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Autore: Hayley Black    19/09/2011    14 recensioni
Fred/Hermione ♥ | Drabble&Flashfic, Raccolta | Angst, introspettivo, romantico.
Lei, alzando gli occhi dal libro di Antiche Rune, fissò la propria mano sporca d’inchiostro: c’era un semplice tatuaggio, come amavano chiamarli i Babbani, che ritraeva una scritta parecchio curiosa.
Hermione Granger ama Fred Weasley.

La mia cinquantesima storia su EFP. ♥
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
- Questa storia fa parte della serie 'Neutron star collision ~ '
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Neutron star collision ~

 

 

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Then our hearts combined, like a neutron star collision.

 

Nuvola.
Hermione si chiese ancora una volta perché avesse accettato di seguire Fred Weasley che, una valanga di sorrisi e qualche parola sussurrata dietro le pagine di un libro, l’aveva trascinata al Lago Nero con la scusa di voler guardare le nuvole.
Non sapeva se a lui importasse realmente di quei batuffoli eterei che sfilavano nel cielo, ma si era convinta, dopo le sue affermazioni, che quello era l’ultimo anno per stare assieme.
«Guarda, Hermione, quella assomiglia ad un Frisbee Zannuto!».
Hermione non seppe mai a cosa assomigliasse quella nuvola: era troppo occupata ad assaggiare le labbra del ragazzo, che la teneva stretta come se fosse la cosa più importante che avesse mai avuto.

 

Estranei.
La sala comune è un tripudio di colori rosso-oro, e l’allegria è palpabile grazie al suono delle risate che rimbomba tra le pareti.
E’ il nove novembre del 1991, e i Grifondoro hanno vinto la partita contro Serpeverde grazie ad Harry che, quasi ingoiato il Boccino d’Oro, ha portato a casa la sua prima vittoria.
Hermione vorrebbe festeggiare assieme agli altri ma ha centinaia di compiti da fare, e se ne sta seduta su una vecchia poltrona scolorita che odora di muffa in cui è sprofondata da quasi tre ore.
E’ bello vedere Harry così felice, lanciato in aria dai compagni di squadra che invocano il suo nome; ce n’è uno in particolare, lei l’ha notato, che la guarda da una manciata di minuti con un sorriso stampato sulla faccia. Ha capelli rossi e lentiggini sul viso, ed è uno dei fratelli di Ron.
Sua madre le ha sempre detto di non dar confidenza agli estranei, ma lei vorrebbe tanto conoscerlo per non sentirsi più così sola.

 

Umidità.
Quando Fred e George hanno fatto comparire quella palude nel bel mezzo della scuola, per dare ad Harry la possibilità di parlare con Sirius, Hermione non sapeva proprio cosa pensare.
Si era ritrovata così, con le scarpe immerse in una fanghiglia verde e i capelli ancor più crespi per l’umidità, ad osservare quella massa di piante e fiori che tanto aveva fatto infuriare Gazza e la Umbridge.
«Che dici, ti piace?» le sorrise Fred, mentre anche gli altri studenti ammiravano la loro creazione.
«Non potreste ideare qualcosa per i miei capelli?» rise lei, sentendo che le stringeva il polso delicatamente.
Poi, prendendole una ciocca tra le dita, le regalò un altro dei suoi sorrisi sghembi prima di andare via
«Sono bellissimi così».

 

Tatuaggio.
Fred aveva passato i venti minuti in biblioteca a disegnare ghirigori intricati sul dorso della mano di Hermione, con tutto il suo disappunto, mentre fantasticava sul sule morente che si immergeva nel Lago Nero.
«Fred, hai finito di imbrattarmi la mano, per favore?» la ragazza alzò – finalmente – la testa dal libro, guardandolo di sbieco «Io starei studiando».
«Io sto dando sfogo alle mie abilità artistiche» sorrise, intingendo la piuma nel calamaio «Dovresti permettermelo, essendo una Prefetta Perfetta».
Aspettò che lei si concentrasse di nuovo nello studio per continuare il suo disegno e infine, con un tocco da maestro, si esibì nell’ultimo svolazzo e posò la piuma accanto a sé, un’espressione soddisfatta sul viso.
«Ora devo andare, George mi aspettava all’Ingresso con delle nuove Merendine Marinare» disse, alzandosi con uno stridio di sedie e tavoli. Madama Pince sbucò da dietro uno scaffale con sguardo truce, scomparendo subito dopo – cosa ci faceva Fred Weasley in biblioteca?!
Uscì di corsa, senza neanche verificare cosa ne pensasse Hermione della sua opera d’arte, sghignazzando a più non posso.
Lei, alzando gli occhi dal libro di Antiche Rune, fissò la propria mano sporca d’inchiostro: c’era un semplice tatuaggio, come amavano chiamarli i Babbani, che ritraeva una scritta parecchio curiosa.
Hermione Granger ama Fred Weasley.

 

Ricordo.
Il ricordo dei due gemelli che sfrecciavano via sulle scope, seguiti dallo scoppiettio delle loro diavolerie, era sempre più vivido nella mente di Hermione.
Aveva provato di tutto, per dimenticare: letto decine e decine di libri, che addirittura Madama Pince s’era spaventata; scritto metri di rotoli di pergamena in pochi giorni, con l’inchiostro che ancora le macchiava le dita stanche; e, infine, si era abbattuta sui poveri primini che le chiedevano storie su storie sulla favolosa fuga dei Weasley.
Ma niente, quel ricordo non andava via, proprio come quello dell’ultimo momento passato assieme: Fred aveva borbottato qualcosa in riguardo, ma lei era troppo occupata a studiare, per ascoltarlo.
Se n’era andato, lasciandole un cuore spezzato e tanti ricordi da cancellare.

 

Orologio.
L’attesa si fa estenuante, nel salotto della Tana. George è ancora sanguinante sul divano, la signora Weasley corre da un capo all’altro della stanza impugnando la bacchetta, Kingsley continua a battere nervosamente un piede sul pavimento, Lupin attende con dolore il ritorno di Tonks ed Harry gli lancia sguardi carichi di disapprovazione.
Lei, Hermione, tiene gli occhi fissi sul vecchio orologio con sette lancette: quella di Fred è sempre in pericolo, e lei vorrebbe urlare al mondo che è terribilmente preoccupata per lui, più di tutti loro messi assieme.
Ma d’improvviso la porta si apre, e un Fred bagnato fradicio si fionda nella casa, pallido e dagli occhi spenti. Le rivolge un sorriso rassicurante, prima di gettarsi ai piedi del gemello ferito.
Hermione guarda di nuovo l’orologio: Fred ora è al sicuro, assieme a loro.

 

Neutroni.
Fred è cambiato, da quando ha visto Hermione sotto un’altra luce: non gli importano più i suoi capelli crespi o i suoi modi burberi, a lui importa solo che con un suo sorriso tutte le preoccupazioni svaniscono.
Quando la vede con quella borsa – maledetta, maledettissima borsa – colma di libri e cianfrusaglie, non può fare a meno di pensare quanto sia bella.
Le idee rivoluzionarie programmate a tavolino con il suo gemello non hanno importanza se poi lei non è affianco a lui ad impedirgli di realizzarle.
Hermione lo annulla, completamente, - come i neutroni fanno con i protoni -, e lui si sente solo un’inutile particella bisognosa di qualcuno che lo sostenga in ogni momento.
Ed Hermione è sempre lì, con il suo carico di libri e risposte che nessun’altro all’infuori di lei gli potrà mai dare.

 

Stelle.
Il mese di Luglio alla Tana vuol dire caldo torrido, ed Hermione non sa più cosa fare per studiare Astronomia senza che l’afa la sfianchi.
Dalle finestre spalancate entra la luce sanguigna del sole, che tramonta dietro le colline emanando ultimi raggi morenti. I ragazzi sono fuori a giocare a Quidditch mentre la signora Weasley è al piano di sotto a cucinare, e lei è l’unica ad aver già aperto un libro: quelli di Harry e Ron sono gettati in un angolo della stanza, dalla copertina staccata e le pagine che implorano pietà.
Sospira affranta, le costellazioni le ballano davanti agli occhi e la piuma scorre veloce sul foglio di pergamena steso di fronte a sé. Svolge tutto meccanicamente, ormai, come se quelle normalissime azioni le scorressero nel sangue.
Ma inconsapevolmente, guardando quel foglio ricolmo di astri che danzano seguendo una musica invisibile, le tornano alla mente i limpidi occhi di Fred.
Meglio di qualunque stella.

 

Tomba.
E’ inutile cercare di riacciuffare quei candidi petali che volano via dallo stelo: sarebbe come tentare di riportare in vita un’anima strappata brutalmente dal corpo. Ed Hermione conosce bene i limiti della magia, studiata per così tanti anni.
Le dita tremanti stringono convulsamente i fiori – i suoi preferiti – e si perde nei ricordi che, dannati, ora le assalgono la mente.
Quando le ha sorriso per la prima volta; quando nella biblioteca, osservati solo dalle parole di un vecchio libro, si sono scambiati il primo bacio; quando lui, a cavallo di una scopa, l’ha intravista tra centinaia di studenti urlanti.
Quando, infine, si è specchiata nei suoi occhi vitrei e spenti, con le macerie di una guerra che la stava logorando dal profondo.
Mi manchi, Fred. Puoi regalarmi un altro sorriso?
I fiori caddero sulla tomba bianca. Il vento ululò la sua risposta.

 

Abbraccio.
Hermione è scappata di corsa in bagno, dopo aver brindato alla morte di Malocchio: era stata una grave perdita, e il non sentire più quella voce burbera che sbraitava le dava un senso di nausea. In più, il volo sulla scopa l’aveva turbata – lei non era abituata a quelle piroette in aria, a grande velocità.
Stringe i bordi del lavello con forza, strizzando gli occhi che tanto vorrebbero cacciare le lacrime a stento trattenute una manciata di minuti prima.
«Hermione? Ci sei?».
Qualcuno bussa la porta – lei sa chi è –, raggruppa il poco contegno rimasto e va ad aprire con noncuranza. Come da aspettative c’è Fred, pallido e smunto, che la guarda preoccupata.
Non sa cosa dire, ed è grave: Hermione ha sempre una parola sulla lingua, che sia di rimprovero o consolazione; ma in quel momento resta muta, la notte parla da sola, mentre le stelle brillano beffarde nel cielo. Sotto quel cielo è morto Malocchio, e loro non hanno fatto niente per impedirlo.
«Era… era un grand’uomo» mormora poi, senza guardarlo negli occhi – non ne ha il coraggio, non vuole vederlo così.
Ma i tempi sono cambiati – tutto è cambiato -, e l’abbraccio in cui l’ha stretta Fred lo dimostra.

 

Respiro.
Fred e George sono appena tornati da Hogsmeade per affari importanti, e la sala comune è immersa in un silenzio surreale. Il fuoco è morente nel caminetto e le poltrone, vuote, sparse qua e là sul tappeto intrecciato.
George si congeda con poche parole – le occhiaie parlano da sole -, e il gemello rimane da solo alla penombra della stanza.
Ma c’è qualcosa – o meglio, qualcuno – che occupa l’unica poltrona di fronte al camino che non sia stata stravolta dai Grifondoro: e, avvicinatosi per guardare meglio, si accorge che è proprio Hermione.
I capelli sono domati in una treccia spettinata, le mani che ancora stringono un libro poggiato sulle ginocchia. Il suo respiro è regolare e calmo, le guance arrossate e la bocca schiusa la fanno sembrare un’ingenua bambina ancora immersa nella scoperta del mondo.
Sorride, contemplando quella scena sognata tante volte: vorrebbe fare qualcosa – magari aggiustarle una ciocca ribelle sulla fronte – ma non può.
I sogni sono meglio della realtà, anche se spesso durano solo un respiro.

 

Collisione.
Hermione correva. Rischiava di arrivare in ritardo anche alla lezione di Pozioni, e il professor Piton l’avrebbe semplicemente divorata se ciò fosse successo.
La borsa dei libri finalmente alleggerita non le gravava più sulle spalle, agevolando i suoi movimenti.
Stava per svoltare un angolo quando, improvvisamente, si scontrò contro qualcuno. I libri volarono via e lei fu sbalzata dall’altra parte del corridoio, massaggiandosi la testa dolorante.
«Hermione! Più calma la prossima volta, hai rischiato di ammazzarci» disse Fred, porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi «Dove corri?»
«Devo andare alla lezione di Pozioni, sono in ritardo» rispose lei burbera, raccogliendo le sue cose
«Una Prefetta Perfetta in ritardo? Questo sì che è il colmo…»
«Scusami Fred, devo andare!».
Il cuore le batteva ancora forte nel petto, quando ricordava la mano morbida del ragazzo che stringeva la sua. 


Occhi.
Fred si perdeva molto spesso negli occhi di Hermione, quando la sorprendeva a guardarlo con aria sognante.
Gli piaceva coglierne ogni sfumatura, conoscere per primo il suo stato d’animo – che cambiava di giorno in giorno.
Specchiarsi in quelle iridi scure non era così semplice, perché lei era sfuggevole come acqua tra le dita.
Ma Fred adorava le sfide, e ancora di più adorava farla annegare nell’imbarazzo quando la guardava in modo diverso.

 

Libro.
Lo sbuffo di Fred le arriva alle orecchie limpido e sfacciato, e il suo autocontrollo – già traballante per colpa della sua presenza – va tranquillamente a farsi benedire assieme alla sua voglia di inculcargli le regole basi della Trasfigurazione.
«Hai finito?» digrigna tra i denti, temendo che Madama Pince li cacci – di nuovo.
«Sono stanco, Granger. Ho voglia di torta» dice lui con un sorriso, chiudendo il libro malconcio aperto in quei sette anni sì e no tre volte.
«Ed io non voglio più sentire la tua voce petulante. Va a mangiare la tua torta, se proprio la desideri» dice la Grifondoro, ammucchiando le sue cose nella borsa di cuoio.
Sono tre ore che Fred Weasley si lamenta di quanto sia noiosa la biblioteca, e lei è stanca di sentirlo blaterare su cose che sono tutto tranne le regole di Trasfigurazione.
«Non mi fai compagnia?» chiede lui, un mezzo sorriso stampato sulla faccia
«No, Fred, devo studiare» la risposta secca, quasi deludente, che arriva dalla ragazza
«Oh insomma, ora anche i libri sono più importanti del tuo Fred?».

 

Luna.
La notte è appena calata sulle macerie di Hogwarts, con il suo manto d’inchiostro che nasconde agli occhi cadaveri e sangue.
Si respira ancora, la guerra, mentre nell’aria vibrano i singhiozzi e la consapevolezza che qualche sorriso non brillerà più.
Il sorriso di Fred è uno di quelli, ed Hermione non può fare altro che guardare i Weasley e consumare in silenzio il suo dolore.
La luna, beffarda, la guarda dall’alto e si specchia nelle sue lacrime. Le macerie copriranno anche quei ricordi, quando il sole sorgerà.

 

Incubo.
Il pianto di Rose serpeggia nei corridoi ed arriva fin nella loro camera, ma Ron è troppo stanco per sentirlo. Hermione si alza e corre dalla figlia, vittima degli incubi che anche quella notte le tolgono il sonno.
La bimba, il viso pieno di lacrime, getta le braccia al collo della madre e sembra calmarsi, cullata dalla sua voce rassicurante.
«Mamma, l’incubo non verrà a prendermi, vero?» singhiozza, guardandola con occhi carichi di speranza
«No, tesoro».
Hermione avrebbe voluto dirle che gli incubi esistono anche nella vita reale, ma forse era troppo piccola.
L’avrebbe capito da sola.

 

Sorriso.
Fred non parlava mai della morte, preferiva discutere di quanto fosse bello trasmettere gioia anche nei momenti critici.
Ci era sempre riuscito, che fosse con qualche marchingegno o qualche battuta scontata e banale.
Cuciva sorrisi sulle facce della gente senza pensare al futuro, come un giullare strampalato fa con la sua corte.
E quella notte si era incollato una risata silenziosa sul volto, che neanche la morte è riuscita a spegnere.

 

Inizio.
Hermione si affrettava a raggiungere l’aula di Difesa contro le Arti Oscure, infilando la Giratempo sotto la maglietta per nasconderla agli sguardi altrui. La borsa colma di libri le incurvava la schiena e le rendeva difficili i movimenti, e la stava letteralmente trascinando sul pavimento.
«Dai, ancora un po’…» mormorò, tirando la cinghia che minacciava di strapparsi.
Infatti l’ennesimo strattone la lacerò in due, sparpagliando tutto il contenuto ai suoi piedi.
Borbottando qualcosa di insensato cominciò a raccogliere la marea di libri, cercando di fare più in fretta possibile per non arrivare tardi a lezione.
«Hey, Granger!» una voce la fece voltare di scatto, e un ragazzo alto dai capelli rossi le si avvicinò con un sorriso.
Era Fred Weasley, uno dei tanti fratelli di Ron.
«Bisogno di aiuto?» chiese, osservandola divertito.
«No… grazie» rispose Hermione secca, infilando anche l’ultimo libro nella borsa.
«Sei l’amica di Ron, vero?» al sentire il suo nome, le salì un groppo in gola. Le immagini del litigio di qualche giorno prima la assalirono, ma le scacciò via dalla mente scuotendo la testa.
«Hai dimenticato questo» Fred le porse un libro, che giaceva abbandonato per terra, sfoggiando un sorriso radioso. Il cuore le mancò di un battito.
Quello era solo l’inizio.

 

Orgoglio.
Il freddo si insinuava nelle ossa, e il bagno delle ragazze era deserto – come sempre. Un sottile velo d’acqua copriva il pavimento lucido, e in lontananza c’erano pezzi di vetro dell’ultimo specchio rotto da chissà chi.
Hermione aveva sbagliato, ancora una volta. Hermione sbagliava sempre, cadeva e poi si rialzava.
Si aggrappava alle parole dei suoi libri per andare avanti, e molto spesso si perdeva in quel mare d’inchiostro che la risucchiava come un uragano.
Ma restava sempre la scorbutica ragazzina Grifondoro dall’orgoglio ferito, e nessuna frase poteva aiutarla, in quel momento.
Ron ed Harry erano ancora arrabbiati con lei, che era rimasta di nuovo sola.
«Hermione?».
Si alzò di scatto, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. Doveva essere forte, anche senza qualcuno che la aiutasse.
Fred si chiuse la porta alle spalle, squadrandola accigliato «Ho saputo che hai litigato con Harry» disse, fissando il proprio riflesso nell’acqua limpida.
Lei non rispose, rimase immobile al suo posto. Le lacrime non avevano smesso di scendere, ma sperava che il ragazzo non le notasse a causa del buio.
Riprendi il tuo orgoglio, Hermione.
Quando Fred si avvicinò indietreggiò di qualche passo, strofinandosi gli occhi rossi per il pianto.
«Non piangere».
Una lacrima rotolò giù per lo zigomo, e lui interruppe la sua corsa con l’indice.
«Sei una Grifondoro, nessuno può buttarti giù».

Natale.
Le luci che avvolgono l’albero di Natale si illuminano ancora, gettando bagliori colorati sul pavimento.
Carte da regalo coprono ogni superficie, alla Tana, e nessun Natale sembra essere più bello. Le voci e le risate prendono vita, mentre una banale canzoncina risuona tra le pareti agghindate: è questo un Natale in famiglia, dove non devi aver paura di sorridere o di scartare un regalo con troppa foga.
E’ la prima festività, per Hermione, trascorsa a casa dei Weasley, e le sembra che ne abbia festeggiati già centinaia, assieme a loro.
Non importa il freddo, la pioggia che fuori allaga il giardino: importa soltanto la cena in cucina che sta per bruciare, e la madre di Ron si affretta a spegnere i fornelli con uno svolazzo di bacchetta.
«Il tuo regalo, Hermione» Fred sorride, porgendole un pacchetto avvolto in una lucente carta da regalo. Lo scuote vicino all’orecchio per cercare di capire cos’è, quindi comincia a scartarlo con un sorriso riconoscente.
La carta rivela la copertina di un libro, il titolo scritto a caratteri aggraziati e nobili; non lo legge nemmeno che subito alza la testa per ringraziare il ragazzo, e gli rivolge un’espressione raggiante.
«Buon Natale, Fred» dice, prendendogli la mano con le guance che vanno a fuoco
«Buon Natale, Hermione».

 

Our love would be forever. And if we die, we die together.

 



 

EDIT: NdA più lunghe della storia. Se arrivate alla fine, io verrò a spupazzarvi di baci per averlo fatto. Non scoraggiatevi: credo ne valga la pena, essendo la mia cinquantesima storia dovevo sproloquiare un po' di più (:

*piange* ;A; Questa è la mia cinquantesima storia su EFP ;AAAAAAAAAA; che emozioooone *piange di nuovo*
E cosa poteva essere, la mia cinquantesima storia, se non una Fred/Hermione? Loro ormai si sono insinuati nel mio cuoricino rattoppito e non andranno mai più via. Perchè io li amo da impazzire, sono troppo belli assieme ;______;
Dovrei dire qualcosa di sensato, giusto? E' la mia cinquantesima storia, dopotutto, non perdiamoci in chiacchiere u.u
Dunque. Questa storia è ispirata alla stupenda "Neutron star collision" dei Muse - e non me ne frega niente che è la colonna sonora di Eclipse, questa canzone è meravigliosa -, e se avete notato ogni drabble/flashfic ha come "prompt" una parola che comincia con ogni lettera del titolo. Non so se mi sono spiegata ._. "Nuvola" N di Neutron, "Estranei" E di Neutron, e così via. :D
Non mi sono limitata con le parole, spesso alcune non sono drabble ma flashfic, diciamo che ho sguinzagliato la mia fantasia e questo è il risultato. In precedenza non ero molto soddisfatta di questa mini raccolta, anche perchè - non so per quale oscuro motivo - trovo questo stile di scrittura strano. Insomma, io non scrivo realmente così, ma evidentemente qualche demonio si è impossessato delle mie dita dando vita a questa mezza schifezza ò_ò
Poi, non mi soddisfa pienamente anche perchè salto dal presente al passato da una drabble all'altra. Potete criticarmi liberamente su questo, ma le storie non sono legate tra di loro quindi non c'è uno sbalzo troppo grande. 
E non so perchè sto scrivendo al presente XD Ritorniamo alla storia del demonio.
L'ho scritta in due giorni. *esulta* Ho scritto diciotto storielle in due giorni! *-*
L'ispirazione era dentro di me. Cominciavo a scrivere e non la smettevo più.
Saranno Fred e Hermione che sono assolutamente perfetti assieme, o le canzoni ascoltate nel mentre dell'opera, ma io sembravo un'assatanata. à_à 
E... boh, il risultato mi piaciucchia, ma non mi soddisfa granchè. Alcune drabble/flashfic mi piaccion di più, altre di meno, alcune sono ambientate in un anno ed altre ancora in un contesto diverso. 
Se volete saperne di più sugli anni in cui sono ambientate le varie storie chiedetemelo nelle recensioni, non c'è problema XD è solo che non voglio mettermi a scrivere qui ogni singolo anno delle drabble, ecco.
Ci ho messo quasi un'ora per fare tutta questa bella presentazione dei colori eccetera, e devo dire che sì, su questo sono soddisfatta. *applausi* 
La frase iniziale e quella finale sono prese, ovviamente, da Neutron Star Collision dei Muse. Quelle frasi sono perfette per Hermione e Fred, ecco. Soprattutto l'ultima. Ed arriviamo alle premesse finaaaaali! Spero tanto di non esser sfociata nell'OOC, so che alcune drabble sono banali e me ne rammarico: la mia originalità ultimamente sta andando a farsi benedire così come la mia voglia di andare a scuola. Accetto ogni tipo di recensione, critica, neutra o positiva: diamo sfogo alle libertà di pensiero, suvvia XD non mordo, ma se dovete spargere critiche sul pairing è meglio se vi munite di museruola, ecco. 
L'IMMAGINE E' MIA, l'ho fatta con Paint Shop Pro Photo x4 e se volete aiuto per farne del genere dovete solo chiedere, ecco ò_ò Ergo, se la copiate arriverà Piton a cruciarvi e avada kevrizzarvi dall'oltretomba. E poi ovviamente ci sono io che abbatterò la mia ira su di voi. :)
Spero, infine, che la mia cinquantesima storia su questo sito vi sia piaciuta. Se sono arrivata fin qui devo ringraziare anche i miei lettori, che mi sostengono sempre e fanno arrivare a picchi altissimi la mia autostima: dedico questa storia anche a tutti voi, che recensite, che leggete, che pensate che io non sia una povera pazza da rinchiudere; siete un po' il motore delle mie dita e della mia tastiera, quindi non posso che ringraziarvi con tutto il cuore.
Ricordate che questa maledetta schizzata vi vuole bene, e ogni vostra recensione le fa battere il cuoricino come quando Hermione vede Fred. Che poi l'ho pubblicata oggi perchè è anche il compleanno di Hermione à_à che compie 31 anni! <3
Queste sono le NdA più lunghe che io abbia mai scritto, magari qualcuno è arrivato fin quaggiù XD sono solo i deliri di una povera scema che vive per la scrittura.
Detto questo, vi saluto perchè devo andare ad una festa :3 perdonatemi per le NdA LUNGHISSIME, non posso farci niente ;A;
Io vi addoroHHH, gente! Siete la mia benzina! <3

Sayonara!





 

   
 
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