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Autore: Occhi Cielo    18/09/2011    0 recensioni
So che può sembrare assurdo, ma anche le cose che noi meno ci aspettiamo hanno un'anima, possono ascoltarci.. capirci. Alcune cose possono anche avere sentimenti. E questi fili d'erba, di questo prato..sono pieni di storie da raccontare.
Genere: Poesia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei partire dal presupposto che questa storia è incompleta. Chi Parla è un Prato. Già, so che sembra assurdo ma è un prato. Dovrei completarla a giorni, ma spero che nel frattempo possa piacervi comunque questa piccola parte. :)
 
 
 
 
 
Ora è verde. Un verde simile alla bottiglia di birra che gli è accanto. L’ha lasciata un ragazzo l’altra sera dopo una sbronza con gli amici. Si era sdraiato borbottando qualcosa a proposito dell’essenza della sua vita.. Lui però lo osservava in silenzio, facendosi trasportare dal vento le parole strascicate del ragazzo. Pensò che l’alcool fosse un miscuglio di paure e incertezze racchiuse in un vetro incollato e che la gente di quel tempo ne fosse troppo assuefatta. Ne aveva vista molta di gente, tante epoche e tante storie lontane, ma nessuno di quella gente rimaneva a notte fonda senza una coscienza funzionante a parlare con lui. Ne era così disgustato tanto quanto ne era affascinato.. un ubriaco per quanto tale, diceva sempre e comunque la verità. Niente vergogna, niente pudore, niente realtà.. era un mondo a sé in cui la bugia non esisteva. La mente si apriva e i pensieri, i segreti più profondi trovavano l’uscita e saltavano fuori con orgoglio e vanità. Ubriaco sì.. ma se i veri ubriachi fossero i sobri? Loro mentono, inventavano storie e fatti mai accaduti, sono falsi e bugiardi, si nutrono della menzogna e bevono le parole amare di altri sobri. Diventano ubriachi del vero e del reale, schiavi di una droga come la falsità. Quel ragazzo ubriaco lo fece sorridere. Lui non sembrava falso… lui parlava e raccontava di una ragazza dagl’ occhi come il cielo e i capelli come una notte senza stelle; parlava del suo sguardo e della sua risata, una risata che gli suonava nella testa come se le fosse stata accanto. Poi parlò del suo ragazzo, un ragazzo simile ad un orso che non l’amava.. oh no che non l’amava… a lui piaceva il suo corpo da ninfa e la sua delicatezza fatata. Non l’amava, no di certo. Disse che la guardava a distanza piangere, disse che avrebbe voluto andare da lei a baciarle le lacrime che le scorrevano sulle guance lacerandone il sorriso. Disse che stanotte l’aveva baciata e che sono stati insieme fino a pochi minuti prima..raccontò com’era stato averla tra le braccia e accarezzarle il profilo delle spalle, del collo..poi sospirò. Un urlo squarciò il cielo. Lo disse al mondo, e forse senza birra non avrebbe esitato a ripeterlo. Quelle parole ora gli risuonavano nelle orecchie rimbombando.. Avevano un significato così profondo che anche le stelle avevano il diritto di conoscerne il segreto? Il ragazzo si alzò e senza salutarlo andò verso il deserto di luci che si rifletteva a pochi passi oltre la collina. Non lo vide più. Non tornò più ubriaco a raccontargli del suo amore trovato. Ora si sentiva terribilmente solo.. ma era verde. Era verde nonostante la solitudine che lo spiazzava. Osservò il cielo azzurro, tanto chiaro da sembrare quasi bianco..pensò agl’occhi di quella ragazza. Erano così intensamente belli? Erano così immensi? Erano così grandi da potersi perdere? ...



Continua...


 
  
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