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Autore: Barbona_girl    20/09/2011    8 recensioni
Nives Murray era una ragazza comune e non aveva davvero nulla di speciale. Questo almeno secondo il suo parere, eppure le altre persone non la pensavano esattamente così.
La sua vita ad Hogwarts era iniziata bene ma con il passare del tempo era peggiorata gradualmente.
Il primo anno era partita da sola verso il castello nel treno aveva conosciuto una ragazza, ( una ragazza: Spencer Labello. Con lei si era da subito creato un forte legame ma, quando il Cappello Parlante aveva toccato le loro teste durante lo Smistamento, erano state collocate in due case differenti: Nives era diventata una Grifondoro mentre Spencer una Corvonero.
Nives ricordava benissimo le risate del padre echeggiare nel soggiorno durante il pranzo di Natale, il quale ancora dopo 4 mesi non riusciva a capacitarsi come sua figlia potesse essere finita a grifondoro.
Nives infatti non era certo una persona coraggiosa, al contrario, aveva paura di qualsiasi cosa.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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La mia vita ad Hogwarts

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Capitolo 2: Come fare colazione secondo il galateo magico.

Rose Weasley era la ragazza perfetta. Bella, solare, simpatica, intelligente, il portiere migliore di tutte e quattro le Case. Si notava subito quanto fosse diversa dalla madre. Non era una saccente so-tutto-io anche se le piaceva vantarsi delle sue vittorie. Adorava fare scherzi insieme a suo cugino Albus e al suo migliore amico Scorpius e, quando a questi si associavano a James, Fred e Frank, tutta Hogwarts tremava.

L’anno precedente avevano architettato uno scherzo davvero contorto. Il divertimento era stato nel far credere a tutta la scuola che il gruppo stesse organizzando un grandioso scherzo.

Inevitabilmente avevano scatenato il panico generale. Quando gli studenti incrociavano per i corridoi uno dei Weasley-Potter, o Frank o Scorpius facevano di tutto per evitarli e per giorni e giorni la paranoia aveva regnato sovrana su Hogwarts. E loro, accampati davanti al camino della sala comune dei Grifondoro, se la ridevano alle loro spalle.

Rose, però, non era solo perfezione e scherzi; dietro alla estroversa facciata c'era molto altro. Erano rare se non uniche le volte in cui Rose si mostrava debole perché preferiva che gli altri la vedessero sempre forte e allegra. Solo Albus e Scorpius sapevano come fosse fatta realmente e questo motivo li spingeva, il primo, a volerle ancora più bene e, il secondo, ad amarla più di quanto già non facesse.

I sentimenti di Scorpius sembrano essere oscuri solo alla diretta interessata, visto che ormai anche i professori aveva rinunciato da tempo a richiamare Scorpius quando, invece di pensare alla lezione ,fissava assorto Rose che fingeva di prendere appunti.

A Scorpius quella ragazza dai capelli rossi e boccolosi e dagli occhi azzurri come il cielo primaverile, era piaciuta sin dallo Smistamento quando, timorosa, si era seduta sullo sgabello.

Appena il cappello aveva urlato “Grifondoro” anche Scorpius  aveva sperato di finire in quella Casa: tutto pur di starle vicino, anche andare contro il volere del padre.

Il cappello lo ascoltò e... sei anni dopo si trovava seduto alla tavola di Grifondoro, accanto a Rose, mentre aspettavano Albus .

Quando questo arrivò si sedette in mezzo ai due amici e Scorpius distorse la bocca in una smorfia contrariata,  ma Albus era troppo allegro per potersi preoccupare delle magagne amorose dell’amico.

“Rose,  mi piace il tuo nuovo taglio di capelli” disse Albus fingendo noncuranza  mentre si versava un po’ di succo di zucca nel suo calice.

“Al, il compito di Pozioni non l’ho ancora fatto. Chiedi a Scorpius.”

“No, neanche io l’ho fatto” rispose il suddetto ragazzo con tono gelido: ancora non riusciva a capacitarsi di quanto Albus fosse rompipluffe*.Era proprio peggio di Pix!

“In realtà non ho capito alcune cose, Rose non è che dopo mi potresti dare una mano?”

“No in…”  provò a intervenire Al, ma Rose iniziò a parlare prima di lui.

“Non ti ricordi che dopo dobbiamo aiutare James con le selezioni?” esclamò la ragazza, nascondendo un sorrisetto.  Scorpius ghignò.

“Chissà quali imbranati si presenteranno quest’anno?! Scommetto 5 galeoni che Penny Finnigan ci proverà di nuovo!”

“Ci sto!” urlò decisa Rose, stringendo la mano dell’amico.

“Ehi ci sono anche io! Vi ricordate di me? Sono Albus...” esclamò seccato ma di nuovo fu interrotto da Scorpius.

“Lo scrocca-favori ufficiale di Hogwarts” ribatté Scorpius che stava per ridere divertito  per l'espressione offesa dell’amico ma si bloccò incantato dalla risata di Rose. Gli faceva sempre quell’effetto e dire che Rose era una ragazza solare e rideva tutto il tempo! Mentalmente si disse che la situazione era diversa perché in quel caso l’aveva fatta ridere lui.

“Succede spesso anche che tu la faccia ridere!” Gli disse la sua coscienza.

“Ragazzi sto parlando seriamente!” solo allora Rose si rese conto che Albus sembrava davvero preoccupato e quindi doveva veramente aver bisogno di aiuto, gli accarezzò un braccio come invito a parlare.

“Beh, ecco c’è una ragazza. Mi ha colpito molto, credo che abbia bisogno di… amici.”

“Amici eh?” disse Scorpius con tono malizioso. In fondo anche lui voleva essere amico di Rose.

“Ho afferrato il concetto: entro in gioco io, faccio l'amica, te la presento e bla bla bla... Piano solito, no? Spero solo che questa volta non la farai soffrire come hai fatto con l'ultima! Poveretta, si deve ancora riprendere” sbuffò Rose.

 “No no, non hai capito!” esclamò Albus, deciso.

 “ Questa volta è diverso. Vedi... lei, beh.. vedi... lei ha... cioè non ha... lei... ha respinto... Jam-m... lei ha respinto James!”

 Rose e Scorpius contemporaneamente strabuzzarono gli occhi per poi urlare all’unisono un “COSA?!?!?” davvero scioccato. Nessuna ragazza aveva mai detto di no a James Sirius Potter!

“E’ una Grinfondoro? Qual è? Dov’è? DIMMELO!” chiese insistentemente Rose, pizzicando più volte il braccio di Albus e agitandosi sulla panca ma Così facendo fece rovesciare il succo di zucca sulla camicia di Scorpius. Ansiosa di conoscerla ed  entusiasta del piano come era però, non si accorse di nulla. Lei non voleva male a suo cugino ma pensava che fosse davvero troppo vanitoso e che qualche ‘no’ gli facesse bene.

“ E’ quella che sta alla fine del tavolo, capelli castani corti”

“Chi, quella che parla con la Corvonero? Quella che sta sempre da sola a Pozioni? Quella a cui ieri è ieri è scoppiato il calderone?” Albus annuì. Tutta la notte si era chiesto come avesse potuto non notarla prima.

Eppure la sera precedente lo aveva colpito come un rubino in mezzo a un sacco di piombo! Quel suo modo di difendersi così buffo e ingenuo era stato tanto forte da far spaventare James. Le erano venute le lacrime agli occhi quando quell’insensibile del fratello se ne era andato ridendo. In quell’istante aveva capito che era una ragazza sola e aveva bisogno di protezione, in quel momento era sicuro che qualcosa nel suo stomaco avesse preso a vorticare vertiginosamente.

“Si chiama Nives” disse Rose ad uno Scorpius sempre più confuso e bagnato. “Ieri ha fatto scoppiare una pozione in classe.” Poi si rivolse al cugino

“Hai ragione, ha bisogno di amici. Solo…ehm non so se sono la persona più indicata…lo sai che io le ragazze non andiamo d’accordo… Un conto è dover fingere e un conto è dover piacere alla gente per quella che sono: un maschiaccio patentato!”

Albus riflettè sulle parole della cugina. Aveva ragione, ma era troppo ottimista per  lasciarsi smontare così.

“Rose, ho un buon presentimento. Scegli  il momento migliore e attua il nostro piano!” esclamò Albus e, entusiasmandosi fin troppo, si alzò dalla panca.

 “Lo chiameremo ALS : Aiuta La Solitaria” aggiunse raggiante e, data una pacca sulla spalla dell’amico facendogli rovesciare il caffè addosso si diresse verso la Sala d'Ingresso.E fu Così che Scorpius rinunciò alla colazione.

Scorpius provò a riavvicinarsi a Rose per parlarle. Si era ripromesso che quest’anno sarebbe stato diverso e che, anche a costo di perdere la loro amicizia, le avrebbe rivelato la verità. Rose aveva ripreso a divorare la propria colazione e Scorpius non potè fare a meno di perdersi di nuovo nell’ammirarla. Quella mattina aveva legato i suoi boccoli ramati in una coda alta che le evidenziava i lineamenti del volto. Gli occhi leggermente truccati e liberi dai capelli spiccavano più che mai sul suo viso delicato. Improvvisamente anche Rose si voltò fissando Scorpius con aria interrogativa con la forchetta ancora in bocca.

“Lo shof, dehfo smetterla di manghfiare così tanto!” biascicò Rose, ma il biondo non era d’accordo con lei: adorava vederla strafogarsi di gusto.

“No, è una delle cose che mi piace di te” disse Scorpius cercando di sembrare indifferente. Rose sorrise e riprese a mangiare tranquillamente la sua colazione.

Scorpius, invece, di tranquillità ne aveva bene poca. Doveva parlare assolutamente. Prese un respiro, poi un altro e aprii la bocca per parlare ma le parole sembravano  essere state legate con un Incarceramus alle sue corde vocali.

Cosa cazzo mi ha mandato a fare il cappello parlante tra i Grifondoro se non ho un minimo di coraggio!” pensò, abbattuto “Ah già, mi ha mandato qui perché gliel’ho chiesto IO. Per lei. Stupido!”

Iniziò a torturarsi nervosamente le mani e finalmente si decise a parlare:

“Rose, senti…mi chiedev..” il suo brillante discorso (che, detto fra noi, di brillante aveva ben poco) fu interrotto dalla voce della Preside.

La signorina Weasley Rose e la signorina Nives Murray sono attese nell’ufficio del vicepreside Paciock”

Rose raccolse in fretta le sue cose e si rivolse ad un sempre più sconfortato Scorpius.

“Finiamo il discorso dopo! Vado a far scattare il piano di Albus” gli sorrise prima di chinarsi e abbracciarlo velocemente “Ci vediamo dopo a Erbologia!”

Scorpius  la vide raggiungere la ragazza di nome Nives e uscire con lei dalla Sala Grande. Quando fu certo che si fosse allontanata, prese la prima cosa a portata di mano che trovò, ovvero il suo piatto ancora intatto, di bacon e uova fritte, e se lo diede in testa sconfortato, pensando che peggio di così proprio non poteva andare .

Furtivamente una ragazza bionda gli si avvicinò e gli sussurrò suadente ad un orecchio:

“Non si gioca con la colazione,Scorpius. Non te lo ha insegnato la mamma?”

E velocemente come era arrivata se ne andò via ancheggiando.

*

Il mattino seguente Nives si svegliò stanca morta e la testa le pulsava per colpa delle troppe lacrime versate quella notte.

Cosa le era successo in quei sei anni? La piccola bambina undicenne con il sorriso splendente e i capelli arruffati era sparita da tempo, lasciando il posto a questa nuova e malinconica versione di Nives. Si vestì e scese velocemente verso la Sala Grande dove Spencer l’attendeva al tavolo dei Grifondoro. La sua divisa blu spiccava su tutte le altre. Nives si sedette sulla panca e lei le sorrise.

“Allora Niv, come stai?”

“Bene” rispose velocemente ma Spencer, che  la conosceva bene, aveva imparato a leggere ogni singola parola ed ogni singolo gesto che la sua ‘sorella non di sangue’ (come era solita chiamarla) compiva. Quel ‘bene’ detto non guardandola negli occhi significava ‘ te ne parlerò io quando mi sentirò pronta’ . Sapeva che Nives dentro alle mura del castello si sentiva sola e cercava di sfruttare ogni minuto libero per stare con lei, anche se spesso risultava impossibile.

“Cos’hai alla prima ora?” chiese Spencer per cambiare argomento.

“Un’ora buca, tu?”

“Io ho Antiche Rune e poi un’ora buca” Spencer sospirò “Possibile che non abbiamo mai una lezione insieme a parte Storia della Magia?”

“Lo sai, Godric e Salazar  si alleano solo quando devono darmi fastidio!”

“ E invece la cara Priscilla, che è una gran signora, se ne frega altamente!” ( aggiunse Spencer sogghignando, ma, prima che Nives le potesse rispondere, la voce della Preside proruppe nell’aria.

La signorina Weasley Rose e la signorina Nives Murray sono attese nell’ufficio del vicepreside Paciock”

*

Rose e Nives camminavano verso l’ufficio del Professor Paciock (che altri non era che una serra) l’una di fianco all’altra. L’imbarazzo che aleggiava tra le due ragazze era evidente a entrambe. Rose stava mentalmente maledicendo Albus, lui e i suoi assurdi piani! Ma soprattutto malediceva sé stessa per avergli dato retta e per aver chiesto a Nives di andare alle serre insieme.

Basta congetture Rò” si disse decisa, interrompendo il monologo interiore che stava creando il suo cervello con tono autoritario.  Improvvisamente le tornò in mente un consiglio di sua cugina Dominique.

Se non sai cosa dire, elenca mentalmente tutte le cose che possono accomunarvi , prima o poi qualcosa da dire ti verrà in mente!”

Per un secondo immaginò sua cugina sbattere violentemente, ripetutamente e disperatamente la testa contro il muro, disperata per il fatto che “sprecava” i suoi preziosi consigli per aiutare Albus nei suoi assurdi piani.

“Ehm, Nives secondo te perché ci ha convocati Nevi…ehm, volevo dire.... il professor Paciock?” domandò Rose, titubante.

“Per quanto riguarda me, posso dire per certo che vorrà chiedermi come ho fatto ieri a far scoppiare la pozione”

 “ Ehm, si potrebbe sicuramente essere... ma non è che mi ha convocata perché pensa che io e gli altri c'entriamo qualcosa?”

Nives si ritirò immediatamente sulla difensiva.

“Sei stata tu?”

“No no, né io né gli altri, giuro!” concluse Rose, imbarazzata.

Finalmente arrivarono davanti alla porta della Serra N°3. Bussarono ma, non ricevendo alcuna risposta, entrarono e quello che videro, erano sicure che le avrebbe scandalizzate per il resto della vita.

 Intravidero chiaramente Neville che, in fondo alla sera, seminascosto tra una pianta di Mandragora e una di Pugnacio, cantava una canzone delle Sorelle Stravagarie ad un botubero dall’aria inquietante.

“Ohh, can you dance like a Hippogryff !!! NAANANANNANAN!”

Le ragazze ebbero due reazioni completamente diverse a questa vista: Nives era scioccata, e Rose era sicura che se gli occhi le si fossero dilatati di più sarebbe potuta entrare nel  Guinnes Magic World Record. Reazione differente per non dire contraria ebbe Rose che, ormai abituata a vedere questo lato del “calmo e pacato” Professor Paciock, essendo amico dei suoi genitori e frequentandolo molto anche fuori dalla scuola, si limitò a sghignazzare senza contegno e a stramazzare al suolo, ululando dal ridere.

Spazio della Barbona:

Beh, eccomi qui con questo capitolo! Losso che è passato un sacco di tempo, ma la mia beta ha avuto dei problemi... Ed è TUTTA colpa sua tengo ha precisare xD ( Lei mi ha detto che posso dire così, vero Chiara? :P)

*rompipluffe: è un espressione che usa sempre la mia cara MiaStonk lov

Love from,

La vostra Barbona a cui si è rotto il suo cerchietto preferito :'(

   
 
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