e passato il pomeriggio a giocare con la playstation, mentre il tour bus continuava a correre sull’autostrada.

-Visto?- mormorò Frank in direzione di Gerard. –Ormai sei rimasto l’unico guastafeste. Perché non ti vai a metterti gli anfibi? Sono sicuro che in quel modo ti sarà più facile calpestare il divertimento altrui.-

Gerard chiuse l’albo e si alzò in piedi, mormorando qualcosa a denti stretti. Mikey era piuttosto sicuro fosse un imprecazione, ma non seppe dire in che lingua.

 

Frank si sporse verso gli armadietti, tirando fuori tutte le tazze ed i bicchieri che trovava. -Avete idea di come cominciare?-

-No.- rispose Mikey con un mezzo sorriso.

Gerard si appoggiò con il gomito al microonde. -Naturalmente no.-

Frank alzò le sopracciglia, trattenendosi dal chiedere a che razza di Vigilie di Natali fossero abituati, se non passavano il pomeriggio a prepararle. Ma poi si ricordò del combo fratelli Way e fornelli, e capì quanto fosse una decisione saggia.

Forse si erano persi un pezzo di infanzia, ma almeno avevano rimandato a tutto il pianeta l’arrivo del giorno del giudizio.

-Non importa, non è difficile.- si passò una mano tra i capelli. –Okay, aspettate qui.- sussurrò sparendo verso le cuccette e tornando con un sacchetto di plastica.

 

-Tieni- disse quando ritornò in cucina, mettendo in mano a Mikey una bottiglia di rum e una di whiskey. –Versane un bicchiere di entrambi in una ciotola mentre… Gerard, nella busta c’è del brandy e dello sherry. Del primo versane una tazza e mezzo, dell’altro un bicchiere.- Gerard annuì piegandosi verso il sacchetto, prima di essere interrotto da Frank. –Non confonderti! Se ti confondi è un casino!-  

-Ho capito, Santo Cielo!-

-Lo spero bene.- mormorò Frank tra i denti.

Frank prese una dozzina di uova, separando il bianco dal rosso e mettendoli in due ciotole differenti, mentre Gerard si era impossessato della scodella e stava mescolando gli alcolici.

–Va bene così?-

Frank si sporse dalle spalle di Mikey e sorrise. –Oh yeah, baby! Ed ora dobbiamo montare gli albumi a neve. Ci vuole qualcuno che abbia energia nelle braccia.-

I tre ragazzi si scambiarono uno sguardo e Frank sospirò pesantemente, alzando le braccia in segno di resa e prendendo la scodella incriminata –Okay, ho capito, mi sacrificherò per la causa.- esclamò aggiungendoci un po’ di sale e andando a sedersi. –Vi tengo d’occhio, eh! Farete meglio a seguire le mie istruzioni alla lettera!- disse stringendo gli occhi e mescolando velocemente. –So quello a cui stai pensando, Way- disse puntando la forchetta verso Gerard prima che lui ebbe il tempo di commentare. –E anche Dio lo sa.-

Fanculo mimò allora lui con il labiale.

Mikey scosse la testa.

Ecco un altro motivo per cui gli mancava casa. In quel momento non poteva andare al piano di sopra quando si trovava in mezzo a situazioni come quella.

Ogni volta che quei due si scambiavano quelle frecciatine, dal loro campo visivo sembrava scomparire qualsiasi altra cosa. Sorridevano come degli idioti, non rendendosi conto di essere gli unici a trovarle divertenti, e Mikey si sentiva orribilmente di troppo.

 

Gerard scosse di nuovo la testa e prese a girare gli albumi, appoggiandosi contro il ripiano colorato.

-Mikey- cominciò Frank –aggiungi sei cucchiai di zucchero e, Gee, se smetti di mescolare rifai tutto da capo.- Si interruppe per qualche istante mentre dalle sue labbra uscì un sospiro. –Di questo passo mi lusserò il polso.-

-Ho sempre pensato che questo momento sarebbe arrivato,- cominciò Gerard senza alzare lo sguardo dalle proprie uova. -solo che mi aspettavo una causa diversa.-

-Non finchè ci sarai tu.-

Mikey portò di nuovo lo sguardo al cielo. Ci mancavano questo genere di allusioni.

Se continuava così, al posto di tagliare il burro a colazione, Ray avrebbe tagliato tensione sessuale.

Il suo viso si contorse in un ghigno di disgusto ed orribili immagini mentali affollarono la sua testa.

Dov’era la candeggina per il cervello quando serviva? Perché nessuno l’aveva ancora inventata?

 

-Cos’altro devo fare?- esclamò a quel punto, la sua voce era due ottavi sopra la sua normale intonazione.

-Oh, Mikey, non pensavo che ti stessi divertendo così tanto- ridacchiò Frank a quel punto. –Aggiungi il cocktail di alcolici di prima e poitre tazze e mezzo di panna e un litro di latte; usa una bottiglietta per le dosi. Trovi tutto nella credenza.– Gli occhi di Frank si rimpicciolirono. –Gee, cosa ti avevo detto riguardo allo smettere di mescolare?-

Questa volta fu il turno di Gerard gli occhi al cielo. –E io cosa avevo detto rispetto al metterti le uova dove non batte il sole?-

In quel momento Mikey aveva voglia di prendere a testate entrambi gridando ‘E io cosa avevo detto riguardo allo smettere di dire cose che mi faranno venire gli incubi sta notte?!’ ma non fece nulla se non lasciarsi sfuggire un piccolo ringhio dalle labbra, continuando a rovesciare il contenuto di tazze e bottiglie nella terrina.

 

-Et voilà!- esclamò Frank nel momento in cui mise insieme i propri albumi montati a neve alla loro simil-cremina, girando delicatamente con un cucchiaio di legno –che diavolo ci faceva un cucchiaio di legno in un tour bus?!-

-E’ davvero pronto?- domandò studiando il composto con un’espressione sospettosa.

Tutta quella fatica per… per quello?

 -Beh, in realtà manca il gelato alla vaniglia, bisognerebbe aggiungerlo prima di mangiarlo. Ma dobbiamo ancora comprarlo e tanto sta roba deve rimanere in frigorifero per qualche ora, quindi…-

-Quindi abbiamo fatto tutta questa fatica per questo.- concluse Gerard tornando a sedersi sul divano e ricominciando a leggere il suo fumetto.

-Beh, detto così suona male ma…-

-Sei un idiota, Frankie- concluse Gerard. Mikey non seppe dire se suo fratello si rendesse conto del fatto che il tono della sua voce sembrava fare intendere tutt’altro.

Frank rise andando a sedersi accanto a lui. –Tu mi adori- gli sussurrò nell’orecchio.

E proprio quando tutto sembrava aver toccato il fondo…

-Sei ingrassato.- sussurrò Gerard sforandogli con le dita la maglietta.

-Oh, taci. Tu adori la mia ciccia-

Frank stava continuando a sussurrare; allora perché Mikey riusciva a capire quello che si dicevano così chiaramente?

 

Mikey serrò gli occhi.

Si sentiva come quando a cinque anni prendeva sonno continuando a ripetersi che nessun mostro dormiva dentro il suo armadio; come se quelle parole da sole avessero fatto andare via la paura.

Non aveva effetto allora ed era improbabile che la cosa riuscisse diciotto anni dopo.

–Vado io!- Gerard e Frank alzarono le sopracciglia e Mikey continuò –A prendere il gelato, vado io!-

-Oh, certo- disse Gerard annuendo.

Frank si sporse dal divano per dargli una pacca sulle spalle. -Vaniglia, mi raccomando. E’ tutto sulle tue spalle.-

 

Mikey fece segno di accostare davanti alla prima stazione di servizio che avessero incrociato e, appena scese nel parcheggio, si allacciò la felpa tirando un sospiro di sollievo.

 Prese il cellulare e scrisse velocemente un messaggio che inviò a Ray.

Dammi retta, tu non vuoi svegliarti adesso.

Rimise il telefono in tasca e sorrise, avviandosi verso il negozio per comprare il gelato.

Sì, erano degli idioti e, probabilmente, gli avrebbero fatto passare i prossimi cinque anni in terapia, ma erano la sua famiglia e Mikey non poteva immaginare modo migliore per affogare la nostalgia di casa se non quello di bere eggnog caldo a primavera inoltrata.

 

 

   
 
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