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Autore: TigerEyes    02/06/2006    24 recensioni
Akane cambia dal giorno alla notte, assumendo movenze feline e diventando inaspettatamente... audace! Sarà forse a causa dello spirito di una gatta sacra? E Ranma come reagirà? Tutti infatti sappiamo quanto adora i gatti...
IX e ULTIMO CAPITOLO ON LINE con una fanart di Kelou!
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avvertenza: La trama mi è stata suggerita a grandi linee da Laila84, autrice della ff su Ranma intitolata Military Man. Grazie Laila!^^




I parte

TUTTI AL MUSEO EGIZIO





A forza di sbadigliare si stava slogando la mascella. Ma Ranma non poteva proprio farne a meno: quella era la gita più anestetizzante cui fosse stato costretto a partecipare, l’ultima brillante trovata della professoressa Hinako. Cosa poteva importagliene a lui, grande artista marziale, di gente morta dall’altra parte del pianeta che si divertiva a… a… cos’è che facevano? Altro sbadiglio da far lacrimare gli occhi.
Akane gli rifilò una vigorosa gomitata in un fianco, costringendolo a riaprire le palpebre. Così, per il tempo record di tre secondi e tredici decimi, il cervello rimase sufficientemente cosciente per osservare l’eminentissimo professor Katzuto Kisuda che con cipiglio severo e voce ipnotica spiegava uno dopo l’altro gli innumerevoli reperti del Museo Egizio di Tokyo.
Perché lui doveva rimanere sveglio ad ascoltare quella nenia ammorbante mentre la professoressa Hinako, dopo aver zompettato allegramente da un teca all’altra, stava ora schiacciando un pisolino dietro una statua colossale?
Che noia! Perché non sono rimasto a casa ad allenarmi? Che mattinata sprecata!
"…E questo che vedete ora è un esemplare del famigerato Libro dei Morti, ritrovato… bla bla… e risalente al Primo Periodo Intermedio… bla bla bla… trattandosi quindi di uno degli esemplari più antichi… bla bla, bla e riblabla…".
Le palpebre minacciavano di chiudersi per non aprirsi più, quella litania era troppo soporifera. Poi, l’illuminazione!
Tecnica Saotome della guardia insonne!
Ranma tolse dalla tasca dei pantaloni lo scotch che si era provvidenzialmente portato da casa e se lo applicò alle palpebre per tenerle aperte.
"…In questo papiro potrete inoltre notare come la rappresentazione dualistico simbolica del sole che sorge in contrapposizione al caos primordiale che fluttua nelle tenebre allegoricamente raffigurate come…".
I pezzetti di scotch cedettero di schianto. Ranma smise di lottare contro il torpore incipiente e lasciò che il sonno avesse la meglio sulle sue scarse attitudini scolastiche…

"Avanti schiavo!", urla il capocantiere facendo schioccare la frusta.
"Maledetto! Potrebbe almeno scendere dal blocco di pietra che sto trascinando, così peserebbe di meno!".
"Fai silenzio Saotome! Sei il solito sfaticato! Avanti, tira la fune!". Nuovo schiocco di frusta.
In quella si ode una voce dall’inconfondibile tono piatto come un encefalogramma.
"Cosa succede qui? Qualcuno osa lamentarsi?", chiede un pancione sudando copiosamente sotto il sole rovente.
"Onnipotente faraone Kisuda!", proferisce il capocantiere inchinandosi.
"Qui chi suda davvero sono io!", ansima Ranma.
"Come osi schiavo pronunciar favella? Ora ti punirò come meriti!", tuona debolmente il faraone agitando gli scettri sacri mentre l’enorme copricapo gli scivola sugli occhi. "Devi sapere che nell’Antico Regno non era usuale ricoprire le piramidi di geroglifici, questa pratica diventa comune solo a partire dalla V dinastia con una complessità fonetico grammaticale sintattica unita al perfezionismo stilistico dialettico che…".
"AAAARRRRGGHHHHH!".

"Ranma? Ranma?! Svegliati!", lo strattonò Akane. Il codinato aprì gli occhi di soprassalto, ansimando.
"Che incubo terrificante!", disse portandosi una mano sul cuore.
"Incubo? Ma sei stavi russando! Se ne sono accorti tutti! Allontaniamoci prima di fare qualche altra figuraccia!".
Akane lo afferrò per la treccia trascinandolo in una saletta appartata.
"Allora, mi spieghi che ti succede?", chiese furibonda.
"Succede che non ho dormito per colpa di quei maledetti gattacci che hanno miagolato tutta la notte!".
"Strano, credevo che in presenza di così tante mummie di gatti saresti stato più che sveglio!", osservò Akane incrociando le braccia e inarcando un sopracciglio.
Ranma si guardò cautamente intorno e iniziò a sudare copiosamente freddo. Il sonno era improvvisamente svanito nel rendersi conto che la sua adorabile fidanzata senza un briciolo di fascino l’aveva portato in una lunga stanza piena di teche di vetro. Sala dei gatti mummificati, recitava il cartello.
"G-g-g-g-g-gaaaaa…", balbettò compiendo istintivamente uno scatto indietro mentre i capelli si rizzavano sulla testa come gli aculei di un porcospino.
"Ranma, attento!", inveì sottovoce Akane allungando una mano.
Troppo tardi. Col suo involontario sussulto Ranma urtò una delle teche, ma i suoi riflessi gli permisero di girarsi e afferrarla prima che s’infrangesse a terra, mentre Akane si gettava verso la colonnina di legno a sostegno del prezioso reperto.
"Appena in tempo!", sbuffò il codinato, mentre un solenne tonfo annunciava che il suddetto reperto era appena caduto sul pavimento e stava rapidamente rotolando sul fondo della lunga saletta. Srotolandosi completamente.
"Oh no, accidenti!", imprecò Akane sperando che nessuno avesse udito il trambusto. "Ranma come fac… Ranma? Ma dove sei? Ranma?!", si chiese guardandosi attorno smarrita.
"S-s-s-s-s-s…".
Cos’è? Una fuga di gas?
"Ranma?!".
"S-s-sono quas-s-sù!".
Akane sollevò gli occhi verso il soffitto e immediatamente si diede una manata in fronte: Ranma s’era avvinghiato ad un condotto d’aerazione come un polipo ad una cozza.
"Razza di stupido, scendi subito!", ordinò Akane con una mano poggiata su un’anca e un indice puntato a terra.
"G-g-g-g-g-gaaaaa…".
Oh no! Sta per andare fuori di senno!
"E va bene, vado a raccogliere quella mummia, però tu cerca di rimanere calmo!", gli intimò per poi correre a raccogliere la bestiola rinsecchita e riavvolgerla nelle bende sfatte e ingiallite.
"Ahi!".
Akane aveva lanciato un gridolino, seguito da un nuovo tonfo. Il cervello di Ranma si riattivò.
"Che succede?", chiese allentando la presa sul condotto.
"No… niente… le unghie di questa mummia mi hanno graffiato un dito…". Ranma saltò agilmente a terra e con circospezione fece per avvicinarsi. "Esce molto sangue, devo andare alla toilette a sciacquarmi, pensa tu alla mummia e sbrigati che i guardiani girano per le sale!", disse allontanandosi a passo svelto.
Il ragazzo sbarrò gli occhi sulla bestiaccia annerita, inchiodato al linoleum. Doveva pensarci lui?! A fare che?!



L’acqua fredda scorreva sul taglio gonfio e rosso, ormai il sangue non fuoriusciva più, però faceva ancora un male cane. Ma come aveva fatto a tagliarsi? Eppure aveva cercato di maneggiare con cura quel maledetto gatto... Akane si asciugò velocemente le mani e tirò fuori un cerotto dalla tasca della divisa scolastica. Ne portava sempre per Ranma, visti i guai in cui era capace di cacciarsi. Bene, ora doveva correre di nuovo da lui, chissà cosa stava combinando con quella mummia. Ma non fece in tempo a voltare l’angolo che rimase pietrificata.
"No! Non è possibile!" si lamentò dandosi un’altra manata sulla fronte. "Andiamo Ranma, non avrai davvero paura anche dei gatti morti!", chiese sbigottita, ma il sudore col quale il suo fidanzato stava facendo il bagno non lasciava dubbi.
"M-m-m-m-ma che s-stai dicendo? P-p-paura io? N-n-non dire sciocchezze!", rispose il ragazzo ridendo istericamente seduto per terra, mentre tremante tentava invano di riavvolgere la povera mummia nelle sue bende spingendola con la punta di un piede come se volesse avvolgere un tappeto.
"Razza di idiota, ma che stai facendo?!", sbraitò Akane avvicinandosi e afferrando il gatto mummificato. "Insomma, sii uomo! Tieni la mummia, vado a prendere l’altra estremità della stoffa!".
Ranma sbiancò all’istante nel ritrovarsi la perfida bestiaccia fra le mani e stava per scagliarla in aria terrorizzato, quando un’idea gli balenò in testa al sopraggiungere di Akane, che teneva l’estremità della chilometrica benda.
"Ferma dove sei!", ordinò mettendo la piccola mummia a terra, verticale al pavimento, e tenendola dritta e ferma col pollice e l’indice sulla testa.
"Ma cosa…".
"Tecnica Saotome del riavvolgimento rapido!".
Con una vigorosa spinta, Ranma tramutò la povera bestia in una velocissima trottola, che riavvolse l’interminabile benda con incredibile rapidità. Finendo per sembrare un cotechino.
"Fatto!", affermò Ranma trionfante, mentre un inusitato gocciolone si formava dietro la testa della fidanzata. Fu allora che i due udirono passi ovattati in avvicinamento.
"Sbrighiamoci, stanno arrivano i guardiani, sono appena entrati nella sala accanto!", si allarmò Akane afferrando la mummia per rimetterla dentro la teca, ma all’ultimo istante si bloccò.
"E adesso che c’è?!", chiese Ranma a denti stretti.
"No, è che… com’era tenuta ferma la stoffa? Non ci ho fatto caso!".
"Nemmeno io…", rispose lui grattandosi la testa. "E ora?".

"Uff… mia moglie vuole a tutti i costi trascorrere un fine settimana a Niihama, eppure lo sa che non possiamo permettercelo!".
"Ma come! È pieno di ryokan a buon mercato, quel posto! Vedrai che qualcosa di economico lo troverete".
"Sì, ma…". Il guardiano si bloccò, inarcando sconcertato un sopracciglio. "E quello… che diamine è?! Sembra… un salsicciotto…", proferì avvicinandosi a una delle teche della sala dei gatti mummificati.
I due compagni di ronda si guardarono sconcertati, per poi tornare lentamente a contemplare orripilati la cosa al di là del vetro.

Ranma e Akane stavano velocemente guadagnando l’uscita del museo, ormai era fatta, erano in salvo.
"Ranma…?".
"Che c’è?", chiese bruscamente lui guardandosi ogni tanto indietro.
"Secondo te abbiamo avvolto bene la mummia?", azzardò dubbiosa Akane.
"Non so, credo di sì… Sicura che fosse combinata in quel modo?", cominciò lui scettico.
"Ma sì, certo! Come osi dubitarne?! L’abbiamo rimessa esattamente com’era!".
"E allora perché me lo chiedi?!", sbuffò irritato il fidanzato.
"No… così…".

"Sì, sono Yamashita, della sicurezza! Presto, dica al professor Kisuda di venire nella sala dei gatti mummificati, è un’emergenza!", tuonò uno dei guardiani al walkie talkie, mentre la faccia si contorceva per il disgusto. La povera mummia era stata buttata a testa in giù in un angolo della sua teca, con le zampette posteriori che sporgevano storte e rinseccolite dalle bende, avvolte intorno al corpo fino a farlo sembrare un alveare e… No, non riusciva nemmeno a guardare! Quel gigantesco, orrido fiocco sul muso era il colpo di grazia, un vero insulto.
"Sai che mi ricorda? Uno di quei prosciutti che si vedono appesi nei supermarket che vendono prodotti italiani, hai presente?", affermò il compagno osservando pensieroso la teca, una mano sulla spalla dell’amico. "Sai che ti dico? Appena stacco vado a farmi un sukiyaki, vieni con me?".






I disegni sono stati realizzati da Kelou, cui va tutta la mia gratitudine.
Il sukiyaki è il tipico piatto giapponese a base di carne cruda.
Bene ragazzi, ditemi sinceramente che ne pensate, il comico non è il mio forte e senza l’aiuto di Riccardo (grazie beta – fratellone!^^), che mi ha suggerito il titolo, alcune battute e alcune sequenze (come quella dello scotch e del sogno), col cavolo che avrei intrapreso la stesura di questa ff. XD
Vorrei inoltre ringraziare Akachan, che ha avuto la pazienza di farmi da seconda beta, e aggiungere che il paesino di Niihama l’ho tratto dalla sua ff It cannot love, incentrata su un ryokan molto particolare… ^_-
Grazie inoltre a Manuelita, Wicca87, ilcantastorie, Black_pill, sailormoon81 e agli stessi Riccardo e Akachan per le incoraggianti recensioni su www.ilsigillo.net!^^
Ah dimenticavo, il Museo Egizio di Tokyo non esiste e il nome del professore Katzudo Kisuda l’ho preso da un piccolo albo-parodia di Ken il Guerriero intitolato Kenshemo il Guerraiolo. XD
   
 
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