Storie originali > Nonsense
Segui la storia  |      
Autore: _Sister_    18/09/2011    0 recensioni
"Comunque, dicevo. Quando mi addormentai, sognai tante cose inutili, come orde di zombie, un unicorno che vomitava arcobaleni e uno gnomo ubriaco. Da allora ho detto basta alla marijuana.
Poi ho incontrato Lu."
Storia molto stupida scritta a quattro mani con una mia amica (Noel).
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La mia storia comincia con un bagno. Un semplice, squallido, piccolo bagno.
Niente di che. Nessuna vasca. Nessun bidet (molto carino, molto raffinato). Solo una doccia senza telo. Molto liberty.
Ci potrei passare le ore, in quel bagno. Ma ogni volta che ci entro c’è sempre qualcuno che rompe le palle. Non si sa come mai, dato che la casa ha ben tre bagni, e questo è il peggiore, il meglio nascosto e il più scomodo. Bah.
Una volta mi ci addormentai, in quel bagno. E nessuno disse niente. Nessuno lo seppe. La gente ti viene a rompere le palle solo quando ti diverti. Se ti addormenti invece, è come se non esistessi. E che cazzo.
Comunque, dicevo. Quando mi addormentai, sognai tante cose inutili, come orde di zombie, un unicorno che vomitava arcobaleni e uno gnomo ubriaco. Da allora ho detto basta alla marijuana.
Poi ho incontrato Lu.
Lu è uno stupido bruco nel bozzolo,uno stupido bozzolo bianco,mi ricordava mia sorella il giorno del matrimonio,suo marito si faceva un sacco. Mi ha fatto venire voglia di marijuana,allora ho visto una donna dentro una bottiglia di succo di frutta alla pera che parlava,parlava,palava come se a me importasse qualcosa di quello che diceva. Io odio la gente che parla come se fosse il centro del mondo. 
Lu l’avevo conosciuto grazie a quello scemo dell’orco. Sì, l’orco. Toglietevi dalla testa tutti quei ragionamenti idioti per cui gli orchi e le fate e i bruchi parlanti non esistono. Tutte s-t-r-o-n-z-a-t-e.
Esistono. E sono anche simpatici.
Dicevo, l’orco lo conobbi in un bar nel centro. Sì, nel centro. Di cosa? Questo non vi è dato saperlo. Naturalmente mi ero appena fatto. Ma non è per quello che lo conosco, lo vedo anche quando sono ubriaco. È il mio migliore amico, cazzo. Lui c’è sempre quando ho bisogno di lui. 
Insomma, mi dice che ho un bel papillon. Io gli rispondo che è piuttosto fatto, perché io non ho nessun cazzo di papillon. Mi dice di abbassare la cresta ma è troppo intasata di gel, la mia ragazza adora quando mi impiastriccio tutti i capelli, e lui mi dice che se è così posso tenerla. Ma vedo che non è contento, allora prendo il rasoio e me li raso a zero. Che cazzo ci facesse un rasoio elettrico in un bar del centro proprio non lo so. Ma così Alfredo (così si chiama l’orco) è contento, allora lo sono anch’io.
Dicevo, parliamo un po’ e scopro che abbiamo un bel po’ di cose in comune. Anche lui ha una sorella demente appena sposata e si fa di marijuana. Tante cose, no?
Con lui non c’è bisogno di parlare. Ci capiamo al volo. Al contrario, con Lu mi ci incontro per parlare. Alfredo me l’ha presentato una volta che ero triste. Mi ero chiuso in bagno dopo una litigata con la mia ragazza. Era arrabbiata con me perché m’ero rasato completamente i capelli. Ma io l’avevo fatto per una buona causa, e lei questo non lo capiva. Quando l’avevo detto a Lu, era completamente d’accordo con me. L’avevo fatto per Alfredo, non per una persona qualsiasi!
Allora Lu mi ha detto di buttare la candela nel fuco,perché solo così sarei riuscito a sedermi sulla mia panchina preferita al parco,sotto l’albero di ciliegie,mentre ne staccavo qualche d’una e sputavo i semi colpendo i passanti,e forse sarei riuscito anche a macchiare qualche paio di pantaloni bianchi.
Allora ho buttato la candela nel fuoco e la cera si è sciolta sulla legna che scoppiettava tristemente. Si,tristemente,tutti dicono che scoppiettava allegramente,anche se si stava parlando di un mobile andato a fuoco in un palazzo,invece per me scoppiettava tristemente,perché quello scoppiettare mi ricorda quando mio nonno era ubriaco fradicio e parlava della sua nave pirata con tutti i suoi mozzi e i briganti che si erano offerti di rimanere ai suoi servigi per tutta la vita in cambio della sua protezione;e di come lui avesse capito benissimo che probabilmente gli sarebbero rimasti fedeli solo fino alla fine del viaggio,
Il punto era che mio nonno lavorava in banca.
Lo odiavo in quel momento,pensavo che fosse impazzito e che se avesse continuato a parlare saremmo impazzi tutti quanti,anche se in quel momento c’ero solo io nella stanza,davanti al camino che scoppiettava tristemente.
E poi gli raccontai di quando sognavo continuamente di correre e correre e correre e non riuscire mai a scappare da uno stupido unicorno. Sapevo che se mi avesse raggiunto mi avrebbe colpito con il suo vomitoso arcobaleno, e allora addio a me stesso come mi conoscevo. Se mi avesse preso sarei diventato come uno di quegli hippy del cavolo che adorava tanto la mia prof di inglese (tra l’altro la prima canna me la diede lei). 
Così dissi addio ai tapis-roulant.
Continuando così sapevo che non sarei durato molto. Uscii dal bagno e dissi addio a tutti i miei amici. Li avrei rivisti al solito bar del centro. Mio nonno mi aspettava. Era tradizione che il primo genito della famiglia si arruolasse nella sua combriccola di vecchietti bavosi all’arrembaggio nel marepienodiavventureesirenevecchieciabatteerumscadente. Mio fratello era morto provandoci, era stato risucchiato da un polpo gigante viola con la barba di nome Andreo. Ci piansi un po’ su, mi mancava un po’ quel fratello mezzo pazzo così amante della vita. Era stato lui a insegnarmi a pescare e amare il mare e la vita e la birra al gusto di bacon. Poi mi ricordai di essere figlio unico.
C’era uno strano coniglio in fondo alla via, mentre correvo dalla mia ragazza. Dovevo correre prima che lei se ne andasse insieme a quel tizio del bar che la guardava sempre. Lei mi diceva che non si conoscevano ma io li avevo visti dentro ad un ristorante, lui le aveva tirato indietro la sedia, ma non per farla cadere e la cosa mi era sembrata stana perché dopo si erano sorrisi e due tizi si erano avvicinati suonando il violino come nei film romantici. Ma lei mi aveva detto che erano solo amici e sapevo che lei mi amava troppo. Ecco.
Mi sembrava strano il fatto di non trovare il pullman che solitamente passava ogni quindici minuti davanti casa mia,e in quel momento mi sembrava di ricordare chiaramente che ogni volta il pullman era dipinto con colori strani,ed ero sicuro che una volta avesse delle lattine appese al paraurti,perché una bottiglia di birra si era rotta all’interno del pullman e un uomo era caduto da una sedia vedendo tanto spreco di birra.
Poi, fortunatamente, quel gentilissimo coniglio mi ricordò che il pullman passava proprio nella via accanto. Lo ringraziai (ormai sono poche le persone gentili e disponibili, mica come una volta!) e me ne andai alla ricerca del pullman. Naturalmente quando lo vidi neanche provò a fermarsi. Questi stronzi guidatori di pullman! Adesso sono tutti tassi e procioni, ma si vede che sono solo dei cafoni che non sanno guidare per un cavolo! Dove diavolo sono finiti i pagliacci e le sirene? Loro si che erano bravi! E dopo dicono pure che sono razzista! 
Insomma, in qualche modo riesco ad arrivare fino a casa della mia ragazza. Ma la porta me la ricordavo blu, e non di questo colore giallino vomito, che mi da veramente fastidio. E le finestre? Non erano piccole e graziose? C’è un gatto in fondo alla via. Ma qui non c’era un canile? E Jane, la mia amata Jane, siamo sicuri che si chiami proprio Jane? Ero sicuro che si chiamasse Loris. Bah. Sarà una svista.

----------------
Non so se questa storia avrà un seguito,nè se vi piacerà. Lìho scritta un bel po' di tempo fa insieme ad una mia amica,ci siamo divertite un sacco,spero piaccia anche a voi! O almeno che vi faccia fare quattro risate .__.
Francy!

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: _Sister_