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Autore: TittiGranger    17/09/2011    15 recensioni
- Fino a prova contraria, Ronald, sono io che mi sono fatta un viaggio di otto ore oggi - protestò lei, con la testa praticamente infilata nel baule - Per di più, ora sto anche sistemando tutto questo - disse, riemergendo e alzandosi a fatica, con i capelli stravolti e stringendo tra le braccia un mucchio di pergamene - Mentre tu te ne stai spaparanzato sulla poltrona! - aggiunse, scaraventando le pergamene sul copriletto violaceo del suo baldacchino - Ergo, non sei nella condizione di poter essere stanco!___(Raccolta missing moments).
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Sarebbero troppe le persone a cui dovrei dedicare quest’ultimo capitolo…

Sarebbero troppe le persone a cui dovrei dedicare quest’ultimo capitolo…

È con grande piacere che lo dedico a tutti i veri sostenitori della good ship, che ho avuto il piacere di conoscere sul sito e tramite facebook.

Sapete che mi sto riferendo a Voi.

 

 

 

Immense

 

Quando i suoi piedi toccarono terra, si sentì accolto dalla familiare atmosfera di casa.

La Tana si stagliava sul fondo, poco lontano, apparentemente instabile e pericolosamente traballante.

Ma Ron non conosceva nulla di più sicuro di quella casa: era sempre stato un punto di forza nella sua vita.

Nella vita di tutti.

Si incamminò lungo il sentiero non asfaltato, impaziente di raggiungere gli altri.

Impaziente di raggiungere…

Sorrise quando, sotto la quercia più alta del giardino, il suo sguardo intercettò una figura familiare.

Non si stupì affatto di trovarla lì, all’ombra dell’albero, intenta  nella lettura di un tomo enorme che, da lontano, sembrava contare almeno un migliaio di pagine.

All’istante, deviò il suo cammino, abbandonando il sentiero.

La Tana era anche uno dei suoi punti di forza, ma stavolta avrebbe aspettato.

Avrebbe aspettato ogni volta, se si trattava di competere con lei.

Le arrivò alle spalle e, senza preavviso, si chinò a lasciarle un bacio sulla testa, appoggiando il suo borsone sul tavolo da giardino che suo padre aveva insistito a comprare un paio di mesi prima durante una gita nella Londra babbana, insieme ad un aspirabriciole e ad una sveglia elettronica che Hermione gli aveva pazientemente insegnato a programmare.

Lei sobbalzò, colta alla sprovvista. Alzò lo sguardo dal libro, lasciando che i capelli mossi e fin troppo voluminosi le schizzassero davanti al viso. Ma poi sorrise, alzandosi sulle punte per salutarlo con un bacio sulla guancia.

- Mi hai spaventata! - protestò - Non ti avevo sentito arrivare - disse lei, spostandosi sulla panca per fargli posto.

Ron si sedette, scoccando la lingua compiaciuto - Ovvio che non mi hai sentito. Non sarei un ottimo Auror, quale invece sono, se non riuscissi a fare cose del genere.

- Hai ragione, mea culpa - disse lei, continuando a tenere il segno nel punto in cui era arrivata a leggere, non riuscendo a nascondere un sorriso.

- E tu, piuttosto? Non posso lasciarti qualche ora che subito ti ritrovo immersa in qualche libro - finse di rimproverarla, scuotendo la testa - Hai venti anni. A venti anni non si studia!  - continuò a scuotere il capo, fintamente scocciato - Quante volte te lo devo dire?

- Devo, se voglio che mi prendano a Magisprudenza - fece tranquillamente lei, chiudendo il libro per mostrare la copertina. “Principi generali sulla Legge Magica”.

Ron emise un fischio - Allora… sembra che tu abbia deciso.

La ragazza annuì, lasciando che la chioma vaporosa ballonzolasse da una parte all’altra - Sì, credo sia la cosa migliore. E poi è molto affascinante - disse convinta, animandosi, come faceva sempre quando qualcosa la interessava in modo particolare - Il Wizengamot ultimamente si è attivato in molti settori importanti e si stanno raggiungendo ottimi risultati… voglio poter fare qualcosa anche io- concluse, entusiasta.

Davanti a quell’entusiasmo e a quella convinzione, lui non poté fare a meno di sorridere orgoglioso - Credo che non potessero sperare in una candidata migliore - disse, dandole un buffetto sulla guancia - E… pensi di abbandonare il CREPA?

Questo gli costò uno sbuffo, di fronte al quale Ron non poté fare a meno di sogghignare - Non è CREPA! -spiegò lei, pazientemente - E’…

 

…C.R.E.P.A! C-R-E-P-A! - sillabò lei, spazientendosi un momento - Perché è così difficile da memorizzare?

Ron ridacchiò, continuando a sfogliare un giornale babbano che aveva trovato nella cucina di casa Granger. Era così buffo… tutto grigio e statico - C.R.E.P.A…CREPA! - disse lui - Che differenza vuoi che faccia, Hermione? Il concetto è quello.

La ragazza riemerse dallo scatolone, con i lunghi capelli che le ricadevano sul viso e l’espressione contrariata. Li scansò con poca delicatezza, guadagnando una visuale migliore per poterlo ammonire in modo migliore - Certo che fa differenza, Ron! - si lamentò, infilando una pila di libri nella scatola, per far posto sulla libreria che presto si sarebbe riempita di nuovi tomi sulle creature magiche - Se questo progetto non lo prendi sul serio neanche tu, figurati gli altri!

Il ragazzo lasciò perdere il giornale, ormai stanco di quel momento culturale e la raggiunse al centro della stanza. Prese un blocco di libri da un ripiano a cui Hermione non riusciva ad arrivare e glielo passò, ricevendo in cambio un borbottato “grazie”.

Lei fece per prenderlo, ma all’ultimo momento Ron glielo impedì, costringendola a guardarlo - Non è vero che non lo prendo sul serio - le disse, imbarazzato - Anzi, dovresti essere la prima a sapere che da un po’ di tempo gli elfi mi stanno particolarmente a cuore, no? - disse, arrossendo.

Hermione si morse le labbra, celando un sorriso. Si alzò sulle punte, stampandogli un veloce bacio sulle labbra - Forse potrei saperne qualcosa, sì… - disse, maliziosa, sfilandogli dalle mani il blocco di libri che sarebbe passato nella scatola, per poi finire nella soffitta di casa Granger - Anche se hai uno strano modo di dimostrarlo, chiariamolo!

Lui fece una smorfia beffarda - Dubiti di me?

La ragazza gli gettò uno sguardo, ma non disse nulla. Le sue sopracciglia erano talmente alzate che presto si sarebbero perse nella chioma scura.

- Te lo faccio vedere io, allora! -disse, imbronciato - C.R.E.P.A. - fece, elencando con le dita - Comitato per la riabilitazione per gli elfi poveri e abbruttiti - continuò a segnare il conto - Tu accetterai lo stage che ti hanno offerto nel reparto per la Cura delle Creature Magiche e poi, fra un paio di anni, se riterrai che “il progetto abbia ottenuto risultati soddisfacenti” - disse, riportando le parole che lei stessa aveva utilizzato in precedenza - prenderai in considerazione l’idea di studiare Legge - concluse, soddisfatto.

Hermione, che per tutto il discorso era stata in piedi davanti a lui, con un sorriso divertito stampato in faccia, annuì, assumendo un’espressione sorpresa - Allora ogni tanto mi ascolti quando parlo.

Lui si limitò a farle una linguaccia.

 

- Lo so, lo so… C.R.E.P.A.! - acconsentì lui, scandendo bene ogni lettera - Va bene così?

- Ammirevole.

Ron sospirò, scuotendo la testa. Per caso, gettò un’occhiata verso la Tana e si ritrovò ad aguzzare la vista quando scorse un certo movimento sul tetto - E’… è Harry, quello?

La ragazza rise, voltandosi anche lei - Proprio lui.

Ron schioccò la lingua - Evidentemente, si sta nascondendo da me. Sa che mi deve ancora una partita a Scacchi Magici e sta cercando di evitarmi.

- O semplicemente sta sistemando l’antenna del televisore - fece lei - Ma ammetto che anche la tua teoria sia parecchio interessante - disse, fingendosi seria, mentre un’improvvisa folata di vento le scompigliava i capelli ricci - Credibile, soprattutto, devo dire!

Lui si finse oltraggiato - Non mi starai mica prendendo in giro, signorina?

Era abituato a quel tipo di discussione: lui ed Hermione si rimbeccavano su quel punto da una vita.

Lei scosse le spalle, mordendosi le labbra - No. E’ solo che ho sempre pensato che quel gioco sia un tantino…

 

…da barbari, ecco - concluse, sedendosi sul divano della Tana e incrociando le spalle.

Lui borbottò qualcosa di indistinto, mentre con un’attenzione che non aveva mai dedicato a nessun compito scolastico, sistemava i pezzi sula scacchiera.

- Come scusa? - fece lei, sporgendosi in avanti.

- Non ti piace perché hai paura di perdere! - si decise a ripetere Ron, in uno slancio di coraggio, tentando di non distogliere lo sguardo da lei. Fu tradito soltanto da un rossore che, malefico, si espanse nella zona orecchie.

Hermione aprì la bocca un paio di volte. Aprì e chiuse, aprì e chiuse, finché il suo cervello non sembrò aver selezionato la risposta più adeguata  - Io non ho paura di perdere, Ronald! - disse, incrociando le braccia.

- Sì, invece! Hai paura di perdere perché non sai giocare - disse lui, più sicuro, consolato dalla stabilità della sua linea difensiva. Sistemò la scacchiera sul basso tavolino di fronte al divano e si mise dall’altra parte, davanti ad Hermione - Ma non è colpa tua, Herm - disse, sporgendosi per darle un colpetto sulla coscia - Quella degli scacchi è un’arte. Non si può imparare: o ci nasci o non ci nasci.

Lei strabuzzò gli occhi, seriamente indecisa se muovere leggermente il piede e far saltare per aria la scacchiera con tutti i pezzi o scoppiare a ridere. Mantenne una via di mezzo.

- Ma io so giocare - disse, lentamente.

Lui sbuffò - No, non sei capace. Magari conosci la teoria, va bene, ma non sai giocare davvero.

- Io so giocare!

- E allora perché non giochi mai? - chiese lui - Perché stai facendo tutta questa storia per non giocare, in questo momento?

Hermione tentennò un attimo prima rispondere - Perché non mi piace, semplice.

Ron annuì, sogghignando - Non ti piace, perché non sai giocare. Vedi? Tutto torna.

- Ma… ma questa teoria è assurda, Ron! - protestò lei.

- Invece è solidissima, a mio avviso.

Lei emise uno sbuffo - A questo punto io potrei dire che non sai leggere.

- Che cosa? - chiese lui, confuso.

- Se il fatto che io non gioco a scacchi significa che è perché non so giocare a scacchi, allora il fatto che tu non leggi mai, vuol significare che non sai leggere - concluse soddisfatta, appoggiandosi al divano - Tutto torna.

Ron si morse le labbra. Guardò la scacchiera ordinatamente organizzata, poi passò ad Hermione, poi di nuovo alla scacchiera - Sei sicura di non voler fare subito richiesta per studiare Magisprudenza?

 

- Va bene, va bene! - fece lui, portando le mani avanti - Dato che sono un gentiluomo farò finta di credere a questa tua stramba teoria sulla barbarità degli Scacchi, anche se entrambi sappiamo che, sotto sotto, anche tu riconosci la mostruosa bravura del sottoscritto - concluse, schioccando la lingua e gettando uno sguardo fugace alla ragazza, tentando di mantenersi serio.

Come previsto, lei spalancò la bocca, emettendo un suono indistinto, a metà tra l’indignato e il divertito. Ma i suoi occhi ridevano, e Ron in quel momento penso che non avesse mai visto uno spettacolo tanto bello.

- Devo ricordarle, signor Weasley, che l’ultima volta l’ho battuta alla stragrande? - rimbeccò lei, sollevando le sopracciglia, sorridendo soddisfatta.

- Questo solo perché hai avuto il migliore tra i maestri.

- No, questo è perché ho una “mente brillante“! - rispose lei, soffermandosi sulle ultime parole con maliziosa ironia.

Ron rise, scuotendo la testa - Sapevo io che quella carica da Caposcuola ti avrebbe fatto montare la testa, prima o poi.

La ragazza rise, per niente offesa da quella battuta… era da una vita che la gente elogiava la sua mente particolarmente dotata e lei trovava parecchio divertente il fatto di poterci scherzare su.

- Cosa non può fare una spilla, eh? - disse, infatti, annuendo in modo scherzosamente serio.

- Eh, già… - fece lui - E chi se lo scorda…

 

- Tutto bene, Hermione cara? - chiese Molly, apprensiva, chinandosi sulla ragazza.

Quella frase generò un immediato silenzio tra i presenti che subito si voltarono verso la ragazza.

Qualche minuto prima, durante una mattina di fine agosto, l’arrivo di una civetta rossiccia aveva interrotto la colazione in casa Weasley: erano arrivate le lettere ufficiali per l’inizio del nuovo anno scolastico. Erano indirizzate a Ginny ed Hermione, le uniche che avrebbero frequentato l’ultimo anno.

In via non formale, gli accordi con la McGranit erano stati conclusi già da un paio di settimane e la professoressa si era dimostrata ben più che felice di riavere Hermione per quell’anno.

Quando l’arruffata civetta aveva ticchettato contro il vetro della finestra nell’ampia cucina della Tana. Ad aprirle era andata Hermione che, tra le chiacchiere generali, aveva consegnato la sua lettera a Ginny.

Dopodiché il silenzio.

In tre passi, Ron superò Harry che, nel frattempo aveva abbandonato il suo waffle alla cannella e anche lui, insieme a Ginny e Molly, fissava  Hermione preoccupato, andandosi a inginocchiare accanto alla ragazza

Dal canto suo, Hermione fissava pensosa la lettera che teneva in mano, senza neanche averla aperta.

Scosse la testa, come riprendendosi da un momento di isolamento mentale - Sì, sì… sì, va tutto bene! - disse, apparentemente calma, distendendo le labbra in un sorriso incerto.

Ron le posò una mano sul ginocchio - Sei sicura?

Hermione annuì e senza aggiungere altro, gli passò la busta, che affondò pesantemente nelle mani di Ron.

- Che diavolo…? - ma nel momento in cui realizzò, non ci fu bisogno di terminare la frase. Sgranò gli occhi e, tastando la busta, chiese - Pensi che sia…?

Hermione scosse le spalle, mordendosi le labbra - Cosa altro potrebbe essere?

Si scambiarono uno sguardo complice, mentre gli altri presenti li osservavano confusi.

- Ehm, scusate! - intervenne Ginny, ingoiando una forchettata di uova al bacon - Vi dispiace illuminarci? O volete continuare a farci marcire nell’ignoranza?

Molly la guardò severamente, ma dalla sua espressione, condivideva in pieno l’osservazione di sua figlia.

- Oh, niente di che… - fece Hermione, nel tentativo di mascherare la cosa - Non è nulla…

Ma Ron fu più rapido.

- E’ una spilla! - disse orgoglioso, alzandosi in piedi e brandendo la lettera ancora sigillata come un trofeo.

Ginny lasciò cadere la forchetta, mentre Molly si portava le mani alla bocca - Quella spilla?

- Quella spilla!

Harry fece un gesto di esultanza, mentre Ginny batteva le mani, felice.

- Un momento, un momento! - intervenne Hermione, bloccando l’euforia - Non l’abbiamo ancora aperta! Non sappiamo cos’è! - fece notare.

- Sì, che lo sappiamo - disse Ron, guardando la busta - Ma per averne la certezza c’è un solo modo - fece per porgerle la busta - Apri.

Hermione lo guardò incerta, poi, quasi spazientita, affettò la busta e ne strappò il sigillo. In quell’immediato istante, una spilla lucida e scintillante le scivolò tra le mani.

“Caposcuola Hermione Jean Granger”.

Harry riprese a congratularsi, mentre Ginny riprendeva a battere le mani.

Ma il più felice era lui.

Con un urlo di vittoria, Ron la prese per le mani e la fece alzare, piazzandole un dolcissimo bacio sulle labbra, con un tale entusiasmo che ad Hermione mancò la terra sotto i piedi, nel vero senso della parola.

- E’ fantastico, Herm! - le disse, ammirando la spilla - Caposcuola.

Lei si morse le labbra, non sapendo cosa dire… Ron sapeva che Hermione avrebbe preferito evitare quella scena in pubblico, avrebbe preferito che la cosa passasse inosservata.

Perché lei odiava sentirsi al centro dell’attenzione, soprattutto in casa Weasley…

Soprattutto dopo ciò che era accaduto in quella famiglia…

La carica di Caposcuola era una frivolezza in confronto a ciò che i Weasley avevano dovuto passare dopo la battaglia finale.

Hermione gli sorrise, incrociando le dita con quelle di Ron, che ricambiò all’istante.

-Oh, Hermione cara - pigolò la signora Weasley, alzandosi in piedi e congiungendo le mani - Congratulazioni! - estrasse il fazzoletto da una tasca del grembiule - Ci voleva proprio questa bella notizia! - si soffiò il naso - Un’altra Caposcuola in famiglia! - disse, mentre gli occhi le diventavano pericolosamente lucidi e la voce pericolosamente incerta.

Ron aumentò la stretta attorno alla mano di Hermione, per poi lasciarla andare.

Hermione fece qualche passo in avanti, accarezzando dolcemente il braccio di Molly che tentava ancora di mascherare la commozione - Grazie, signora Weasley… grazie.

Molly non la lasciò parlare ulteriormente perché, in uno slancio, la prese fra le braccia, stringendola in una morsa affettuosa - Oh, aspetta che lo sappiano gli altri! Una Caposcuola! - continuò a borbottare contenta, tornandosene ai fornelli, probabilmente già intenzionata a preparare una maxitorta per festeggiare… lasciando gli altri quattro con il presentimento che quella spilla non avesse portato soltanto una svolta nella vita accademica di Hermione.

Ma qualcosa di molto più importante.

 

- Fino a prova contraria, dovrei essere io a dire “chi se lo scorda”! - si lamentò lei, incrociando le braccia - Sbaglio o sono io quella che ha dovuto posare per sei o sette dozzine di foto con quella spilla addosso?

Ron sbuffò - Volevi forse negarmi la soddisfazione di immortalare quel momento?

- Ma è stato imbarazzante! - fece lei, sbarrando gli occhi, tirandosi all’indietro i voluminosi capelli. Sembrò pensarci su, poi aggiunse - Mai quanto alla cerimonia dei diplomi, comunque. Quando hai fatto andare in tilt quella videocamera babbana - lo guardò scuotendo la testa, mentre la sua bocca prendeva quella strana piega, quella che piega che conosceva da anni.

La guardò negli occhi e si rese conto che lo sguardo che lo ricambiava, era lo stesso, identico, meraviglioso sguardo che si sentiva puntato addosso da una vita.

- Sono così orgoglioso di te - disse, sospirando.

Ma prima che lei potesse rispondere, qualcuno li interruppe.

- Non starai mica tentando di arruffianarti la mia figlia preferita, Ronald Weasley?

Ron sorrise, non avendo neanche bisogno di girarsi per capire chi fosse.

Hermione si avvicinò a passo svelto, elegantemente fasciata nel tailleur da combattimento, come diceva sempre lui, alludendo ai completi che Hermione indossava per andare a lavoro.

- Non oserei mai! - fece Ron, alzando le mani - Diglielo, Rose.

La ragazza annuì - Puoi stare tranquilla, mami! Nessun tentativo di plagio - fece, ridendo, sporgendosi in avanti per dare un bacio alla madre.

- Mhm - commentò Hermione, sorridendo.

- Piuttosto… - disse Ron, allentandosi un bottone della camicia - La signorina vuole studiare Magisprudenza. Chi ha plagiato chi, ora? - fece rivolto ad Hermione, nell’usuale tentativo di punzecchiarla.

Il sorriso di Hermione assunse la stessa identica piega che Ron aveva già visto pochi minuti prima - Cosa ti aspettavi da mia figlia? - fece, stringendo tra le mani il viso lentigginoso di Rose.

- Poi mi accusa di arruffianarti, capito? - disse Ron, scuotendo la testa.

Rose sorrise, alzandosi in piedi - Ok, ok! Siete assurdi - sentenziò, chiudendo il libro e mettendoselo sotto braccio - Siccome questa discussione potrebbe durare ore, io mi dissocio adesso, altrimenti rischio di fare tardi. Ma voi continuate pure! - guardò l’orologio - Avete ancora un paio d’ore prima che faccia buio - li prese in giro.

- “Fare tardi”? Dove devi andare? - chiese subito Ron.

- A Diagon Alley - rispose Rose, chiedendo aiuto a sua madre con lo sguardo.

- Con chi?

Hermione e Rose alzarono contemporaneamente gli occhi al cielo.

- Santo cielo, Ron! - intervenne Hermione - Lasciala andare senza farle il terzo grado!

- Con degli amici, papà - rispose Rose, rimanendo sul vago più assoluto, poi, notando l‘espressione imbronciata di Ron aggiunse- E poi, poco fa non sei stato tu a dirmi che a “vent’anni non si dovrebbe stare a studiare” o qualcosa del genere? Ti sto accontentando - disse Rose, utilizzando la sua migliore espressione innocente, di marchio tipicamente Ronnesco.

Lui provò a ribattere qualcosa, ma poco dopo, alzò le mani in segno di resa, sotto lo sguardo divertito di Hermione che lo guardava a braccia incrociate, scuotendo la testa.

Rose si chinò a dargli un bacio sulla guancia, stringendo ancora il libro tra le braccia - Vado a salutare i nonni ed esco! Ci vediamo per cena!

Hermione le fece un segno di assenso e poi, mentre Rose si allontanava, si chinò verso Ron, portando lo sguardo all’altezza dei suoi occhi.

 - “Qualunque cosa tu dica, potrà essere usato contro di te”. Principi generali di Magisprudenza, capitolo uno. Deve averlo appena imparato - e così dicendo gli posò un bacio sulle labbra.

Ron le afferrò una mano, stringendola e baciandole il dorso - Vado a vedere se tua mamma ha bisogno di aiuto per la cena. Vieni dentro? - gli disse lei, tirandolo.

- Resto qualche altro minuto e ti raggiungo - fece, baciandole ancora la mano prima di lasciargliela.

Hermione si incamminò, seguendo la scia di Rose che era quasi arrivata alla porta.

Ron le osservò da lontano e come accedeva spesso quando si ritrovava a guardarli- lei, Rose e Hugo-, provava un senso di completezza assoluta, di benessere, di grandezza

Quando posava lo sguardo sui suoi figli si sentiva completo, si sentiva soddisfatto, si sentiva orgoglioso.

Si sentiva tremendamente felice.

E ogni volta che ci pensava, si rendeva conto che tutto derivava da lei, nasceva da lei e grazie a lei.

Era lei ad avergli permesso di essere completo, soddisfatto e orgoglioso.

Era lei ad avergli permesso di provare quella gioia incommensurabile.

Era lei ad avergli permesso di conoscere l’immenso.

Solo lei.

 

 

Fine

 

 

 

Ora la domanda è: a che punto avete capito che la ragazza era Rose e non Hermione?

Ho adorato scrivere questo capitolo e sono contenta anche del risultato.

Magari non raggiunge l’apice del romanticismo per quanto riguarda la coppia Ron-Hermione, ma quando mi è venuta in mente quest’idea, ho pensato che non ci fosse conclusione migliore.

Ritenevo che coinvolgere Rose, mostrandone l’estrema somiglianza con Hermione, fosse il modo perfetto per…completarli!

Mi sembrava carino mostrare il risultato del loro amore.

 

Spero che vi sia piaciuta, questo capitolo in particolare.

Concludo questa raccolta, che è probabilmente il lavoro di cui sono più orgogliosa in assoluto, ringraziando Voi, che siete rimasti con Ron e Hermione “proprio fino alla fine” (vi è familiare, eh?)

 

Grazie di cuore, avete reso questa raccolta davvero speciale.

Titti

 

   
 
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