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Autore: xblacksound    17/09/2011    1 recensioni
Maryclare, una sedicenne newyorkese con una vita assolutamente ordinaria, dai capelli color cioccolato al latte e dagli occhi di un verde chiaro incantevole, deve trasferirsi a Londra di punto in bianco, per frequentare un collegio. La ragazza non ne è molto entusiasta, ma cambierà idea una volta incontrate quelle persone che cambieranno la sua vita.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Always like 'Wow, i love you.'
First Chapter - A New Beginning.







«Tesoro, sbrigati o faremo tardi! Il volo è tra due ore!»

No, non voglio andare. Che il volo parta pure, non m'interessa, a Londra non ci vado. E che cavolo, eh. Per un motivo che ancora mi sfugge sono costretta ad andare in Ighilterra per frequentare uno stupido collegio. Okay, magari penserete che dovrei essere felice di andare a Londra, ma invece no! E sapete perchè? Perchè qui ho tutti i miei amici, la mia famiglia e non mi va di essere la nuova arrivata sfigata che non conosce nessuno. Insomma, neanche li sopporto 'sti londinesi; tutti freddi come il ghiaccio e boh, si vestono pure male.

Mia madre, non sentendo nessuna mia risposta, mi chiamò di nuovo, più insistentemente però, così fui costretta ad alzarmi dal letto. Erano le sei del mattino, vi rendete conto? Bah. Scelsi dei vestiti a caso dall'armadio ed andai a fare una doccia veloce. Dopo essermi preparata, scesi al piano di sotto, sbuffando e guardando mia madre seccata. «Su, non fare quella faccia. Vedrai che ti piacerà!» Convinta lei. Roteai gli occhi e presi una mela da una ciotola a forma di foglia che stava sopra l'isolotta della cucina. Ne diedi un morso ed insieme a mamma uscii di casa. Andammo in macchina e partimmo dirette verso l'aereoporto. Una volta arrivate, mamma mi accompagnò a fare il check-in e poi andammo verso gli imbarchi. Mamma si mise di fronte a me, poggiando le mani sulle mie spalle. «Mi mancherai tantissimo, tesoro mio!» Detto questo mi abbracciò forte, tanto forte che mi stava quasi stritolando. Tornò alla sua posizione originale. «Mi raccomando, fai la brava! E ricorda quello che ti ho detto: non parlare agli sconosciuti» A quelle parole la sguardai con un sopracciglio alzato. «Mamma, sembra che stai parlando ad una bambina di sette anni, andiamo!» Esclamai quasi schifata. «Scusami, è che non voglio che ti succeda nulla di male. Appena atterri all'aereoporto ricorda che ho ingaggiato una ragazza che ti porterà direttamente al collegio. Si chiama Audrey Smith. La riconoscerai perchè...» Non le diedi il tempo di concludere la frase che lo feci io per lei. «...Perchè avrà un cartellino con scritto il mio nome, lo so mamma, sta tranquilla!» Accennai un sorriso, un po' triste ed un po' compiaciuto. Mia madre lo ricambiò e poi guardò verso il tabellone con tutti i voli. «Dai, ora vai che altrimenti fai tardi.» Così disse e poi mi abbracciò nuovamente. Ridacchiai per la tenerezza che mi faceva. Sembrava una bambina che doveva regalare la sua bambola preferita. Mi fece la solita ramanzina sul fatto di stare attenta e roba così e poi mi lasciò andare. Passai attraverso il Metal Detector senza problemi e mi misi seduta ad aspettare che il mio volo venisse chiamato. A quel punto presi il mio IPod ed iniziai ad ascoltare un po' di buona musica. Non sapevo cosa aspettarmi da Londra e fino ad ora non riuscivo a trovare lati positivi, solo negativi. Come avrei fatto al mio primo giorno? E soprattutto come avrei fatto ad orientarmi in quella città? Sembrava così strano pensare di dover stare in un posto senza la mamma; cioè, stavo sempre con lei e questo era il mio primo viaggio da sola. Oltretutto questa era la mia prima volta in aereo. Avevo paura, lo ammetto.
Il tempo passò lentamente, seduta in quella sediolina scomoda lì all'aereoporto, ma finalmente sentii chiamare il mio volo. Mi alzai di scatto e mi avviai verso le hostess che avrebbero controllato il mio biglietto. La procedura si svolse in fretta, dato che c'era poca fila, ed andai in aereo. Mi sedetti al mio posto - che fortunatamente era quello con il finestrino - e tornai ad ascoltare la musica. Dopo un po' partimmo diretti a Londra. Le ore su quell'aereo sembravano interminabili, davvero. Guardai addirittura due film che neanche mi piacevano molto, ma che comunque mi servivano per passare il tempo. Ero davvero stanca, non ne potevo già più di stare lì, e mi faceva pure male un orecchio. Decisi così di leggere un po', almeno non avrei pensato al dolore, così cercai nel mio zainetto qualcosa di interessante, ma purtroppo avevo dimenticato il mio libro preferito. Fantastico. Sbuffai visibilmente scocciata e guardai fuori dal finestrino. Che belle che erano le nuvole, non le avevo mai viste da così vicino. Abbozzai un sorriso spontaneo, ma poi venni incuriosita da delle ragazzine nei posti davanti al mio che stavano parlando di una certa band.
«Ti rendi conto, Roxie? Magari incontriamo i One Direction appena arriviamo!» Diceva una di loro, tutta esaltata. «Quanto vorrei fare una foto con Niall.. o con Louis e Liam ed Harry.. e pure Zayn!» Continuò l'altra, ancora più esaltata. Io intanto le ascoltavo un po' stranita e confusa. Non conoscevo la band di cui parlavano e comunque sia, andiamo, fare così solo per un gruppo musicale? Era da pazzi. A me piacciono i Linkin Park, ma non farei in questo modo se dovessi mai incontrarli, dai. Almeno credo.
Scossi il capo e rimisi le cuffiette dell'IPod alle orecchie. Dopo qualche altra ora finalmente l'aereo atterrò all'aereoporto di Londra. Tutti i passeggeri scesero, compresa me. Ci dirigemmo tutti a prendere le nostre valigie e fortunatamente la mia arrivò quasi subito. Camminai un po' per l'aereoporto in cerca della ragazza di cui mi parlava mia madre e finalmente la trovai. Era bionda, con gli occhi chiarissimi. Vestiva molto bene, devo ammetterlo, ed in mano teneva un cartellino con su scritto il mio nome: Maryclare Needly. Sospirai e mi avvicinai a lei. Ci 'presentammo' e ci dirigemmo in auto. Lei sembrava molto socievole e sembrava volermi mettere a mio agio. Mi stava già simpatica.
«Dobbiamo fare una breve tappa dal benzinaio, spero non sia un problema.» Mi disse, ridacchiando. Scossi il capo divertita. «Certo che no.» Risposi con un sorriso. Arrivammo da questo benzinaio e lei scese dalla macchina, che peraltro aveva il posto di guida dall'altra parte. Io mi affacciai al finestrino, guardandomi intorno. Il mio sguardo cadde su una macchina nera, con i finestrini anch'essi neri, poco lontana da quella di Audrey. Un finestrino di quelli posteriori si abbassò e non potei fare a meno di notare chi c'era dentro quella macchina, o almeno, chi aveva abbassatto il finestrino. Un ragazzo dai capelli riccissimi, castani e dagli occhi di un azzurro cielo davvero incantevole. Wow, era sicuramente uno dei ragazzi più belli che avessi mai visto. Lui notò che io lo fissavo, così mi sorrise. Perfetto, la prima brutta figura in Inghilterra. Non poteva iniziare meglio. Ricambiai il sorriso e diventai rossa. Eh, purtroppo era sempre così quando mi imbarazzavo. Fui interrotta dal rumore della portiera del posto guida. Era Audrey che rientrava in macchina. Di scatto mi voltai erso di lei. «Possiamo andare!» Esclamò sorridendo. Sorrisi con lei e partimmo verso il collegio, mentre io avevo ancora la testa a quel bel ragazzo. Dopo circa un quarto d'ora arrivammo a destinazione. Audrey mi lasciò il suo numero in caso avessi bisogno di lei, così la ringraziai e scesi dall'auto. Presi le mie valigie e la guardai andare via. Il mio sguardo caddè poi verso quell'enorme edificio che era il collegio. Ed eccomi qui, ragazzi.

  
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