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Autore: Occhi Cielo    18/09/2011    0 recensioni
Un ragazzo che ha paura della verità, una pioggia che lo lacera da dentro e il suo mondo di castelli di carte dove si rifugia durante la tempesta. Pieno di metafore, una sottospecie di poesia. Spero vi piaccia.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei fermo lì, sull’asfalto bagnato.
Il cielo ti piange addosso e tu non ti scansi. Non puoi ignorarlo. Lui non l’ha mai fatto.
Le ginocchia cedono come pezzi marchi di legno e il suolo ti accoglie adamantino nel suo nero.
Ti pesa. Pesa tutto quel affliggersi di un cielo che vuole conforto, che vuole delle scuse. Pesa sentire tutto ciò che hai dato ad un amico silenzioso assalirti. Pesano le lacrime, di milioni di stelle dei desideri , che colano nel cuore. Come sangue e anima si mischiano a te e ormai ne fai parte. 
“ Cosa c’è dietro una stella?”
Quella domanda la ricordi bene. 
Sorridevi mentre un aereoplanino di carta e speranze volava tra le tue mani. Volevi una risposta e la cercavi in te stesso. Ma non c’era. Il pezzo di carta lo sapeva. 
Lei ti sorrideva. Aveva la maglietta grigia con la stampa della ragazza felice. Ti diceva di leggere ciò che il suo cuore ti aveva spedito in poche righe. Tu lo feci, ma vorresti non averlo mai fatto.
Piombasti nel buio. 
Le tue urla riecheggiarono nella sua testa. Ebbe il terrore di averti ferito. 
Non volevi pensare che fosse così.
Le tue stelle sono così cattive?
Lei non sorrideva più. La maglietta grigia aveva assunto un altro colore. Nero. Il nero che ti fa così paura. Il nero dell’asfalto che ti ha accolto, il nero della solitudine, il nero del dolore, il nero della delusione...
Anche lei scompare nel nero. Ma te la volevi, la chiamavi, gridavi il suo nome all’immensità cieca che ti circondava… ma eri muto. Era il cuore a parlare. Le parole ti morivano sulle labbra e non ci credevi. Le tue stelle ti avevano deluso. 
Poi sei scappato via. 
Ricordi bene quella fuga. 
Le gambe facevano male, chiedevano lo spazio per riposare fra un respiro e l’altro. Ma tu le ignoravi, come hai sempre fatto. Le sforzavi ad andare avanti. Volevi raggiungere la Notte rincorrendo il Sole e su uno sfondo rosso sangue invocasti il cielo.
Lui accorse. 
Silenzioso e discreto nel suo mantello tappezzato di quelle che una volta avresti chiamato stelle, ma che ora chiami Immaginazione. Lo guardavi con aria di sfida, pronto a gridargli le tue accuse. Dio… non ti accorgevi che le uniche bugie erano quelle che uscivano sibilando dalla tua bocca e dal tuo cuore? Se solo te ne fossi accorto prima…
Imprecavi un Signore ignoto e le tue odiate Immaginazioni, vomitando l’amarezza di una rivelazione falsa e piangendo. Piangevi come non avevi mai fatto.
L’Infinito Blu si incupì. Il tuo amico si sentiva tradito come  trafitto da una lancia di parole affilate. Una coltre di fumo scuro ricoprì il suo mantello da Principe e sparì. Sparì come il sole all’orizzonte.
Il cielo pianse.
Ti pianse addosso triste.
Non gli hai creduto.
Lei che sorrideva, con la sua maglietta grigia dalla stampa della ragazza felice, si sbagliava. 
Le tue Immaginazioni erano Stelle dei Desideri, brillanti e discrete nella loro segretezza. Le uniche a cui potevi affidare un sogno e le uniche capaci di avverarlo.
Ora sapevi. L’areoplanino è caduto.
Dietro una stella  sono nascosti i desideri, i segreti, le voglie e i sogni che le persone le dedicano.. non c’è una luce che scompare, ne il buio infinito. 
La consapevolezza ti atterra.
Sei fermo lì, sull’asfalto bagnato.
Il cielo ti piange addosso e tu non ti scansi. Non puoi ignorarlo. Lui non l’ha mai fatto.
Le ginocchia cedono come pezzi marchi di legno e il suolo ti accoglie adamantino nel suo nero…
 
 
 
Questo scritto l'ho dedicato al mio migliore amico, che ha paura dell'amore e della verità.
  
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