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Autore: Ella_Sella_Lella    18/09/2011    2 recensioni
Era passato un mesetto dall’increscioso incidente del leccalecca al miele sempreverde e, credeteci o meno, James e Fred avevano preso in parola la loro cara cugina e, be, neanche le parlavano più. Fred lo faceva divertito, faceva finta che Molly fosse un fantasma e che non esistesse, cosa che non aveva migliorato l’umore della rossa, James semplicemente aveva invece cominciato a non darle più confidenza, la salutava freddo, le chiedeva al massimo se poteva passargli il sale e non gli chiedeva neanche più di poter copiare i compiti, Molly ne era in qualche modo contenta, ma non gli sfuggiva la depressione che affliggeva il cugino.
[Next Generation. Non giudicate solo dal primo capitolo]
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Sirius Potter, Molly Weasley Jr, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Per questa storia, ho solo un commento, non siate crudeli, ci tengo davvero molto.








La Famiglia non si sceglie




Prologo capitolo I: I Tre Cugini




La famiglia non si sceglie, quella in cui nate vi tenete, certo ci sono persone che non riescono proprio a tollerare la propria famiglia, per via delle divergenze di opinioni, ma solitamente la gente si accontenta. Però è vero che le persone, di tanto in tanto, si vergognano di essa, tentano di nasconderla, ma la amano, perché sanno con totale certezza che quando il mondo cade giù, la famiglia non permetterebbe mai a te di cadere. Questa vicenda è la storia di una delle famiglie più unite, e divertenti, che io abbia mai visto, particolarmente di tre cugini che non si sono mai saputi prendere al meglio. Jamie, Molly e Freddy, i due maschi c’era da dire fossero grandi amici combina guai, i crea di sordine li chiamavano sempre tutti, mentre lei la ragazza era diversa, così seriosa e severa; mentre i due cugini creavano caos e disastri vari in casa, lei già pensava al suo futuro, Diventerò ministra della magia, diceva sempre con fare pomposo. Erano nati tutti nello stesso anno e si portavano tra loro poche settimane, Jamie era nato nella metà di maggio, Molly all’inizio di giugno e Freddy alla fine della stesso mese.


Sirius “Jamie” Potter era un ragazzo ilare, divertente e scoppiettante, aveva passato tutta la sua infanzia a dar tormento a suo fratello Albus, a volare su una scopa, sotto gli insegnamenti della madre e dell’esasperato, ma amorevole, padre, il suo negozio preferito era quello di suo zio George in cui passava esattamente tutta la sua vita, o buona parte di essa, a sperimentare i nuovi giochi su Molly con Fred. Fisicamente non era un dio greco o che altro, era solo un ragazzo carino, alto, con gli scompigliati capelli castani e gli occhi bruni come la corteccia di una quercia, dalla risata contagiosa e l’aspetto splendente; La sua bellezza era maturata sui tredici anni, prima era un piccolo rospetto che sapeva farsi valere comunque. Marie Olive “Molly” Weasley invece era vittima di una precisione quasi maniacale da risultare quasi sofferente di DOC, visto e considerato che tutto doveva essere intorno a lei in un ordine ben prestabilito, aveva i piedi per terra, forse anche troppo ben piantanti, che probabilmente non si era neanche goduta la sua infanzia, cominciando già da piccola a parlare di hogwarts, di diventare prefetta, caposcuola ed avere poi una carriera di spicco nel ministero della magia. D’aspetto era solamente carina, anzi forse neanche quello, non era ne brutta ne bella, aveva la pelle candida da risultare quasi di cera, i capelli lisci di un rosso ramato, tirati sempre indietro per scoprire l’alta fronte, gli occhi scuri come una buia notte, non era molto alta fisicamente e neanche molto formosa, aveva cominciato a mettere le curve a quindici anni ed aveva dei piedi piccoli, una taglia 5, ma la cosa più evidente di lei era una cicatrice biancastra, lunga e fina, che partiva da sopra la fine del sopraciglio sinistro, costeggiava l’occhio e prendeva un pezzo della guancia, ma avremo modo di approfondire sulla questione cicatrice. Frederik Cole “Freddy” Weasley, quello che tra i tre io conoscevo meglio, era un ragazzino espansivo, logorroico e brillante, peccato che a detta di tutti usava la sua arguta intelligenza per altri scopi, aveva passato tutta l’infanzia nel negozio di suo padre, quasi sempre con James, o con Zio Charlie a studiare i draghi e vedere tutte le ossa, anche a dare il tormento a Molly, ma la ragazza aveva almeno di Freddy un opinione migliore che di James, era convinto che non sarebbe finito dietro le sbarre. Lui era un ragazzo alto, era sempre stato alto anche da bambino, ed era forse la persona più alta che conoscevo, la sua pelle era mulatta, che simpaticamente qualcuno diceva fosse colore lattecaffè, gli occhi erano grandi e chiari, questa era la cosa che più lo rendeva carino, il fatto che avesse preso gli occhi dagli zii e non dai genitori, aveva lo stesso gemello naso di suo padre, i capelli erano castano-rossicci, che fino ai dodici anni aveva portato con una chioma afro, poi si era dato alle treccine fino ai quattordici anni, poi aveva portato per tutto il quinto i dread e alla fine aveva rasato i capelli, tenendosi solo una cresta da moicano, alla Mr T, era alto e magro, ma aveva delle spalle larghe e si impuntava assolutamente di dover mettere muscoli sulle ossa fini.


Erano diversi, ma erano cresciuti insieme e spulciando nei ricordi e nelle vecchie foto di album, che James insisteva a tenere nascoste tra la rete e il materasso, potevi vedere quando da bambini erano legati. Ma poi era avvenuta la rottura, quella definitiva, che aveva portato Molly Weasley a covare verso i cugini non più quella leggera rabbia che prendeva dopo un pessimo scherzo alla sua persona, ma aveva cominciato a covare un odio quasi cieco, tutto era stato dovuto dalla cicatrice. Tutto era cominciato dal giorno in cui erano dovuti correre tutti d’urgenza al San mungo, era l’estate prima di Hogwarts, perché la piccola Weasley aveva metà della faccia aperta ed aveva perso troppo sangue, con un colpo di bacchetta si era risolto tutto il problema, peccato che il medico che l’aveva in cura era ancora uno specializzando e be, aveva accidentalmente cicatrizzato la ferita in modo permanente. Di cosa fosse successo quel giorno Molly non ne aveva mai fatto parola, neanche Jamie e Freddy, i genitori avevano provato a chiedere loro più volte cosa fosse successo, ma nessuno dei tre aveva mai fiatato, era il loro segreto, si erano limitati a dire: Stavamo giocando. Da allora per Molly tollerare i suoi cugini era diventato troppo difficile, gli incolpava, si leggeva dai suoi occhi scuri e loro due non avendo compreso perché di improvviso la loro seriosa cuginetta fosse così fredda, avevano cominciato a darle il tormento maggiormente.


E dopo sei anni, Molly “Sfregiata” Weasley, prefetta perfetta di grifondoro, con la fobia di volare sulle scope, era la vittima preferita degli scherzi dei sui cugini e della sua banda (ancora alla ricerca di un nome) quattro stupidi ragazzi che volevano sentirsi popolari e sapere di essere amati da tutti, per l’inventiva e l’ingegno nei loro divertenti scherzi. Peccato la prefetta non lo pensasse, era arrivata ad un punto, che non sopportava più tanta infantilità. L’aveva accettata anche ben dopo la cicatrice, ma adesso al penultimo di scuola, trovava assurdo che loro persistessero in questa cosa idiota. Ma c’era da dire che anche i due cugini erano cambiati nei confronti di lei, Fred prendeva tutta una risata ed aveva compreso bene l’odio che provava la cugina, ma cercava di non darci peso, mentre James che non aveva capito l’odio della cugina, ma l’aveva notato, aveva cominciato a fargli scherzi più pesanti e persistenti, ma perché lo facesse, non lo aveva mai spiegato, forse pensava che così la cugina avrebbe reagito e sarebbe tornato tutto come prima. Il problema fu che Molly, reagì ma non nel modo in cui lui aveva immaginato. Così dopo che Jamie e Freddy avevano riempito le sue scarpe di panna e caramello, sparso polvere orticante su tutti i vestiti, sostituito i suoi prodotti per l’igiene con miele e lo shampoo con il colorante verde scintillante. Molly non era stata più d’accordo, infuriata, ma veramente, tanto era venuta nel nostro dormitorio ed aveva aperto al porta di scatto, incurante che: James fosse appena uscito dal bagno con solo un asciugamano arrotolato alla vita, Fred leggesse cose che una ragazza non avrebbe mai dovuto vedere, Lysander strisciasse sul pavimento, tra i panni sporchi, cercando l’esistenza di qualche strana creatura di cui farneticava sempre, Baston facesse flessioni sul pavimento anche lui parzialmente vestito, cioè con i suoi orribili boxer a pois, Damien chiuso nel suo baldacchino che probabilmente si passava una maschera esfoliante sulla faccia, perché la sua pelle non poteva seccarsi, altrimenti non sarebbe piaciuto alle signore e poi, d’accordo, c’ero io che leggevo sulla gazzetta del profeta l’articolo inerente alla partita di Quidditch che si era svolto la sera prima a cui, io avrei tanto voluto andare, ma non avevo potuto.Però quella tapioca, si tapioca (Amo i soprannomi stravaganti), di mia sorella maggiore c’era andata e mi aveva preso in giro tramite camino tutta la notte. Per non parlare di mio padre e mia madre, che mi avevano mandato le foto, riempite dietro di tanti haha, che famiglia, l’unica consolazione e che neanche mio fratello minore era potuto andare ed aveva ricevuto anche lui le HAHAFoto made in Lee.


Quando la ragazza era in piedi sull’uscio che ricordava molto un licantropo durante una notte di luna piena senza aver preso la pozione, o un mezzo dissenatore mezzo lethifold molto incazzato; ci fu un bisbigliare di voci, che alla fine si limitavano ad urlare, “Molly!” , “Molly”, “Che fai qui?”, “Molly”. Damien era riemerso dalla tenda tirata del baldacchino, James era arrossito chiudendo entrambe le mani sull’asciugamano perché non cadesse, Fred aveva nascosto sotto il cuscino la rivista, Baston si era lanciato addosso qualcosa per coprirsi, Lorcan era riemerso dall’oceano di panni sporchi e con i suoi grandi occhi cielo plumbeo aveva fissato la rossa, momentaneamente verde, io avevo sorriso ed avevo detto: “Buongiorno Molly, questo nuovo look ti dona” sorrisi, avevo fatto io la miscela che l’aveva resa un pino silvestre. “Spiritoso Leon” aveva detto lei, acida come lo yogurt, che di proposito dopo la schiacciante vittoria a Quidditch di grifondoro, Rose, la portiera di corvonero, aveva rovesciato nel cibo dei festeggiamenti dopo partita e sebbene io avessi solo commentato ero dovuto stare come tutti gli altri male. Bella la vita, eh?


“Ti ha colpita una riccianotta verderame?” chiese Lysander, pensandolo seriamente, ma la ragazza, che tra poco fumava più vapore lei dall’orecchie, che il vecchio Hogwarts Express, “No Ly è stata opera di quei due cretini dei tuoi migliori amici” urlò la ragazza, se gli chiamava così e non suoi cugini, c’era da dire che era veramente furibonda. “Hanno pensato di rovinare ogni abito del mio armadio, per questo indosso un poncio azzurro, le scarpe di Nique con i tacchi, due numeri più grandi ed i miei capelli sono verdi!” avevo paura che gli occhi gli sarebbero caduti dalle orbite tanto erano aperti, veramente arrabbiata. “Senza dimenticare che sono così appiccicosa e piena di miele che potrei rischiare di diventare una vera ape regina, nel senso letterale, o un leccalecca per qualche gigantesco orso” aveva aggiunto, questa volta urlava, James la guardava, mentre cercava di tenersi saldamente l’asciugamano o forse pensava di privarsene certo che la ragazza si sarebbe data alla fuga, “Io ti trovo deliziosa e l’odore di miele è ottimo” aveva detto Fred, alzandosi dal letto con un movimento sicuro. Molly aveva infilato le mani sotto al poncio ed aveva estratto la sua stecca di liquirizia da 10 pollici e mezzo, di filo di corda di cuore di schioppo spara coda, fatta di stella di natale, l’aveva puntata verso James, “Tu” l’aveva poi rivolta a Fred, “E tu” la mano gli tremava ed anche la bacchetta. “Molly potresti essere pericolosa” aveva detto Baston, alzando le mani, “Dev’essere vittima di un gorgosprizzo” aveva commentato Lorcan, io,Damien, James e Fred stavamo zitti. Molly abbassò la bacchetta lungo il fianco, sospiro di sollievo da parte di tutti, ma il suo sguardo era anche più arrabbiato, aveva crucciato le sopraciglia e la fronte, anche la cicatrice era tutta aggrinzita per via della smorfia, le tremavano le labbra, “Fatemi un favore” cominciò, “Dimenticate che io sia vostra cugina, dimenticate che io esista. Lasciatemi in pace” urlava. Si indicò la cicatrice, “Già mi avete rovinato la vita a undici anni perché dopo tutto questo tempo dovete ancora insistere” James e Fred la guardavano mortificati, non avevano colto quando fosse forte l’odio, e l’esasperazione, “Scomparite dalla mia vita. Lasciatemi in pace! Siete due immaturi bambini sciocchi” urlò la ragazza, prima di andare via a grandi passi. “Arrabbiata veramente” avevo detto, ma James e Fred non avevano espresso pareri, probabilmente se Molly gli avesse affatturati quel giorno la situazione si sarebbe sbrogliata subito e sarebbe tornato tutto come prima, ma non era andata così e la vita non è fatta di E se. E l’avremmo imparato tutti.







Varie precisazioni?
Una bacchetta di liquirizia, è la classica nera con la striscia bianca, che hanno i "maghi" negli spettacoli di "Magia".
Il numero 5 di scarpa, è il nostro 36.
Non siate crudeli vi scongiuro!
   
 
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